
II ritorno del velo non riguarda solo i paesi arabi ma tocca anche il cuore dell'Europa. Nella cosmopolita Sarajevo, per esempio, sempre più donne scelgono di portare il velo, ma anche nelle grandi metropoli occidentali esso compare con sempre maggiore visibilità. In Francia la questione è stata affrontata impedendo il suo uso nelle scuole e nei luoghi pubblici, come tutti gli altri segni di riconoscimento identitario e religioso. In Italia la risposta è affidata al cosiddetto "buon senso", eludendo nei fatti il portato ideologico della questione. Quali questioni generali si celano dietro una scelta in apparenza personale? Il velo rappresenta simbolicamente l'oppressione della donna nel mondo islamico, quando è imposto come regola religiosa. Il ritorno del velo è dunque legato spesso a regimi teocratici oppure alla reislamizzazione di alcuni paesi. In questo caso si tratta di un velo "ortodosso" solo parzialmente legato alla tradizione locale. La reinvenzione dell'islam restituisce quel senso di appartenenza perso con il fallimento del nazionalismo arabo e quindi dichiara l'appartenenza a una comunità ampia che va oltre i confini dei singoli stati nazionali per investire anche l'Occidente.
Descrizione dell'opera
L’opera traccia la storia della provincia romana di Palestina dalla fondazione nel 6 d.C. fino alla battaglia dello Yarmuk nel 636, quando i territori confluirono in una nuova entità imperiale di natura religiosa differente. È l’epoca della Palestina Cristiana.
Sono sette secoli determinanti nella storia del cristianesimo e di quella terra. I documenti portano a ricordare le lotte tra la popolazione giudaica e l’occupante romano, la persecuzione della comunità ebraica contro i membri della nascente comunità cristiana, i martiri cristiani della persecuzione romana; Gerusalemme ebraica viene distrutta e dopo 150 anni viene edificata la Gerusalemme venerata come ‘madre di tutte le Chiese’; i ‘luoghi santi’ diventano meta di pellegrinaggio, origine di venerazione e di liturgia; il deserto della santa città di Gerusalemme fiorisce di monachesimo e di santità.
I temi sviluppati nel volume sono quelli che ogni pellegrino di Terra Santa rivive ancora oggi con l’intensità scritta sulle pietre e nel paesaggio: il formarsi dei ‘luoghi santi’, della ‘terra santa’.
Lo storico ha attualmente a disposizione gli scavi archeologici di più di 300 chiese e di 100 sinagoghe in Terra Santa, in stragrande maggioranza costruite in epoca bizantina. Questa abbondanza di dati ha permesso al prof. Lee Levine dell’Università Ebraica di Gerusalemme di scrivere di un «diluvio di scoperte archeologiche», che sono alla base del volume di Piccirillo.
Sommario
Introduzione. 1. La comunità cristiana di Palestina da Gesù a Costantino (I-IV secolo). 2. Gerusalemme, la nuova Sion, la città dei cristiani. 4. Il deserto della santa città di Gerusalemme. 5. I luoghi santi. 6. Il periodo delle invasioni – L’inizio della fine di un’epoca. Bibliografia.
Note sull'autore
Michele Piccirillo (Casanova di Cerinola - CE 1944), francescano, archeologo della Custodia di Terra Santa, dal 1960 vive a Gerusalemme e nel Vicino Oriente. Dal 1974 è docente di storia e geografia biblica nello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme e direttore dell’annesso museo. Dirige la missione archeologica dello Studium Biblicum in Giordania sul Monte Nebo, a Umm al-Rasas e a Madaba, dove ha fondato la Madaba Mosaic School for Mosaic Restoration. Membro della Royal Asiatic Society in London e della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, è consultore della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa. Tra le sue opere: Chiese e Mosaici di Madaba. Documentazione grafica a cura di E. Alliata, (SBF Collectio Maior 34), Jerusalem 1989; The Mosaics of Jordan. Edited by P. M. Bikai and T. A. Dailey, (ACOR Publications 1), Amman 1993; L'Arabia Cristiana, Milano 2002. Con E. Alliata ha pubblicato: Umm al-Rasas - Mayfa‘ah, I. Gli scavi del complesso di Santo Stefano, Jerusalem 1994; The Madaba Map Centenary (1897-1987). Travelling through the Byzantine-Umayyad Period, Amman 1998; Mount Nebo. New Archaeological Excavations (1967-1997), Jerusalem 1999. Ha curato: La Custodia di Terra Santa e l'Europa. I rapporti politici e l'attività culturale dei Francescani in Medio Oriente, Roma 1983; Registrum Equitum SSmi Sepulchri Domini Nostri Jesu Christi (1561-1848), Jerusalem 2006; con A. Spijkerman, The Coins of the Decapolis and Provincia Arabia with Historical and Geographical Introductions (SBF Collectio Maior 25), Jerusalem 1978.
Atti del convegno promosso dall'Ambasciata della Repubblica Slovacca presso la Santa Sede in occasione del V anniversario della firma dell'Accordo Base tra la Repubblica Slovacca e la Santa Sede. La storia slovacca fu fortemente imperniata sul cristianesimo che diede forma e sostanza alla sua cultura, ne forgiò l'identità e la compattezza nazionale e la preservò nei lunghi secoli dopo il crollo della Grande Moravia, in cui fu priva di qualsiasi autonomia politica. Questo volume offre una ricostruzione dei punti nodali nei rapporti tra Slovacchia e Sede Apostolica nel XX secolo e alle soglie del III millennio. L'elemento più importante della raccolta è rappresentato dai contributi storici, che attingono a ricche fonti archivistiche, e in cui non si trova un'uniformità di prospettive e di pareri, ma punti di vista e posizioni talvolta ben diverse. Il volume offre approfonditi testi storico-giuridici, testimonianze di protagonisti degli avvenimenti prima e dopo il 1989 e un'analisi dell'attuale situazione.
Con questo volume prosegue la serie che vuol offrire agli studiosi, in forma filologicamente rigorosa, i diari spirituali, i quaderni e le agende di lavoro di Angelo Giuseppe Roncalli, divenuto dal 28 ottobre 1958 Giovanni XXIII. Si tratta di materiale reso in parte accessibile negli scorsi decenni con scopi diversi. Riconoscendone l'alto valore storico, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, su proposta della Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII di Bologna, ha deciso di promuoverne la puntuale rivisitazione critica e di permetterne la pubblicazione nella prestigiosa serie delle Edizioni Nazionali, riservata - com'è noto - alle figure maggiori della storia d'Italia e della cultura.
In questo libro è presentata la spiritualità di Paolo VI, il papa che ha guidato la Chiesa in momenti difficili e drammatici per la recente storia d'Italia. Sono trattate tematiche quali il problema della fede oggi, il rapporto dell'uomo con Cristo, le tensioni presenti nella Chiesa...Il libro è una chiara sintesi del pensiero e dell'insegnamento del Papa, considerato da molti personaggi autorevoli della Chiesa come colui che ha intuito in modo profetico le inquietudini e le speranze degli uomini.
Una raccolta di studi sulla figura dell'oratoriano Sebastiano Valfré e sul ruolo che svolse all'interno della comunità torinese nel Settecento, all'epoca dell'assedio francese alla città. La presentazione storica del contesto dell'assedio e la figura del Valfré sono viste in un'analisi d'insieme, che mostra come la Congregazione dell'Oratorio, struttura ecclesiastica davvero atipica, permise a Valfré di esprimersi con grande libertà; e analizza l'incidenza di tale struttura nel tessuto politico, sociale, civile, solidaristico ed artistico del tempo.
L'atteggiamento della chiesa verso la guerra è oggetto di interesse a vari livelli: dalle posizioni internazionali alla dimensione soggettiva e di coscienza. La categoria di "guerra giusta" è tuttora al centro di un dibattito articolato che trova ragione nella tensione tra il richiamo evangelico al rifiuto della violenza e la necessità di governare una società in cui l'ordine può essere imposto anche con le armi. Questo volume ricostruisce lo sviluppo delle posizioni cattoliche rispetto alla guerra nel corso del Novecento a partire dalla proclamazione della Grande Guerra come "inutile strage" da parte di Benedetto XV fino alla condanna della giustificazione di ogni violenza bellica in nome di Dio da parte di Giovanni Paolo II. È un percorso assai tormentato, dove la costante invocazione della pace - sempre più pressante, man mano che aumenta il potere distruttivo degli ordigni bellici - si accompagna al ribadire la liceità morale della guerra (almeno difensiva).
La figura di Leone IX (1049-1054), anteriore a Gregorio VII (1073-1085), pone in evidenza la linearità nello sviluppo della dottrina del primato. Gregorio VII si pone infatti in perfetta e paradigmatica continuità con i suoi predecessori. Inoltre l’attenzione dell’autore verso Leone IX è stata attratta anche da due importanti anniversari celebrati in questi ultimi anni: i 1000 anni della nascita di Leone e i 950 anni dallo scisma orientale (1054-2004). Tali avvenimenti hanno lasciato un segno nella storia del papato e della Chiesa.
La prospettiva adottata nel presente studio è fondamentalmente ecclesiologica e in base ad essa è stato trattato l’argomento. La Chiesa cattolica ritiene infatti di aver conservato nelministero petrino un dono di grazia del Signore Gesù. Questo ministero, presente in germe nelle pagine del Nuovo Testamento, si è sviluppato lungo i secoli fino a giungere ai nostri giorni. Tale munus è a servizio della piena unità dell’una e santa (Una Sancta) Chiesa di Cristo e richiama il profondo anelito del Divino Maestro che ha pregato affinché tutti siano una cosa sola. Il vescovo di Roma detiene questo carisma posto a servizio dell’unità della Chiesa Catholica e Apostolica (ministero universale dell’unità).
Michele Giuseppe D’Agostino, religioso della Società San Paolo, è nato a Esslingen am Neckar(Germania) nel 1970. È stato ordinato sacerdote nel 2000. Ha compiuto gli studi di filosofia e teologia nelle PontificieUniversità Gregoriana (Roma) e Comillas(Madrid). Nel 2005 ha conseguito il dottorato in Storia Ecclesiastica con la presente tesi sul primato della Sede di Roma in Leone IX.
Monachesimo, presenza ebraica e santità sono temi tra i più significativi del Medioevo occidentale e il loro studio costituisce un osservatorio privilegiato per la storia della società nelle sue diverse articolazioni. Si tratta di tematiche caratteristiche del lungo cammino scientifico percorso da Sofia Boesch Gajano: amici e colleghi, italiani e stranieri, con i quali la studiosa ha intrecciato fecondi rapporti di collaborazione, le riprendono, proseguendo quella attenta riflessione storiografica e sperimentazione di nuovi percorsi che molto deve alla sua lunga attività di ricerca.
La Memoria in favore della libertà dei culti del teologo e letterato svizzero Alexandre Vinet (1797-1847) si presenta come un contributo imprescindibile nell'ambito dell'attuale dibatto italiano sulla separazione tra stato e chiesa, nonché in quello più ampio sulla laicità. Vincitore di un concorso bandito dalla parigina Società della morale cristiana e pubblicato nel 1826 a Parigi, è il primo contributo sistematico da parte protestante che proponga un modello civico per cui la chiesa e lo stato dovrebbero coesistere in modo assolutamente indipendente l'uno dall'altra. Si inserisce nel pieno del Risveglio protestante ottocentesco e contribuisce alla formazione di numerose Chiese libere in vari stati europei. La tesi centrale del libro è che la natura della società, che interessa lo stato, e quella della fede, di cui si occupa la chiesa, sono intrinsecamente diverse: la prima è sensibile ed esteriore e mira alla sopravvivenza degli uomini sulla terra; la seconda è spirituale ed interiore e mira al nutrimento e alla cura delle anime. Stato e Chiesa, essendo per natura e scopi così diversi, devono rimanere rigorosamente separati ed i diritti delle minoranze religiose di uno stato devono avere diritti pari a quelli delle confessioni più numerose. Il testo è preceduto da un saggio introduttivo del curatore, Stefano Molino, che lo colloca nel contesto teologico, sociale e politico del tempo.