
Il discorso agiografico antico è qui considerato quale insieme di strategie retoriche e forme letterarie che tramandano in modo narrativo la memoria di ciò che uomini e donne, ritenuti incarnare un ideale di perfezione, hanno compiuto durante la loro vita e anche dopo. Una definizione che intende mettere in secondo piano le più consuete classificazioni di contenuto e di genere letterario per meglio cogliere l'articolazione e i cambiamenti di una letteratura e di pratiche cultuali in tumultuoso sviluppo e differenziazione, in dialogo con i diversi ambienti culturali e religiosi senza delimitazioni a priori fra ciò che è giudaico, pagano o cristiano. Il volume si concentra sui testi e sui loro autori domandandosi: da quali circostanze storiche nasce un testo agiografico come interagisce con il contesto culturale e teologico a quale pubblico intende rivolgersi. La novità consiste nel tentativo di cogliere le traiettorie dei testi sul lungo periodo, le reinterpretazioni, le interazioni fra loro e con i diversi contesti culturali, le logiche di trasformazione del discorso agiografico e dei suoi linguaggi nelle mutate condizioni storiche a partire dall'esame dei testi redatti fra la fine del I sec. e l'inizio del II, attraverso lo sviluppo del discorso agiografico sui martiri; l'analisi di alcune Vite dei filosofi di autori pagani del II e III sec.; e inoltre gli scritti di Atanasio, Eusebio, Gregorio di Nazianzo, Gregorio di Nissa, Gerolamo, Prudenzio...
La giovane artista, 1° Premio di pianoforte a soli tredici anni, è anche un’amica incomparabile per chi l’avvicina. Entra nel Carmelo di Digione il 2 agosto 1901, dove percorre un cammino di perfezione nel silenzio e nella contemplazione, irradiando intorno a lei la felicità di una totale abnegazione. Dopo la traversata di una notte spirituale, fa la sua professione religiosa nel 1903, quindi redige il 21 novembre 1904 la preghiera Dio mio,Trinità che adoro, da allora celebre in tutto il mondo cristiano.
Giovanni Paolo II la proclama beata il 25 novembre 1984. «La struttura del suo universo spirituale, il contenuto e lo stile del suo pensiero teologico sono di una densità e consistenza senza limiti», dichiara Hars Urs von Balthasar. La tavolozza della sua dottrina spirituale è ampia, di una ricchezza rara e di grande attualità. È una «guida sicura» (Giovanni Paolo II) per imparare a vivere in intima comunione con Dio nel cuore della vita quotidiana moderna. È l’esempio di un amore che genera una felicità profonda e duratura. Nel dialogo interreligioso contemporaneo, è una testimone straordinaria della Trinità. Questa imponente biografia permetterà di scoprire nell’intimo una personalità avvincente, sensibile e molto vicina a noi.
Punti forti
La straordinarietà del personaggio e la particolarità del suo percorso spirituale, sfociato nel Carmelo, fa di Elisabetta un alter ego della piccola via di Teresa di Gesù Bambino.
Destinatari
Per gli appassionati di personaggi storici e con spessore teologico-spirituale.
L’autore
Conrad De Meester, nato nel 1936, di origine belga, è carmelitano scalzo. Noto a livello mondiale per il suo lavoro su Teresa di Lisieux, è curatore di Elisabetta della Trinità, Oeuvres complètes (Paris 1991). Infatti, ha studiato e raccolto nel corso di venticinque anni una documentazione esaustiva e inedita sulla beata Elisabetta della Trinità. È autore di vari saggi storici e di spiritualità, fra cui ricordiamo: A mani vuote. Il messaggio di Teresa di Lisieux, Brescia 1997 (or. fr., Paris1988); Nel cielo della nostra anima. Ultimo ritiro con Elisabetta della Trinità, Roma 2010 (or. fr., Paris 1992); Teresa di Lisieux. Dinamica della fiducia. Genesi e struttura della «Via dell’infanzia spirituale, Cinisello Balsamo (MI) 1996 (or. fr., Paris 1995); Lorenzo della risurrezione. Nel sole della presenza di Dio, Roma 2002 (or. fr., Paris 1992).
L'opera, a firma di due tra i più importanti specialisti italiani della materia, costituisce uno strumento agile e denso per introdurre allo studio della letteratura cristiana antica. Presentata in seconda edizione rivista e ampiamente aggiornata, essa coniuga la chiarezza espositiva con un'accurata informazione sullo stato degli studi italiani e stranieri. La buona accoglienza ricevuta dalla precedente edizione è un segnale indubbio dell'attuale interesse per gli scrittori cristiani dei primi secoli, dei quali oggi si colgono meglio la straordinaria ricchezza espressiva e la capacità di rielaborare in modo creativo una pluralità di influssi culturali e di modelli letterari.
La figura di Santa Caterina da Siena occupa un posto di rilievo non soltanto all'interno della storia ecclesiastica per la sua azione pacificatrice e riformatrice, per il proprio ministero dottrinale, ma anche nell'ambito storico-letterario per essere tra i piu insigni rappresentanti del Trecento italiano. Proclamata Dottore della Chiesa e Patrona d'Europa, Santa Caterina presenta ancor oggi un'innegabile attualita, al punto che i suoi scritti continuano a suscitare un crescente e straordinario interesse. Tuttavia chi voleva conoscere a fondo la sua opera, si scontrava con una duplice grave lacuna: la mancanza di un'edizione critica delle Lettere e l'inesistenza di Concordanze per una ricerca ampia e dettagliata sul testo. A tale mancanza vuole rimediare il presente CD.
"È bello tramontare dal mondo a Dio, perché in lui io possa sorgere" scrive Ignazio di Antiochia ai Romani, avviandosi verso il martirio nelle fauci delle belve. E la testimonianza ultima della sequela di Cristo. "Seguendo Gesù" indica, infatti, i documenti che vengono dopo i Vangeli; ma allude anche al seguire Cristo che i suoi discepoli più antichi si raccomandano l'un l'altro. In questo primo dei due volumi che la Fondazione Valla dedica alla letteratura cristiana delle origini troviamo allora alcuni degli scritti che risalgono agli anni fra il 70 d.C. e i primi due decenni del II secolo, lo stesso periodo in cui furono composte la maggior parte delle opere che poi entrarono nel canone del Nuovo Testamento. Rappresentano una generazione successiva a quella dei testimoni oculari del Cristo, ma certo a qualcuno di questi autori sarà capitato di incontrare e ascoltare un discepolo diretto di Gesù. Le sue parole risuonano in essi per essere state apprese per via orale o grazie a brevi raccolte per noi perdute, anche se già alcuni vangeli erano stati composti. Il termine "cristiano" non è ancora comune, eppure il messaggio di Gesù è già radicato: a Roma, a Corinto, in Asia Minore. Impregnato spesso di giudaismo, talvolta debitore nei confronti della tradizione greco-romana, o cristianesimo prende corpo e vigore fra contrapposizioni, conflitti, e ricomposizioni. Le comunità si organizzano, meditano e discutono la Buona Novella e i modi migliori per seguirla.
La singolare e sfaccettata figura di Edith Stein è fra quelle che meglio incarnano, nel tessuto sociale tedesco fra Otto e Novecento, l’impegno per la rivendicazione della specificità dell’essere femminile e del suo valore peculiare.
Convinta assertrice della necessità di ripensare il significato del femminile in relazione al maschile, e del fatto che nella struttura essenziale dell’essere umano è inscritta una “vocazione” o “chiamata”, affida alla donna l’eccelso compito di portare a pieno sviluppo l’umanità autentica, in sé e negli altri. Madre, sposa, insegnante, educatrice, o qualunque sia la posizione che si trovi ad occupare, la donna è, nel pensiero steiniano, sempre e comunque amore pronto al servizio, nonché riflesso immediato della maternità soprannaturale della Chiesa, e pertanto sua principale collaboratrice nell’opera della Redenzione.
È in questa cornice che si collocano gli scritti del volume: una raccolta di conferenze tenute da Edith Stein tra il 1928 e il 1932, tradotte fedelmente dal tedesco e ritenute tra le più rappresentative del cospicuo bagaglio culturale ed esistenziale dell’autrice.
La ripresa del paradigma dialogico agostiniano" rileggendo alcuni grandi temi filosofici e teologici moderni alla luce di Agostino. "
Sotto il titolo di Sentenze si raccoglie, serie completa, inedita, dei testi gnomici di Evagrio che nell'offrire consigli utili alla vita cenobitica, colmano un vuoto relativo alla conoscenza diretta dell'opera e del suo pensiero ascetico. Gli otto spiriti della malvagità è un'opera molto nota, per la prima volta edita nella sua forma più estesa. Evagrio affronta il discorso dei vizi e delle passioni situandole all'interno di un percorso di affrancamento del monaco.
Proposto per la prima volta in traduzione italiana, questo testo di Michel de Certeau venne pubblicato in Francia nell’autunno 1969. È dunque uno dei suoi primi libri, che alla lettura odierna non risulta datato, ma si carica di una valenza speciale, divenendo una sorta di introduzione ai temi che il grande autore francese andò poi sviluppando nel corso degli anni, in particolar modo l’esperienza cristiana e la dinamica dei percorsi individuali nello spessore del corpo sociale. Una forte attualità mantiene anche il punto di partenza che muove il testo: la crisi delle certezze religiose, il sempre meno stringente vincolo delle istituzioni della Chiesa, la scoperta sconcertante che all’esperienza del credente è intrinseco anche un non-sapere. E Dio si mostra come uno ‘straniero’, un altro che irrompe destabilizzando la logorata ‘domesticità’ cui il canone religioso l’aveva confinato, che sfugge alla tessitura troppo fitta, automatizzata e risolta della religione praticata dagli uomini. Ma è proprio in questo processo di ‘perdita’ e trasalimento, puntualizza de Certeau, che può darsi l’accadimento autentico di essere sorpresi da Dio, nell’inaspettato incontro con la sua presenza. «Una verità interiore appare solo con l’irruzione di un altro», ci dice, «perché si desti e si riveli, occorre sempre l’indiscrezione dello straniero o l’urto di una sorpresa. Bisogna essere sorpresi per diventare veri». Come i discepoli di Emmaus, rapiti dalla rivelazione che lo ‘straniero’ alla cui ignoranza dei fatti guardavano con sufficienza è proprio il Signore, e da quello svelamento cambiati anche nel loro rapporto con gli altri, così tutti i cristiani incontrano in modo nuovo l’alterità degli uomini e da essa e con essa vengono trascinati verso l’esperienza dell’alterità di Dio. Gli apostoli sulle strade contemporanee a Gesù, ma anche un educatore o un padre di fronte a un giovane, un missionario partito per ‘un altro paese’, una società alle prese con i suoi fermenti di cambiamento: sono tutte occasioni per incontri con una pluralità di universi, con un intreccio di legami sociali dai quali si può uscire cambiati e resi più veri. È l’ideale, caro a de Certeau, della ‘vita comune’, quella vita in cui l’esperienza dell’incontro con gli altri stimola l’accettazione dei limiti della propria particolarità e nutre il desiderio dell’incontro con l’alterità e la sorpresa di Dio. Accettando di lasciarsi cambiare, ognuno può imparare a diventare più libero, ma anche più solidale con gli altri, con i quali costruirà, nel messaggio lucido ma fiducioso che sta sempre sotto le analisi sociali di Michel de Certeau, «l’unione nella differenza».
"Chi di noi non desidera conoscere veramente Dio? Aiutare a scoprire almeno inizialmente il volto di Dio, quello della misericordia e dell’amore, e` l’intento di questa raccolta di pensieri scelti dagli scritti di S. Margherita Maria Alacoque, la famosa monaca visitandina, vissuta nel XVII secolo. La Santa, nelle sue opere, ci presenta un Dio che ama le sue creature con amore appassionato, tenero; ella insiste che Egli vuole che non solo si salvino, ma partecipino della Sua stessa vita e della Sua gloria; escogita ogni mezzo pur di renderle felici e colmarle dei suoi doni. Si`, Gesu` volto visibile del Padre, per raggiungere in ogni modo tutti i cristiani, chiama in ogni epoca alcuni uomini e donne a seguirlo con cuore indiviso, totalmente, per renderli strumenti efficaci della tra- smissione del suo messaggio d’amore. Una di queste grandi donne e` stata Margherita Maria" [dalla prefazione].