Scopo di questo breve saggio è dimostrare che Lutero non intendeva fondare una nuova Chiesa, bensì trasformare quella esistente, rendendola più confacente allo spirito evangelico delle origini. Per questo il monaco agostiniano si adoperò con zelante impegno a tratteggiare, per così dire, la planimetria del cristianesimo del futuro, configurandolo più come una fede, che come una religione. Solo così, alla luce anche di certe sue intuizioni, è possibile pensare che il cristianesimo, scevro dalle ipoteche dei condizionamenti culturali, sia in grado di fare ancora risuonare l'eco della voce di Cristo e risulti più "credibile", presso le nuove generazioni, nella sua "pretesa" di essere depositario di un messaggio universale da offrire all'umanità.
La tradizione di raccogliere le parole dei saggi nella cultura persiana ha una storia lunga che risale al periodo antecedente l’arrivo dell’Islam in Iran, ed è continuata anche dopo. Il presente testo contiene una larga parte dell’insegnamento di Gesù come viene ancor oggi trasmesso nelle fonti islamiche che trattano argomenti come la Ragione, la Fede, la moralità, le giuste azioni e le rivelazioni di Dio Onnipotente a Gesù.
Il presente libro è stato originariamente scritto in lingua araba, e successivamente tradotto in lingua Persiana ed Armena.
Buddha e Cristo, due figure cruciali nella storia dell'umanità, hanno lasciato in eredità insegnamenti capaci di indicare il cammino a miliardi di persone per i secoli a venire. Ma quanto c'è in comune tra la preghiera e la meditazione? Esistono ideali e precetti condivisi tra le due fedi? Thich Nhat Hanh esplora in questo libro i sentieri della compassione e della santità dove tali grandi tradizioni si incontrano, risvegliando così la nostra comprensione di entrambe. Con sguardo benevolo e passo accorto, uno dei grandi protagonisti del dialogo interreligioso si confronta con due secolari tradizioni del pensiero indicando la possibilità sempre attuale di una comune vita in armonia.
La GS, Gioventù Studentesca, di Luigi Giussani, fu negli anni ’50 e ’60 uno shock dentro la Chiesa. CL, a cavallo fra gli anni ’60 e ’70, fu uno shock nella società civile, a partire dalle università, dove ebbe inizio. Mondo universitario e società civile più abituati alla dialettica destra-sinistra sono sorpresi da un movimento che porta nelle università post sessantottine un annuncio cristiano culturalmente attrezzato che forma comunità negli ambienti universitari e invita a un impegno sociale. Poi CL diventa vastissima, internazionale, irriconoscibile per alcuni, opportunità economico-politica per altri. Ma quali istanze portava CL delle origini? Cosa si è perso per strada, ma anzitutto cosa non fu percepito e forse può ancora interpellarci? Lo abbiamo chiesto a persone diverse, interne ed esterne alla nascita del movimento di CL, ma tutte ugualmente impegnate in quel periodo della nostra storia: chi ha partecipato a fondarla, chi l’ha vissuta da cristiano dal di fuori, chi l’ha incontrata da agnostico, chi l’ha vista forse “bloccarsi” e ha ripreso con libertà quelle istanze per altre strade.
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Vittime di violenza politica e intolleranza religiosa, inassimilabili malgrado il battesimo forzato, perseguitati dalle prime leggi razziste, costretti a un'emigrazione interiore, non più ebrei, ma neppure cristiani, i marrani sono «l'altro dell'altro». La scissione lacerante, la doppiezza esistenziale conducono alla scoperta del sé, all'esplorazione dell'interiorità. Gli esiti sono disparati: vanno dalla mistica di Teresa d'Ávila al concetto di libertà di Baruch Spinoza. Pur iscritto nella storia, il marrano ne eccede i limiti rivelandosi il paradigma indispensabile per sondare la modernità politica. Sopravvissuti grazie alla clandestinità, alla resistenza della memoria, al segreto del ricordo, divenuto con il tempo ricordo del segreto, i marrani non possono essere consegnati all'archivio. Il marranismo non si è mai concluso.
Un cristianesimo di nuova generazione, restio ad allinearsi docilmente ai modelli ecclesiali della tradizione cattolica e delle Chiese della Riforma, si sta rapidamente diffondendo in Africa, Asia e America Latina ed è ormai pronto a mettere radici anche in Europa. Più interessato a proporsi come esperienza immediata della potenza dello Spirito che a elaborare categorie teologiche, questo cristianesimo crede nell'efficacia dei doni spirituali nel promuovere il cambiamento interiore e il successo nella vita mondana e si affida a leader carismatici che sapientemente trasformano le liturgie in spettacoli di massa per provare i loro poteri di guarigione e profezia. Un elemento che riassume tutti questi aspetti è la scelta di strutture «extra-large» che sul piano architettonico non ripetono gli stili dell’arte sacra, ma si integrano nel panorama delle metropoli, preferendo la forma esteriore di grandi auditori e di multisale di preghiera. L’organizzazione drammaturgica dello spazio sacro è al servizio di una messa in scena: la guerra contro gli spiriti del male in nome di Gesù e dello Spirito Santo, cui, sotto la regia del leader, tutti potenzialmente sono chiamati a partecipare, recitando ruoli da co-protagonisti.
L’India e la sua religione principale, l’induismo, sono diventati per l’Occidente decadente il paradigma della vera spiritualità, tanto che qualsiasi cosa provenga dall’India è considerata di una profondità mistica inarrivabile. Alle tradizionali dottrine indù si sono sovrapposti l’esoterismo teosofico, l’occultismo massonico, lo Yoga e il New Age, oltre a un certo ecumenismo buonista che ha pensato di contaminare il cattolicesimo con elementi sincretistici indiani. In questo modo l’induismo (che è la terza religione al mondo, dopo cristianesimo e islam) continua a sedurre un numero sempre maggiore di persone ed è diventato uno strumento nelle mani di chi intende perseguire i dettami della nuova religione mondialista: controllo delle nascite, aborto ed eutanasia.
Il catechismo che Giovanni Calvino redasse nel 1537 a partire dall’affermazione biblica secondo cui «tutti gli uomini sono nati per conoscere Dio» è un’esposizione sintetica e didattica in lingua francese della sua opera principale, l’Institutio christianae religionis, nonché una confessione di fede evangelica.
Nell’intento di far conoscere e comprendere al popolo, in particolare ai giovani, la Bibbia e le dottrine fondamentali del cristianesimo, nel 1537 Giovanni Calvino scrisse in francese un compendio dell’Istituzione della religione cristiana, sua opera fondamentale uscita in latino l’anno precedente.
La chiesa non si conserverà mai senza catechismo, poich’esso è come la semenza per far sì che il buon grano non perisca, ma si moltiplichi d’età in età. E perciò se desiderate costruire un edificio di lunga durata e che non rovini in breve tempo, fate sì che i fanciulli siano istruiti con un buon catechismo, che mostri brevemente e in modo loro comprensibile ov’è il vero cristianesimo.
Giovanni Calvino
Questo percorso formativo ai catechisti non è un manuale, ma una raccolta di meditazioni che i catechisti possono intraprendere da soli o in équipe, e prolungarle nel vissuto della loro parrocchia. L’ordine delle idee è essenziale: filosofico, biblico, liturgico, teologale, canonistico, pastorale, didattico. Il punto di partenza è la convergenza nel Cristianesimo, inteso principalmente come Mistero di Cristo, che accoglie il mistero dell’uomo e lo conduce alla sua piena realizzazione e manifestazione nell’Unione con Dio. La crisi della catechesi ai piccoli e ai grandi può essere superata solo ritornando al cuore della nostra fede.
"Il volume prende in esame la storia della canonica del duomo di Pisa partendo dal collegio dei chierici che almeno dall'età longobarda affiancò il vescovo nel governo della diocesi [...]. La novità di questo studio consiste nel fatto che per la prima volta è stata analizzata l'intera vicenda del Capitolo nelle sue diverse articolazioni e nella complessità dello sviluppo istituzionale. [...] Sono state prese in considerazione le dinamiche inerenti alla sua formazione e organizzazione interna: la fissazione del numero dei canonici, il progressivo intervento esterno nelle nomine, il problema della residenza e del cumulo dei benefici, la provenienza geografica e sociale dei suoi membri, fino a delineare la fortuna ecclesiastica di alcuni di essi, elevati alla dignità episcopale, al cardinalato o addirittura al papato. [...] Il saggio si sofferma sul fondamentale ruolo educativo e culturale rivestito dal Capitolo in città almeno a partire dall'XI secolo, mettendo in evidenza alcune figure di poeti, scrittori, giuristi e docenti che costituivano il nerbo di quella schola cattedrale, principale luogo di formazione culturale prima della nascita dell'università. [...] Una più attenta conoscenza delle nostre radici storiche potrà facilitare ed arricchire una buona ed efficace testimonianza di servizio, stimolando anche ulteriori approfondimenti non solo in sede locale ma anche nel più vasto contesto italiano, ove lavori attenti all'aspetto istituzionale sono ancora piuttosto rari, e significative comprensioni." (Mons. Egidio Crisman)
In che modo liberare il messaggio di Gesu? da incrostazioni e appesantimenti accumulatisi nei secoli per restituirlo agli uomini del XXI secolo nella sua originaria semplicita? e nella sua dirompente attualita?? Alla domanda il p. Lenaers risponde, come gli e? congeniale, con liberta? di parola e chiarezza di linguaggio. La sua coraggiosa rilettura del modo abituale di concepire Dio, la Bibbia, la fede, la Chiesa puo? sollevare perplessita? e obiezioni: ma, senza la sincerita? e l'anticonformismo di esploratori come lui, la ricerca teologica si sclerotizzerebbe in formule dogmatiche sempre piu? distanti dalle conoscenze e dalla sensibilita? spirituale delle donne e degli uomini del nostro tempo.