Esponenti della cultura, non solo cattolica, riflettono sulla straordinaria figura di Giovanni XXIII. Il testo si presenta come una serie di interviste attraverso le quali si cerca di descrivere il pontefice da varie angolazioni: religiosa, politica, umana. Emergono vari aspetti del suo carattere, della sua opera di mediazione politica, della sua preoccupazione per l'umanità sofferente e divisa da fedi e religioni diverse.
Giovanni Paolo II si fece un’idea precisa della società italiana di fine Novecento e concepì un progetto per il rilancio della Chiesa che doveva favorire una ripresa di vigore per l’intero paese. Due le proposte che dovevano agevolare una forte ripresa interna e un’irradiazione sull’intero continente europeo: da una parte la riscoperta di una fede più autentica come salda radice capace di generare un nuovo umanesimo; dall’altra, la partecipazione attiva dei cattolici alla ricostruzione civile della nazione.
Ancora oggi la visione di papa Wojtyla può offrire un contributo significativo per superare la crisi e rilanciare il ruolo dell’Italia in Europa e nel mondo.
L?Autore
Antonio Scornajenghi è ricercatore di storia contemporanea all’Università di Roma III. È autore di articoli e saggi sui partiti e i movimenti politici italiani in età liberale, sul rapporto tra mondo cattolico e istituzioni liberali e sul pontificato di Giovanni Paolo II. Tra le sue pubblicazioni: La Sinistra mancata. Dal gruppo zanardelliano al Partito Democratico Costituzionale Italiano (1904-1913), Roma 2004; L’alleanza difficile. Liberali e popolari tra massimalismo socialista e reazione fascista (1919- 1921), Roma 2006. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato «Stampa laica e mondo politico in Italia di fronte a Giovanni Paolo II», in Shock Wojtyla, (2010).
Paolo VI (Giovanni Battista Montini), è stato il Papa del Concilio. Ricordato anche come il papa della modernità per la sua capacità di percepire e rispondere ai problemi della società, di lui si ricordano anche l'infaticabile lavoro a favore della pace, la fermezza nella difesa dei valori cristiani e l'attenzione con la quale seppe leggere gli anni della contestazione giovanile. Questo volume raccoglie ventiquattro testi scritti dal Papa tra il 1963 e il 1978, gli anni del suo pontificato. Ventiquattro omelie pronunciate durante le Sante messe, celebrate nelle più diverse occasioni dell'anno liturgico che compongono un compendio di commenti al Vangelo sintetico.
Il libro è una raccolta antologica degli scritti di Paolo VI, una proposta particolarmente importante in quest’anno dedicato da papa Benedetto XVI all’Anno della Fede.
Lo stesso papa Paolo VI, poco più di quarant’anni fa aveva indetto un Anno della Fede. Ecco perché il percorso umano e spirituale di Papa Montini, riletto attraverso i suoi scritti, è particolarmente indicato a guidarci nell’approfondimento delle radici cristiane.
Con Papa Paolo VI alla ricerca di una fede “piena, libera, certa, forte, gioiosa, operosa, umile”.
L'Autore
Giselda Adornato, già allieva del prof. Giorgio Rumi, da decenni studia in modo esclusivo la figura e il magistero di Giovanni Battista Montini-Paolo VI. Oltre ad essere autrice di numerosi volumi, è collaboratrice dell’Istituto Paolo VI di Brescia e consultore storico della Congregazione per le cause dei santi per la stesura della Positio super vita et virtutibus del Servo di Dio Giovanni Battista Montini-Paolo VI.
Contenuto
Giovanni Paolo I, solo trentatré giorni da Papa. «Papa del sorriso», con quel suo presentarsi semplice, dimesso, colloquiale, più da parroco di campagna che da Sommo Pontefice. E la gente aveva cominciato a conoscerlo e ad amarlo. Era anche l’uomo delle sorprese, le sorprese di Dio. Figlio della montagna e di operai migranti, culturalmente molto preparato, di spiccata capacità comunicativa e pastorale, di fede robusta e di grande attenzione ai problemi della gente, non ha mai fatto molto per imporsi all’attenzione. Perciò, fu una sorpresa la sua nomina a vescovo di Vittorio Veneto, una sorpresa la nomina a patriarca di Venezia; sorpresissima la sua elezione a Sommo Pontefice. Una sorpresa la fece anche lui, presentandosi in bicicletta a una visita pastorale: era una delle domeniche di austerity, senza auto per tutti, e lui non voleva privilegi. E poi, la sua morte improvvisa, evento naturale e misterioso insieme, l’ultima sorpresa di Dio.
Destinatari
Tutti.
Autore
PIERO LAZZARIN, giornalista, per anni caporedattore del «Messaggero di sant’Antonio» è autore di varie opere biografiche, di storia e di arte, presso diverse case editrici. Per le Edizioni Messaggero Padova ha pubblicato una decina di titoli, tra cui il fortunato Libro dei santi che ha già venduto quasi diecimila copie.
Una raccolta di tutte le lettere che Albino Luciani, patriarca di Venezia, scrisse indirizzandole a personaggi storici e mitici di tutti i tempi e luoghi. Penelope, Mark Twain, Maria Teresa d'Austria, Charles Dickens, Pinocchio, Goethe e Gesù sono solo alcuni dei destinatari di queste lettere, scritte negli anni '70.
Il libretto ripropone la "professione di fede" pronunciata da Papa Paolo VI in piazza San Pietro il 30 giugno 1968, alla chiusura dell'Anno della Fede e nel diciannovesimo centenario del martirio dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Per Benedetto XVI questo documento attesta "quanto i contenuti essenziali che da secoli costituiscono il patrimonio di tutti i credenti hanno bisogno di essere confermati, compresi e approfonditi in maniera sempre nuova al fine di dare testimonianza coerente in condizioni storiche diverse dal passato". Un testo ancora fresco e attuale per i cristiani d'oggi.
Papa Giovanni Paolo I, Albino Luciani, è ricordato come “il papa del sorriso”. Ebbe la capacità di accendere l’entusiasmo dei fedeli: appena eletto papa, iniziò subito le riforme ecclesiastiche al fine di avvicinare la Chiesa alla gente, affrontando il muro insuperabile dei cardinali reazionari. Se fosse vissuto più a lungo, avrebbe sicuramente ridimensionato la speculazione finanziaria del Vaticano, ma il suo pontificato fu molto probabilmente stroncato, da mano ignota, nella notte tra il 28 ed il 29 settembre 1978.
Fino ad oggi il Vaticano non ha fatto niente per raccontare al mondo la verità dell’assassinio dell’ultimo papa italiano. Ma la speranza rimane e ci sarà un giorno in cui la verità uscirà finalmente fuori!
Albino Luciani, 263° vescovo di Roma e Pontefice della Chiesa Cattolica, è nato a Forno di Canale (oggi Canale d'Agordo) in provincia di Belluno il 17 ottobre 1912. Dopo l'ordinazione sacerdotale ha ricoperto l'incarico di Vice Rettore del seminario di Belluno (1937-1947), Provicario e Vicario generale (1948-1958), Vescovo di Vittorio Veneto (1958-1969) e Patriarca di Venezia (1969-1978). Nel 1978 è stato eletto Pontefice con il nome di Giovanni Paolo I. È ricordato come il "Papa del Sorriso". È morto in Vaticano il 29 settembre 1978, dopo un pontificato di appena 34 giorni. Dal 2003 è in corso la causa di beatificazione.
Cinquant'anni fa, l'11 ottobre 1962, Giovanni XXIII apriva, nella magnifica cornice della basilica di San Pietro, il Concilio Ecumenico Vaticano II: la più grande assemblea di vescovi che la storia della Chiesa avesse mai conosciuto. Il memorabile discorso di apertura, l'allocuzione "Gaudet Mater Ecclesia", può essere considerato come il frutto maturo di un lento percorso intellettuale e spirituale che sempre di più confermò il vecchio Papa sulla "profetica intuizione" della convocazione di un Concilio di aggiornamento per la Chiesa universale. Il programma del Concilio non fu fissato da Giovanni XXIII tutto in una volta; al contrario, i suoi scopi e la sua natura furono da lui messi a fuoco e approfonditi poco alla volta, in un rapporto dialettico e costruttivo tra il Pontefice e quei vescovi (e teologi) ai quali stava molto a cuore il rinnovamento della Chiesa in ambito teologico e pastorale. Attraverso il diario del direttore della Civiltà Cattolica del tempo, padre Roberto Tucci S.J., oggi cardinale, ci è possibile verificare, nell'arco dei tre anni di preparazione di quell'evento, i temi che più stavano a cuore al Papa e quali furono le strategie di azione che egli pose in essere per dare maggiore slancio al futuro Concilio e assicurarne la libertà.
Il presente saggio ripercorre le gloriose esistenze del beato Marco D'Aviano e del beato Innocenzo XI, che si svolsero entrambe nel Seicento, secolo in cui l'Europa era impegnata nella difficile lotta contro la sottomissione da parte dell'Impero Ottomano, rischiando così di perdere la sua matrice cristiana.
L'obiettivo di questo volume è quello di offrire per l'Anno della Fede indetto da Benedetto XVI nel cinquantesimo del Concilio Vaticano II - alcune riflessioni sul tema e sulla vita del cristiano e della Chiesa alla luce degli insegnamenti del Vaticano II: iustus ex fide vivit. Malnati riporta il cuore ed il sentire di Paolo VI maestro, pastore e testimone di un vivere la fede in tempi in cui un non sano senso di diffidenza sia progressista sia tradizionalista mettevano a repentaglio il vero spirito del Concilio Vaticano II. L'autore, analizzando l'insegnamento e il magistero di Paolo VI, sottolinea che il vero spirito del concilio non può emergere nel contrasto infuocato tra tradizionalisti e progressisti: l'efficace aggiornamento della Chiesa Cattolica parte da una profonda vita interiore, dal primato di Dio e dalla testimonianza nel mondo moderno di una fedeltà a Cristo e al Magistero.