Che cosa hanno detto i pensatori più autorevoli di tutti i tempi sul divino? Nei venticinque secoli trascorsi molti pensatori di diversa estrazione hanno espresso le loro idee su Dio. In questo libro l’americano Andrew Pessin ne prende brevemente in esame novanta, a cominciare dai filosofi greci Platone e Aristotele per finire con i contemporanei Daniel Dennett e Richard Dawkins. Molti filosofi ammettono la loro fede in Dio, soprattutto i più antichi e i medievali, altri la negano, altri ancora si collocano in posizione intermedia, ossia credono nella divinità, ma non nella sua perfezione e infallibilità.
Da qui alcune delle questioni fondamentali alle quali non è mai stata trovata risposta. Come si spiega il male nel mondo? Come si concilia l’onniscienza di Dio con il libero arbitrio dell’uomo?
Secondo Cicerone, se Dio conosce gli eventi futuri in anticipo, allora non è possibile sostenere che l’uomo sia libero: non avrebbe meriti quando compie il bene né colpe quando commette cattive azioni.
Per l’illuminista Voltaire la questione è: se Dio può fare miracoli e non interviene in difesa degli innocenti, possiamo ritenerlo onnipotente?
Secondo Kierkegaard invece, Dio non è conoscibile per mezzo della ragione. Il rapporto con la divinità è una questione di fede e di passione, e prescindedalla logica.
E così via, dalla dichiarazione di Nietzsche secondo cui «Dio è morto», all’affermazione di Paul Davies, sostenitore della tesi secondo cui la struttura dell’universo richiede un disegno intelligente, Dio Esiste? propone una serie di autorevoli teorie e riflessioni su un dibattito antico come il mondo stesso.s
È ancora possibile credere? Ha ancora un senso una vita di fede in un mondo come il nostro? Si può fare esperienza di Dio, incontrarlo, parlargli come si fa con un interlocutore vivo e intimamente presente? In Se il tuo cuore crede... Jean-Pierre Jossua risponde a queste domande non da grande teologo (qual è), ma raccontando con lucida affabilità e incredibile intensità la storia vissuta della sua fede amante, della sua scoperta di Dio. Ne viene fuori un libro bellissimo, di eccezionale attualità, aperto e disponibile ad accogliere le domande di ogni credente e la ricerca di ogni uomo. Per questo, ogni pagina di Se il tuo cuore... sembra come attraversata da un fluido impalpabile, dall’aria inconfondibile di una fede passata al vaglio, posta al di là di ogni illusione, pienamente umana e dunque pervasa dall’alito del divino. A partire dal racconto di fede e dall’esplorazione sottile del senso del ‘fidarsi’, il libro si confronta con i grandi testi della tradizione biblica e patristica (la prima lettera di Giovanni e Agostino su tutti) e finisce con la preghiera, umile e accorata, di un credente che mentre adora e loda il suo Dio, non smette di inquietarlo e di lottare con Lui dinanzi al mistero del male e della morte. Perché la memoria inesausta dell’esistenza e del dolore dei fratelli mantiene un primato nel cuore di chi ha appreso, alla scuola di Abramo e di Mosè, quella solidarietà con il destino del mondo culminata nell’incarnazione e nella croce di Gesù di Nazareth.
L’Autore, medico psichiatra, analizza in questo testo le domande più frequenti che l’uomo si pone sull’esistenza e, in una prospettiva della ragione, offre interessanti riflessioni.
Vi può essere una fede in Dio fondata sulla razionalità? Può credere in Dio chi si fida della sola ragione?
Si può credere razionalmente? Essere o credenti ed essere razionali è una contraddizione insuperabile? Vi sono vie razionali per conciliare la fiducia in ciò che è verificabile e la fede in Dio? L’autore muove dalla prospettiva della ragione per verificare se le posizioni del credente e del non credente siano inconciliabili, o se l’uso della ragione non permetta di individuare una base comune su cui fondare razionalmente il discorso sul senso dell’esistenza.
Descrizione dell'opera
Nella società occidentale cresce l'indifferenza nei confronti di Dio e della religione, ma è contemporaneamente in atto un risveglio religioso imprevisto e sorprendente, seppure carico di soggettività e privo di riferimenti veritativi. Alla comunità cristiana si pone la questione di riproporre il messaggio evangelico in maniera comprensibile, credibile e fruibile, non solo come una preziosa eredità del passato, ma come una convincente risposta ai desideri, alle aspirazioni dell'uomo d'oggi e ai gravi problemi che l'assillano.
Quale figura di Chiesa e, più in particolare, di parrocchia si va delineando e come è necessario operare perché si realizzi una risposta socialmente rilevante alle attese dei nostri contemporanei? A partire da questa domanda si sviluppano le tre parti del volume, che prendono il via da un'attenta disamina della situazione attuale per passare a un invito a ridire Dio in modo chiaro e persuasivo e infine concludere concentrandosi più esplicitamente sulla parrocchia, luogo reale dell'evangelizzazione.
Sommario
Introduzione. I. Cultura ed evangelizzazione. 1. L'antropologia cristiana a confronto con lo scientismo, il neopositivismo e il neopaganesimo contemporanei. 2. L'uomo di oggi e le domande religiose. 3. La crisi e la rinascita del cristianesimo in prospettiva culturale. 4. La rievangelizzazione è improrogabile. II. Il primato di Dio (Prima di tutto Dio). 5. Ritornare a Dio. Un invito, un progetto. 6. Gesù Cristo e il presbitero. Chi dite che io sia? 7. Il cristiano al servizio della parola di Dio. 8. La religiosità popolare nella Chiesa cattolica. III. La comunità cristiana. 9. La parrocchia domani. Brevi considerazioni teologiche. 10. La Chiesa è soggetto indispensabile del «primo annuncio». 11. I laici e la costruzione della comunità ecclesiale. 12. La politica e i cristiani. È possibile dare un'anima alla politica? Fonti.
Note sull'autore
Paolo Selvadagi, sacerdote della diocesi di Roma, è parroco e docente alla Pontificia Università Lateranense (corsi di Critica della religione nel pensiero moderno e contemporaneo, Introduzione alla filosofia, Teologia delle religioni e del dialogo interreligioso), consultore della Congregazione per l'Educazione Cattolica, dei Seminari e degli Istituti di Studi, del Pontificio Consiglio del Dialogo interreligioso. Ha pubblicato: Il giovane Schleiermacher. Individualità e religione, Roma 1984; Cristianesimo e religioni. Saggi teologici, Roma 1998; Teologia, religioni, dialogo, Roma 2009. Collabora con il Centro di Orientamento Pastorale (COP) e con la redazione della rivista «Orientamenti Pastorali».
La necessità di ricalibrare il concetto di rivelazione è un dato ormai acquisito per la Teologia Fondamentale contemporanea, anche per il rinnovato vigore profuso dal Vaticano II.
È convinzione diffusa che la carità consista nel fare l’elemosina. Talvolta è anche identificata con l’altruismo o con l’umana simpatia che si nutre per alcune persone. Ma per sapere davvero cos’è la carità, occorre tornare alle fonti: alla rivelazione biblica. Scopriamo così che essa è anzitutto l’identità stessa di Dio: Dio è amore, 1 Gv 4,8. Essa è poi l’amore con cui Dio ci ama e che rende noi capaci di amare lui e il prossimo: Poiché io ho amato voi, anche voi amatevi gli uni gli altri, Gv 15,12.
Donando a noi la carità, Dio ci fa partecipi della sua stessa potenza di amore, elevando la nostra volontà e rendendo noi capaci di amare realmente nel modo in cui lui ama. Vivere questa virtù teologale, con le sue manifestazioni di gioia, benevolenza, elemosina, servizio e apostolato, sembra quindi l’unico modo ragionevole di corrispondere a quell’amore così grande che abbiamo ricevuto.
Descrizione dell'opera
In una società secolare, in cui la cultura e i linguaggi si trasformano, la formulazione tradizionale della fede cristiana risulta spesso inefficace. E le domande ultime dell'esistenza umana rischiano di restare senza risposta.
I figli della tecnologia e della secolarità non abitano più i linguaggi antichi del cristianesimo, diventato, per molti, estraneo e pietrificato. L'autore intende farsi interlocutore degli uomini che abitano un mondo trasformato, spesso smarrito e senza radici, con i suoi enigmi e il suo mistero… Con una convinzione: ciò che chiamiamo «parola di Dio» è una parola radicalmente umana, addirittura la più umana che possa esistere, portatrice di vita nelle nostre vicende difficili o felici.
Christoph Theobald spiega le condizioni per trasmettere un Vangelo di libertà per tutti e mostra come dire oggi, nella trama delle Scritture, le sue dimensioni antropologiche e cristiane.
Sommario
Introduzione. I. La fede in Cristo: trasmettere l'intrasmissibile? Cosa ci insegna il «passatore» di Galilea? Come nasce la fede in Cristo? Credere in Cristo: le condizioni di una trasmissione riuscita. Possibilità, difficoltà e promesse per la Chiesa nella società. II. Accedere alla coscienza del peccato. La rivelazione del peccato. Un'esperienza universalmente accessibile. III. Il Vangelo della libertà. In ascolto della Scrittura. Punto di partenza: la chiamata alla libertà (Gal 5,13). Alla scuola del Maestro. «Prendi il largo…» (Lc 5,4). IV. «Testimoni del Risorto». Avete detto Risurrezione? Un modo di procedere nella trama dell'opera lucana. Discernere le esperienze di risurrezione. La pedagogia del Risuscitato. V. Per una intelligenza interiore del mistero della Trinità. Una difficoltà. Dio, «mistero» della storia. Perché «tre»? Paesaggio spirituale. VI. Il futuro della creazione. Un paesaggio culturale favorevole alla scoperta del mondo come creazione. Dal nulla e per nulla… VII. Leggere i «segni dei tempi». A proposito della dimensione sociale e politica della fede. Conclusione. La promessa dell'altro.
Note sull'autore
Christoph Theobald, gesuita, è nato a Colonia. Professore di teologia fondamentale e dogmatica al Centre Sèvres di Parigi, è direttore di «Recherches de Science Religieuse». Tra le sue pubblicazioni: Le canon des Ecritures: études historiques, exégétiques et systématiques, 1990; La Pensée musicale de Jean-Sébastien Bach. Les chorals du Catéchisme, 1993; Histoire des dogmes. IV: La Parole du salut, 1996 Présences d'Evangile. Lire les Evangiles et l'Apocalypse en Algérie et ailleurs, 2003; Le péché originel. Heurs et malheurs d'un dogme, 2005. Presso le EDB ha pubblicato: La Rivelazione, 22009; Il cristianesimo come stile. Un modo di fare teologia nella postmodernità (2 voll.), 2009.
Il testo, apparso in Spagna a puntate sulla rivista francescana Arantzazu, nasce dalla volontà dell’Autore di avvicinare e, prima ancora di “avvicinarsi a”, coloro che, allontanatisi da una fede cui erano stati iniziati da bambini, hanno tuttavia mantenuto un legame con essa:“So che dentro di voi la fede in Dio non si è spenta. In molti continuate ad ammirare Gesù, anche se forse non lo conoscete bene né pensate a lui spesso.Avete fatto la cosa più facile: mettere da parte una religione che non vi aiutava a vivere meglio”.
Nato dall’esperienza diretta dell’Autore, dal suo confronto con chi gli ha confidato i propri dubbi e pregiudizi, la voglia di riavvicinarsi ma di non sapere come, il desiderio di credere ma al tempo stesso il rifiuto verso le credenze e le pratiche di altri tempi, questo volume accompagna in un cammino molto concreto, che muove dal “basso”, dalla “terra”, dalla vita del lettore:“Non vi voglio esporre dottrine teoriche.Vi parlo con il cuore in mano, cercando di entrare in sintonia con quanto state vivendo nel profondo del vostro cuore.Vi voglio solo suggerire alcuni passi per imparare a vivere e a sentire Dio in maniera diversa”.
Il testo è corredato da allegati:
per orientare gruppi di ricerca con pratici suggerimenti (spunti di riflessione, preghiere, domande provocatorie);
per aiutare i credenti che desiderano animare questi gruppi; Chiude il volume una sezione di testi presi dai Salmi e divisi per argomenti.
Punti forti
La preparazione culturale e l’esperienza maturata in diocesi dell’Autore.
Un linguaggio chiaro, diretto, concreto, volto a comprendere e ad accompagnare il lettore nella ricerca, nei dubbi, nella “fatica di credere”.
Utili allegati per animare “gruppi di ricerca” nelle parrocchie: preziosi suggerimenti per far riflettere e introdurre alla preghiera; linee guida che orientano concretamente il cammino dei “lontani”, in gruppo e singolarmente.
Il volume si inserisce nel filone esplorato dal documento presentato della Conferenza Episcopale Italiana: Lettera ai cercatori di Dio.
Destinatari
Per chi desidera riavvicinarsi alla fede ma non sa da dove iniziare.
Per chi opera in parrocchia, per chi segue gruppi di adulti desiderosi di riavvicinarsi alla Chiesa.
Autore
José Antonio Pagola è stato vicario episcopale della diocesi di San Sebastián per oltre venti anni.Attualmente è direttore dell’Istituto di Teologia e Pastorale di San Sebastián, e condivide la sua fede e la sua ricerca con gruppi di credenti e di lontani. È autore anche di numerose pubblicazioni tra le quali ricordiamo Jesús. Aproximación histórica, 2008, nove edizioni in Spagna con PPC, tradotto in italiano da Borla, Gesù. Un approccio storico, Roma 2009.
"Quanto più seriamente si prende in considerazione Dio, tanto più seriamente si prende in considerazione l'uomo". In questa lapidaria espressione si potrebbe sintetizzare l'itinerario teologico di Emil Brunner (1880-1966), il teologo riformato svizzero che ha segnato i passaggi cruciali della teologia protestante del '900. Dopo un avvio nel movimento della teologia dialettica, Brunner si lascia gradualmente pervadere dalla preoccupazione di parlare di Dio all'uomo contemporaneo. Si prefigge pertanto l'obiettivo "missionario" di attualizzare la rivelazione nel momento storico contingente, facendo interagire la parola di Dio con la realtà vissuta: la teologia, infatti, non può ignorare le domande dell'uomo contemporaneo. Da tale intento nasce la comprensione del duplice compito della teologia: quello apologetico (il nome scelto è eristica per richiamare la caratteristica dialogica di questa "nuova" apologetica) e quello dogmatico. Se il secondo si impegna a presentare la dottrina cristiana all'interno della comunità cristiana, il primo si occupa delle questioni di fede che si pongono al di fuori della medesima comunità e tende ad agganciare l'uomo offrendogli le risposte di senso che vengono dalla fede.(Giacomo Canobbio)
L'opera, organizzata in due volumi, presenta il punto più avanzato del pensiero del grande teologo. Egli propone una definizione e un ruolo del cristianesimo, nonché una discussione sul senso del fare teologia all'interno della modernità. Finora la Chiesa e la teologia hanno pensato la fede come un contenuto da trasmettere: modello che ha funzionato positivamente nelle società tradizionali. La modernità e la postmodernità hanno tuttavia introdotto delle trasformazioni interne all'identità cristiana che non riguardano più questo o quel punto della sua dottrina ma, più radicalmente, la sua stessa forma. Theobald manifesta un approccio alla tradizione cristiana in cui la categoria dello stile esprime al contempo il contenuto e la forma della fede in quanto principio regolatore della presenza del cristiano nel mondo. Le sue pagine vivono del fascino e della difficoltà di coniugare assieme il concetto di stile e l'identità cristiana, nella consapevolezza che definire il cristianesimo come stile comporta sia una riflessione epistemologica sul modo di fare teologia, sia una diagnosi teologica del momento attuale con le discussioni su modernità e postmodernità.
Rimettere Dio al centro della nostra vita e' assolutamente necessario e indispensabile, poiche' solo una laicita' ''sana e positiva'', che tenga sempre presente la figura di Dio nelle nostre azioni, puo' portare alla realizzazione del bene comune.