Nel corso dei tempi il rapporto tra scienza e religione si è rivelato di norma conflittuale, assumendo talvolta, come nel caso del processo a Galilei, anche un carattere frontale e ad alta intensità. Secoli dopo, con la discesa in campo della biologia il conflitto si è acuito arrivando a coinvolgere anche questioni esistenziali ed eticamente sensibili come la natura dell’uomo, il libero arbitrio, la presenza e la giustificazione del dolore e del male nel mondo. La visione evoluzionistica della realtà vivente è materialista e naturalistica; non ha bisogno delle nozioni di creazione, di creatore e di peccato originale per rendere conto dell’origine ed evoluzione dell’uomo, dei fenomeni dell’adattamento e della crudeltà diffusa in natura nei rapporti tra le specie. Infine, la teoria dell’evoluzione introduce il caso, spauracchio dei teologi, come co-fattore di cambiamento. Questo libro si chiede se tra la teoria scientifica dell’evoluzione biologica e il nucleo teologico delle religioni vi sia o meno un’intrinseca, sostanziale incompatibilità. Alla domanda rispondono un indologo e studiosi delle tre religioni abramitiche che, estranei a propositi apologetici, riflettono in profondità su una questione complessa, chiarendone punti oscuri, e mettendone in risalto criticità. Pur trattando di una questione all’apparenza astratta, i saggi lasciano trasparire l’intricata venatura sociale e politica che percorre in concreto il rapporto tra evoluzione e religioni.
Al furore iconoclasta del cosiddetto Nuovo Ateismo, che vede nella scienza la sua più potente alleata in una moderna crociata contro Dio, Amir Aczel ribatte che una sobria disamina delle più prestigiose teorie, dal Big Bang ai quanti, dalla relatività alla sintesi tra evoluzione e genetica, per non dire delle escursioni della matematica nel campo dell'infinito, porta a conclusioni di tutt'altro segno: il pensiero scientifico né dimostra l'esistenza di una qualche divinità né la confuta. Il che lascia aperta la questione della complessa relazione tra fede religiosa e ragione scientifica, in un clima di mutuo rispetto e tolleranza. C'è ancora spazio, dunque, per l'interrogazione a un tempo filosofica e teologica sul creatore del mondo. Quella che invece appare desueta e dannosa è ogni pretesa neo-fondamentalistica, compresa quella di un ateismo non meno perentorio e dogmatico dell'interpretazione letterale di qualsiasi rivelazione.
Questo non è il consueto trattato sui rapporti fra "scienza e fede". Qui uomini di scienza, che sono al tempo stesso uomini di fede, raccontano la loro esperienza umana e credente, in modo naturale e sorprendente al tempo stesso, e mostrano quanto le domande e gli apporti della scienza siano preziosi per il pensare teologico e per l'azione pastorale. Perché i benefici del progresso scientifico non siano riservati a pochi e privilegiati "addetti ai lavori", ma contribuiscano a una comprensione integrale dell'uomo e del suo posto nell'universo.
Quale è il ruolo della tecnologia all'interno del Disegno divino sul mondo? È possibile associare le parole "Dio" e "tecnologia" in un qualche tipo di proposizione significante? E se la teologia è incapace di elaborare questo nesso non rischia di lasciare la tecnologia orfana di ogni paternità spirituale e in balìa delle sole ideologie? Dopo un esordio sulla filosofia novecentesca e sulle interpretazioni cristiane del mito di Prometeo, la riflessione proposta dall'autore si inserisce in un percorso teologico più tradizionale, con un'analisi minuziosa dei testi del concilio Vaticano II e di altri più recenti documenti del magistero, recuperando le acquisizioni delle cosiddette "teologia delle realtà terrestri" e "teologia della storia". Un capitolo è dedicato al confronto con alcune figure della cultura filosofica e teologica contemporanea particolarmente impegnate nella comprensione del fenomeno tecnologico, da Tanzella-Nitti a Barrajon, da Severino a Galimberti, da Cole-Turner a Kelly.
L'anima è il nostro identico conoscere in una somaticità corporea. Essa è posta in questo Universo di galassie, stelle, pianeti. Cosa è? Nel volume si trova la risposta elaborata secondo le più rigorose forme della ricerca scientifica, della logica e dell'esperienza: si rinasce nella città Europa.
Nella storia della scienza, della filosofia e della teologia ci sono dei motivi ricorrenti che, in diversi contesti socio-culturali, tornano confrontandosi, a volte scontrandosi, comunque intersecandosi. Uno di questi riguarda il nodo delle connessioni tra empirico e trascendente, o tra materiale e spirituale, oppure tra metodo scientifico applicato alle discipline del campo fenomenico e applicabilità di esso a discipline della sfera religiosa, valoriale e simbolica. Esiste una compatibilità tra la scienza che studia il cervello umano e (la neuroscienza) e la sfera spirituale dell'uomo? O per meglio dire la sfera religiosa e spirituale dell'uomo può essere solo spiegata con fenomeni chimici ed elettrici che avvengono nel cervello umano oppure anche attraverso fenomeni assolutamente inspiegabili attraverso la scienza?
Un percorso interdisciplinare tra scienze naturali e teologia.
In un panorama culturale sempre più sensibile all’interdisciplinarietà e alla relazione sinergica tra scienze naturali e teologia il testo nasce dalla convinzione di poter stimolare e arricchire la riflessione e il dibattito fra ricercatori in varie discipline su due caratteri distintivi dell’essere personale le scelte razionali e la ricerca di scopi e fini sia a livello personale che sociale; e approfondire le due direttrici tematiche anche nel campo naturale fisico e biologico. Il tema delle scelte razionali, si apre con l’etologia e il bio-diritto, sui Comportamenti individuali e scelte collettive, l’Uso dei modelli matematici nei processi decisionali, la Razionalità e scelte politiche. Riguardo al tema della intenzionalità e dei fini nella natura vengono presentate riflessioni Sulla presenza di intenzionalità e finalismo nel quadro della fisica contemporanea e sui programmi dell’Intelligenza Artificiale. Il testo di completa con due relazioni di carattere epistemologico e di carattere psicologico Intenzioni e fini nella consulenza generativa. Tra soggetto, famiglia e cultura organizzativa. Il volume è frutto due convegni realizzati dall’area di ricerca Sefir tra il 2010 e il 2011 su: Scegliere razionalmente, e Intenzioni e fini.
Cosa accade al nostro cervello durante la preghiera e la meditazione? Quale rapporto tra il cervello e la spiritualità? Le basi neuronali della spiritualità pongono una serie di domande che vanno oltre il dato biologico, le domande s'impongono non solo alla spiritualità ma anche alla scienza. Questa ricerca sui circuiti neuronali della spiritualità, si propone non soltanto di rispondere a questi primi e provocanti quesiti, ma offre al lettore l'opportunità di osservare il nascere e lo svilupparsi della neurospiritualità. La scienza si interroga sul come" dei fenomeni, ma la spiritualità è chiamata a rispondere al "perché". Oltre i confini del nostro cervello. "
La possibilità di conciliare armoniosamente una vita professionale e scientifica con una vita di fede è provata da numerosi testimoni, come Copernico, Mendel ad altri. Tuttavia, nella vita ordinaria non è sempre facile mantenere stretto il legame tra scienza e fede. Esiste una maniera specifica di vivere concretamente la fede nei laboratori, nei centri di ricerca o nell'insegnamento? Quali difficoltà sorgono nel caso di un coinvolgimento vivo e profondo nella dimensione della fede? Come conciliare scienza e fede senza cadere nel "concordismo" o nel "discordismo"? Domande di questo tipo e molte altre di difficile risposta non si fermano alla discussione di come far dialogare scienza e fede, ma interrogano personalmente i credenti impegnati in ambito scientifico. La traduzione di questo libro offre al lettore italiano un ausilio per affrontare e discutere di quelle difficoltà che gli autori stessi hanno incontrato nell'esperienza sul campo; da questa deriva il rigore delle risposte che propongono con altrettanta modestia, per aiutare i credenti immersi nella ricerca o nell'insegnamento delle scienze, sempre nel rispetto di coloro che condividono la loro gioia di credere.
Qual è il senso dell’evoluzione dal punto di vista dell’uomo? Quale significato riveste la sua apparizione nella storia del mondo, a un certo punto del cammino evolutivo degli esseri viventi? Quale significato egli continua ad avere in vista del futuro del mondo? Queste le domande a cui il libro cerca di dare risposta.
Il volume ospita l’amichevole discussione tra un teologo e un biologo evoluzionista o – se vogliamo – tra la teologia della creazione nella prospettiva cristiana e la concezione evolutiva della vita e degli organismi biologici.
L'autore
Francesco brancato è docente di Teologia Dogmatica presso lo Studio Teologico San Paolo di Catania (Facoltà Teologica di Sicilia). È autore di diverse pubblicazioni, tra cui vanno ricordate: Il De novissimis dei laici. Le “realtà ultime” e i filosofi italiani contemporanei, Firenze 2008; La questione della morte nella teologia contemporanea. Teologia e teologi, Firenze 2005. Collabora inoltre con diverse riviste scientifiche e cura una rubrica sul mensile Jesus. Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Contempla il cielo e osserva. Un confronto tra teologia e scienza (2013) insieme a Piero Benvenuti. ludovico Galleni insegna presso l’ISSR “N. Stenone” di Pisa. Si è occupato dei rapporti tra evoluzione cromosomica e speciazione e ha approfondito il pensiero di Teilhard de Chardin, con particolare riferimento alla sua opera scientifica. Ha fatto parte del comitato direttivo della Società Europea per lo studio di Scienza e Teologia (ESSAT) e del comitato consultivo europeo del Centro di Teologia e Scienze Naturali (CTNS) di Berkeley, in California. Tra le numerose pubblicazioni ricordiamo: Darwin, Teilhard de Chardin e gli altri, Pisa 20122; I cieli, la scienza e la fede (con M.P. Palla), Pisa 2005. Ha curato l’edizione italiana di P. Teilhard de Chardin, Le singolarità della specie umana, Milano 2013.
Si sente spesso dire che scienza e religione sono fra loro in un conflitto inconciliabile. Tuttavia, quando si esamina più da vicino l'essenza della scienza e quella della religione, un tale punto di vista non può che risultare essere un miraggio. Il primo e vitale passo in questa disamina è comprendere che solo le discipline fisiche (che includono, oltre alla fisica, anche astronomia, chimica e biologia molecolare) meritano la definizione di scienza esatta. In questo libro l'autore illustra le ragioni di una tale definizione, e poi analizza cosa i fisici stessi hanno dichiarato riguardo alla loro disciplina. Successivamente considera cosa gli stessi fisici hanno detto come filosofi in merito alla fisica, e ancora dopo mostra cosa le loro ricerche di storia della fisica hanno rivelato. - See more at: http://www.if-press.com/products-page/scienza-e-fede-saggi/il-miraggio-del-conflitto-tra-scienza-e-religione/#sthash.mtP6CORj.dpuf
Le società industrializzate del terzo millennio si trovano affidate alle cure della scienza e fondano le loro decisioni su tecniche di previsione sociale ed economica basate sulla razionalità. Per questa via, il sapere scientifico diviene gradualmente una specie di nuova religione laica, eticamente neutra, giustificata dal suo stesso essere e dotata di una validità immanente che non ha bisogno di imperativi etici trascendenti. Nella maggioranza dei casi, proprio la neutralità diviene il paravento dietro il quale si dissimula il divorzio tra la scienza - troppo incline a dimenticare di non essere altro che un'impresa umana - e la coscienza. Per ricomporre il dissidio non è sufficiente far leggere Shakespeare agli ingegneri o spiegare la seconda legge della termodinamica ai cultori di letteratura; serve piuttosto comprendere che l'avvenire non dipende dal semplice sviluppo scientifico, bensì dalla capacità di valutazione critica globale, cioè da una cultura integrata in cui la scienza riscopra la sua funzione rispetto al significato dell'uomo senza pretendere di esaurirlo. "Ho imparato - scrive Franco Ferrarotti - che il ricercatore è sempre dentro, non fuori, della ricerca. Ho imparato, in altre parole, che il ricercatore è sempre, anche lui, un ricercato".