
Molte ragioni e autorevoli direttive spingono oggi i preti a cercare un esercizio collegiale e coordinato del ministero. È urgenza dei tempi, ma ancor più è coerente esercizio di fedeltà all’ecclesiologia del Vaticano II. Ma quale forma dare, secondo quali linee disegnare oggi la figura del presbiterio in cui questa spinta si riconosce e si esprime? La storia dei due trascorsi millenni, con le sue grandezze e i suoi errori, presenta una grande varietà di esperienze, di riflessioni, di suggerimenti per un discernimento nuovo ma non inesperto, e aiuta a identificare i fattori teologici e storici in gioco e gli esiti del loro intreccio. Questo vorrebbe essere il primo di una serie di volumi che percorrano la storia dell’identità teologica, pastorale, spirituale del presbiterio e del presbiterato, entro la domanda, che cosa a questo proposito oggi lo Spirito dica alle chiese.
Monsignor Lefebvre è noto soprattutto per la sua strenua battaglia in favore della Santa Messa tradizionale. Questo libro riguarda il sacerdozio, in quanto senza di esso non vi può essere il Santo Sacrificio della Messa. Inoltre non basta che i sacerdoti ci siano, bisogna anche far sì che siano santi. Scriveva infatti Monsignor Lefebvre nel suo Itinerario Spirituale: «Sono stato sempre incalzato dal desiderio di mostrare le vie della vera santificazione del sacerdote secondo i princìpi fondamentali della dottrina cattolica sulla santificazione cristiana e sacerdotale». In questo libro è raccolto ciò che egli disse e scrisse in merito alla figura del sacerdote, alla sua formazione, alla sua grandezza, alla sua missione, alle gioie, alle pene, alle virtù necessarie per la sua perseveranza. Leggendo queste pagine, al contempo semplici e spirituali, si scopre lo zelo e la serenità, l’esigenza e la mansuetudine del fondatore della Fraternità San Pio X. In questo triste periodo in cui la figura sacerdotale viene infangata in vari modi, il Lettore – sia egli sacerdote, seminarista o semplice laico – potrà conoscere e amare meglio il Sacerdozio e il suo ruolo insostituibile nella vita della Chiesa e dei suoi membri.
In dieci freschi capitoli, stimolato spesso dalla poesia, l’autore invita a mantenere desti tutti i sensi dell’anima – e del corpo! -, vigile il cuore, e ascoltare così il cuore di Dio e quello del mondo d’oggi. Solo così riusciremo a rompere gli ormeggi che ci tengono fermi, legati, e la vita consacrata potrà navigare nell’ampio mare dell’amore di Dio e dei fratelli.
Altrimenti noi religiosi... «possiamo finire per diventare come funzionari sotto naftalina, che masticano preghiere come se fossero cicche».
Punti forti
Uno sguardo a tutto tondo alla vita consacrata oggi, nell’orizzonte del futuro, attraverso uno stile fresco, attuale, poetico. Il testo è condotto da una consapevolezza della realtà attuale, combinata con una positività verso un futuro dove la vita consacrata sarà diversa, ma «sarà».
Destinatari
Tutti i consacrati e consacrate e per i sacerdoti: è affrontato il tema
del rapporto Chiesa/vita consacrata.
Autore
Alejandro Fernández Barrajón è nato in un villaggio della Mancha, la terra di don Chisciotte. Il contatto con la natura, fin da piccolo – la sua era una famiglia di pastori – lo fece entrare in sintonia con Dio: nel contatto con essa sperimenta Dio senza ostacoli. Ancora molto giovane è entrato nell’Ordine dei Mercedari, dove fu poi formatore dei seminaristi e successivamente Superiore Provinciale. È stato anche Presidente della Conferenza dei Religiosi di Spagna. La vita religiosa è per lui una autentica «passione» a cui ha consacrato il meglio della sua creatività, della sua riflessione, della sua vita. Ripete frequentemente che non si può comprendere la sua vita al di fuori di essa. È una personalità dai molti talenti: scrittore, pittore, musicista. L’arte è per lui una espressione privilegiata, come la natura, per sperimentare Dio e lasciarsi sedurre da lui. Le sue riflessioni sgorgano dall’esperienza e dalla vita che condivide con tanti religiosi e religiose: con loro, egli dice, si sente come un pesce nell’acqua.
Con la presentazione di studi a carattere teologico, giuridico, sociologico e storico, questo volume fa il punto – teorico e pratico insieme – sui tanti aspetti che interessano le nuove comunità: • il tipo di governo e il modo di vita • il modo di intendere i consigli evangelici • il modo con cui la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata ha proceduto all’approvazione di alcuni di essi • le difficoltà d’interpretazione del canone 605 del Codice di diritto canonico • i rapporti non sempre facili tra la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e il Pontificio Consiglio per i Laici per il riconoscimento di quelle associazioni che prevedono un ramo di vita consacrata.
Segue la raccolta di Documenti – sia della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, sia del Pontificio Consiglio per i Laici – dove vengono indicati i criteri di approvazione delle nuove comunità, secondo i quali devono essere redatte le loro costituzioni. I Decreti riprodotti alla fine del volume illustrano le modalità con cui i due Dicasteri pontifici hanno approvato alcune nuove comunità.
Il libro presenta i risultati di una ricerca sul fenomeno degli abbandoni della vita religiosa. Nel complesso la ricerca si configura come una sintesi documentata della problematica. La trattazione tenta una spiegazione della crisi, della sua natura profonda e delle diverse modalità di manifestarsi, suggerendo prospettive d'intervento efficaci. Le riflessioni proposte si possono considerare come una premessa perché ancora oggi ogni istituto realizzi il suo impegno spirituale e il suo servizio culturale a vantaggio degli stessi religiosi e dei destinatari della loro missione.
Attraverso la parola, l'autrice intreccia le ragioni del cuore e della mente con quelle dello Spirito. E, poiché ben padroneggia la forza linguistica, spinge la persona consacrata a cogliere l'elemento creativo della parola, la sua armonia. In modo che l'espressività corrisponda ai sentimenti di un preciso momento: "Carne amata da Maria, /Mistero sconosciuto alla mia carne, /io credo".
Man mano che ci s'inoltra nella lettura si scopre il talento che l'ha guidata, la molla inarrestabile che l'ha spinta ad essere creativa: la conoscenza del cuore, perché ciò che si sente dentro rimane per tutta la vita. Le Conversazioni allora si pongono su questa linea: i fatti illuminati dal Vangelo fino a cogliere il significato teologico-spirituale delle parole che definiscono il progetto di vita consacrata.
L’identità di troppi cristiani è «liquida ». La vita consacrata, considerata per secoli la roccaforte della Chiesa, è in affanno. Don Maggioni propone come principale rimedio a questo stato di crisi generale il ritorno alle radici della sequela. L’identità di Gesù è alla base dell’identità del discepolo che, a sua volta, si riflette nell’identità del consacrato. «Nel percorso di questo libro il discepolato (e di conseguenza la vita consacrata) sembra restare in controluce, quasi in ombra. Ma non c’è luogo più luminoso dell’ombra di Gesù» (dal Capitolo primo).
In un mondo abituato a ragionare in termini esclusivi di post, con lo sguardo all’indietro e senza grandi prospettive per il futuro, cosa si chiede alla figura del prete affinché riesca di nuovo a comunicare la buona novella evangelica? Cencini sostiene che ci troviamo in una situazione del mondo non post-cristiana, ma piuttosto precristiana, in cui è possibile gettare nuovamente il seme evangelico. Occorre quindi una nuova spiritualità e una nuova formazione per il presbitero attuale.
destinatari
Un libro destinato a sacerdoti, religiosi e laici attenti a tematiche sociali
autore
Amedeo Cencini, sacerdote canossiano, è docente dei corsi di Formazione permanente e di Problematiche psicologiche della vita sacerdotale e religiosa e di Accompagnamento personale: aspetti teorici e pratici al corso dei Formatori Vocazionali presso l’Università Salesiana. Insegna Libertà e maturità affettiva nel celibato consacrato alla scuola di teologia e diritto, organizzata dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e dalla Società di vita apostolica, presso cui è consultore. È autore di numerose opere tra le quali: Il respiro della vita (20032), L’albero della vita (2005), La verità della vita (2007), pubblicate dalle Edizioni San Paolo.
Le grandi forme di vita monastica: dai Benedettini, i Cistercensi o i Certosini alle figure sintomatiche del monachesimo medievale come Bernardo di Clairvaux e Gioacchino da Fiore.
Dopo il primo fortunato “Vangelo Giovane” che trattava delle domande, delle sensazioni, delle inquietudini, delle fragili certezze, ma anche dei valori, della voglia di vita e della vocazione dei giovani… si fermava quasi sulla soglia della stanza più segreta del cuore dell’animazione giovanile e vocazionale; e dopo il “Vangelo Giovane. 2” che riprendeva, allargava e approfondiva il discorso, entrando nel merito delle dinamiche della scelta, del discernimento, dell’accompagnamento e, per quel che riguarda gli animatori: la fisionomia, la varia tipologia, la formazione, e la galleria di “animatori” che sono presenti nella Bibbia e soprattutto nel Nuovo Testamento; ecco adesso il “Vangelo Giovane. 3” che oltre ad indagare nuovi aspetti e dimensioni dell’evento vocazionale, prende in considerazione – in maniera del tutto inedita – il versante “oscuro” della vocazione, verrebbe da dire il lato nascosto della Luna.
Scritto con la perspicacia e competenza da sempre riconosciute all’Autore, con questo libro siamo di fronte ad un prezioso compendio per fare animazione giovanile e vocazionale oggi.
Dalle ricerche recenti risulta che i sacerdoti in Italia invecchiano sempre più soli, con carichi di lavoro in crescita, abituati a gestire tutto da soli. Due terzi del clero è stanco, insoddisfatto, con problemi di sovraccarico di lavoro. Il libro riprende i dati degli psicoterapeuti che lavorano con sacerdoti e suore in difficoltà relazionali (con esempi di sedute) presentando una galleria di problematiche: chi si sente indispensabile, chi lavora troppo, chi non si sente compreso, chi è vessato dal superiore o dal vescovo, chi non sopporta i laici che l'aiutano. Si mettono in evidenza i problemi affettivi e la scarsa formazione ricevuta per affrontarli. In considerazione di ciò si analizzano le prospettive future per affrontare tali fenomeni, interrogandosi sul ruolo di questi funzionari del sacro formati a vivere una vita separata dalla gente. È in questi contesti che prolifera la pedofilia, come dimostrano le ricerche svolte dalle associazioni di psicologi cattolici negli Usa.
La strutturazione di queste pagine vuole ripercorrere il cammino che il Magistero è venuto maturando circa il tema della spiritualità presbiterale a partire dal Concilio Vaticano II fino ai nostri giorni, tenendo conto anche del suo sviluppo teologico. L’accezione lessicale della parola spiritualità assume diversi significati. In ambito cristiano essa riveste un significato preciso, vuole indicare la volontà di vivere la propria vita secondo lo Spirito di Dio, cioè vi vere la propria vita in obbedienza al dono del Dio Trinitario. Da questa vocazione uni versale alla santità derivante dalla grazia battesimale, si possono far derivare diverse spiritualità a seconda degli stati di vita. Per quanto riguarda la spiritualità presbiterale, il Concilio Vaticano II traccia le sue coordinate, affermando che lo svolgimento del proprio ministero, è la via attraverso la quale il presbitero raggiunge la santità nel suo proprio stato. Più precisamente, la santità si raggiunge attraverso il «retto assolvimento della missione apostolica affidata» (PO 2: EV 1/1245). Il presbitero dunque dalla piena conoscenza e coscienza della sua identità, trova le motivazioni della sua spiritualità presbiterale che fonda le sue radici nel sacramento dell’Ordine.