«Il libro propone una "cristologia della venuta di Cristo", in chiave trinitaria e storico-salvifica. Contemplando Cristo che viene nel mondo, l'autore predilige una cristologia espressiva, pneumatologica e filiale, che mette in risalto l'unità teandrica di Gesù di Nazaret, l'uomo nel quale, "quando venne la pienezza del tempo" (Gal 4,4), il Figlio è stato generato, il Verbo si è espresso, l'Immagine si è impressa, in una kenosi concepita come pienezza che si "effonde". Essa induce una soteriologia della partecipazione filiale alla vita intratrinitaria, alla quale viene ordinata la salvezza dal peccato, dove emerge la fecondità di un inclusivismo cristocentrico trinitario, radicato nella logica biblica dell'elezione e dell'alleanza delle libertà» (dalla Presentazione di L. F. Ladaria).
Dizionario che analizza la Passione di Gesù da ogni punto di vista ed esplora ambiti quali esegesi, dogmatica, morale, scienze giuridiche e umane, archeologia, storia, belle arti (architettura, pittura, musica, letteratura, cinema), ascetica, mistica, pietà popolare. 163 articoli indagano tutte le dimensioni della scienza teologica, focalizzando l'evento centrale del Nuovo Testamento, la Passione e Morte di Gesù e la sua dimensione redentrice per l'umanità. La dimensione dell'opera è davvero globale e internazionale: i collaboratori sono stati reclutati nei cinque continenti, molti di essi sono membri della Congregazione della Passione, altri appartengono a Ordini e Congregazioni della Chiesa, altri infine sono laici, professori universitari o studiosi di fama internazionale. Dopo dieci anni di gestazione, il progetto vede oggi la luce e viene offerto a lettori, studiosi e appassionati.
Dall’indice: 1. Gesù in mezzo agli storici; 2. Gesù in testa ai màrtiri del nostro tempo; 3. Il Cristo di Paolo, nelle pratiche; 4. Il Cristo dei concili, nella sua tunica lacerata; 5. L’incarnazione come interpellazione, empatia e compassione; 6. Dall’imperdonabile alla riconciliazione: la croce; 7. Approssimazioni della gloria; Conclusione: Stupirsi delle parole e appropriarsi degli avvenimenti nell’intimo.
Descrizione
Gesù di Nazaret, oltre i secoli e le dottrine, può essere nostro contemporaneo? Come possiamo orientarci fra i diversi ritratti del Gesù della storia? Non vi è forse un abisso fra il Cristo di Paolo, il Gesù dei sinottici e il Cristo dei concili? Come mai le definizioni conciliari sulla natura di Cristo hanno causato tante divisioni nelle chiese? È accettabile che la tunica del Cristo rimanga lacerata, mentre le dichiarazioni ecumeniche professano la stessa fede nel Cristo?
Facendo leva su domande decisive come queste, la breve cristologia di Durand propone alcuni criteri di valutazione e apre un cammino innovativo. L’autore è attento non ai soli concetti, ma valorizza altresì i màrtiri, le pratiche, il dialogo. Prende poi in esame incarnazione, croce e gloria, facendosi aiutare da esperienze strutturanti per la nostra sensibilità come l’interpellazione, l’empatia e la compassione, il fatto di dover affrontare l’imperdonabile, la scomparsa del Risorto e così via.
Un approccio acuto e innovativo a Gesù, a prova della vitalità indomita della cristologia europea contemporanea.
Se è vero che il cristianesimo, prima di essere una religione, è un «avvenimento» che si compendia nella persona del Figlio di Dio incarnato, crocifisso e risorto, allora il problema teologico fondamentale e anzi per qualche aspetto unico e riassuntivo, è quello di appurare i rapporti che connettono Cristo alla totalità delle cose esistenti. La soluzione - logica e necessaria - è trovata nel «cristocentrismo», che qui ci si propone di esporre nei termini il più possibile pertinenti e precisi. Essa si delinea a poco a poco, assumendo vesti diverse, lungo i secoli della riflessione occidentale, ma solo ai nostri giorni - grazie anche agli apporti della moderna esegesi - ci è dato di arrivare a una formulazione rigorosa e convincente. Ci si avvede allora che la prospettiva cristocentrica è in grado di illuminare alcuni temi teologico-pastorali oggi emergenti, e in particolare di oltrepassare il dilemma inquietante tra la salvaguardia della piena identità cristiana e la generosa «apertura» verso ogni positiva realtà extra-ecclesiale. Prefazione di Inos Biffi.
In un tempo caratterizzato da una desertificazione spirituale e parallelamente da una nuova sete di spiritualità, Luigi Maggiali offre un volume per chiarire il ruolo del cristianesimo in tale contesto. Incentrate sulla professione di fede nello Spirito Santo, queste pagine hanno il merito di illustrare come la terza persona della Santissima Trinità sia la protagonista dell'esistenza dei cristiani e della Chiesa, traducendosi in vita spirituale.
Collezione in cinque volumi di definizioni dottrinali dei Padri della Chiesa organizzate intorno alle frasi-chiave del Credo Niceno-Costantinopolitano. Il terzo volume della collana si occupa dei seguenti temi: la rivelazione dell’amore divino; l’opera di riconciliazione di Gesù Cristo; il suo ministero terreno; la morte e la resurrezione. I testi sono corredati da note e introduzioni sul contesto storico-teologico.
Giacomo Biffi rappresenta una singolare figura di pastore che si è confrontato a viso aperto con la cultura e la società contemporanea, individuando nell'insignificanza e nell'assenza di scopo i mali oscuri della nostra epoca. Come il buon pastore, egli si è commosso davanti a un diffuso smarrimento delle persone e della società, in balia di scetticismo e nichilismo. Ad esse ha instancabilmente riproposto il rimedio a questo male dell'anima: «il cristianesimo nella ricchezza della sua speranza: una speranza che vale per tutte le ore, anche per quelle dello sconforto; per tutti i giorni dell'esistenza, anche per quelli del tramonto, che sembrano inutili». Queste pagine ci offrono una mirabile sintesi del suo pensiero e del suo magistero sui temi decisivi che riguardano la persona, la Chiesa, la società, lo Stato... a partire dalla esperienza del cristianesimo come unico evento davvero «nuovo» capitato nella vicenda umana, sorgente del rinnovamento del mondo.
Il dono di una “miscellanea di studi” in onore di un Collega, giunto al prestigioso traguardo dell’ottantesimo genetliaco, è anzitutto un riconoscimento allo studioso e insieme l’occasione per ripercorrerne il profilo e l’esperienza di vita.
Per me è un privilegio presentare questa raccolta di contributi promossa dalla Pontificia Università Salesiana per il Card. Angelo Amato, avendo condiviso con lui fin dalla giovinezza gli anni degli studi, della specializzazione e dell’insegnamento nella sede romana del “Salesianum”, e successivamente la prima proiezione al servizio della Santa Sede come Consultore di importanti dicasteri della Curia Romana, fino a diventare Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede e infine Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Vedendolo da vicino, ho ammirato in Don Angelo la curiosità per la qualità e per la varietà, la passione per la scuola e per la didattica, con una tendenza innata e sempre più consolidata alla perfezione negli scritti e nella predicazione, ciò che suscitò per lui una universale stima. (…) Siamo davanti a un intellettuale che, innestato sulla tradizione dei Padri, ha sviscerato le ricchezze della Cristologia e della Mariologia, comunicandone la bellezza e lo splendore a schiere di discepoli.
Accompagnando poi il delicato e fondamentale lavoro della Congregazione per la Dottrina della Fede (2002-2008), come esperto “cooperatore della verità” ha contribuito a cesellare importanti documenti per guidare il popolo di Dio nella pluralità della ricerca teologica, con una rispettosa attenzione al dialogo ecumenico e interreligioso. Negli ultimi anni (2008-2018), la vita del Card. Amato è stata scandita dalle beatificazioni e dalle canonizzazioni che hanno comprovato pubblicamente la santità della Chiesa pellegrina nel tempo.
Auspico vivamente che il Card. Amato continui ad accompagnarci con la luce dei suoi scritti e con il gusto del vero e del bello riflesso anche nella produzione iconografica a cui si dedica con sorprendente ispirazione. “Ad Multos annos”!
(dalla Prefazione di S. Em. il Card. Tarcisio Bertone)
Ricondotta a meri ambiti umani e immanenti, oggi la Regalitas è ormai esclusivamente ed impropriamente identificata con la "Monarchia" in quanto una tra le diverse possibili forme di governo, peraltro desueta. Tuttavia, poiché l'Auctoritas di Cristo Signore risulta fondata sul Suo duplice aspetto di Sacerdos et Rex, la Regalitas non può e non deve esser considerata una funzione immediatamente e meramente orizzontale, terrena e temporale. Essa è, piuttosto, un sacro archetipo che solo in via applicativa assume come propria giurisdizione lo spazio-tempo storico e primariamente l'ambito politico e sociale. Tale ambito pertanto, laddove attualizzi correttamente suddetto archetipo, non può esimersi dal fare continuo riferimento ai principi metafisici che lo informano.
Saggio che raccoglie le offese rivolte a Gesù riportate nei quattro Vangeli. Ogni accusa infamante rivela, sub contraria specie, qualcosa di vero su Gesù. L'autore si addentra in campi inesplorati per ritrarre un Gesù dal "basso". (Prefazione di Antonio Pitta).
Viviamo una situazione del tutto inedita: nel brevissimo spazio di pochi mesi sono crollate tante apparenti sicurezze di cui è emersa la loro ultima inconsistenza. Quante persone si sono scoperte fragili, impaurite, prive di speranza. Nel loro cuore si è aperta una crepa, un varco, un'attesa più o meno consapevole. In questo tempo di grande incertezza, che cosa abbiamo da offrire a coloro che incontriamo affinché il loro cuore possa ardere? I testi qui raccolti, scaturiti dagli incontri durante gli Esercizi Spirituali per Sacerdoti, organizzati da Comunione e Liberazione, guidati da don Julián Carrón e predicati con coinvolgente entusiasmo da don Franco Manzi, sono un prezioso contributo per leggere "i segni dello spirito" nei "segni dei tempi". Saldamente radicati nella Bibbia e nell'esperienza presbiterale, offrono uno strumento di riflessione non solo ai sacerdoti ma a chiunque desideri confrontarsi seriamente con il dramma dell'esistenza, sospesa tra «la tendenza disgregatrice che sentiamo in noi e nelle cose - è un'espressione potente di don Giussani, citata da don Manzi nelle sue profonde e attuali meditazioni - e l'esperienza sensibile della forza conservatrice di Dio che ci ha creati, lo Spirito di Dio... forza irresistibile di unità».
Prima opera teologica - scritta all'inizio del III sec. - espressamente dedicata allo studio dell'enigmatica figura dell'Anticristo. Questi è l'esatto contraltare di Gesù Cristo, al punto che la cristologia di Ippolito emerge spontaneamente dalla sua "anticristologia". Per Ippolito la vera differenza tra il Cristo e l'Anticristo sta nelle intenzioni dell'Avversario e nel modo con cui costruisce il suo regno del male. Invece, nelle forme in cui si presenta, l'Avversario fa tutto a somiglianza di Cristo per sedurre e ingannare. Seguono poi tre opere. "Omelia pasquale": non è di Ippolito, ma ha come fonte un'omelia di Ippolito. È un documento inestimabile: ci trasmette il modo penetrante e profondo con cui gli antichi cristiani vivevano e contemplavano il grande mistero della nostra fede. "Due discorsi sull'Anticristo", pungenti e ironici del cardinal Giacomo Biffi. È la prima edizione di "Cristo e l'Anticristo" con testo critico greco e traduzione a fronte.