La storia del cristianesimo in Cina, la "febbre cristiana" e i "cristiani culturali" di Pechino, la fede che conquista molti giovani nelle università si Shanghai e dintorni, la tensione tra la Cina e il Vaticano, il possibile dialogo tra il Regno di Mezzo e la Santa Sede per costruire una "società armoniosa"... Un cattolico cinese parla del suo Paese, della sua fede, della sua Chiesa: le sorprese non mancano. "Questo è un libro utile, che aiuta a spazzare via molti luoghi comuni, frequenti in chi guarda la Cina da lontano. Apre nuove prospettive alla solidarietà verso i cattolici cinesi, che continuano a vivere in una situazione non facile" (Agostino Giovagnoli)
In questo volume vengono presentati i risultati dei lavori della Commissione "Chiesa e Stato in Svizzera" istituita dalla Conferenza dei Vescovi Svizzeri nel dicembre 2008. Tutti i contributi si basano sulla convinzione che il sistema svizzero di corporazioni pubbliche è di notevole valore ma che può e deve essere oggetto di miglioramenti. Ciò vale non solo rispetto all'ecclesiologia del Concilio Vaticano II, ma anche e soprattutto alla luce dei nuovi sviluppi del diritto ecclesiastico. In realtà, si sta diffondendo un po' ovunque in Europa il cosiddetto "diritto delle regioni", ovvero un diritto pubblico o privato dello Stato che riguarda appunto le regioni e non solo le Chiese. Pertanto, il presente studio si dimostra di grande interesse non soltanto per la Svizzera, e di immediato riflesso per la Germania e l'Austria, ma anche per gli altri paesi europei, in vista di una maggiore conoscenza di tali problematiche e di un utile aggiornamento nel campo del diritto ecclesiastico.
Il volume, curato da Libero Gerosa, contiene i contributi di Hans Feichtinger, Philippe Gerdaz, Martin Grichting, Yvo Hangartner, Claudius Luterbacher-Maineri, Paul Weiber, Rudolf Wurmli, cui si aggiungono quelli dello stesso curatore.
Le relazioni tra Repubblica Popolare Cinese e Chiesa Cattolica stanno vivendo una nuova stagione. In tale contesto, è sembrato utile divulgare il testo delle Facoltà speciali che sono state concesse nel 1978 dall'allora Congregazione di Propaganda Fide ai sacerdoti e ai fedeli dimoranti in Cina, testo rimasto finora a disposizione di pochi e che ora viene pubblicato nell'originale in lingua latina e nelle versioni italiana, inglese, francese e cinese. Sulla scorta di tale testo, e dei qualificati studi che l'accompagnano, sarà possibile non solo avere uno spaccato della situazione storico-ecclesiale e dei mutamenti avvenuti, ma anche verificare un esempio di inculturazione nel processo di radicamento della Chiesa in Cina. Si tratta di un contributo di documentazione e riflessione senz'altro utile al dialogo tra la Santa Sede e il Governo civile.
Il percorso di lettura che viene proposto nel volume si articola in tre parti. La prima, Le grandi religioni monoteiste, comprende due contributi, rivolti rispettivamente alla spiritualità ebraica e a quella musulmana. La seconda parte, Alcune esperienze contestuali, è dedicata alle religioni tradizionali africane, al mondo indù e a un'esperienza di spiritualità occidentale. La terza e ultima parte, "Dalla fenomenologia alla riflessione teorica", prende il via dall'idea che la spiritualità è sempre in rapporto alla vita e alle concezioni del mondo, oltre che in dialogo con la cultura, proponendo alcuni momenti di riflessione: sulla creazione di identità progettuali aperte; sulla spiritualità della vita conviviale; sulla trasformazione della storia umana in storia di liberazione e riconciliazione.
Il volume affronta le questioni inerenti all'azione missionaria. Nella prima parte si esaminano approfonditamente i dodici canoni (cann. 781-792) del CIC/83, con qualche riferimento al CCEO/90, che strutturano e regolano la missio ad gentes, al fine evitare dei disordini nell'adempimento di tale servizio. La seconda parte mette in luce alcune attuali sfide relative all'annunzio del Vangelo, dalla formazione dei missionari al loro sostegno economico.
Le questioni sollevate in questi saggi riguardano un ampio genere di argomenti: storia, teologia, liturgia, l’ordinamento canonico della vita ecclesiale, il movimento ecumenico e la missione. Un interrogativo di fondo, da cui nascono tali questioni, dà loro una interiore unità e coesione: qual è il destino della Chiesa ortodossa nell’epoca contemporanea, in un mondo e una cultura radicalmente diversi da quelli che hanno plasmato la mentalità ortodossa, le forme di pensiero e gli stili di vita del passato.
Il grande continente americano, plurale nei suoi popoli, religioni e culture è fonte di grande riflessione: per la complessa identità, per il cammino della sua storia e per le dinamiche attuali tra globalizzazione e percorsi locali. È un Continente dove colonizzazioni, deportazione di schiavi e continue migrazioni hanno fuso o anche solo mescolato, tra numerosi conflitti e ibridazioni, popolazioni e culture autoctone, europee, africane e anche asiatiche. Il volume raccoglie i contributi di esperti e protagonisti della vita culturale, sociale e religiosa americana sui seguenti temi: l'America tra culture indigene, meticce e migranti. Contaminazioni, inter cultura, culture globali; culture americane ed esperienza cristiana; società urbane e megalopoli; mass Media e New Social Media. Nuove strategie e frontiere della comunicazione; beni comuni e progresso sostenibile. L'ambiente come valore, risorsa e merce; la convivenza delle religioni. I nuovi paradigmi dell'incontro nel dialogo interreligioso; la fede oggi fra domande nuove e antica sapienza. Le teologie, la comunità e la sfida dell'evangelizzazione.
L'esercito mongolo guidato da Ögödei, terzogenito di Gengis Khan, diede inizio all'invasione dell'Europa alla fine dell'anno 1236. Dopo aver devastato le popolazioni di Ungheria, Bulgaria, Russia e Ucraina, gli invasori erano penetrati nel territorio austriaco arrivando fino ai confini del Friuli. La conquista dell'intero continente, allora diviso in numerosi regni e indebolito dal contrasto tra papato e impero, si interruppe inaspettatamente alla fine del 1241 con la morte di Ögödei. Poco più di tre anni dopo, papa Innocenzo IV decise di inviare ai Tartari un'ambasciata di pacificazione e investì del compito il socievole e colto frate umbro Giovanni da Pian del Carpine, uno dei primi seguaci di san Francesco. Accanto alla missione ufficiale, egli era incaricato di raccogliere il maggior numero di informazioni sul misterioso popolo dei mongoli e soprattutto sul segreto della sua forza militare. L'avventuroso viaggio via terra iniziò da Lione il 16 aprile 1245, ma solo alla fine dell'anno successivo il frate riuscì a consegnare la missiva del Papa al Gran Kahn. La missione del primo europeo a essere ricevuto nel cuore del potere tartaro terminò solo alla fine del 1247: oltre alla risposta negativa dei mongoli, frate Giovanni portò in Europa un prezioso resoconto sulla geografia, la storia, la civiltà e la vita quotidiana di un popolo bellicoso allora pressoché sconosciuto.
"Nella casa del missionario ci vive il regno animale e il regno vegetale, scarseggia il regno minerale, come il platino, l'oro, l'argento. C'è però una perla. Ci credete? La perla sono io". Così si presentava il Beato Clemente in un articolo pubblicato negli anni venti del Novecento, quando viveva a Monglin in un capannone di fango e paglia, abitato da legioni di insetti, lucertole, granchi, topi e l'erba cresceva nel pavimento di terra battuta, persino sotto la sua branda militare. Ecco, questo libro tenta di penetrare nella personalità di un tipo così originale; e nella sua "spiritualità", anche questa originale e quasi all'opposto di come altri santi vivevano il cammino verso l'unico modello, il Signore Gesù Cristo. La Chiesa ha proclamato Beato Clemente Vismara, ma com'era possibile quando sia nel seminario diocesano di Milano, che in quello teologico del Pime, i superiori volevano mandarlo via perché era "indisciplinato" e "non adatto ai sacrifici di un sacerdote"? Quando poi aveva 86 anni, padre Clemente diceva: "E pensare che nella mia vita missionario ho fatto tanti sacrifici che bastano per una decina di preti". Il messaggio di Clemente è questo: "La vita missionaria è bella, solo se la si dona". Questo libro è scritto specialmente per i giovani alla ricerca di un ideale per spendere bene la propria vita. Come Clemente Vismara, se il Signore vi chiama, non ditegli di no: avrete una vita faticosa ma piena di gioia, per aver fatto "felici gli infelici".
La chiesa coreana è l'unico esempio di evangelizzazione partita non da missionari religiosi ma da semplici uomini di cultura autoctoni, e il ruolo svolto dai laici coreani non ha eguali. Dalla fine del diciottesimo secolo, poi, il cattolicesimo trovò terreno fertile soprattutto tra le classi meno abbienti e le categorie più indifese (donne e contadini) alle quali il cristianesimo riservava un trattamento egualitario. Tutto ciò finiva per rompere i rigidi schemi di casta della società del tempo, per cui il cristianesimo entrò immediatamente in conflitto con le autorità: da qui una lunga serie di persecuzioni che portarono alla tortura e all'uccisione di migliaia di martiri. Oggi il cattolicesimo in Corea sta vivendo un periodo di grande fertilità, e la visita di papa Francesco è motivo di grande gioia e nuovo fervore.
Papa Francesco visita la Corea del Sud dal 14 al 18 agosto 2014. Fra i propositi che spingono in Asia il pontefice venuto "dalla fine del mondo" vi è il desiderio di dialogo con i giovani dell'Asia, vero motore dell'evangelizzazione mondiale, e il rilancio dell'azione missionaria della Chiesa coreana, sostenuta dalla testimonianza dei martiri. Diventa fondamentale capire quali siano le sfide della Corea, Paese "del calmo mattino" in bilico fra democrazia e dittatura, sviluppo economico e disparità sociale, impegno civile e guerra fredda, tradizioni religiose e materialismo. Uno sguardo all'interno di una delle società e Chiese più vive dell'Asia. Il libro, corredato di una introduzione del segretario di Stato Cardinale Pietro Parolin, indica quali sono le sfide che la chiesa deve affrontare in Asia e nel lontano oriente e i motivi del viaggio di Papa Francesco.
Sobrietà, rispetto dell'ambiente, ritmi più lenti, relazioni più umane? Verso questi "nuovi stili di vita" molti credenti e non credenti camminano assieme da tempo. Ma, per un cristiano, questa può essere anche una scelta di fede? Certamente, risponde l'autoore. È l'ora di passare dal "primato della morale" al "primato della fede". Di attrezzarsi con una spiritualità che attinge a fonti bibliche ed ecclesiali, ma anche "trasversale, ossia di tutti, anche degli atei". Prefazione di Rosanna Virgili.