Il celibato del clero è oggetto di discussione da secoli all'interno della Chiesa cattolica. In questo inizio del XXI secolo è tornato prepotentemente di attualità, non solo per gli scandali sessuali e i casi di abusi contro minori ma per un dibattito più ampio e necessario sul senso stesso del voto di castità. Marco Marzano ha raccolto in anni di ricerca le testimonianze di appartenenti al clero che hanno condiviso le esperienze personali dolorose, oneste, piene di dubbi e paure. Il quadro che emerge è uno spaccato della vita più intima di una comunità aperta al mondo ma anche profondamente costretta a tacere o nascondere una parte dell'esistenza invece che viverla pienamente. Questo saggio documentato che compare nella collana di saggistica diretta da Antonio Scurati fornisce spunti di riflessione per capire la condizione umana contraddittoria e talvolta difficile del clero cattolico.
Le radici dell’Europa sono cristiane, e non può essere altrimenti: a partire dalla conversione dell’Impero Romano al cristianesimo, la fede ha rappresentato per il Vecchio Continente la salvezza e la ragione della sua crescita, influenzando e inglobando anche gli altri popoli a Nord del Mediterraneo. In questo saggio lo storico e polemista Belloc ribadisce la sua convinzione che ogni tentativo di spiegare gli accadimenti storici del continente europeo indipendentemente dalla prospettiva cattolica sia inutile. Lo smarrimento della comune fede cattolica, coincidente con la Riforma protestante, ha frantumato anche l’identità e l’unione politica dell’Europa, consegnandola ai nazionalismi. Solo così si spiegano il razionalismo del XVIII secolo, il materialismo del XIX e le guerre del XX: l’unica terapia che Belloc ritiene efficace per l’Europa è il ritorno alla fede che, attraverso la Chiesa cattolica, l’ha storicamente plasmata.
La storia dell’Azione cattolica della diocesi di Roma inizia da un’amicizia, quella tra alcuni giovani universitari riuniti in gruppo da un sacerdote e dall’affetto che essi provano per il loro vescovo, il papa. Da quell’esperienza prende vita l’associazione che per molti anni sarà la forma principale della partecipazione dei laici romani alla vita della diocesi e della città.
Il libro, che con uno stile semplice e narrativo ripercorre una storia lunga più di 150 anni, racconta episodi, protagonisti ed eventi della Chiesa di Roma attraverso le storie dei tanti laici che si sono formati ed organizzati nell’Azione cattolica. I segni che l’associazione ha lasciato nella città di Roma sono una traccia e un’eredità da scoprire, custodire e mantenere vive.
La pubblicazione è stata realizzata grazie al contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali Servizio II “Istituti culturali” del MIBACT.
A partire dalla ricostruzione del culto alla 'Virgo sacerdos', il saggio propone uno studio su forme devozionali, ricerca spirituale, simbologie e pratiche di vita religiosa che a cavallo tra '800 e '900, soprattutto in Francia e Italia, hanno posto il problema del ruolo femminile nel sacerdozio cattolico, anticipando elementi del dibattito attuale. Insieme alla vicenda dell'indagine inquisitoriale cui fu sottoposto il piccolo ordine contemplativo delle Figlie del Cuore di Gesù della Deluil Martiny, il saggio tematizza esplicitamente la necessità del soccorso femminile di fronte all'inadeguatezza maschile nell'esercizio dei ministeri sacri, e mostra anche su questo piano un protagonismo femminile che resta in buona parte ancora da approfondire.
Esaltata e ricercata per le sue qualità religiose e intellettuali, temuta per la sua intraprendenza, accusata di tramare per la conquista del mondo, la Compagnia di Gesù è tra le espressioni più importanti di quel rinnovamento della Chiesa cattolica che nel Cinquecento seguì la crisi provocata dalla riforma protestante e che portò alla nascita di numerosi nuovi ordini religiosi. Espressione della forte personalità di Ignazio di Loyola, seppe interpretare al meglio le esigenze della società di antico regime impegnandosi nei campi più disparati, da quello educativo a quello missionario, a quello spirituale, mantenendo d'altra parte uno stretto legame con il potere politico. La dimensione universale progressivamente assunta dall'ordine lo rende ancora più interessante: attraverso la sua storia è possibile seguire l'evoluzione non solo dell'Europa moderna, ma anche di paesi come la Cina o il Paraguay, dove i gesuiti si stabilirono con successo e da dove riportarono ai contemporanei i loro resoconti di quei mondi lontani.
Gli studi raccolti nel volume sono rappresentativi del pluridecennale percorso di ricerca di Francesco Scorza Barcellona e del suo peculiare approccio all'agiografia antica. Una prima sezione propone tre saggi pionieristici sulla santità infantile, indagata attraverso la vicenda omiletica dei santi Innocenti e quella agiografica dei martiri bambini. Nella seconda si ripercorre il culto dei Magi, in un viaggio ideale fra Oriente ed Occidente, dalla letteratura patristica al Milione di Marco Polo. La terza e ultima sezione manifesta il particolare interesse del nostro autore per le identità agiografiche complesse o liminali: Vittore, il martirio femminile e quello donatista. Gli articoli inclusi nella raccolta rimangono a tutt'oggi punti di riferimento obbligati sui soggetti trattati.
La prima guerra mondiale in Italia segna uno snodo della storia del progressivo inserimento dei cattolici nella vicenda umana, sociale e politica del paese. Incertezze, divisioni e conflitti alla fine misero capo anche a nuovi equilibri e punti di convergenza diversi da prima della guerra, dalla quale il cattolicesimo italiano uscì profondamente modificato: se nel 1914 il movimento cattolico aborriva la stessa espressione "partito", nel 1919 nacque il Partito popolare italiano, di chiare ascendenze cristiane, che alle elezioni politiche divenne il secondo partito di massa del paese. Il libro identifica alcuni passaggi cruciali di questo mutamento, individuandone gli effetti nel breve periodo della drammatica crisi post bellica, ma anche le tracce di una influenza più lungamente distesa nella storia successiva.
L'amicizia fra Alcide Gasperi e Stefano Jacini, nata durante il ventennio fascista, divenne uno dei legami più significativi mantenuti dal politico trentino con la passata esperienza del Partito Popolare. Questo volume ne ripercorre l'itinerario attraverso il dialogo intrapreso dai due cattolici antifascisti nel comune «esilio in patria». La solidarietà dimostrata dal cattolico-liberale lombardo nei confronti del futuro presidente del Consiglio - incarcerato dal regime nel 1927 e, dal 1929, bibliotecario vaticano - si trasformò in una collaborazione culturale che diede origine a riflessioni e pubblicazioni storiche di ampio respiro sui rapporti fra cattolicesimo e libertà nella contemporaneità otto-novecentesca. Costretti a vivere «nella storia» dalla forzata inattività politica, De Gasperi e Jacini riemersero dall'isolamento con il ripensamento autocritico della tradizione popolare culminato nella fondazione della Democrazia Cristiana postfascista. Il volume è arricchito dal carteggio degasperiano con Jacini, in larga parte inedito, fra il 1923 e il 1943.
Il 2 marzo 1939 il cardinale Eugenio Pacelli veniva eletto papa, e dieci giorni dopo saliva al soglio pontificio con il nome di Pio XII. Fu dunque suo il compito - tutt'altro che semplice - di guidare la Chiesa negli anni terribili del-la Seconda guerra mondiale. A conflitto finito, Pacelli fu salutato come il salvatore di Roma dallo scempio dell'occupazione nazista: politici di primo rango e influenti personalità del mondo ebraico ne elogiarono il comportamento e l'operato. Di lì a poco, però, quella visione cambiò radicalmente. Prima la stampa sovietica poi la celebre pièce teatrale "Il vicario" lo descrissero all'opinione pubblica sotto tutt'altra luce. Cominciò a serpeggiare la cosiddetta «accusa del Silenzio», che voleva Pio XII omertoso rispetto all'orrore dei campi di concentramento e in buona sostanza complice dei nazisti. Dove stava la verità? Cosa sapeva davvero il papa delle atrocità commesse durante la guerra? Quanto erano fondate le ricostruzioni che parlavano di uno scambio epistolare tra lui e Roosevelt per prevenire l'escalation della guerra, di reti segrete per supportare la fuga dei perseguitati dal regime, di battesimi improvvisati volti a salvare migliaia di ebrei dalla deportazione? Da allora le valutazioni su Pio XII non si sono più ricomposte, e ciclicamente le discussioni sulla sua controversa figura tornano a infiammarsi. Così, deciso a spiegare le azioni del suo predecessore, papa Francesco ha da poco desecretato i documenti a riguardo. Johan Ickx lavora da più di due decenni negli archivi della Santa Sede, e oggi dirige l'Archivio Storico della Sezione per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato: chi meglio di lui, dunque, può raccontarci cosa dicono quelle carte, e fare finalmente chiarezza? Affidandosi alle sole testimonianze documentali autentiche, l'autore di questo libro ricostruisce per noi le vicende che videro protagonisti Pacelli e i suoi più stretti collaboratori, il celebre Bureau, dipingendo una serie di ritratti tanto vividi quanto accurati. E provando a fare luce su uno dei grandi misteri irrisolti della Seconda guerra mondiale.
Nella storia del pensiero la figura di Roscellino di Compiègne (1050-1125 ca.) è avvolta dall'oscurità. Ora censurato come eretico, in seguito alla condanna del 1092 a Soissons, ora celebrato come l'antesignano di una vera e propria 'rivoluzione copernicana', il profilo che ne risulta in modo prevalente unendo le testimonianze della sua vicenda biografica e intellettuale, per quanto fondato su più testimonianze (tutte più o meno apertamente ostili) è quello di un logico irriverente e, dunque, di un teologo perseverante nei suoi errori. Una ricostruzione del pensiero del canonico medievale, condotta, per una vicissitudine storiografica singolare, su una rinnovata analisi dell'unica fonte diretta a nostra disposizione (la sua Epistola ad Abaelardum) e sull'interpretazione di notizie 'di parte', faziosamente riportate dai suoi avversari, permette di reinterpretarne la figura storica e intellettuale nella prospettiva di una giusta distribuzione di luci e ombre. A un riesame complessivo emerge una personalità filosofica coerente che spinge al paradosso il suo pensiero solo per poter restituire la contraddittorietà di un tempo della storia - in cui la filosofia ha il compito di cercare, pur avendo già trovato - di cui Roscellino è certamente il più frainteso interprete.
Come si spiega il fatto che quando facciamo esperienza di Dio, quando lo sentiamo vivo in noi, tutto il resto non conta più, e anche le cose più nobili, lo studio stesso diventa spezzatura? Il mondo visibile, così bello ed espressivo, appariva a Charles meno reale di quello invisibile. Che velo e quale tenda è questo mondo dei sensi! Bello, ma sempre un velo. Questo mondo appare ai nostri occhi come un velo vano, che, malgrado i suoi molteplici colori, non può nasconderci la visione di ciò che sta dietro. Noi cominciamo a poco a poco a percepire che non ci sono che due esseri in tutto il creato: la nostra anima e Dio che l'ha creata. (Da Charles Stephen Dessain, John Henry Newman, a cura di B. Picascia, nell'Anno della Fede 2013).