
Un teologo e un fedele laico riflettono insieme sulla figura del laico,alla stre-gua dei discepoli,inviati a due a due dal Signore. L’identità del laico è rilevata nella sua universale sacralità umana,valore,soggettività e interiorità,ancor prima dell’adesione a qualsivoglia credo religioso. L’excursus storico sul laicato cattolico si dipana dal periodo evangelico e post-apostolico, inoltrandosi nel mondo tipico del medioevo, quando i laici cominciano a essere presenti nel pensiero sociale e politico,con il quale sovente s’identificano. A cominciare dalla trattazione del conflitto Stato-Chiesa nel Risorgimento italiano,la ricerca si restringe alla considerazione degli eventi che coinvolgono il laicato cattolico nel nostro Paese,in cui la Chiesa fin dall’inizio dell’ottocento è particolarmente sollecita nell’educare il popolo al senso cristiano. Completate le ultime righe sull’ottocento,l’interesse degli autori si concentra sulla figura e le opere del Beato don Giacomo Alberione, nato verso la fine del suddetto secolo e nel cui carisma la presenza di laici al maschile e al femminile è notevole e organizzata. Gli autori chiudono il lavoro con indicazioni concernenti la formazione, la spiritualità,l’azione apostolica del laico cattolico.
AUTORI
Angelo De Simone è sacerdote della Società San Paolo e dottore in teologia. È Assistente spirituale dell’Istituto maschile “San Gabriele Arcangelo” di vita secolare consacrata fondato dal Beato Giacomo Alberione. Ha pubblicato: Per un totale amore (1982), Come Francesco(1982),Gli uccellini sono fatti per volare(1988), Guida alla Liturgia delle Ore(1997), Bella la vita(2003).
Odo Nicoletti, riminese, incontra don Alberione nel 1955; dal 1958 fa parte dell’Istituto «San Gabriele Arcangelo», sul quale ha pubblicato due saggi: Crescete solidi come querce (2003) e Il cammino dei laici nella Chiesa e nella Famiglia Paolina (2005).
La storia di Damietta (historia damiatina) di Oliviero da Colonia è la fonte per la conoscenza non solo degli avvenimenti della quinta crociata dal 1218 al 1221, ma anche della struttura politica, degli usi e dei costumi del mondo islamico nella fase di transizione dopo la morte di Saladino. la traduzione della Historia Damiatina è qui proposta ai lettori interessati al tema delle crociate in un'edizione rinnovata. il testo di Oliviero è preceduto da una relazione che descrive la Terra Santa e la dinastia Ayyubide. queste fonti erano state tradizionalmente attribuite a Giacomo di Vitry, ma da tempo la critica storica le ha riportate all'opera di Oliviero. Il volume è arricchito da tre introduzioni critiche che fanno il punto su altrettanti aspetti: dalla tradizione dell'opera, oggi ritenuta più attendibile, alle tecniche di combattimento dei crociati, fino alla complessa situazione culturale dell'Occidente, diviso tra la volontà di combattere e lo slancio della predicazione. Non a caso, proprio a Damietta, si colloca il celebre episodio dell'incontro tra Francesco d'Assisi ed il sultano Al Malich.
Oliviero da Colonia fu scolastico della Cattedrale di Colonia (1201) in seguito tra il 1205 ed il 1216 predicò la crociata contro gli Albigesi e quella contro i musulmani. Combattè in Egitto tra il 1218 ed il 1222. Fu poi vescovo di Paderborn (1223-1225) ed in seguito Cardinale. Morì nel 1227
Per iniziativa delle Cattedre riunite di Diritto ecclesiastico, Diritto canonico e Storia del diritto canonico dell'Università degli studi di Cassino, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha istituito il Comitato Nazionale per lo studio del principio di sussidiartela, fraternità, solidarietà ed uguaglianza da Leone XIII alla Costituzione Europea. Il Ministero ha esteso l'indagine anche ai principi sociali di solidarietà, uguaglianza e fraternità. Principi che non costituiscono altro che diritti sociali e, come tali, innati e aventi un valore assoluto. Diritti quindi essenziali che appartengono, iure proprio, all'essere umano in quanto uomo e che ineriscono alla sua natura e alla sua dignità di persona e, in quanto tali, preesistenti rispetto allo Stato che, se non li ha creati, non potrà né ridurli, né sopprimerli. Diritti non legati a una specifica epoca né ad un singolo Paese, ma comuni a tutti i tempi e Paesi. Questo volume raccoglie alcuni dei contributi che hanno formato oggetto dei quattro convegni - di cui uno a carattere internazionale - svolti, rispettivamente, a Cassino, l'11 dicembre 2007; Bucarest, 27-28 maggio 2008; Roma, il 19 giugno 2008 e, infine, Barga (Lu), 16-18 ottobre 2008.
Descrizione dell'opera
Un protagonista dell'Ostpolitik vaticana ricostruisce il passaggio dallo scontro frontale tra regime comunista e Chiesa cattolica al modus vivendi raggiunto alla fine degli anni '80.
Le vicende riguardano soprattutto la Cecoslovacchia, ma delineano un quadro d'insieme anche sulla Romania e la Russia dove mons.Bukovsk√Ω fu nunzio, coinvolto in prima persona nei rapporti tra Chiesa cattolica e Chiese ortodosse. Un racconto di persone, incontri-scontri, situazioni di diffidenza e di persecuzione, con alcuni punti fermi su esponenti della Chiesa segreta e clandestina, e con una rivalutazione sostanziale della pastorale ordinaria garantita dalla parrocchia.
Le pagine del libro sono «annali» nel senso che i latini davano al termine: narrazione storica che registra gli eventi nel loro ordine cronologico. Narrazione che abbraccia storie, popoli, chiese, legali e non, movimenti di ribellione, politica di regime: un quadro di un periodo storico da non dimenticare, perché ricco di effervescenza, di sogni e progetti, di creatività innovatrice.
Sommario
Presentazione (F. Strazzari). 1. Dalla Slovacchia all'America. 2. Trent'anni di trattative. 3. Viaggi ufficiali e non ufficiali. 4. Alla scuola del cardinale Casaroli. 5. I tre papi. 6. La Slovacchia non può restare senza vescovi. 7. Nemmeno i cardinali e i vescovi poterono celebrare. 8. La Chiesa del silenzio. 9. Con il pretesto della pace seminavano la discordia. 10. S. Cirillo, s. Metodio. 11. Da Roma in Romania. 12. Dalla Romania a Mosca.
Note sull'autore
Ján (John) Bukovský, nato a Cerova (attuale Slovacchia) nel 1924, nel 1945 entra nella Società del Verbo Divino e nel 1947 ottiene l'autorizzazione a recarsi negli USA ove viene ordinato sacerdote nel 1950. Eletto consigliere generale nel suo istituto nel 1968, nel 1972 inizia a lavorare come traduttore nella Segreteria di Stato vaticana. Nominato arcivescovo e nunzio in Romania nel 1990, è poi trasferito a Mosca nel 1994. Attualmente vive negli Stati Uniti.
Un testo sul cammino della Chiesa siciliana, dall'avvio dell'evangelizzazione all'inizio del terzo millennio. Il volume colma il vuoto di una storia della Chiesa siciliana e, per la prima volta, offre la possibilità di conoscere il cammino delle comunità cristiane dell'isola, dall'avvio dell'evangelizzazione all'inizio del terzo millennio. La ricostruzione storica ha tenuto conto del notevole influsso, soprattutto in alcuni periodi, delle vicende politiche che hanno attraversato la Sicilia.
Il volume ricostruisce l'operato degli istituti religiosi insegnanti sorti in epoca moderna e contemporanea, dei quali indaga non solamente gli aspetti relativi alla vita interna (origini, regole e costituzioni, spiritualità dei fondatori, organizzazione), ma anche, e soprattutto, le caratteristiche e dimensioni della loro presenza sociale, ossia il ruolo e l'incidenza che essi hanno avuto sul terreno caritativo-assistenziale e su quello più propriamente educativo e scolastico. Alla base di tale volume si collocano talune sollecitazioni offerte dalla più recente storiografia italiana ed europea sull'operato degli istituti religiosi di antica e recente fondazione e, più in generale, sulle iniziative educative della Chiesa nell'età moderna e contemporanea. La prima sollecitazione attiene al ruolo, ancora largamente da approfondire nelle sue molteplici dimensioni e caratteristiche, esercitato dagli ordini religiosi sorti in Italia e nel resto d'Europa a partire dai primi decenni del secolo XVI non solo nella formazione della gioventù delle élites e dei ceti aristocratici e borghesi, ma anche nei processi di alfabetizzazione e scolarizzazione delle classi popolari.
Evangelizzazione, famiglia e movimenti ecclesiali. Con saggi di Julian Carròn e Kiko Arguello.
La prima analisi dettagliata del concilio convocato da Cipriano nel 256: alle origini della formazione del modello conciliare occidentale questa assemblea rappresenta la prima occasione per uno studio del modo in cui i vescovi della regione affrontano insieme i problemi posti dalla lotta all'eresia, dall'amministrazione del battesimo, dalla strutturazione della comunione in istituti e liturgie.
Quest'opera, che costituisce un classico fra gli studi in materia di religiosità medievale, analizza la diffusione del culto popolare dei santi e la risposta istituzionale della Chiesa con i processi di canonizzazione. Dopo aver ripercorso la disciplina del culto dei santi, le modalità dei processi e le ragioni della fioritura del culto, Vauchez illustra dettagliatamente i modelli di santità che emergono dalle fonti processuali - l'idea popolare conservata dalle deposizioni dei testimoni, l'idea ufficiale che risulta dai criteri di giudizio - ed espone gli indizi e le manifestazioni della santità nelle valutazioni concorrenti della mentalità comune e della Chiesa di Roma.
Sulla base di 9600 schede provenienti dagli archivi vaticani e finora inedite, il volume presenta tutti i tentativi dei vari poteri politici del '900 di sopprimere la fede cristiana: dal genocidio degli armeni nel 1915 fino ai massacri di Timor Est del 1999, passando per il comunismo bolscevico, il nazismo, i regimi dittatoriali dell'America latina, le tragedie dell'Africa, l'oppressione dell'Islam integralista. Il bilancio complessivo si aggira attorno ai 5 milioni di morti, uccisi esplicitamente per la loro adesione alla fede cristiana. Sono i Nuovi Martiri.
Rosvita, l’umile suora di Gandersheim – come ella stessa amava definirsi – appare come una figura straordinaria nella letteratura altomedievale, rara avis nei cieli di Sassonia, per citare le parole del monaco benedettino di Clus, Enrico Bodo. Voce altisonante nella Germania del X secolo, grazie alla creazione di un teatro cristiano sul modello di Terenzio e alla composizione di poemetti edificanti e panegirici imperiali, Rosvita - le cui opere furono scoperte da Conrad Celtis nel 1493 - venne entusiasticamente celebrata dagli umanisti tedeschi come l’undicesima Musa, la più grande poetessa dopo Saffo. Autrice feconda di migliaia di versi in latino, sperimentatrice di più generi letterari, taluni all’epoca inconsueti come le commedie, ella illumina il secolo con le sue opere, scritte nel breve arco di tempo tra il 962 e il 968, spaziando dall’agiografia al teatro, dall’inno religioso ai carmina epico- storici. La sua attività fu strettamente legata alla corte ottoniana, tramite le sollecitazioni della badessa Gerberga, nipote di Ottone I, e il probabile incoraggiamento dell’arcivescovo Brunone di Colonia, fratello dell’imperatore. La sua figura si inscrive in quel rinnovamento culturale patrocinato dalla Casa di Sassonia e favorito anche dalle figure femminili che affiancarono gli imperatori, nel promuovere lo studio delle lettere e il culto della memoria. Il volume, attraverso la figura di Rosvita, offre anche uno spaccato dell’epoca ottoniana, animata da una intensa vita culturale di corte, con fecondi contatti con gli ambienti monastici.
Oggi, nel mondo, i cristiani pagano un pesante tributo all’intolleranza e alla discriminazione. Sempre di più, essi divengono il bersaglio di attacchi dissimulati e violenti. All’origine di questa autentica persecuzione, i novelli Nerone che sono il fanatismo induista, buddista, comunista e islamico. Attraverso i manuali scolastici egiziani, la discriminazione legale imposta dalla sharia islamica, la volontà dei comunisti cinesi di dirigere le Chiese locali, l’interdizione fatta agli intoccabili indiani di convertirsi, si vuole mettere la museruola ai cristiani. Impedire loro – come su tutto il territorio dell’Arabia Saudita – di praticare liberamente la fede più diffusa nel mondo. E se questo non è sufficiente, li si uccide. Nelle Filippine, in Iraq, nello Yemen, in India, in Cina, nello Sri Lanka…
Le nuove persecuzioni non sono atti isolati, ma voluti, programmati, ponderati. L’autore, esperto di tali questioni, lancia il segnale d’allarme e ci rivela il pensiero estremista che conduce a tali atrocità. Davanti ai fatti presentati, sempre più virulenti, egli denuncia un vero e proprio tsunami cattofobico, che distrugge il semplice diritto di praticare liberamente la propria fede, e domanda se si possa parlare di genocidi cristiani. Domani, si potrà ancora andare a Messa?
L’Autore
Thomas Grimaux, 41 anni, è scrittore (Les Perles du Caté, Cerf 2005; Bilan des persécutions antichrétiennes, AED 2006…). Ha viaggiato, per numerosi anni, in alcuni paesi in guerra o in paesi di persecuzione (Penisola arabica, Europa centrale, Africa centrale, Africa dell’Est…). Per lui, l’importante era vivere con gli uomini e le donne normali, e non soltanto con le autorità religiose o civili. Perciò, le sue descrizioni hanno un lato «vissuto» che ci fa immergere nella realtà quotidiana; e i suoi ragionamenti sono convalidati da fatti concreti e reali.
Ma la sua esperienza sul terreno è corroborata dallo studio dei testi che promuovono l’anticristianesimo: ciò ne fa uno degli specialisti di questo settore, perché egli ne scruta nei minimi particolari la logica interna e le filiazioni.
Senza denunciare le persone ma solo i nuovi fascismi, verde, rosso o altro, egli intende suonare il campanello d’allarme su alcune situazioni sconosciute al grande pubblico. Ma, soprattutto, per mezzo di uno studio sistematico, egli intende svelare l’ampiezza dell’anticristianesimo, laddove noi, abitualmente, siamo al corrente soltanto di tale o talaltro atto isolato.