Mentre la generazione che ha fatto il Vaticano II tramonta lentamente dall'orizzonte del tempo, questo Atlante storico diretto da Alberto Melloni riprende fonti, momenti, problemi del Concilio e ne documenta lo spessore con gli strumenti degli storici. Nato dalla ricerca archivistica, dalle edizioni di fonti, dalle monografie e dal lavoro dei membri della Fondazione per le scienze religiose di Bologna, l'Atlante conserva la dimensione di evento del Vaticano n e, nel poco concesso allo studioso, mostra come ancora una volta la ricerca storica abbia contato per impedire che un Concilio diventasse il repertorio per citazioni vuote e improbabili equilibrismi teologici. Attraverso immagini d'epoca, e mappe, disegni, tabelle, grafici illustrativi creati appositamente per la pubblicazione, il volume ripercorre gli snodi storici dell'iter conciliare; focus tecnici sulle trasformazioni dell'aula, sui sistemi di votazione e sui suoi partecipanti (gli organi direttivi, le commissioni, i vescovi, gli ordini religiosi, i periti, gli osservatori, i media) documentano lo svolgersi quotidiano di un evento di portata straordinaria.
Nel XVI secolo, i protestanti riformati - in primis nella Ginevra di Calvino, ma anche nella Francia ugonotta, a Londra o Berna - attuano una completa riorganizzazione del tempo, interiorizzandone una concezione originale e applicando un'etica nuova allo svolgimento delle loro giornate. Restrizioni d'ordine spirituale regolano rigorosamente il loro rapporto con il tempo, concepito innanzitutto in relazione a Dio, del cui uso dovranno rendere minuziosamente conto.
Questo quinto volume esamina il periodo che conclude il concilio Vaticano II. La nervosa preparazione dell'ultima sessione, nell'estate del 1965, vede le commissioni dei padri e dei teologi al lavoro su molti punti, lasciati in sospeso a seguito delle crisi dell'anno prima. Che cosa verrà deciso su questa immensa agenda residua nei lavori che si aprono il 14 settembre? Si consumano in commissione e in aula scontri e tensioni che Paolo VI tenta di mediare. L'annuncio della costituzione di un Sinodo dei vescovi, il viaggio papale all'Onu, la solenne levata delle scomuniche che separavano da quasi mille anni Roma e Costantinopoli intercalano la fittissima sequenza di votazioni che impegna l'aula. È questo un passaggio conclusivo in cui maturano gli atteggiamenti di speranza, di delusione, di entusiasmo, di paura che segneranno il post-concilio.
Questo volume intende offrire al lettore uno strumento di conoscenza dell'evoluzione dei contenuti e dei metodi delle discipline canonistiche ed ecclesiasticistiche nell'ambito degli studi accademici italiani. Il libro nasce da alcune importanti relazioni presentate a un convegno dell'Associazione dei docenti delle discipline ecclesiasticistiche, canonistiche e confessionali nelle Università italiane (Adec) sotto il titolo "Gl'insegnamenti del diritto canonico ed ecclesiastico a centocinquant'anni dall'Unità". Partendo da quegli spunti e da quelle riflessioni, altri studiosi hanno contribuito ad arricchire il dibattito e a dar forma all'opera, che si completa con saggi di grande interesse con i quali alcuni maestri, negli anni intorno all'Unità d'Italia, avevano preso posizione sui contenuti e sulle reciproche relazioni tra i due insegnamenti dell'antico diritto canonico e del nuovo diritto ecclesiastico. Ne risulta una corposa e articolata ricostruzione, dove non mancano letture originali e dati storici inediti, anche di provenienza archivistica.
Il presente volume contiene il "Diario conciliare" di Monsignor Pericle Felici, Segretario Generale del magno Sinodo. Il "Diario" offre un contributo di fondamentale importanza alla ricerca storica sul Concilio Vaticano II.
Era la prima volta che un concilio della Chiesa cattolica parlava delle religioni non cristiane, riconoscendone il cammino verso la salvezza e i valori morali e spirituali. Come si riuscì, durante il Concilio Vaticano II, ad arrivare all'approvazione di un documento tanto innovativo che conteneva un paragrafo sull'islam e uno sull'ebraismo e che lasciava intravedere un orizzonte nuovo per il dialogo, proprio a partire da una valutazione positiva delle altre religioni? L'autore ricostruisce nei dettagli le complesse fasi di scrittura, modifica e approvazione della dichiarazione Nostra aetate promulgata da Paolo VI il 28 ottobre 1965, che ha aperto una nuova fase nella storia della Chiesa cattolica. Conoscere come Nostra aetate venne redatta, discussa, trasformata in concilio, costituisce un passaggio fondamentale e irrinunciabile per comprendere meglio come la Chiesa seppe aprirsi al dialogo senza rinunciare alla sua missione. Con una prefazione del cardinale Francesco Coccopalmerio, Presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi e membro del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani.
Trecentocinquanta pagine per una storia della Chiesa? Poche. Sufficienti però per tracciare una sintesi articolata delle caratteristiche della Chiesa attraverso i secoli. Questo libro parla di fatti, documenti, storie, profezie, peccati e santità, che permettono di distinguere il vero dal falso, la propaganda anticattolica dall'effettiva realtà ecclesiale. Che raccontano la gloria della vita dei martiri e dei santi accanto alle concrete difficoltà, ambiguità e compromessi dei rapporti dei pontefici col potere temporale. L'autrice sceglie, fra i tantissimi, quegli avvenimenti che possono aiutare a comprendere i principali nodi, sfide e difficoltà che la Chiesa si è trovata ad affrontare nel corso del tempo.
Una lettura controcorrente di Elisabetta I d'Inghilterra volta ad abbattere tutti i miti artefatti dalla propaganda protestante e anticattolica. Sopravvissuta alle interminabili faide per il potere in seno alla Corte Tudor e trovatasi sul trono alla morte della sorella Maria, Elisabetta I d'Inghilterra (1533-1603) fu abilissima a mantenere il potere con ogni mezzo, soprattutto appoggiandosi alla Riforma protestante e alla classe dei nuovi ricchi sorta dalla confisca dei beni della Chiesa cattolica e dallo smantellamento dell'intero sistema monastico inglese. Una minoranza che contribuì a creare tutta una serie di miti, da quello della Regina Vergine a quello dell'Inghilterra nuova potenza navale, passando per quello dell'epoca d'oro elisabettiana da utilizzare in chiave di esaltazione politica e religiosa di ciò che nel paese si opponeva alla Chiesa cattolica. In questo libro, a metà strada tra il saggio storico e il pamphlet di polemica, Belloc analizza e confuta teorie e leggende sull'epoca elisabettiana, da lui designata come vero e proprio passaggio dal Medioevo alla società moderna.
Quanto è profondo il legame tra il cristianesimo e la nascita e lo sviluppo della società occidentale? È il tema al centro di questo testo di Christopher Dawson, uno dei maggiori storici del dopoguerra. L'autore descrive il cammino della civiltà europea dalla caduta dell'Impero romano alla crisi del XIV secolo, individuando nella presenza della Chiesa, nella sua componente culturale, ma soprattutto in quanto presenza di luoghi di vita diversa nel mondo, l'elemento che agendo nella realtà fu capace di trasformarla e di porre i fondamenti di una civiltà che ha segnato in maniera indelebile il Vecchio Continente. Il rapporto con i barbari, il legame con la tradizione bizantina e con le civiltà dei popoli nordici, la tensione continua alle riforme che ha segnato la vita della Chiesa, sono le tappe descritte da Dawson, la cui lettura del Medioevo cristiano come adolescenza della civiltà occidentale risulta ancora oggi di estrema attualità.
Questo libro racconta la vita dell'istituzione più longeva dell'umanità: le radici nell'antichità remota con Abramo e Mosè, Cristo e gli Apostoli in Palestina, Pietro e Paolo che avviano la Chiesa nella grande Roma, fino a papa Bergoglio. Storia che spesso coincide con quella dei Papi: dai perseguitati a quelli che la consolidano come Leone e Gregorio Magno, salvano nei monasteri il patrimonio culturale della civiltà greco-romana; affrontano male l'ondata islamica e le Crociate, ma aprono all'aria fresca degli Ordini mendicanti. Si buttano nel potere temporale, battagliando con il grande imperatore Federico II; e in quello mondano, provocando lo schiaffo di Lutero e la salutare rigenerazione del Concilio di Trento. Agli splendori del Rinascimento italiano i Pontefici hanno dato la basilica di San Pietro con la cupola di Michelangelo, il colonnato del Bernini, la magia della Cappella Sistina e le Stanze di Raffaello; i Musei vaticani prima attrattiva del turismo colto del mondo. Nel rovescio, la piaga del nepotismo e i Papi guerrieri, i vescovi feudatari e principi col popolo di Dio emarginato, i processi dell'Inquisizione e il caso clamoroso di Galileo. L'Unità d'Italia sloggia il Papa dal Quirinale, liberandolo finalmente da un potere temporale ormai imbarazzante. Mussolini con il Concordato del 1929 ha dato forma allo Stato vaticano: tanto minuscolo territorialmente quanto libero di svolgere la missione per la quale la Chiesa è stata creata due millenni fa.
Il 4 ottobre 1965, Paolo VI visita le Nazioni Unite. È il primo Papa a compiere questo passo aprendo la strada ai suoi successori. In quel 1965, in un tempo di guerra fredda, ciò rappresenta davvero una grande novità. Papa Montini è consapevole della svolta e dei nuovi scenari che si aprono. Nel saggio introduttivo, l'autore sottolinea come la visita fosse un'occasione per rivolgere il messaggio della Chiesa non solo ai governanti ma al mondo. Da allora, il rapporto fra il Pontefice e i governi delle nazioni non sarà più lo stesso. Paolo VI parla all'ONU a nome del Concilio, allora aperto a Roma, in un momento di profondi cambiamenti per il cattolicesimo contemporaneo. Il messaggio centrale del discorso del Papa alle Nazioni Unite, ancora attualissimo, è il "no alla guerra". L'esile uomo in bianco ritiene di avere questa autorità: "siamo esperti di umanità", dice, e propone con determinazione la Pace. In appendice completano il volume il discorso manoscritto del Papa, la trascrizione con le correzioni diplomatiche e, infine, il testo ufficiale.
Si direbbe - afferma Inos Biffi - che Tommaso d'Aquino sia come avvolto e nascosto dalle sue opere, che in certo modo ne celano i tratti della persona, le radici storiche dalle quali è sorta e gli eventi che l'hanno contrassegnata. In realtà, non sono mancati al Dottore Angelico biografi attenti e precise documentazioni sulla sua vita. Risalta tra queste la più antica "Storia di san Tommaso d'Aquino (Ystoria sancti Thome de Aquino)". Redatta tra il 1318 e il 1323 da Guglielmo da Tocco in vista della canonizzazione dell'Aquinate, essa rappresenta, con gli Atti dell'inchiesta di Napoli, la principale fonte sulla vita dell'Angelico. Più volte rimaneggiata, la Storia si costituisce di due parti: la Vita, composta da 70 capitoli, e la raccolta dei Miracoli, che si presenta come una sorta di diario del postulatore della causa, in cui alla narrazione di 145 miracoli si affianca un resoconto sullo sviluppo del processo di canonizzazione. Allo schema agiografico tradizionale, Tocco aggiunge una sezione ulteriore, mirata a rendere giustizia dell'attività filosofica e teologica del futuro santo.