"Via, lontano da me [...] perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato." (Mt 25, 41-44) "La Chiesa che è in Italia ha perso lo slancio che sostiene e rende vivo, credibile, l'annuncio del Vangelo. È vero: ci sono vescovi e preti che si impegnano e pagano di persona. Ma è la Chiesa italiana che non ha voce profetica, ripete schemi organizzativi, lancia sterili proclami. E sta ferma. Papa Francesco nella primavera del 2017 si è recato sulle tombe di due 'preti scomodi', Mazzolari e Milani. Ci sono voluti cinquant'anni perché la loro voce, che ha ridato ai poveri la parola, risuonasse forte nella Chiesa e nella società. Ma, ci sono ancora tanti poveri che non possono parlare, che sono costretti al silenzio. Mi riferisco agli sposi costretti a vivere quasi di contrabbando la paternità responsabile; ai divorziati e risposati, alla galassia di gay, lesbiche e transessuali che invocano, talvolta in maniera scomposta, il riconoscimento all'esercizio di una sessualità che allarga la sfera dell'amore umano, mi riferisco alle tante comunità ecclesiali che invocano un 'pastore"' che viva con loro, che non si limiti ad una fuggevole celebrazione di riti sacri (perché non riproporre l'esperienza dei probati viri uxorati?) Dovremo aspettare altri cinquant'anni? O lo Spirito suonerà la sua tromba e farà sentire forte il suo invito ad essere chiesa che cammina senza fare passi indietro?"
I quaderni Laboratorio di governo nascono dall'esperienza pluriennale della Scuola di governo avviata dai Curatori nel 2010 in collaborazione con l'Istituto di Teologia della Vita Consacrata, della Pontificia Università Lateranense, e l'Istituto giuridico claretiano in Roma. In questa Serie propongono una riflessione mirata e concreta per l'accompagnamento delle persone consacrate nell'esercizio dell'autorità. Il secondo numero della Serie si propone di approfondire il ruolo e la funzione del Capitolo generale, come momento in cui l'Istituto vive in modo eminente lo stile sinodale: l'impegno concreto del camminare insieme, di compiere scelte condivise nell'obbedienza corale allo Spirito Santo per la vita dei singoli e di tutto l'Istituto. Si invita a un governo animativo che sostenga il corpo comunitario a diventare sempre più "Chiesa dell'ascolto" nella consapevolezza che ascoltare «è più che sentire» (EG 171) e che dall'ascolto reciproco ciascuno ha qualcosa da imparare secondo intelligenza e anima.
Quel che sembra una contestazione alla nostra Chiesa in realtà è un invito a tutti a riflettere sul Vangelo e ad accettarlo – singoli e comunità – come norma di vita, come esercizio, a tutti i livelli, di un potere da vivere con spirito di servizio. Questo emerge nella preghiera conclusiva, dove si chiede scusa a chi si sentisse offeso, ma si auspica che “i poveri che leggeranno questo testo si rallegrino, si sentano interpretati, felici”; ed emerge anche dalle risposte cordiali, incoraggianti, che, prima il Cardinale Martini poi lo stesso Papa Francesco, tramite la sua Segreteria, han voluto dare, su questi temi, a don Vincenzo Zambello e alla sua comunità del Brasile.
“Grazie davvero per questo libro: farà del bene a chi lo legge con animo attento e sincero, e a tutta la Chiesa.” (Mons. Luigi Bettazzi)
Il testo fornisce un focus sulla visione della Chiesa evangelica e missionaria sognata dal Pontefice sia attraverso l’esame ecclesiologico dei suoi documenti più importanti sia attraverso una profonda riflessione sui suoi insegnamenti incentrati sul Vangelo della Misericordia. Nell’ottica dell’insegnamento ecclesiologico di papa Francesco è presente un capitolo sulla riforma della Chiesa oggi in atto e da lui fortemente voluta affinché essa, nello scorrere del tempo e nel mutare delle situazioni, possa rimanere «evangelica e trasparente al Dio misericordioso che la abita e la fa esistere».
Capitolo I: Ignazio di loyola e il “di più” del vangelo in un papa che si chiama Francesco
Capitolo II: Fedeltà creativa: la tradizione teologica, il vaticano II, la rilettura del vangelo nell’oggi
Capitolo III: Dire Dio oggi nel suo dirsi col vangelo di Gesù
Capitolo IV: Nella sequela gioiosa del vangelo per “generare relazioni nuove” nel mondo
Capitolo V: Quattro parole per la riforma della chiesa
Il card. Sarah - prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti - e il card. Müller - tra i massimi esperti in materia di dottrina della fede - affrontano in queste pagine un tema non scontato: la Chiesa può ancora oggi essere considerata madre e maestra? È una fonte di verità attendibile e certa? Negli ultimi anni sembra che questa antica sicurezza sia in qualche modo venuta meno, molte persone non credono più nella Chiesa pur rimanendo cattolici, a volte praticanti. Gli autori, commentando le parole del Credo, argomentano il fatto che un cattolicesimo senza Chiesa sarebbe inconsistente, impossibile e ci spiegano perché ancora oggi la Chiesa sia l'unico vero legame tra l'uomo e Dio.
Attraverso un lavoro storico-teologico nel cuore degli ultimi secoli viene riesaminato il concetto di Ecclesia semper reformanda. Punto centrale dell'analisi è Antonio Rosmini e il suo Le cinque piaghe della Santa Chiesa. In Rosmini il nodo teologico infatti è in grado di articolare una complessiva e organica proposta ecclesiale per il presente e per il futuro. Una delle fonti storiche usate da Rosmini è Louis Thomassin e la sua Ancienne et nouvelle discipline dell'Èglise. I due autori funzionano come lente per inquadrare i grandi problemi irrisolti della riforma della Chiesa oggi. L'attualizzazione di essi attraverso il pensiero di Giuseppe Dossetti chiudono il quadro del contributo proponendo sintetiche linee guida del percorso e strade possibili per il nostro futuro.
Si può ancora parlare di "laici", se il rapporto con il mondo e quindi l'indole secolare è caratteristica di tutta la Chiesa? La figura del laico cristiano è soltanto il frutto di una stagione teologica superata, o rappresenta una modalità tipica di realizzazione della vocazione cristiana? La laicità è un valore in se stessa o è una pura astrazione? Interrogativi a cui, in questo volume, si cerca di rispondere ripercorrendo la storia del modo nel quale i laici sono stati considerati nella riflessione ecclesiologica, per giungere alla conclusione che il laico è una figura teologica del tutto legittima, una forma particolare di realizzarsi della vocazione cristiana.
L’autore ha svolto in questa opera un ampio e ricco lavoro un dovizioso commento alla "Lumen Gentium" attraverso l’insegnamento di Giovanni Paolo II, che – nelle catechesi del mercoledì: dal 1991 al 1997 – “rilesse” la Costituzione conciliare, alla luce dell’esperienza e degli sviluppi intanto avvenuti. Questa ricerca ha preso vita durante i corsi di ecclesiologia tenuti ai seminaristi. Segno d’un insegnamento vivo, fecondo, approfondito e chiaro.
RIVISTA UFFICIALE DEL PONTIFICIO ISTITUTO TEOLOGICO GIOVANNI PAOLO II PER LE SCIENZE DEL MATRIMONIO E DELLA FAMIGLIA
Il PONTIFICIO ISTITUTO GIOVANNI PAOLO II è il luogo che Papa Giovanni Paolo II, di venerata memoria, ha voluto per approfondire tutte le tematiche, umane, filosofiche e teologiche, legate all’amore umano e alle realtà ad esso connesse, in particolare al matrimonio e alla famiglia.
ANTHROPOTES è la rivista che approfondisce, porta e diffonde nel mondo la ricerca che l’Istituto, su incarico del suo fondatore, porta avanti. Essa ha iniziato la pubblicazione come semestrale dal 1985. In essa vengono affrontate tematiche inerenti il progetto di Dio su persona, matrimonio e famiglia, trovando ispirazione e stimolo nel magistero, particolarmente ricco e fecondo, di Giovanni Paolo II. Leggerla e diffonderla significa dare continuità all’insegnamento di questo grande Papa, partecipare al dialogo culturale su temi di grande importanza per la vita della Chiesa.
SCOPO DELLA RIVISTA è infatti esplorare e diffondere la ricerca sul matrimonio e la famiglia, che, muovendo da un’antropologia adeguata, possa illuminare la verità dell’uomo e far conoscere i diversi apporti dell’indagine filosofica, teologica e delle scienze umane. La rivista ha un carattere prevalentemente monografico, trattando tematiche che nell’odierno contesto culturale o nel dibattito teologico, sono ritenute centrali, affinché, grazie anche all’approccio interdisciplinare, emerga l’originalità e la ricchezza della visione cristiana sul matrimonio e la famiglia.
Dove va la Chiesa cattolica? Quali percorsi sono possibili per il dialogo con il mondo, con le altre confessioni religiose, con le religioni monoteiste? Quali sono le strade per la riapertura di un dialogo nel postmoderno e alla fine delle ideologie? Che cosa ha il mondo da dire alla Chiesa? Domande
ancora oggi attuali su cui Ernesto Balducci si interrogava già cinquanta anni fa in questo testo inedito. Negli anni seguenti alla chiusura del Vaticano II, padre Balducci più volte si applicò infatti a una riflessione che rendesse i dettati del Concilio attuali, concreti, significativi per la Chiesa e la società.
ERNESTO BALDUCCI (1922-1992) ordinato sacerdote nel 1945, nel 1958 fonda la rivista Testimonianze, in cui emerge la sua riflessione sul cattolicesimo sociale e il desiderio di profonda riforma della Chiesa che vedrà realizzarsi con il Concilio Vaticano II. È condannato nel 1963 per apologia di reato in seguito alla difesa dell’obiezione di coscienza, destino che condividerà con don Lorenzo Milani.
Modulato nella successione di "Sognare la riforma", "Riforme nella Chiesa", "Riforme per la Chiesa", "Riforme di Chiesa", il volume percorre il contributo dato dalle donne all'istanza di riforma nell'arco del secondo millennio. Si tratta di riaccostare le utopie del passato remoto, così come del presente (La città delle donne, le donne della Riforma, la "Chiesa delle donne"), e di costatare le riforme promosse nella Chiesa dalle donne in età medievale, moderna, contemporanea (le donne del modernismo); di verificare l'incidenza dei progetti delle donne nella loro carica riformatrice a partire dalla profezia dei bisogni (la vita religiosa attiva), l'associazionismo femminile, le nuove ministerialità. Infine viene proposta la Riforma come istanza carismatica di conversione (M. Maddalena de' Pazzi) e come istanza di trasformazione strutturale. Il tutto nel quadro introduttivo, formulato da C. Militello, che spiega l'articolazione del volume, e di S. Noceti, che legge la riforma dialogando con le scienze sociali e le loro categorizzazioni. La conclusione, ancora a due mani, brevemente raccoglie quanto presentato e prova a disegnare un progetto operativo di riforma, nel quale interagisca una prospettiva di genere. Il principio ispiratore è che le donne hanno avvertito l'istanza della riforma, l'hanno promossa e talora messa in atto e di ciò occorre avere memoria. Le donne possono anch'esse interagire in un progetto di riforma efficace davvero, solo nella consapevolezza che la Chiesa è fatta di uomini e di donne e che la vera riforma passa anche dal reciproco riconoscimento e da un impegno e un progetto sinergico degli uni e delle altre. Il che comporta il coraggio di pensare in modo inedito la Chiesa del futuro.