Nei confronti del popolo ebraico, scelto da Dio e spesso perseguitato dagli uomini, lungo i secoli sono sorti molti pregiudizi e stereotipi, per lo più negativi. Questo saggio - scritto da una ebrea impegnata da anni nel dialogo ebraico-cristiano - si propone di aiutare il lettore non-ebreo a comprendere il perché certi pregiudizi si sono diffusi e di guidare il lettore ebreo a riscoprire la propria identità più vera, a volte compromessa dall'ostilità dell'ambiente. Un viaggio attraverso la Scrittura e la storia per scoprire la bellezza di guardare il mondo con gli occhi dell’altro. Senza pregiudizi.
L'incontro annuale di Camaldoli da parte delle Amicizie ebraico-cristiane d'Italia, - nel 1999 si festeggiava il XX Colloquio -, si nutre della consapevolezza che la pace profonda tra fratelli è sempre, anzitutto, l'accoglienza di un dono che ci viene dato dall'alto. Anche dopo aver compiuto la "purificazione della memoria", la risposta è un balbettio da parte di chi sta cercando di "ritornare a Dio con tutto il cuore", mentre si abbandona con estrema fiducia fra le braccia di un proprio fratello in umanità, accettando persino il rischio che l'altro possa non tendere necessariamente le sue, come ci saremo aspettati.
Per accostarsi alla preghiera di Israele – questo santuario interiore in cui si celebra la santificazione e l’unificazione del Nome di Dio nella storia da parte del popolo delle promesse e delle benedizioni – ci si è affidati a un maestro dei nostri giorni, il compianto prof. Joseph Heinemann dell’Università Ebraica di Gerusalemme. L’opera presenta nella prima parte una raccolta di detti rabbinici, mentre la seconda raccoglie alcuni testi principali di preghiere. L’insieme dell’opera, adeguatamente introdotta e annotata per il lettore italiano, costituisce uno strumento essenziale per penetrare nella comprensione dell’atteggiamento dell’uomo credente di ogni tempo: la consapevolezza di essere costantemente alla presenza del suo Signore.
Un libro che fa ridere, pieno di barzellette e di battute spiritose. Ma l'argomento è serio: figure, luoghi e modi di un popolo - quello ebreo della diaspora - il cui genocidio è stato anche un genocidio culturale: ha significato la morte di un intero mondo, un grave impoverimento collettivo. E' la tesi brillantemente argomentata nel volume attraverso le fonti originali (pp. 240).
Il profetismo ebraico viene viene situato "nel crocevia di un duplice incontro: quello della tradizione e quello della vita; quello dell'essenza e dell'esistenza; quello della città degli uomini e della città di Dio". Il testo è suddiviso in tre parti: I profetismi non biblici, I contesti ebraici della profezia, La profezia vissuta. Riproduzione a richiesta dell'edizione: Marietti, 1984 (Radici 4) ISBN 88-211-8333-5
Lo straordinario racconto di Ginzberg, che attraverso una minuziosa e lunga ricerca sulle fonti dilata lo scarno testo biblico ad affascinante, romanzesca epopea di un popolo millenario, accesa dei colori del mito, prosegue in questo terzo volume con la storia avvincente dei dodici figli di Giacobbe, e con la vicenda umana e sovrumana, tormentata e sublime, di Giobbe. Per la tradizione ebraica questi personaggi (i capostipiti) che con i loro travagli e le loro interminabili peregrinazioni paiono prefigurare il percorso e il destino delle tribù d'Israele, rappresentano dei veri e propri eroi, prodi in guerra e forti nell'animo, protagonisti di favolose imprese che ne esaltano il carattere e la virtù.