
In questo terzo e ultimo volume de La Bibbia con don Bosco sono raccolte le citazioni e le interpretazioni del “santo dei giovani” riguardanti gli Atti degli Apostoli, le Lettere di Paolo, di Giacomo, di Pietro, di Giovanni, di Giuda, e l’Apocalisse di Giovanni. I racconti accattivanti degli Atti degli Apostoli occupano il primo posto dal punto di vista quantitativo (167 pagine). Si percepisce facilmente la sintonia del santo del Da mihi animas con l’ardore missionario di Pietro, degli apostoli, e in particolare dell’intrepido apostolo Paolo con il suo amore appassionato per Gesù Cristo.
Nell’insieme delle Lettere emergono, sempre dal punto di vista quantitativo, la prima ai Corinzi (61 pp.), dove l’apostolo raccomanda «l’unità di fede, l’ubbidienza ai propri pastori, la carità vicendevole e specialmente verso i poveri», quella ai Romani «tutta piena di sublimi argomenti» (33 pp.), la seconda ai Corinzi in cui l’apostolo dà «sfogo ai paterni sentimenti del suo cuore» (26 pp.), quella agli Ebrei (22 pp.), quella agli Efesini (21 pp.), quella ai Filippesi (20 pp.), la lettera ai Galati e la «lunga e sublime» prima lettera di Pietro (19 pp.). Nelle lettere pastorali don Bosco trovava molti spunti per la formazione dei giovani, dei chierici e dei sacerdoti. Più che le questioni speculative interessano don Bosco le esortazioni morali e spirituali. Va notata però la sua insistenza sulla salvezza mediante la fede e le buone opere. La lettera a Filemone, la più facile e la più breve, «per la bellezza dei sentimenti può servire di modello a qualsiasi cristiano». L’Apocalisse di Giovanni (46 pp.) con le sue «meravigliose rivelazioni» doveva avere per lui un’attrattiva tutta particolare, come si vede dalle sue profezie e sogni.
Alla fine di questo percorso biblico con don Bosco, proviamo, come dice Cesare Bissoli nella postfazione, «un non piccolo e motivato senso di stupore e di ammirazione» davanti a tanto impegno a favore della comunicazione della Parola di Dio da parte del santo dei giovani». Conviene ricordare inoltre con Giorgio Zevini che la lectio divina di don Bosco, ossia la sua lettura spirituale della Scrittura, era «il continuo punto di riferimento della sua vita, la sorgente del suo insegnamento religioso e morale ai giovani».
L’evangelo della grazia
Atti dell’VIII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità della Riforma
Bose, 26-28 maggio 2017
“Come posso avere un Dio misericordioso?”. Questa la domanda che ha portato il monaco Lutero alla liberante riscoperta dell’aspetto fondamentale del messaggio evangelico: la giustificazione del peccatore, la grazia immeritata, offerta incondizionatamente da Dio. Alla tematica della giustificazione ha voluto dare spazio l’VIII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità della Riforma, di cui presentiamo qui gli atti. La giustificazione, che fu al cuore del movimento di riforma del XVI secolo, è oggi anche una questione significativa in una prospettiva ecumenica, come parola di libertà e di speranza per gli uomini e le donne del nostro tempo. Attraverso approfondimenti storici, biblici, teologici e spirituali, i relatori, appartenenti a confessioni cristiane diverse, presentano linguaggi nuovi e condivisi per ridire questa parola del vangelo, che dischiude per le chiese e per ogni cristiano un rinnovato cammino di unità aperto al futuro.
Contributi di M. Arnold, E. Bianchi, A. Birmelé, Ch. Chalamet, J.-F. Chiron, S. Coakley, É. Cuvillier, S. Durber, F. Ferrario, W. Kasper, D. G. Lange, A. Maffeis, P. Ricca, B. Sesboüé.
Come trasmettere la saggezza accumulata durante tutta una vita? Come assicurarsi che un'opera valida sia continuata e non tralasciata, poi abbandonata e consegnata all'oblio? Il problema di ciò che sopravvive alla nostra scomparsa e si trasmette da una generazione all'altra è ancora più acuto nel caso della successione di un fondatore. La posta in gioco è elevata poiché il futuro di tutta la catena dipende dalla solidità del primo anello. Przemyslaw Adam Wisniewski affronta il problema in un campo ben preciso della letteratura veterotestamentaria, il sacerdozio, un'istituzione che cresce d'importanza soprattutto quando scompare la monarchia e la speranza della sua restaurazione. Interrogarsi sulla successione di Aronne significa pertanto porre una domanda fondamentale a proposito del sacerdozio nell'Antico Testamento. Il libro si legge come un vero giallo. In effetti, tutto sembrava indicare che la successione di Aronne dovesse svolgersi secondo copione. Il racconto dell'Esodo lascia presagire che i successori di Aronne saranno i suoi figli, nell'ordine di nascita: il primogenito Nadab con il secondogenito Abiu. Accade, però, un evento inaspettato: la misteriosa sparizione dei due eredi predestinati alla successione. Muoiono entrambi, bruciati dal fuoco dell'altare mentre offrono incenso a Yhwh. È stato un semplice incidente? O il racconto prova a coprire, anzi, giustificare il loro allontanamento? Chi approfitta di questa scomparsa? E perché il successore di Aronne diventa il terzogenito Eleazaro? Dopo un'inchiesta minuziosa, Przemyslaw Adam Wisniewski riesce a dipanare la matassa di un caso intrigante.
Il materiale raccolto in questo volume è il risultato di una lunga ricerca sulla relazione tra la sofferenza, la fede e la ragione nel libro di Giobbe. Giobbe ci insegna a non disperare, e a credere che Dio non abbandonerà mai l'uomo che gli resta fedele nelle tribolazioni. Per comprendere meglio l'argomento proposto si sono volutamente evitati termini troppo tecnici e discussioni specialistiche, tranne in qualche caso particolarmente importante o vitale per la comprensione del tema. Questo contributo è alla portata di chiunque, frutto però di uno studio attento e di analisi accurate, ricerca di un'essenzialità che si sforza di andare al cuore di Giobbe e al cuore dell'uomo. È un commento aperto, un'esegesi più che mai attuale, che intende invogliare il lettore a un ascolto più personale, diretto e approfondito della voce di Giobbe. Esso è rivolto a una cerchia vasta di lettori, credenti e non credenti, perché Giobbe pone quelle domande di fondo che nessun uomo può eludere: le domande sul senso dell'esistenza e della vita.
Esercizi spirituali sulla via di Damasco. In questo testo, che propone un itinerario Settimanale di Esercizi Spirituali sul modello Ignaziano, viene considerata l'opera di San Paolo sia come obiettivo che ogni cristiano può proporsi di raggiungere, che come impegno costante quotidiano della propria vita.
Maryanne Wolf, celebre neuroscienziata del cervello che legge, si presenta questa volta come scrittrice di narrativa, con tre racconti ispirati al rapporto tra Maria Maddalena e Gesù. Ogni storia, narrata in prima persona dalla Maddalena, propone una figura diversa di giovane donna nella Palestina del I secolo - Miriam, figlia di un rabbino; la prostituta Maddalena; Marit, incrocio di culture tra il padre notabile romano e la madre ebrea praticante -, ma tutte partono dalla difficoltà di essere donna in quel tempo storico e tratteggiano la coraggiosa crescita della protagonista grazie al suo carattere e alla sua intelligenza, ma soprattutto all'incontro con Gesù. Un incontro che dà vita e senso a una relazione forte, in cui amicizia, sentimenti e dolorosa condivisione, ma anche risate, ironia, confidenza rivelano la profonda, autentica umanità del Cristo. Proprio questo era l'intento di Maryanne Wolf: senza pretese teologiche o storiche, ma con un gran lavoro di ricerca sulla cultura e la vita del tempo, provare a immaginare come avrebbe potuto essere vivere vicino a Gesù. Chiosa l'autrice: «La mia speranza è condividere con i lettori la grande consolazione che ho provato nel contemplare la persistenza dell'amore in tre diverse forme, riflesse nella vita immaginaria di Maria Maddalena, che è simbolo di ciascuno di noi, e di Gesù, il cui modello per l'umanità continua a essere una fonte di conforto e speranza al di là della religione, per i credenti come per i non credenti».
L AUTORE SVILUPPA IN QUESTO VOLUME UN ESAME E UNA INTERPRETAZIONE - FINORA NON ANCORA TENTATI CON TALE PROFONDITA E VASTITA - DEGLI ENUNCIATI ANTROPOLOGICI DELL ANTICO TESTAMENTO
Le storie d’amore e di amicizia della Bibbia sono cariche di passioni e di tradimenti, di dedizione e di tormento, di generosità e di calcolo. Proprio per questo sono uno specchio prezioso in cui è possibile ritrovare ciò che rende vere le nostre relazioni quotidiane e ciò che può esporle al rischio.Allan F. Wright le ripercorre con linguaggio semplice, offrendo spunti di riflessione profondi e inediti.
«Le grandi storie d’amore raccontate dalla Bibbia coinvolgono persone proprio come me e te, persone che volevano amare ed essere amate, persone piene di passione, persone che hanno stretto forti legami di amicizia; persone leali, persone spinte dal desiderio sessuale, ma anche persone che hanno commesso errori e che, poi, sono state perdonate; persone che hanno lottato per trovare Dio nella loro vita quotidiana. Spesso hanno amato eroicamente, in alcuni casi hanno fallito miserabilmente nell’amare come Dio aveva loro indicato».
Dalla prefazione
L'autore Allan F. Wright è marito e padre. Tiene corsi sull’evangelizzazione nella diocesi di Paterson in New Jersey. Il suo volume Jesus in the House: Gospel Reflections on Christ’s Presence in the Home ha vinto il primo premio, nella categoria “famiglia”, della Catholic Press Association of the Unites States and Canada.Vive in New Jersey con la moglie Desirée e con le sue tre figlie. Per ulteriori notizie sull’autore si visiti il sito dedicato www.allanwright.org