Lo sguardo cristiano sul futuro non è una forma di ingenuità per essere incoraggianti per partito preso: piuttosto è l'interpretazione più profonda e realistica di quell'inguaribile desiderio di vivere che, incontrando la promessa di Gesù, diventa speranza. Non è il futuro il principio della speranza; credo piuttosto che sia la speranza il principio del futuro. Il suo nome è per noi la profezia di una speranza possibile, come recita un vecchio aforisma: «Non si può dire della speranza che essa ci sia o non ci sia. Essa è come la terra alle origini, che non aveva strade; è solo quando gli uomini camminano insieme, verso una stessa direzione, che nasce una strada».
Questa raccolta di undici messaggi inviati in un decennio di ministero episcopale è frutto di un impegno e un obiettivo particolarmente caro al vescovo di Noto, animare la speranza che il cattolicesimo sappia esprimere meglio, oggi, il cristianesimo secondo la verità che Gesù di Nazareth ha portato al mondo: la verità sul Dio "sempre e solo amore" che ci salva dalla perdita di umanità visibile nella nostra società globalizzata e anonima. Sono messaggi nati per i tempi dell'Avvento e "di Natale" (con l'aggiunta di alcune omelie), ma fanno traboccare la loro ricchezza e la loro passione su tutti i tempi della fede e della vita.
E sono stati scritti pensando in particolare ai giovani, sulle tracce di quella che il vescovo siciliano, fra citazioni e salutari provocazioni, chiama Pop-theology: la "teologia pop", la teologia popolare capace di raccontare oggi Dio di Gesù Cristo e il suo Vangelo con i registri dell'immaginazione e della creatività.
Il presepe, scrive Papa Francesco in questa Lettera Apostolica, è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall'umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo.
In questo libro il documento papale è arricchito dalle immagini dei presepi di fra Marie Bernard Barioulet. A colori.
Il volume indaga il profondo legame tra cooperazione e Dottrina sociale della Chiesa. Lo studio analizza il Magistero della Chiesa in campo sociale e tutte le relative encicliche – dalla Rerum Novarum del 1891 alla Laudato si’ del 2015 – per vedere come il tema dell’impresa cooperativa è presente e sviluppato. Sono poi messi a confronto i principi della Dottrina sociale e i principi cooperativi. Da questa analisi emerge con chiarezza la “coincidenza dottrinale”, che trova le sue ragioni nel particolare modello economico cooperativo. La parte conclusiva è dedicata a fi gure emblematiche (cristiani, religiosi e laici) che, spinte dalla loro fede, hanno aff rontato problemi di giustizia sociale privilegiando lo strumento cooperativo per promuovere la dignità e l’autonomia economica.
“Il nucleo emergente di questo saggio è rappresentato da quella che è definita la ‘coincidenza dottrinale’ tra la Dottrina sociale della Chiesa e i principi della cooperazione. Si tratta di uno ‘spirito comune’, ma anche di una prospettiva: quella che porta la Chiesa a riconoscere i ‘segni dei tempi’”.
Dalla Prefazione di Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo
In occasione del Natale, papa Francesco offre ai credenti una riflessione sul senso e sul valore del presepe. Lungi dall'essere una semplice tradizione o consuetudine, il presepe rioffre ogni anno, nelle molteplici forme che la fantasia creativa di ognuno sa inventare, la possibilità di fare forma al grande e inaudito mistero dell'incarnazione. Ogni cosa nel presepe ha un senso: il cielo, le montagne, le statuine... Tutto ci dice che Dio non è lontano, tutti lo possono raggiungere: i re e i pastori, uomini e donne, grandi e bambini... e persino gli animali. Nessuno è escluso. Allestire il presepe è raccontare l'amore di Dio. Introduzione di Rino Fisichella.
Il Corso Annuale di Formazione per i Nuovi Vescovi 2018-2019, organizzato dalla Congregazione per i Vescovi con la partecipazione della Congregazione per le Chiese Orientali, ha avuto come orizzonte tematico di guida alla riflessione sul ministero episcopale quello della Sinodalità, particolarmente promosso dal Santo Padre nell’esercizio del suo magistero petrino. Una vera presa di coscienza della sinodalità come “dimensione costitutiva della Chiesa” non serve solo ad illustrare un contenuto ecclesiologico essenziale ma esprime profeticamente, nell’ottica di Lumen gentium, la vocazione di segno/sacra mento di unità che costituisce la missione “specifica” della comunità cristiana, Pastori e fedeli insieme, nei confronti dell’umanità intera. La raccolta qui proposta, delle Relazioni, Forum e Omelie di quei giorni, viene offerta con l’auspicio che possa aiutare, i Presuli che erano presenti e quanti le leggono per la prima volta, a favorire la coltivazione di quello spirito di ascolto, discernimento e proposta, proprio di una Chiesa in un continuo cammino di riforma
"Stupore e meraviglia". E' con questi sentimenti che Papa Francesco apre la sua Lettera Apostolica sl significato e valore del presepe. In effetti, lo stupore e la meraviglia sono immediati quando ci si accosta, nel periodo natalizio, ai vari presepi che si visitano.
(Cit. dalla prefazione di Rino Fisichella)
I Lineamenta sono il primo passo verso la 49ª Settimana Sociale che si terrà a Taranto dal 4 al 7 febbraio 2021 sul tema: Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro e futuro. #tuttoèconnesso. La scelta della città pugliese intende non solo porre l’attenzione alla questione dell’ex Ilva, ma rappresenta una sorta di ripartenza per una riflessione più articolata e complessa sui temi ambientali e sociali. Il faro è l’enciclica sociale di papa Francesco Laudato si’ che pone al centro la categoria di ecologia integrale.
Il focus della Settimana Sociale sarà sul rapporto tra ecologia ed economia, tra ambiente e lavoro, tra crisi ambientale e crisi sociale, secondo l’indicazione di LS: «non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale» (n. 139).
La crisi socio-ambientale lascia conseguenze in territori sempre più vulnerabili e in persone sempre più fragili. Da Taranto può ripartire un progetto di vita sociale e di comunità che ascolta il grido sofferente delle persone e della terra.
Un elemento di novità sarà rappresentato dal dialogo con il mondo giovanile. Dopo il Sinodo dei giovani e le manifestazioni dei movimenti ecologisti mondiali, l’ascolto e il protagonismo delle nuove generazioni è fondamentale. Aiutano ad avere uno sguardo rinnovato sul futuro.
Lo schema dei Lineamenta (in allegato il testo integrale) ruota intorno a punti cardine del magistero di papa Francesco:
l’ecologia integrale: a partire da uno sguardo contemplativo sulla realtà, è possibile rendersi conto che il mondo non è un problema da risolvere, ma un mistero da gustare. Il mondo è un dono di Dio che ha creato non solo le singole cose e i singoli esseri viventi, ma in una relazione costitutiva le une nei confronti delle altre.
La seconda parte intende guardare alla creazione per metterne in evidenza il sapiente progetto che Dio ha collocato in essa. Le emergenze climatiche, i flussi migratori, le ingiustizie economiche segnalano uno squilibrio evidente nel rapporto tra l’uomo e il pianeta. Un cambiamento significativo può avvenire dal’’assunzione di stili di vita sostenibili. I quattro grandi ambiti della sostenibilità tengono in piedi l’intero edificio: l’ambito ambientale, quello sociale, quello culturale e normativo. Persino i consumatori possono scoprire una loro responsabilità morale ogni volta che acquistano una merce o un oggetto.
Il terzo passaggio mette a fuoco il cammino sinodale che attende la Chiesa italiana. Tutti devono sentirsi chiamati in causa, a partire dai giovani, con stili di vita adeguati alla causa e incisivi, capaci di contagiare tutti. Anche il dialogo è fondamentale per sostenere uno stile di discernimento spirituale. In quest’ultima sezione, i Lineamenta presentano cinque piste di lavoro da qui alla Settimana Sociale (febbraio 2021):
i nodi da sciogliere: lo studio e l’analisi delle conflittualità in gioco e dei problemi che gravano sui territori e sulle persone;
il racconto delle storie di vita e dei volti, con le loro esperienze negative e con le prassi virtuose;
le buone pratiche che già esistono nel nostro Paese sul fronte della sostenibilità: amministrazioni e imprese che lavorano nell’ottica dell’ecologia integrale;
le nuove visioni di futuro: ci si mette in dialogo con i giovani e con l’evento Economy of Francesco che si terrà ad Assisi a fine marzo 2020;
le proposte che sul piano politico-istituzionale e sul versante ecclesiale si possono condividere per attuare la conversione ecologica invocata da LS.
Il cammino verso la Settimana Sociale è così iniziato e sarà scandito da una molteplicità di successive tappe.
Dopo Trento e il Concilio Vaticano II, il narratore per eccellenza dei concili, conclude la trilogia con un altro appassionante e documentato capitolo della storia della Chiesa. L'indiscutibile e perdurante influsso planetario della Chiesa cattolica ha molte ragioni: il suo appeal spirituale e intellettuale, i successi missionari, i potenti mezzi, la rete diplomatica, una gerarchia stabile. E il Papa. Ma nella prima metà del 1800 le cose non stavano così, anzi. Le fondamenta su cui la Chiesa aveva poggiato per secoli vennero scosse dalle parole d'ordine libertà, uguaglianza e fraternità. L'illuminismo, con i suoi risvolti politici e sociali, metteva in discussione un ordine consolidato da secoli. Nel Concilio Vaticano del 1869-1870 la Chiesa fece un imponente sforzo per far fronte a questa minaccia definendo la dottrina dell'infallibilità del Papa, elemento cardine del ricompattamento identitario del cattolicesimo. In questo libro il grande storico della Chiesa John O'Malley ci guida nelle aspre controversie sull'infallibilità papale, che a un certo punto sembrarono spaccare in due la Chiesa. Il conflitto tra le due fazioni, qui descritto anche nei suoi risvolti politici (entrarono nella mischia anche personaggi come Gladstone e Bismarck) fu risolto perentoriamente da Pio IX, il cui zelo per la definizione dell'infallibilità del pontefice fu così eccessivo da suscitare dubbi sulla legittimità del Concilio. Queste tensioni teologiche ed ecclesiastiche venivano esasperate dalla drammatica vicenda della conquista dello Stato pontificio da parte dell'esercito italiano e dal suo incombente esito - la conquista di Roma - che interruppe i lavori del Concilio. Con il Vaticano I la Chiesa cattolica divenne ancora più centrata sul papa che nei secoli precedenti. E tale rimase per quasi un secolo, fino al Vaticano II. Ancora non era stata scritta una storia così documentata e avvincente del primo Concilio che ha conferito rilievo assoluto al papa nella Chiesa cattolica.
«Ama il prossimo tuo come te stesso»: è il comandamento evangelico forse più difficile da rispettare, oggi, in un Paese incattivito, dove i rapporti e la comunicazione sono dominati dall'aggressività, le porte delle case sono chiuse agli estranei, le donne e gli immigrati sono vittime frequenti di violenze verbali e fisiche. Dove l'inimicizia e le fratture si propagano anche all'interno della comunità dei credenti. Come uomo di Chiesa, Matteo Zuppi ritiene urgente affrontare la questione dell'odio, un sentimento che ci disumanizza e ci condanna alla solitudine. Tanto più se lo percepiamo come forza capace di proteggerci dalle minacce e ripagarci delle ingiustizie subite. Tessendo una riflessione in dialogo con scrittori, filosofi e teologi, attingendo a vicende storiche ed esperienze personali, il cardinale di Bologna si interroga sulle paure che alimentano l'ostilità e l'intolleranza. E indaga le conseguenze dell'individualismo sfrenato che induce le persone a idolatrare il benessere personale e le rende impermeabili alla sofferenza altrui, ma anche più fragili e incapaci di pensarsi in relazione agli altri. L'odio ha una capacità distruttiva spaventosa: non lo si può giustificare né tollerare. Bisogna rigettarlo. L'antidoto a questo veleno è l'amore. Non solo per i cristiani. Anche per i non credenti e i fedeli di altre religioni, l'unica risposta possibile è la fraternità. L'invito di Matteo Zuppi è una sfida: a ritrovare l'autentica solidarietà, intesa come forte partecipazione alla vita degli altri; a guardare al pluralismo religioso come un'opportunità per ritrovare le ragioni della propria fede; a promuovere l'accoglienza che difende e crea la vita; ad aprirsi all'amore, forza creativa capace di cose grandi, che costituisce la dimensione più autentica di ogni essere umano.
Questo testo nasce dalla gratitudine per il dono del magistero pontificio e dal desiderio di condividere una feconda esperienza spirituale vissuta dalla nostra comunità ecclesiale di Roma. Sin dalla prima pagina dell'esortazione apostolica Gaudete et exsultate, il nostro vescovo mette in chiaro che non si tratta di "un trattato sulla santità, con tante definizioni e distinzioni che potrebbero arricchire questo importante tema", ma che il suo "umile obiettivo è far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità" (adulte et esultate, 2).
Partendo dalla semplice bellezza e dalla profondità esperenziale delle meditazioni offerte dal Santo Padre, abbiamo voluto dedicare un itinerario di catechesi interrogandoci sulla nostra chiamata alla santità oggi, visto che "il Signore ha scelto ciascuno di noi per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità" (Ef 1,4) (Gaudete et exsultate,2).
Durante l'anno pastorale 2018-2019, ci siamo riuniti una volta al mese nella nostra cattedrale di San Giovanni in Laterano, ai piedi della cattedra di Pietro, per riflettere e pregare partendo dall'ascolto di alcuni brani del magistero del nostro vescovo, tratti dalla Gaudete et esultate e dal racconto della testimonianza di alcuni santi che hanno saputo rispondere alla loro chiamata alla santità.
Il fallimento educativo è davanti agli occhi di tutti: certamente la prima causa è la mancanza di una vera e sana educazione; una educazione capace di trasmettere ai giovani la consapevolezza che la vita non è un gioco, ma è un impegno; la vita non è un trastullo, ma è una missione della quale dovremo rendere conto a Dio. Con dati concreti alla mano, è facile dimostrare che i giovani assaporano la vera gioia soltanto quando abbattono il muro dell’egoismo e si incamminano nella via del dono di sé spendendosi per gli altri, soprattutto per le persone più fragili e più deboli. La prima parte di questo libro cerca di documentare con fatti precisi, concreti, drammatici… la seconda parte del libro intende rispondere a questa domanda: “dove si trova la felicità che i giovani cercano ma non trovano?”. Col suo solito stile Comastri racconta storie di vita che parlano, anzi, gridano che la felicità abita nella bontà, nella carità, nella generosità, nel servizio gratuito e disinteressato verso tutte le forme di fragilità che aspettano una mano amica e fraterna.