Alla domanda: «Come concepire il "Regno di Dio" predicato da Gesù Cristo?» l'autore risponde passando in rassegna - dapprima l'Antico e il Nuovo Testamento - e poi la riflessione teologica. Il testo si conclude con la presentazione delle caratteristiche e degli aspetti costituivi della realtà predicata e instaurata da Gesù Cristo.
Il piccolo libretto di Qohelet, "scandaloso- gioiello biblico, sembra scardinare tutte le nostre certezze e consegnarci a un pessimismo disperante. Che legame ci può essere tra questo libro della Bibbia e Gesù? A tale interrogativo vuole rispondere il presente volume. Partendo da un'intuizione fondamentale dei Padri della Chiesa - «il nostro Ecclesiaste è Cristo» -, l'autore ci propone una rinnovata lettura cristiana di Qohelet, intendendola più o meno così: l'uomo Gesù Cristo si è confrontato con le domande e i problemi lasciati aperti da Qohelet. Li ha affrontati, pensati, solo in parte risolti, anzi spesso li ha trasformati in nuove domande, ben sapendo che l'autore di questo libro si rivolgeva «a tutta la creazione e al mondo intero riguardo ad argomenti comuni a tutti». Un particolare cammino di lettura di Qohelet poco battuto ma, come ben dimostra Ludwig Monti in questo volume, capace di aprire sentieri inediti di riflessione in vista di una lettura cristiana, dunque umana, di Qohelet. E, di conseguenza, dell'esistenza tout court, perché tra i libri biblici Qohelet è tra quelli più moderni, o forse eterni, nel tratteggiare il mestiere di vivere.
Fortezze devastate, corpi avvizziti, guance solcate dalle lacrime. Urla laceranti. Interrogativi che sembrano spegnersi nel silenzio dei cieli. Un accenno velato di speranza. La distruzione, la morte e la sofferenza sono presenti ovunque, nei versi del libro biblico delle Lamentazioni. Ma proprio lì, in mezzo alle ceneri, i suoi locutori rimangono ostinatamente aggrappati alla vita e al loro Dio. Prendono l'assurdo visto e il dolore provato e lo fanno divenire preghiera. Esprimono, così, resilienza e fede, nonché la sinergia che tra esse può instaurarsi. Sinergia capace di realismo, di assunzione di responsabilità, di tenacia fattiva, di fede in grado di riconoscere il vero volto di Dio e con lui interloquire.
«Con Dio noi faremo prodezze ed Egli annienterà i nostri oppressori» (Sal 108,14). Attraverso queste pagine si vuol suggerire al lettore un percorso che pone l'attenzione sul mistero del male nella storia umana, vinto dalla potente azione di Dio. Lo studio esegetico-teologico dei racconti delle dieci piaghe d'Egitto (Es 7,1-14,31) cercherà di mettere in luce che l'agire di Dio con l'uomo è sempre volto alla liberazione da ogni tipo di schiavitù perché ogni essere umano possa appartenere totalmente a Lui. Si considererà da vicino l'esperienza del rifiuto di Dio, di cui il faraone è il simbolo, e alla fine si delineerà il cammino che ciascuno di noi è chiamato a fare per vivere con Dio: morire a ciò che si era prima per nascere alla libertà. Come Mosè e Aronne, siamo invitati a operare con Dio per realizzare, insieme a Lui, grandi cose! «Il volume di suor Angela Maria ci porge un invito, e non solo un invito; ci porge anche tutte le chiavi necessarie per entrare nel castello dell'Esodo e visitare le sue innumerevoli camere. Per tutte queste ragioni, Le possiamo essere molto grati» (dalla Prefazione di Jean Louis Ska).
Le parabole si prestano particolarmente bene a insegnare e proclamare la buona novella del regno di Dio: coinvolgono l'ascoltatore con particolari ripresi dalla vita quotidiana, lo sorprendono e ne sollecitano l'immaginazione con la possibilità di nuove prospettive. Detto in altre parole, nei vangeli sinottici si mette in primo piano che con Gesù è venuto il governo di Dio e con questo tutto è cambiato. Gesù si serve delle parabole per insegnare a chi lo segue a farsi strumento di trasformazione. Non manca chi respinge l'insegnamento di Gesù, e anche questo rifiuto è illustrato per mezzo di parabole, dove si mostra come ciò significhi sottrarsi alla speranza, al coraggio, alla promessa. In gioco è la possibilità concreta di una società alternativa, nuova e giusta.
La capacità di cogliere le più sottili sfumature di significato in realtà complesse distingue chi padroneggia un sistema linguistico da chi invece cerca di arrangiarsi. Poiché il nostro desiderio è di conoscere sempre più a fondo la "lingua di Dio" per poterne così vivere in modo autentico il messaggio, di fronte all'uso comune della formula "parola di Dio"diventa allora urgente coglierne il senso profondo nel suo aspetto polisemico e monosemico. In questo volume vorrei mostrare la ricchezza semantica di questa formulazione così come affiora dalla lettura di alcuni testi neotestamentari e veterotestamentari opportunamente scelti. Guidati da cinque concetti emersi dalle citazioni riportate di volta in volta a inizio capitolo studieremo l'espressione con il fine d'individuare tutte quelle nuances a essa sottese e quel senso unitario a cui queste ultime convergono trovandovi il loro vero e proprio valore.
Per poter scrivere i vangeli era decisivo dimostrare che il rifiuto, le sofferenze e la morte cui era andato incontro Gesù non deponevano a sfavore della sua identità di Messia, di glorioso Inviato di Dio. I primi cristiani raccolsero questa sfida editoriale e rivisitarono le Scritture di Israele per trovarvi figure di uomini di Dio perseguitati e rifiutati: Gesù, vero profeta, aveva vissuto un destino tragico in tutto simile al loro.
Descrizione
Voler scrivere una vita di Gesù, nella cultura del I secolo d.C., era in buona sostanza una pretesa assurda: occorreva assolutamente dimostrare che le sofferenze e la morte del Nazareno non mettevano affatto in discussione la sua qualità di Inviato di Dio. Per gli autori dei vangeli sinottici era dunque decisivo giustificare questa anomalia, superare questo handicap.
In effetti, se per i discepoli la risurrezione aveva reso Gesù una gloriosa figura messianica, il rifiuto di cui era stato oggetto e la sua morte ignominiosa smentivano nella maniera più radicale che egli fosse un messia: la sua fine era anzi quella di un ribelle, di un impostore o di un bestemmiatore – insomma, la fine di una figura lontanissima dalle vie di Dio.
Matteo, Marco e Luca raccolsero questa autentica sfida editoriale. Rivisitarono le Scritture di Israele per trovarvi figure di inviati divini perseguitati e rifiutati. Avvalendosi delle tecniche della tipologia, essi mostrarono così che Gesù – essendo veramente un profeta – aveva vissuto un destino tragico del tutto simile al loro.
Aletti, docente solido, internazionalmente apprezzato, ci guida a scoprire i segreti di questa sfida, affrontata dai credenti delle prime comunità cristiane.
«Questo saggio, rivolto agli esegeti del Nuovo Testamento, non è scritto in modo astruso: il mio auspicio è che i teologi, ma anche le donne e gli uomini dotati di una certa cultura biblica, vi trovino gustosa materia per riflettere» (Jean-Noël Aletti).
Come leggere oggi le Scritture da credenti? Quale modalità interpretativa è veramente adeguata al mistero dell'incarnazione del Verbo eterno nel Libro, intessuto di parole umane? Quale atto ermeneutico è realmente fedele alla lettera delle parole umane, e del loro radicamento storico-culturale, e insieme autenticamente corrispondente all'intenzionalità scrivente, segnata dall'esperienza dello Spirito, nell'incontro con la persona del Verbo incarnato? Questi gli interrogativi che ispirano l'elaborazione di questo testo, che entra nell'attualità del dibattito sull'interpretazione delle Scritture, in continuità con una precedente pubblicazione, dedicata alla storia dell'ermeneutica biblica cristiana, apparsa in questa stessa collana: La lettera e lo spirito. Storia dell'ermeneutica cristiana delle Scritture (2016). Lo snodo epistemologico e metodologico della questione ermeneutica tocca il cuore della relazione tra antropologia e teologia, che ha la sua corretta impostazione nel paradigma ontologico ed epistemologico dell'ossimoro, correlazione tra opposti in grado di riconoscersi l'un l'altro, di contenere ciascuno una qualità dell'altro, senza elidersi vicendevolmente. Una panoramica della teologia contemporanea sul rapporto tra dimensione antropologica e teologica e uno sguardo d'insieme sulla riflessione filosofico-ermeneutica recente, nel suo tentativo di conciliare gli opposti poli della spiegazione oggettiva e della comprensione soggettiva, ha orientato la ricerca all'individuazione di percorsi di lettura normati dall'oggettività della forma canonica, nella sua corrispondenza all'esperienza soggettiva della conversione. L'evento della conversione personale, nelle sue conseguenze etiche e gnoseologiche, morali e intellettuali, fonda l'adeguazione dell'articolazione della coscienza credente alla struttura della res textus rivelata. Il dibattito pluridecennale sulla relazione tra esegesi critica e lettura spirituale, spesso condotto in modo frammentario e improvvisato, si arricchisce così di elementi epistemologici decisivi, che permettono di tracciare l'identità e la mutua correlazione tra le stesse discipline ermeneutiche dell'esegesi critica e dell'interpretazione teologica, della teologia biblica e della lettura spirituale.
In questo breve ma denso lavoro, l'Autore mette in parallelo due racconti, due scelte di fondo, due tipi di religione e di società: quello di Babilonia (Genesi 11) a cui si contrappone quello di Gerusalemme a Pentecoste (Atti 2). Gli uomini e le donne che rinascono ad opera dello Spirito santo - al di là di ogni formale appartenenza socio-politica o religiosa - propongono un modo di vivere veramente umano e divino in cui l'unità nella diversità è promossa e valorizzata. Nell'epoca della globalizzazione selvaggia e del Covid-19 si impone un ripensamento di fondo a partire dall'esperienza, dalla riflessione e dalla preghiera di intere generazioni che si sono raccontate nei due celebri testi biblici.
I capitoli 5-7 del vangelo secondo Matteo e i capitoli 6 e 11 del vangelo secondo Luca sono, per chiunque desideri vivere da donna o uomo consapevole, dei terreni formidabili per ampliare quotidianamente gli orizzonti della propria umanità. In questo libro, tramite analisi e interpretazioni scientificamente serie di questi brani neo-testamentari, l'autore fa emergere una serie di osservazioni che, considerando il rapporto tra giustizia, amore e libertà, aiutano ad affrontare le difficoltà e le opportunità culturali, sociali e politiche presenti nella nostra contemporaneità. Giustizia, amore e libertà sono valori importanti anche per la vita di oggi? Leggere Matteo 5-7 e Luca 6.11 attraverso questo libro può aiutare realmente a rispondere a questa domanda.
Un approfondito e documentato studio sul Nuovo Testamento in cui si confrontano due termini apparentemente inconciliabili: misericordia e giustizia.
Con la consueta ricchezza di citazioni e approfondimenti l’autore, eminente professore dell’Università di Napoli, esamina i temi evangelici legati alla misericordia: misericordia tra gli uomini, misericordia di Gesù per gli uomini e Maria madre di misericordia.
Passa poi ai temi della giustizia: giustizia come giudizio, giustizia divina giustizia come giustificazione.
Ecco che questi due termini che a noi sembrano inconciliabili in Gesù si possono incontrare, egli solo è in grado di giudicare alla fine dei tempi ogni essere umano con misericordia e giustizia che, come dice il salmo “si baceranno”.
Antonio Caiazza è nato a Sarno (SA) l’8 giugno 1940. Si è laureato in Lettere classiche presso l’Università degli Studi di Napoli e ha insegnato Lettere nei licei della provincia di Salerno. Ha pubblicato libri di storia, in particolare sul brigantaggio meridionale (La banda Manzo e Giuseppe Tardio). Con la MIMEP ha curato il volume delle Omelie di Antioco di San Saba.
La ricerca contemporanea sul Gesù storico ha portato alla luce le insufficienze degli studi dei secoli trascorsi, riscoprendo aspetti essenziali della figura di Gesù, in particolare l'appartenenza di Gesù al mondo ebraico. Tre libri che in Italia hanno suscitato particolare interesse - "Gesù e il giudaismo" di E.P. Sanders, "Un ebreo marginale" di J.P. Meier e "La memoria di Gesù" di J.D.G. Dunn - conducono Giorgio Jossa a chiedersi se si è davanti a opere propriamente storiografiche o non piuttosto di teologia, e se quello che vi si delinea sia realmente il Gesù storico. In un'analisi puntuale e lineare l'autore fa emergere i lati discutibili dei maggiori esponenti della biblistica odierna e indica quali dovrebbero essere i requisiti imprescindibili di una ricerca su Gesù che miri a dirsi effettivamente storica.