"In unità con la grande tradizione ecclesiale, con il Concilio Vaticano II e con i Sommi Pontefici miei predecessori, ribadisco la bellezza e l'importanza di una vita sacerdotale vissuta nel celibato come segno espressivo della dedizione totale ed esclusiva a Cristo, alla Chiesa e al Regno di Dio" (Benedetto XVI, Esortazione apostolica postsinodale Sacramentum caritatis, 22 febbraio 2007, n. 24). Queste parole illuminano il senso del celibato, un dono che contribuisce ad accrescere l'impegno interiore del sacerdote e rende più credibile la testimonianza evangelica della sua vita. Il presente volume raccoglie la maggior parte degli interventi del XIV Convegno di studi della Facoltà di Teologia della Pontificia Università della Santa Croce, tenutosi a Roma nei giorni 4 e 5 marzo 2010. Lo scopo del Convegno è stato quello di contribuire alla riflessione teologica sul celibato, tenendo conto anche del suo versante esistenziale: non è stato soltanto la giustificazione teologica del celibato sacerdotale che si è voluto esaminare, ma anche il celibato sacerdotale nella sua dinamica divino-umana che rende possibile l'attuarsi nella storia del disegno divino. Per tale motivo ad una prima giornata d'impostazione storico-teologica è succeduta una seconda d'impostazione prevalentemente esperienziale. Gli atti qui raccolti offrono sia l'una sia l'altra prospettiva.
Sorto alla fine del 1712, il monastero della Visitazione di Salò celebra tre secoli di vita. Nato come filiazione della Visitazione di Arona, per volontà della comunità civile salodiana, si è innestato nella realtà locale come uno strumento di elevazione nella preghiera, nel silenzio e nell'umiltà. Radicate nel mondo ma con lo sguardo verso il cielo, le sue monache hanno tradotto nella semplicità della loro vita lo spirito di san Francesco di Sales di «morire a se stesse per vivere in Dio». Attraverso una scrupolosa disanima archivistica e documentaria Maria Grazia Franceschini, lei stessa suora di clausura, ricostruisce la storia del monastero e offre un punto di vista originale, inedito e suggestivo, di questa vicenda plurisecolare vista, per così dire, dal di dentro. Il volume si sviluppa in una narrazione che è stata oggetto di lettura, di commento e di confronto anche da parte dell'intera comunità. Ne scaturisce in tutta la sua freschezza la dinamica misteriosa della quotidianità orante, dei riflessi delle vicende generali sulla regolarità claustrale, dei rapporti con l'esterno, specie in campo educativo, fino all'abbandono degli austeri chiostri della Fossa nel 1968, nel centro di Salò, per una nuova e più tranquilla sede nella zona collinare delle Versine. Tre secoli di storia fecondi di spiritualità salesiana e di intensa religiosità, per i quali si possono ancora ripetere le parole che il padre spirituale del monastero, don Augusto Orio, scriveva al vescovo di Brescia nel 1875: «Ho la compiacenza di poter riferire che queste religiose vivono nella concordia e nell'osservanza». Questo è senza dubbio il viatico più bello per un libro in cui la storia non è diversa dalla vita, anzi è la vita stessa che continua.
Frutto dell’Anno Sacerdotale (2009-2010) voluto da Papa Benedetto XVI, e ottimo sussidio per vivere l’Anno della Fede (2012-2013) indetto dal medesimo Pontefice, questo volume permette di comprendere l’identità e i compiti dei Sacri Ministri, studiando una per una le diverse parti della Santa Messa, nonché la spiritualità propria di alcune celebrazioni dell’anno liturgico. Non mancano poi importanti precisazioni canoniche e uno studio dogmatico della dottrina cattolica sul sacerdozio ministeriale, effettuato nell’ottica, tanto cara al Santo Padre, della “ermeneutica della riforma nella continuità”. Originale è anche l’impostazione della trattazione che – per la prima volta in Italia – mette a confronto in modo sintetico e accessibile le due forme vigenti del Rito Romano: quella che si esprime nel Messale del Beato Giovanni XXIII (1962) e quella del Messale di Paolo VI (1970). «È, dunque, con speranza che questo volume è da accogliere. Leggerlo con attenzione, soprattutto da parte dei sacerdoti, potrà significare per molti una riscoperta o un approfondimento della bellezza della Celebrazione Eucaristica. Allo stesso tempo, sono certo che la presente pubblicazione sarà di aiuto a procedere nella direzione tanto auspicata di una cordiale e sinceramente partecipata accoglienza della liturgia della Chiesa, nel suo Rito ordinario, da promuovere con rinnovata fedeltà al Concilio Vaticano II, e nel suo Rito straordinario, che tanti tesori ha ancora oggi da donare a tutti noi» (Dalla Prefazione di Mons. Guido Marini).
Il volume affronta una doppia domanda storica: la clausura di Chiara è stata un valore da lei scelto fin da subito o una necessità accettata per integrare la sua proposta di vita nella società del tempo? L'autore tenta di dare una risposta a partire dalle fonti storiche.
La castità per il Regno dei Cieli è anzitutto una grazia che Dio concede alle persone che chiama a seguirlo più da vicino, a consacrare la loro vita totalmente a Lui.
Si può affermare senza timore, che la qualità umana e spirituale di una Provincia religiosa e di un Istituto dipende dalla qualità della formazione iniziale. Una buona formazione dà come risultato, Religiosi centrati nella vita e solidamente preparati per svolgere un apostolato nel mondo di oggi.
Com'è tradizione, verso la fine di novembre di ogni anno, l'Istituto Superiore di Scienze Religiose del Pontificio Ateneo Regina Apostolorum, organizza un Convegno per la Vita Consacrata. Il tema del 2011 non poteva essere altro che la partecipazione della Vita Consacrata alla Nuova Evangelizzazione.
Dopo trent'anni, un giornalista che ricerca torna in un Monastero di clausura e realizza un'intervista che riguarda la scelta di un gruppo di donne che dal silenzio ci parla del senso della vita, della politica, del potere, della cultura, della Chiesa, del sesso e della maternità. Le risposte arrivano al cuore della questione umana e scardinano decenni di timidezze e un'infinità di pregiudizi. Non solo: dalla clausura, queste donne si mettono in gioco con il popolo della rete e si confrontano con un mondo che, spesso, non ha neppure sentito parlare di contemplazione, di castità, di verità. Ne emerge un dialogo potente, libero e senza schemi tra chi vive immerso in una costante offerta di sé a Dio e chi naviga in una cultura globalizzata che non riconosce il senso dell'eterno.
Descrizione dell'opera
Predicare e confessare, ascoltare e benedire, pregare e studiare, accogliere e amministrare. Sono solo alcuni dei verbi che accompagnano i gesti e le azioni che i preti compiono abitualmente dando forma al loro stile presbiterale. Uno stile che viene approfondito nel volume attraverso gli articoli che due parroci di Milano hanno scritto con passione e intelligenza pastorale per il periodico Settimana dei dehoniani di Bologna.
Frammenti di vita quotidiana si alternano a riflessioni sulla qualità evangelica del ministero e sulla formazione permanente, con il preciso avvertimento che «l'aura sacrale e la garanzia del ruolo sociale non servono più e non sono più raggiungibili». Fare i conti con i propri limiti e le proprie possibilità, con i propri difetti e i propri pregi, costituisce un esercizio necessario per un prete, come per ogni uomo, perché «nessuno dei compiti a cui il sacerdote è chiamato esige una impossibile perfezione». Le comunità pretendono molto, ma non l'assenza di errori, e soprattutto sanno riconoscere e apprezzare parole e comportamenti autentici.
Sommario
Introduzione. Accogliere. Accompagnare. Amministrare. Ascoltare. Battezzare. Benedire. Cambiare (parrocchia). Celebrare. Collaborare. Confessare. Congedare (celebrare le esequie). Predicare. Pregare. Presiedere (il Consiglio pastorale). Rallentare. Sburocratizzare. Scrivere. Servire. Studiare. Visitare gli infermi. Per concludere: l'esperienza della conversione.
Note sugli autori
DAVIDE CALDIROLA è nato nel 1963 ed è prete della diocesi di Milano dal 1987. Accompagna giornate di ritiro per clero e operatori pastorali e corsi di esercizi spirituali; collabora con alcuni istituti secolari e con i missionari del Pime. Ha pubblicato articoli e testi di itinerari biblici. Attualmente è parroco di due parrocchie unite in «Comunità pastorale» nella città di Milano.
ANTONIO TORRESIN, sacerdote della diocesi di Milano dal 1985, ha svolto il suo ministero sia in parrocchia sia facendo parte della équipe di Formazione Permanente del Clero. Collabora con la rivista Il Regno. Dopo dieci anni di stretta collaborazione con don Davide Caldirola nella medesima parrocchia di Milano, è ora parroco di San Vito al Giambellino.
INSIEME presso le EDB hanno pubblicato Cafarnao: il pane della fede. Diventare discepoli (2011).
Questo breve manuale sulla formazione umana intende essere solo uno strumento di consultazione e proporre suggerimenti validi, sia per la formatrice, sia per ogni persona, consacrata o laica, interessata a quegli aspetti essenziali che riguardano la formazione della persona.
Contenuto
I consacrati oggi stanno vivendo giorni di grazia e insieme di grande prova, nei quali non è dato loro di leggere con chiarezza il presente e quindi di proiettarsi nel futuro. In tale frangente, hanno soprattutto il compito di ritrovare fascino per guadagnare in credibilità. «Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre» (Ger 20,7; cf. VC 19). La vita consacrata è una vita «afferrata» da Cristo, «toccata» dalla sua mano, «raggiunta» dalla sua voce, «sorretta» dalla sua grazia (cf. VC 40), possibile solo come esperienza di seduzione. Un testo per tutti, consacrati, laici e presbiteri, perché mostra come sia avvincente la riflessione sulla vita consacrata. Interventi di: Paola Bignardi, Amedeo Cencini, Sabina Fadel, Francesco Lambiasi, Ugo Sartorio.
Destinatari
Per tutti, consacrati, laici e presbiteri.
Autore
Maria Marcellina Pedico delle suore Serve di Maria Riparatrici insegna alla Facoltà Teologica Marianum (Roma), è membro dell’Associazione Mariologica interdisciplinare italiana, fa parte del Consiglio direttivo della PAMI, dirige la rivista «Consacrazione e Servizio» dell’Unione Superiore Maggiori d’Italia (USMI). Tra i suoi scritti ricordiamo: La Vergine Maria nella pietà popolare (1993), In lode di Maria splendore di bellezza (2005). Ha curato la pubblicazione degli Atti del 17° Colloquio internazionale di mariologia (2005) dal titolo Lo sguardo di Maria nel mondo contemporaneo (2005) e del volume Dio seduce ancora. Identità e attualità della vita consacrata. Figure – Parole – Testimonianze. Prefazione di Francesco Lambiasi (2011).
Nell'Antico Testamento, la via designa la condotta dell'uomo in cammino verso Dio. Questa accezione permane nel Nuovo Testamento (cf. Mt 22,16) là dove questa via regale è qualificata come stretta (cf. Mt 7,14), sempre da raddrizzare (cf. Mt 3,3). Il Cristo stesso si definisce come la Via (Gv 14,6). Anche negli Atti degli Apostoli la "via" designa la vita cristiana conforme all'evangelo (cf. 9,2; 18,25-26; 19,9.23; 22,4; 24,14). Secondo la lettera agli Ebrei è una "via nuova e vivente" (10,20).Come l'unica casa del Padre ha molti posti (cf. Gv 14,2), così l'unica via cristiana conosce diversi itinerari, aventi ciascuno punti di partenza e tappe differenti, ma un fine comune. La via monastica potrebbe essere paragonata ad un labirinto, un percorso disseminato di ostacoli e possibilità. Come colui che percorre un labirinto deve innanzitutto penetrarvi e percorrerlo fino al centro per poi uscirne, così il monaco che percorre la via monastica deve innanzitutto penetrare fino al centro di se stesso per poi uscire da sé.