Sulla scia dell’ipotesi presentata da papa Francesco di un diaconato femminile e del matrimonio per i preti l’autore racconta la storia di una ragazza figlia di un parroco.
AUTORE
Mons. Dario Rezza, Canonico di San Pietro in Vaticano, teologo, filosofo, scrittore e poeta.
In questo volume l’autore racconta la storia di Carmela, una semplice ragazza accompagnata nel suo percorso di vita dalla guida di un angelo che le appare in sogno.
AUTORE
Mons. Dario Rezza, Canonico di San Pietro in Vaticano, teologo, filosofo, scrittore e poeta.
«L'irrompere imprevisto e imprevedibile della realtà, con la faccia del Coronavirus.» Questo è il presente, quello che tutti ci siamo ritrovati a vivere, con il quale dobbiamo fare i conti ogni giorno, che ha generato in noi domande inattese e ci ha condotto verso pensieri e paure che non sapevamo neppure di avere. Ci siamo resi conto di vivere in una "bolla", in cui, inattaccabili, avevamo aggiogato le sfide della vita, e ora, ci ritroviamo più vulnerabili che mai. Di fronte a tutti questi sentimenti si è riscoperta la dimensione dell'affettività, del silenzio e della condivisione, tre parole cruciali nella riflessione in cui qui è impegnato Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, che, ricordando anche il discorso ultimo del Papa, rivendica il valore della fragilità umana come strumento per «tirarci fuori dal torpore in cui viviamo di solito». Qui il teologo propone una riflessione intensa e profonda sul tipo di esistenza che vivevamo e che ci troviamo a vivere ora, connotata da parole di grande conforto, e volta a riconoscere, pur in queste circostanze, le possibilità che la realtà ci offre nel percorso di crescita e maturazione personale, dove grazie all'isolamento forzato si sta avendo modo di riscoprire la compagine umana. E nel suo discorso Carrón illustra tutta la portata della presenza di Dio in un momento di gran confusione per le nostre vite, e quanto l'esperienza cristiana sia tornata a farsi forte nel valore di testimonianza di fede, ritenendo che «più di qualunque discorso rassicurante o ricetta morale, quello di cui abbiamo bisogno è proprio di intercettare persone in cui possiamo vedere incarnata l'esperienza di vittoria contro la sofferenza e il dolore, in cui è testimoniata la nostra esistenza».
La primavera del 2020 passerà alla storia per la pandemia provocata dal virus COVID-19. L'umanità sta sperimentando un momento incredibile di sbandamento. In questo desolato scenario i tre autori (un italiano, un inglese e uno spagnolo) affrontano una domanda antica valida per lettori cristiani e non cristiani: qual è l'unico conforto in vita e in morte? Ne viene fuori un libro sulla speranza: su come scorgerla in mezzo alla pandemia (P. Martinez); su come viverla nel tempo della crisi (J.Lamb): su come proteggerla contro le insinuazioni della sofferenza e del male (G.C. Di Gaetano).
Siamo in un tempo di grande apertura culturale, ma anche di grande smarrimento morale,intellettuale, religioso e spirituale. L'autore propone una ricerca a tutto campo, spaziando nei domini di quelle che un tempo si distinguevano come scienze della natura e scienze dello spirito, ma che, oggi, giustamente appaiono profondamente interconnesse, tanto da non essere spesso neppure più distinguibili distinguibili. L'autore ci aiuta ad attualizzare un dibattito che non ha mai abbandonato l'umanità in cerca di risposte ai grandi interrogativi della vita.
"Non posso dimenticare le ascese giovanili in Grigna passando dalla cresta Segantini... Credo che la via della Chiesa di oggi sia una via stretta: la chiamerei la via del crinale." È lucido e consapevole, ma pieno di speranza, lo sguardo con cui il cardinale Angelo Scola racconta la sua vita, la Chiesa e l'Italia, nella profonda e sorprendente conversazione con Luigi Geninazzi: dalla riscoperta della scelta cristiana nell'adolescenza alla militanza in Comunione e Liberazione in fecondo dialogo con il "genio educativo" di don Giussani, e dalle incomprensioni con qualche autorità ecclesiastica milanese all'amicizia con Giovanni Paolo II che lo nomina vescovo a soli quarantanove anni. Non mancano ricordi personali e collettivi, dal travaglio della lunga malattia e dall'esperienza della psicoanalisi al passaggio tra il papato di Ratzinger, a cui fin dall'avventura di "Communio" lo lega una intensa amicizia intellettuale, e quello di Bergoglio, definito "un salutare colpo allo stomaco per le Chiese d'Europa". Al centro di questo ricco affresco di aneddoti e riflessioni si staglia una domanda cruciale: a che punto è la Chiesa di oggi? Tra chi riduce il cristianesimo a semplice religione civile e chi propone un puro ritorno al Vangelo, il cardinale indica una "terza via" che è quella delle implicazioni dei misteri della fede. E dell'impegno fattivo dei credenti per contribuire, ripartendo dalla fede, alla "nascita di una nuova Europa, inevitabilmente meticcia ma non per questo senza più identità".
C’è compatibilità tra scienza sperimentale e fede in un Dio Creatore? Se ne dibatte spesso in vari ambiti specialmente in quello filosofico. Il libro si occupa di questo dibattito discutendo su Dio, l’anima, i miracoli, la Chiesa; lo fa interrogando i grandi fisici, astronomi, matematici e scoprendo che i padri della scienza credevano in Dio.
Le virtù non godono di buona fama. E, fra le virtù, l'umiltà è associata a tempi e stili lontani, quando si credeva di dare gloria a Dio umiliando se stessi o più spesso gli altri. Questa virtù impopolare potrebbe, invece, essere di grande utilità per tempi incerti. Ci ricorda che siamo di terra, che non siamo Dio, che fra i nostri desideri, i nostri propositi e la realtà si frappongono ostacoli, difficoltà, fallimenti. Ciò può spaventare ma anche rassicurare. Può insegnarci un gesto difficile: fare un passo indietro, per fare spazio ad altro e ad altri; a volte anche per fare spazio a noi stessi. Ci può aiutare anche a fare un passo avanti, insegnando l'arte di mettere un piede dopo l'altro, nella semplicità, nel metodo, nella concretezza. Due donne - una filosofa e una teologa - si confrontano sul tema di questa virtù fuori moda, estraendo dalla grande tradizione occidentale, filosofica, teologica e monastica, spunti e prospettive.
Nel "Silmarillion" di John R. R. Tolkien si possono cogliere alcuni tratti e dinamiche proprie della spiritualità cristiana. Questa trattazione sistematica cerca di individuare eventuali somiglianze tra scritti della terra di mezzo e teologia biblica. Indagando i testi, elementi di fede vissuta dallo stesso autore si traspongono nelle sue storie.
«Abbiamo troppo insegnato a dire le preghiere piuttosto che vivere al cospetto di Dio». Lungo le pagine del libro il vescovo Luigi Bettazzi ripercorre la sua vita di cristiano e rilancia alcune tematiche che gli stanno a cuore. Gli anni della formazione tomista, dominata dalla parola "ragione", gli studi di filosofia all'Università di Bologna, il tempo del fascismo, la strage di Marzabotto, Lercaro e la scelta dei poveri, il concilio ecumenico Vaticano II portano il vescovo emerito di Ivrea a rivolgere lo sguardo al presente. Emergono così i temi dell'amore e della vocazione, della spiritualità del prete e dell'apertura all'ordinazione dei viri probati. «L'educazione nei seminari - scrive l'autore - dovrebbe essere più aperta e concreta».
Da più parti si richiama la necessità di attivare processi formativi capaci di incidere profondamente nella vita delle persone, percorsi che non si limitino a fornire informazioni o a promuovere una sensibilizzazione spesso ridotta al solo piano emotivo. La sfida appare ancora più rilevante se si considerano le indicazioni di papa Francesco a rivedere il proprio stile di vita sul piano personale e sociale, sviluppando un pensiero critico e una prassi alternativa rispetto all'individualismo e all'utilitarismo. In questa prospettiva i tre autori di questo libro promuovono una riflessione orientata a coniugare teologia e prassi caritativa, principi pedagogici ed esperienze vissute. All'interno del Centro di ascolto della Caritas diocesana di Modena è stato possibile sperimentare un approccio insolito e innovativo al tema della formazione e dell'aiuto ai poveri. Prendendo le mosse dai principi del cooperative learning e della «clinica della formazione» è stato attivato un percorso di riflessione comune su alcuni temi messi in luce da papa Francesco in Evangelii Gaudium.
Vivere, praticare e riflettere sulla fede a partire dal contesto asiatico invita ad introdursi in un altro linguaggio e ad avvicinare una diversa esperienza religiosa. Vista dall’Asia, allora, diventa evidente che Dio si manifesta in molte maniere. Per poterlo “vedere” però è necessario andare oltre il paradigma ellenistico e riscoprire la creazione, tra altre cose, come pienezza cosmica e divino-umana. Se l’approccio occidentale pone Dio al di fuori e al di sopra dell’universo come creatore, confermando una concezione dualistica, l’approccio orientale cerca Dio all’interno, nella profondità del cuore, dello spirito. Oltre la metafisica greca, la teologia asiatica muove dalla non-dualità, dall’advaita. In questo si pone come importante contributo per la ricerca spirituale “oltre le religioni (storiche)”. Di questo sguardo e di questa riflessione sulla fede ha estremo bisogno anche il credente occidentale.