
Questo libro mette a tema la questione del linguaggio religioso e vuoi suggerire un modo di dire Dio che sia radicalmente non violento. Perché la Parola di Dio possa risuonare carica di senso è necessario deporre le pietre. L'allusione è a un racconto del Vangelo (Gv 7, 53-8, 11): una donna, sorpresa in adulterio, rischia di essere lapidata da un gruppo animato da zelo religioso; ma, proprio quando tutto sembra ormai perduto, di fronte a una parola autorevole e sorprendente di Gesù, sopraggiunge nel cuore di ciascuno un barlume di umanità e di verità religiosa. Deporre le pietre è necessario perché il dire religioso abbia senso. Allora come oggi.
Descrizione dell'opera
In questo inizio millennio gli autori individuano due emergenze di notevole portata per la Chiesa italiana: una relativa all’educazione, ovvero alla capacità da parte degli adulti di accompagnare il processo di crescita delle nuove generazioni; l’altra relativa alla pastorale, cioè alla capacità della comunità ecclesiale di sostenere il cammino di maturazione dei propri membri nella fede.
Il volume è un percorso di riflessione e di strategia attuativa che pone in relazione educazione e pastorale, nell’intento di verificarne la reciproca utilità, nonché la possibilità di essere l’una per l’altra stimolo di autentica realizzazione. E lo fa utilizzando ampiamente i suggerimenti che emergono dai contributi presentati al Convegno ecclesiale nazionale di Verona.
Evangelizzare educando potrebbe essere lo slogan che declina l’impegno della nuova evangelizzazione: annunciare la Buona novella privilegiando un’azione educativa che promuova a un tempo l’umanità e l’identità cristiana. Elemento centrale della riflessione è la parrocchia, chiamata a realizzare un «laboratorio educativo» a cui tutti possano ricorrere per un aiuto e insieme contribuire per offrire un servizio educativo che ricalchi l’azione pedagogica di Dio.
Sommario
Introduzione: la pastorale come «arte» della comunità educante. 1. Rampa di lancio: la pedagogia di Dio. 2. Una ricognizione delle esperienze attuali e dell’identità educativa delle comunità ecclesiali. 3. La comunità ecclesiale è comunità educante se... 4. Il «qui e ora» dell’animazione educativa. 5. La parrocchia soggetto comunitario di una pastorale incentrata sull’educazione. 6. Le attenzioni e le scelte educative della pastorale parrocchiale. 7. Gli orientamenti operativi: alcune proposte concrete. 8. Gli educatori ecclesiali: vocazione e ministerialità educativa nella comunità locale. Conclusione. Bibliografia.
Note sugli autori
Vito Orlando, sacerdote salesiano, ha lavorato per vent’anni a Bari, nel Centro pedagogico salesiano meridionale, di cui è stato per dieci anni direttore. Nel lungo servizio alle strutture salesiane e alle Chiese del Sud Italia ha realizzato, insieme con Marianna Pacucci, numerosi studi e indagini per conto di istituzioni civili e religiose, accompagnandole nella loro missione educativa e pastorale. Dal 2000 insegna alla Facoltà di scienze dell’educazione dell’Università Pontificia Salesiana, ove attualmente è ordinario di pedagogia sociale, direttore dell’Istituto di metodologia pedagogica e coordinatore del corso di laurea di pedagogia sociale.
Marianna Pacucci ha collaborato con la cattedra di sociologia presso l’Università di Bari e con il Centro pedagogico salesiano meridionale di Bari. Si è occupata di famiglia, giovani, scuola, parrocchie e diocesi, con ricerche confluite in una trentina di pubblicazioni.
Insieme, i due autori hanno pubblicato alcuni importanti contributi e sintesi per individuare prospettive educative e pastorali nella Chiesa italiana e in particolare nella realtà meridionale.
Il libro e' un'antologia delle lettere pastorali e documenti dei vescovi cattolici dell'Eritrea. Il volume e' in lingua inglese e tigrina.
Rendere la Chiesa un centro di dinamismo culturale, laboratorio effettivo di proposte e di percorsi antropologici e sociali: questo è il grande stimolo che muove il lavoro della Sala della Comunità. Prefazione di Dario E. Viganò.
Dopo il concilio Vaticano II è cresciuta la consapevolezza del ruolo dei battezzati nella partecipazione alla missione della Chiesa e si sono prodotte ambiguità, contrapposizioni, interferenze. Il contributo del presente volume consiste nell’indagare la valenza di «collaborazione» e «cooperazione» dei fedeli laici nella pastorale, ipotizzando una modalità di partecipazione alla cura pastorale nella figura di un “gruppo/équipe di animazione pastorale”. Già il Concilio riconosceva ai fedeli il diritto/dovere di partecipare attivamente alla vita ecclesiale, senza che questo agire supplisse ai ministri ordinati. E se oggi sono numerose le “forme ministeriali” esercitate, sono tuttavia innegabili le difficoltà in ordine alla determinazione delle funzioni e dei ruoli svolti dai laici e al rapporto con i ministri ordinati.
Destinatari
Studenti di teologia e di ISSR. Ma anche quanti sono impegnati in parrocchia.
Autore
LIVIO TONELLO, sacerdote della diocesi di Padova, ha conseguito di recente il dottorato in teologia alla Pontificia Università Lateranense in Roma.
Il libro si sofferma ad analizzare la prassi omiletica nel contesto attuale della comunicazione massmediale che si stabilisce sempre piu' come sistema di relazione privilegiato.
Un originale e utile sussidio per scoprire o riscoprire il significato dell'amore e del matrimonio. Il volume entra nel bazar delle "parole d'amore" cercando di scoprirne il tesoro nascosto da portare alla luce. L'opera si presenta come un seguito di tante parole (schede) isolate e nello stesso tempo raccolte come temi di un particolare campo. Tutte le parole si trovano a loro volta raccolte sotto tre parole che indicano i grandi momenti di un cammino: riflettere, progettare, celebrare. Chi ha curato le singole parole (schede) si è preoccupato di cercare che cosa dice il vocabolario, di interrogare gli usi, le tradizioni, l'esperienza, i sentimenti e, non ultimo, la Bibbia per arrivare a delinearne il significato antropologico, biblico e liturgico.
La storia dell'educazione, della pedagogia e della didattica speciale per sordi è costellata da un gran numero di insigni benefattori, pedagogisti e pedagoghi, che in breve tempo hanno permesso ai sordi di riscattarsi e di reinserirsi nella società a pieno titolo. Tra questi Tommaso Pendola.