L'autore
RAFAEL AGUIRRE è professore di Nuovo Testamento presso l’università di Deusto (Bilbao)
Il libro
Come mai quello che inizialmente fu un movimento carismatico di rinnovamento, controculturale e fondamentalmente radicato negli ambienti rurali e poveri della Palestina, divenne molto presto una potente istituzione religiosa, prevalentemente urbana, che offrì la coesione ideologica e la legittimazione all’impero romano? In questo libro si studia il processo di istituzionalizzazione e di patriarcalizzazione del cristianesimo primitivo. È la prima opera scritta in spagnolo che utilizza i metodi sociologici nell’esegesi biblica.
Ci furono correnti cristiane che mantennero la radicalità pagando un prezzo all’isolazionimo e che finirono col diventare gruppi chiusi in sé e senza futuro storico (sette giudaico-cristiane). Altre tendenze si fusero con la speculazione filosofica del tempo e finirono col dissolversi in una dottrina elitaria per minoranze (sette gnostiche). La corrente cristiana che prevalse, quella egemonica in Asia Minore, Grecia e Roma, scelse di incarnarsi nelle strutture sociali e ideologiche dell’impero. È il cristianesimo come chiesa, che si è costruita nell’ortodossia e ha segnato la storia successiva. L’estensione e il populismo di questa forma di cristianesimo è compatibile con la rilevanza critica e innovatrice del vangelo di Gesù?
Una visione lucida e rigorosa delle origini della chiesa è decisiva per adottare nel presente atteggiamenti maturi che non sacralizzino quello che è relativo e storico, ma che nemmeno inseguano l’ideale impossibile e volontarista di recuperare un’età dell’oro che non è mai esistita. Il senso teologico profondo dello studio delle origini del cristianesimo non è la giustificazione della chiesa, ma l’appello alla conversione.
Con una coerenza e metodicità di dimostrazione che non si smentiscono mai, e insieme con una strumentazione esegetica tanto ricca quanto scaltrita, Pelagio sostiene l'incompatibilità ultima tra condizione di ricchezza e testimonianza cristiana. La penetrazione e il rigore logico del testo si prestano singolarmente anche oggi come un'interessante esercizio per la coscienza che voglia improntarsi alla sincerità e autenticità più limpide rispetto al tema e alla pratica della ricerca e del possesso dei beni.
Affinché, nel tempo della battaglia,
quando i demoni combattono con noi
e lanciano su noi i loro dardi,
noi diamo loro una risposta a partire dalle Scritture
Per pregare “in spirito e verità”, per custodire un cuore libero, è necessario “replicare”, controbattere ai pensieri malvagi ripetendo testi della Scrittura, sull’esempio di Gesù tentato da Satana. Un metodo capace ancora oggi di ispirare questa lotta quotidiana che riguarda ogni uomo ci è fornito da un monaco del iv secolo: Evagrio Pontico. Quest’uomo di rara sapienza spirituale ci offre una serie di brani biblici per far fronte agli “otto pensieri” che turbano le nostre menti e le nostre vite. Il testo originale greco dell’Antirrhetikos (che significa “raccolta di repliche, confutazioni, risposte” al demonio) è andato perduto, ma ci è stato tramandato dall’antichissima versione siriaca di cui viene qui presentata la prima traduzione mondiale in lingua moderna.
Il lavoro è l’esito di oltre quindici anni di studi in un ambito disciplinare della ricerca filologica patristica – lo studio della tradizione catenaria – in cui l’autrice, allieva di Sandro Leanza, è da tempo nota specialista. Il testo del commento origeniano al Cantico dei cantici, forse il più interessante tra quelli affrontati dal grande teologo ed esegeta alessandrino del III secolo d.C. e finora conosciuto solo attraverso parziali traduzioni latine, viene ora finalmente presentato in una forma più ampia rispetto a tutte le precedenti edizioni e traduzioni e accompagnato da una dotta introduzione. Nel commento viene spiegato il significato complessivo di ogni passo e sono segnalati i testimoni e il riscontro del contenuto esegetico nelle altre opere di Origene. Largo spazio è anche dedicato alle interpretazioni di autori successivi che dipendono da Origene e consentono, in taluni casi, il recupero del testo originale perduto. Il volume è inoltre corredato di un’aggiornata bibliografia e ricchi indici.
Sommario
Introduzione. Commento al Cantico dei cantici: testo critico e traduzione. Commento. Bibliografia. Indici.
Note sulla curatrice
Maria Antonietta Barbàra, docente di letteratura cristiana antica all’Università di Messina, studia soprattutto l’interpretazione della Bibbia nei Padri della Chiesa greci e la loro fortuna in età bizantina. Oltre a numerosi contributi in riviste scientifiche, ha curato la pubblicazione delle seguenti opere: Thomae de Chaula Bellum Parthicum, Reggio Calabria 1983 (Edizioni di “Historica”, Quaderni 5); Prospero d’Aquitania, La vocazione dei popoli. Introduzione, traduzione e note, Roma 1998 (Città Nuova, Collana di Testi patristici 143); ha pubblicato La tradizione catenaria del commento al Cantico dei cantici di Origene. Edizione critica con osservazioni esplicative dei capitoli 1-6, Messina 2000; Commento di Origene al Cantico dei cantici nella tradizione catenaria. Introduzione, edizione critica, note di commento, indici, Messina 2002. Attualmente ha in preparazione una traduzione con commento delle Complexiones in Epistulas Canonicas di Cassiodoro.
Paolo, Agostino, Lutero: hanno davvero a che fare con la storia moderna? Oggi i loro nomi sembrano remoti, evanescenti. L'argomento non è nuovo, anche se lo si approfondisce di rado. Eppure alle origini del mondo moderno questi personaggi hanno giocato un ruolo determinante. Chi penserebbe mai che le Lettere di Paolo e il Nuovo Testamento di Erasmo hanno avuto una diffusione non piccola, ancor prima di Lutero? Nel corso del XVI secolo l'epistolario paolino supera le 700 edizioni e l'Opera omnia di Agostino, dal 1506, ha diverse ristampe.
I "Dialogi" di Gregorio Magno, composti in latino in quattro libri, furono tra i più amabili, drammatici e insieme divertenti testi del Medioevo. In un'Italia invasa dai goti e longobardi, visitata dalle pestilenze e dalla carestia, tutto era caos e tenebra. Restavano solo i monaci a compiere prodigi: resuscitavano i morti, liberavano gli ossessi, moltiplicavano olio e vino. Il testo, composto per un pubblico vasto e popolare, è riproposto con la cura di Manlio Simonetti e Salvatore Pricoco.
Sant'Agostino (354-430), retore e vescovo nordafricano, non ha soltanto influenzato in misura decisiva la storia ecclesiastica e la teologia dell'Occidente, ma anche svolto un ruolo di primo piano nella storia della filosofia come mediatore e interprete del pensiero antico. Docente al Philosophisches Seminar dell'Università di Tubinga, Horn offre in questo libro un profilo del grande dottore della Chiesa autore delle "Confessioni".
La Chiesa dei Padri - The Church of the Fathers, qui pubblicata in versione italiana, comprende una serie di articoli di Newman apparsi nella rubrica «Correspondance» del «British Magazine» fra l’ottobre 1833 e il maggio 1837, raccolti quindi in un unico volume nel 1840 appunto sotto il titolo The Church of the Fathers ed editi successivamente, nel 1873, come prima parte del secondo volume degli Historical Sketches.
La penna del giovane Newman già rientrato da quel viaggio per i paesi mediterranei che tanto influsso avrà nella sua vita rivela già lo scrittore sicuro, dalle idee limpide e vigorose e dallo stile chiaro e pieno di fascino, intento a ripercorrere le alterne vicende della Chiesa antica, molte delle quali si sono svolte in luoghi che da secoli non sono più cristiani, quali l’Africa di Antonio e Agostino e l’Asia Minore di Gregorio e Basilio; né manca un vivido riferimento all’Europa cristiana, nella presentazione della vicenda di san Martino. Si trovano così delineati con rara finezza e con evidente ‘simpatia’ i profili di Padri e di Dottori che hanno illuminato il cristianesimo antico e continuano ad essere una preziosa e inesauribile sorgente di luce.
Si tratta di composizioni anzitutto di carattere storico; e, pure, risaltano in esse l’approfondimento della dottrina cristiana e la scoperta dei valori della Chiesa cattolica, che hanno permeato, si può dire, l’intera vita e attività scientifica di Newman, volta all’accoglienza lucida e appassionata del mistero rivelato e insieme all’esigente e penetrante approfondimento delle risorse razionali della fede.
Benché parziale - ci sono rimasti solo 21 salmi - il commento è molto ampio e presenta una esegesi molto vicina a quella di Origene, di cui abbiamo perso quasi totalmente il Commento ai Salmi. Un'ampia introduzione colloca l'autore nell'ambiente storico, letterario e teologico del suo tempo. Ogni salmo è preceduto da una nota che inquadra il salmo in sé e sottolinea l'approccio di Didimo; il testo del commento comprende anche gli interventi degli uditori e la relativa risposta di Didimo ed è accompagnato da note abbondanti e precise che offrono al lettore una chiave interpretativa del testo, ma anche della personalità di questo illustre discepolo di Origene.