Il concilio Vaticano II, l'evento che ha plasmato la fisionomia del cattolicesimo di questo secolo e segnato l'intero ambito cristiano del pianeta, prima di questa opera non era affrontabile sulla base di una ricostruzione storica organica. La "Storia del concilio Vaticano II", promossa dalla Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna e coordinata da Giuseppe Alberigo, costituisce la sintesi di un progetto internazionale che si avvale di una ricchissima base documentaria inedita e dell'apporto di autori di diversi ambienti, lingue e ambiti culturali. L'opera - pubblicata in sette lingue - si articola in cinque volumi e intende ricostruire la dialettica che ha animato l'assemblea nelle varie fasi. Se ne ripropone ora la riedizione italiana, arricchita da una nuova introduzione di Alberto Melloni, già curatore della precedente edizione (1995-2001), e da un apparato iconografico a cura di Federico Ruozzi. Già all'apertura dell'11 ottobre 1962, la vita della grande assemblea conciliare si caratterizza per i ritmi complessi, per l'accavallarsi di argomenti, istanze, sentimenti che percorrono l'assemblea plenaria, le commissioni, gli osservatori, i gruppi informali, le grandi residenze dei vescovi, i centri d'informazione, la stampa e l'opinione pubblica. Nel corso delle settimane che occupano questo primo periodo del concilio, chiusosi l'8 dicembre del 1962, vengono posti in discussione temi decisivi per il cattolicesimo contemporaneo.
Questo quarto volume della serie dedicata a ripercorrere le varie fasi del Concilio Vaticano II introduce una importante novità rispetto alla consueta formula epistolare fin qui adottata. Quella che viene proposta è infatti una selezione di documenti originali redatti dalle Commissioni preparatorie preceduta da un denso saggio introduttivo della curatrice Sandra Mazzolini, che sottolinea l'irriducibile complessità di fondo dei testi prodotti e mette in luce le dinamiche infra ed extraecclesiali soggiacenti alla loro stesura. Per quanto definitivamente e autorevolmente superati dal "corpus" dei testi promulgati dal Vaticano II, gli "schemi" preparatori continuano a costituire un'importante chiave di lettura dei documenti conciliari stessi e rientrano a pieno titolo nell'acceso odierno dibattito sull'interpretazione del Vaticano II.
In questo terzo volume della serie dedicata a ripercorrere le varie fasi del Concilio Vatieano II, il periodo preso in considerazione va dal gennaio 1961 al settembre 1962, alle soglie dell'evento conciliare. La formula è quella consueta dello scambio epistolare: riflessioni, testimonianze e letture con le quali un gruppo di cattolici laici e impegnati nella loro Chiesa intende testimoniare l'attualità del Concilio. Il racconto della lunga e complessa Fase preparatoria giunge così al suo sorprendente atto finale: della settantina di "schemi" elaborati dalle Commissioni solo uno fu poi utilizzato dai Padri conciliari, quello dedicato alla riforma liturgica. Ma quali erano gli indirizzi teologici e pastorali seguiti negli "schemi" poi respinti o lasciati cadere? In base a quali preferenze i Padri conciliari hanno ritenuto opportuno porvi di nuovo mano, orientando la discussione e il lavoro sinodale verso quello che sarà il grande magistero del Vaticano II?
Descrizione
Il testo, guardando al cammino di rinnovamento dal Vaticano II° ad oggi, intende fare un primo bilancio sulla formazione nella Vita Consacrata, fra risorse, proposte, aspettative, tensioni e problemi. Non si tratta però di una semplice descrizione panoramica o di una rassegna documentaria delle vicende degli ultimi 50 anni in ordine alla tematica, ma si tenta di ripensare in modo sapientemente critico l’impegno di formazione che ci si è dati e si è di fatto prodotto, in vista di un percorso di qualità per il futuro. Per questo i vari capitoli si presentano essenzialmente come una serie di domande intriganti, che, da una parte demitizzano una specie di enfasi piuttosto irreale, creatasi attorno al tema della formazione e dall’altra vogliono stimolare chi si è adagiato sull’impegno ma senza prospettive. Indubbiamente in tutti questi anni si è pensato tanto e si è prodotto tanto in tema di formazione da più versanti; da quello più spirituale, a quello antropologico e metodologico. È stato uno straordinario kairòs di Dio, con una ricchezza ineguagliata di contenuti e di metodologie, rispetto a tutti i secoli precedenti, ma insieme occorre costatare che questo immenso potenziale è stato in tanta parte divorato dal succedersi delle varie vicende di questo inaudito cambio epocale perché, forse, troppo poco è entrato nel vivo delle singole persone consacrate: una formazione cioè ancora troppo ad uso esterno, senza entrare nella profondità del caso serio che la riguarda. Questo testo vorrebbe portare alla convinzione e mentalità della formazione come esigenza vitale di disponibilità ad apprendere per tutta la vita, con lo sguardo costante rivolto alle proprie radici, cioè di essere permanentemente memoria Jesu nello stile carismatico del proprio Fondatore.
Punti forti
• L’autore è molto noto nell’ambito della vita religiosa.
• Una analisi serrata, critica, dei capovolgimenti post-conciliari, ma sempre aperta a un futuro positivo
Destinatari
• Coloro che si occupano direttamente della formazione sia iniziale come pure continua, nell’ambito della vita consacrata.
• Chi è impegnato nella pastorale giovanile e soprattutto nella direzione spirituale.
• È una forte sollecitazione a tutti i religiosi per una crescita in una vita di fiducia, radicata in Dio
Autore
Don Giuseppe Roggia, salesiano, nato a Novello d’Alba (CN) il 04 ottobre 1947, è laureato in lettere all’Università di Torino e in Teologia della Vita Consacrata all’Università Lateranense – Claretianum. Ha una lunga esperienza come formatore all’interno del suo Istituto e da anni è direttore del Corso per Formatori e Formatrici di Vita Consacrata e Sacerdotale che si attiva presso la stessa Università salesiana. Attualmente è inoltre docente di Pedagogia della formazione della Vita Consacrata presso l’UPS ( Pontificia Università Salesiana) e presso il Claretianum. Collabora con il CNV della CEI ed è membro coordinatore dell’Area di animazione della Vita Consacrata della CISM. È membro della redazione e collaboratore di numerose riviste, tra cui Vocazioni, Religiosi in Italia e Rogate ergo.
Ale (silenzioso e riservato), Cate (miss perfezione), Martina (dolce e sognatrice), Mirko (mister so tutto di sport) sono quattro ragazzini di prima media che hanno ricevuto un compito dal prof: una ricerca sul Concilio Vaticano II. È una ricerca sui generis perché in realtà ha la modalità tipica della caccia al tesoro. Scopo: imparare i documenti, i protagonisti e la portata del Concilio. Il libro è anche ricco di schemi che aiutano l'analisi e la memorizzazione dei documenti e degli eventi più importanti del Concilio. Età di lettura: da 11 anni.
Che cosa è successo nel Concilio Vaticano II? A cmquant'anni dall'apertura dei lavori conciliari la domanda continua ad appassionare e a dividere gli storici. Il dibattito è più che mai aperto tra coloro che insistono sulla novità dell'avvenimento e delle sue decisioni in relazione al passato e coloro che tentano piuttosto di far rientrare i suoi insegnamenti nell'ambito della continuità della storia della Chiesa. Basandosi sulla produzione storiografica più recente e più aggiornata, il volume intende offrire una sintesi chiara ed equilibrata, accessibile al largo pubblico, sulla storia "dell'evento più importante del XX secolo" (Charles de Gaulle).
Cinquant'anni fa, l'11 ottobre 1962, si apriva a Roma il concilio Vaticano II, che avrebbe cambiato il volto della chiesa cattolica. Alcuni negano questo fatto, altri dicono che il mutamento non toccò la sostanza delle cose. Altri ancora che il concilio fu un tradimento della tradizione. Giuseppe Ruggieri evidenzia i nodi centrali che hanno fatto del concilio un evento singolare, che ha dato inizio a una nuova stagione della chiesa: l'atteggiamento davanti alla Parola testimoniata nelle Scritture ebraico-cristiane, dopo la controversia antiprotestante; la considerazione della storia moderna non più ridotta a una congiura dei malvagi contro l'autorità della chiesa; la concezione della chiesa stessa nella sua liturgia, nel suo governo, nel rapporto con le chiese non cattoliche; la considerazione degli "altri": gli ebrei, le grandi religioni dell'umanità, le società fondate sul riconoscimento dei diritti umani, primo fra tutti la libertà religiosa.
In occasione del 50mo anniversario del Concilio Vaticano II, l'arcivescovo Marchetto raccoglie la bibliografia di questo evento, fornendo la sua nalisi critica e il suo contributo scientifico a sostegno del Magistero pontificio. Sono qui proposte le recensioni e le note critiche, scritte da Mons. Marchetto dal 2004 a oggi, tutte dedicate al Concilio e alla sua corretta ermeneutica, in vista della sua giusta comprensione. L'opera risulta un utile strumento per comprendere uno degli eventi più importanti della Chiesa Cattolica.
Martedì 8 settembre 1964, Paolo VI annunciava ufficialmente la presenza di uditrici al Vaticano II e, il 25 dello stesso mese, entrava in aula la prima donna, la francese Marie-Louise Monnet. Dal settembre del 1964 all'agosto del 1965 furono ventitré le donne chiamate a partecipare al Concilio, dieci religiose e tredici laiche. Sebbene nelle intenzioni di molti padri conciliari la loro presenza rivestisse un carattere perlopiù simbolico, inaspettatamente il ruolo svolto da queste ventitré donne andò ben oltre, lasciando segni importanti negli stessi documenti conciliari.
"Il Vaticano II non è forse diventato, in questi ultimi anni, una sorta di mito, per non dire un luogo dove ciascuno cerca ciò che gli pare, in vista di una giustificazione di ciò che pensa del presente e del futuro della Chiesa, in Europa e nel mondo? Si può capire, dunque, che gli storici abbiano operato una storicizzazione del Concilio, non già per allontanarlo da noi, ma per facilitarne una corretta recezione. Ora, una nuova generazione che non ha né conosciuto il Concilio né ha vissuto i primi tempi discretamente conflittuali della sua recezione, è meglio disposta, oggi, a interrogarsi su ciò che il Concilio è stato, sul rinnovamento della vita cristiana che ha inaugurato e su ciò che può rappresentare oggi e domani. Essa attende risposta a tali questioni di base. Che cosa possiamo sperare? Molto semplicemente che coloro che vivranno con questa raccolta monumentale di testi e vi trarranno ispirazione, imparino a servirsi della bussola conciliare ed entrino così, in maniera attiva, nella trasmissione della fede secondo la prospettiva della pastoralità, senza mai perdere di vista la grande visione che il Concilio propone loro. In quanto è proprio re-inventando l'esperienza stessa del Concilio nelle loro "Galilee" che essi potranno riceverlo come una grazia, la grande grazia" (dalla Postfazione di Christoph Theobald). In occasione del 50° del Vaticano II e delle EDB, il volume ha dato avvio alla collana degli Enchiridion Vaticanum e contiene tutti i documenti ufficiali del Concilio.
Questa pubblicazione si inserisce nella collana dei Pensieri di Benedetto XVI, curata dal Prof. Lucio Coco, stimato esperto di letteratura cristiana. In occasione del 50° anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II vengono qui proposti una selezione di testi di Benedetto XVI su quest'evento ecclesiale, che il Santo Padre ha voluto ricordare indicendo, per questa speciale ricorrenza, l'Anno della Fede. Si tratta in particolare di riflessioni, preghiere o semplici considerazioni (estrapolate da Catechesi, Angelus, Omelie, Messaggi, Discorsi, recitati dal Santo Padre nel corso dei sei anni del suo pontificato) in cui il Santo Padre propone il suo pensiero sulla portata, la rilevanza storica e gli effetti del Concilio Vaticano II. Si raccomanda dunque questa breve lettura a tutti i fedeli appassionati di Storia della Chiesa affinché possano comprendere l'importanza di questo evento attraverso le parole di Benedetto XVI.
A cinquant'anni dalla sua apertura e mentre ferve un dibattito anche aspro sul suo significato e sulle sue conseguenze, può essere utile ripercorrere a grandi linee le vicende del Concilio Vaticano II, tornando a riflettere su quell'ampia messe di testi che ne costituisce il frutto durevole. Questo libro persegue in particolare un triplice obiettivo: innanzitutto intende accostarci all'evento, anche con un breve excursus storico sulla Tradizione conciliare della Chiesa. Poi vuole presentare i documenti (costituzioni, decreti e dichiarazioni) offrendo le chiavi ermeneutiche utili per una completa intelligenza dell'unità e della ricchezza del corpus conciliare, che costituisce un atto del Magistero della Chiesa. Infine propone un ripensamento dell'interpretazione del Concilio, per metterne meglio in luce il significato attuale. Lo sguardo dell'autore cerca insomma di tenere insieme la grande Tradizione della Chiesa, le intenzioni di chi ha convocato e portato a compimento questa assise universale, l'asse teologale del corpus testuale e noi, gli attuali ricettori di quello che Giovanni Paolo II ha definito come una bussola per il presente e il futuro della Chiesa. Anziché rompere con la Tradizione, il Vaticano II è la manifestazione fedele e creativa dell'ininterrotto legame che unisce il Gesù venuto (incarnazione, morte, risurrezione), il Gesù che viene (nello Spirito Santo, il tempo della Chiesa) e il Gesù che verrà (parusia, escatologia).