«Da seminarista, volevo diventare un buon prete e basta: ero parecchio conformista. Da cappellano, mi sono accorto di quanto è vivace una parrocchia. Mi sono stupito di quali dialoghi profondi siano possibili proprio con quei giovani che, altrimenti, in chiesa non si vedono. Nella formazione degli adulti mi si è rivelata la grande differenza tra religione e fede, tra religiosità magica e fede mistica. Da parroco, ho osato dire la mia sulla situazione critica della chiesa. Da alcuni anni sono animato da un profondo desiderio di spiritualità, di esperienza personale di Dio e di silenzio». Ecco il percorso di crescita personale di Stefan Jürgens, rispecchiato in questo libro. Egli si chiede quali siano le cause profonde che mantengono tanta gente in uno stadio infantile della fede. Mostra quale identità si sviluppa camminando invece verso una fede adulta - quella fede che, anziché esigere, incoraggia: e conduce, da ultimo, alla libertà personale.
Eva non parla. Eva fatica a respirare. Da 17 anni. Eva è aggrappata alla vita con un filo sottile e molti marchingegni. I medici che l'hanno curata fin dall'inizio avevano sentenziato che non sarebbe sopravvissuta che pochi mesi. Ha appena compiuto 17 anni e frequenta a distanza, con un percorso tutto suo, la scuola. C'è in Eva un attaccamento alla vita e una battaglia perenne e imprevedibile. Attorno a lei ruotano altri sette fratelli, oltre al padre e alla madre. Ma sono molti di più quelli che l'hanno incontrata e forse amata. In qualche modo hanno convissuto con Eva e con gli abitanti della sua cittadella: ex prostitute, rom, tossicodipendenti, ex carcerati, senzacasa, depressi. C'è chi torna spesso a trovarla, credenti e miscredenti, sacerdoti o tanti semplici amici. Eppure Eva non parla, non può muoversi dal suo lettino spaziale, è sempre sul limitare tra la vita e la morte. Una storia di accoglienza e rispetto per la vita con protagonista una famiglia pronta ad aprire la porta senza preavviso a chi bussa disperato o semplicemente affamato. Prefazione di Matteo Maria Zuppi.
Quale studi intraprendere? A che lavoro ambire? Sposarsi o non sposarsi? Quante domande ogni giorno. Spesso, ciò che vogliamo davvero, ma davvero davvero, non è stagliato chiaramente davanti a noi, ma rimane coperto da tanti "voglio" e "non voglio". Come orientarsi, come distinguere un desiderio autentico da un altro condizionato dalle paure, dalle idolatrie, dai nostri stessi inganni? "Lo vuoi davvero" è un libro che accompagna a discernere il senso dei nostri desideri, i movimenti profondi del cuore, per comprendere ciò che sembra facile ma che facile non è: sapere cosa vogliamo davvero.
Il Cristianesimo sembra irrimediabilmente sotto scacco in Occidente. Le letture còlte descrivono l'insaziabile voracità della secolarizzazione e inducono l'intelligenza cristiana a pessimismo sul destino della fede. E, tuttavia, uomini e donne di fede custodiscono intatta una riserva inesauribile di ottimismo. Anche là dove analisti e sociologi non scorgono che rovina e putrefazione, la promessa di Dio prepara chissà quale ribaltamento apologetico. Neppure l'ateo più incallito riesce a far tacere dentro di sé il dubbio che sia tutto vero. E da questo dubbio occorre ripartire.
Testimoni dell'Invisibile e dell'Ineffabile, i mistici sono come degli esploratori che, entrati nella comunione delle divine Persone, sono poi tornati indietro a riferire ciò che hanno visto e udito, con un linguaggio che deve necessariamente fare uso di similitudini, metafore, analogie, invenzioni di figure letterarie. In realtà, ciò che più si avvicina a esprimere l'Ineffabile sono la musica, la poesia, le arti plastiche e figurative, che traducono con un linguaggio tutto proprio l'esperienza mistica, nata nell'anima sotto l'impulso dello Spirito.
Non perdiamo la speranza! Tutti siamo fermamente e fiduciosamente impegnati, a diversi livelli, a realizzare la giustizia e operare per la pace. Sì, quest'ultima è dono di Dio e opera degli uomini. La pace è dono di Dio, ma affidato a tutti gli uomini e a tutte le donne, che sono chiamati a realizzarlo.
Verità e amore: in questo binomio si può compendiare tutta l'eredità del pontificato di Benedetto XVI. Come ben emerge da questo volume, in cui sono raccolti gli insegnamenti più significativi del suo illuminato magistero, egli infatti si è prodigato nel dimostrare che il vero senso della vita consiste nella ricerca della verità e nel dono di sé nell'amore. Per raggiungere questa meta è necessaria però una convinta e coerente affermazione del primato di Dio, uno dei temi sui quali Benedetto XVI ha maggiormente insistito. Così, nell'orizzonte di una "nuova evangelizzazione", il suo impegno primario è stato quello di far riscoprire tale primato, soprattutto in quei Paesi di antiche radici cristiane, dove è stato smarrito a causa di una mentalità secolarizzata, materialistica ed edonistica. Lungo tutto il suo pontificato, da teologo e da pastore, Benedetto XVI si è fatto umile compagno di viaggio in questo comune cammino verso una fede sempre più consapevole e matura, che non si accontenta di ciò che ha trovato, ma che ogni volta cerca nuova luce, nella gioia dell'incontro col Signore risorto.
«Il Vangelo è una sceneggiatura. Il racconto infrange sempre le regole perché contiene le sbavature della vita: gli eccessi e le depressioni, le frustrazioni e i desideri.» Per parlare di Gesù oggi, con un linguaggio nuovo, Antonio Spadaro spoglia la lettura dei testi sacri da orpelli e apparati e traccia un percorso che, inquadratura dopo inquadratura, permette di entrare in un mondo diverso. Seguendo una tradizione che risale a Ignazio di Loyola, secondo cui il modo migliore per meditare non è riflettere sulle parole ma chiudere gli occhi e ricostruire la scena in cui i personaggi agiscono, il racconto si fa immersivo e cinematografico. Nel succedersi dei ritratti e dei paesaggi emergono i rapporti tra le figure, i contrasti, i particolari sfuggiti nell'agire di un protagonista che spiazza e ribalta ogni situazione con i suoi gesti e discorsi. «Così - scrive papa Francesco nella prefazione - la storia di Gesù entra nella nostra. La guardiamo alla luce della nostra vita, vediamo i volti, le vicende, i personaggi... Possiamo immaginare persino noi stessi entrare nella storia di Gesù, vedere lui, i suoi luoghi, i suoi movimenti, ascoltare le parole dalla sua viva voce... La storia di Gesù si sposa con quella degli uomini e delle donne, risveglia e potenzia le energie nascoste, la passione per la verità e per la giustizia, i barlumi di pienezza che l'amore ha prodotto nel nostro cammino, ma anche la capacità di affrontare il fallimento e il dolore, per esorcizzare i demoni dell'amarezza e del risentimento.»
Un'ampia e accurata antologia intorno ai principali temi della fede cristiana nelle parole di Papa Benedetto XVI.
In un mondo dilaniato da discordie, sofferenze ed eventi disastrosi, la Fede è ancora capace di dare risposte luminose nell'oscurità del mondo? Perché il mondo non può fare a meno della Fede? Don Stefano Tardani lo racconta a Federico Piana, giornalista di Radio Vaticana, durante una serie di interviste nella rubrica #poptheology - risposte di fede per l'uomo qualunque. Oggi quelle interviste sono state raccolte in questo libro che l'Autore affida al cuore e all'intelligenza di quanti vorranno aprirsi a una maggiore comprensione della "Bontà della Fede" per riscoprire il senso profondo della vita e dare un volto umano all'esistenza, che non può e non deve essere affidata alla sola tecnologia, al potere economico, politico o ideologico.
Tra gli Scritti di san Francesco l'Ufficio della Passione è il meno studiato, forse perché è stato ritenuto poco personale. Queste pagine aiutano a cogliere la ricchezza dell'esperienza di Dio che emerge dai Salmi che Francesco na composto e pregato più volte al giorno per tutta la vita.
Non si tratta di uno studio completo dell'Ufficio, ma di una traccia che, seguendo le linee essenziali dei testi, mette in rilievo i punti centrali della relazione di Francesco con Dio.
LUCA BERGAMASCHI (1960-2021) è stato un grande amico di san Francesco. Nel corso di una vita piuttosto movimentata, ha fedelmente coltivato il desiderio di confrontarsi con gli Scritti e la vita di san Francesco, per tornare all’essenziale, a quella relazione con Dio che decide la qualità dell'esistenza.