
Ci sono luoghi e monumenti che attraversiamo quotidianamente nelle nostre città e che nella fretta di una meta da raggiungere manchiamo di cogliere. Porte, piazze e fontane, palazzi storici o edifici di nuova costruzione e di futura bellezza, chiese, tutto ci passa sotto gli occhi e poco o nulla si ferma nella nostra memoria. Vittorio Sgarbi compie un'opera di ricognizione totale delle bellezze architettoniche di Roma e ci consegna una guida straordinaria per la quantità di edifici e autori citati. Con oltre 650 schede di autori e 1500 opere segnalate "Le meraviglie di Roma" è una guida alle architetture della capitale e uno strumento prezioso di conoscenza non solo della città del passato, ma anche di quella a venire, grazie alla segnalazione dei tanti progetti in corso di realizzazione. A turisti e abitanti di Roma non resta altro che alzare gli occhi e, fosse anche solo per pochi secondi, fermarsi a godere con consapevolezza le mirabilia della città eterna.
Nel giugno 1939, Pio XII (Eugenio Pacelli) annuncia ufficialmente l'avvio degli scavi sotto le fondamenta della basilica vaticana: proprio lì dovrebbe trovarsi, come attesta una tradizione antichissima, la tomba dell'apostolo Pietro, deposto sul colle Vaticano al tempo di Nerone (64 d.C). L'operazione è condotta in un clima di riservatezza assoluta. Il segreto continua e si rafforza negli anni più critici della seconda guerra mondiale, persino quando Roma, dopo il crollo del fascismo e la firma dell'armistizio con gli Alleati, viene occupata dai nazisti. Tutto ruota intorno alla figura di Ludwig Kaas, il monsignore a cui Pio XII affida la direzione di quei delicatissimi scavi. Kaas è in contatto diretto e confidenziale con Josef Mùller, un ignoto avvocato di Monaco: pur essendo estraneo al Vaticano, Muller scenderà più volte in aereo da Berlino fino a Roma e sarà ammesso a visitare la necropoli, mentre l'ingresso agli scavi resta inaccessibile a tutti, compresi i cardinali del Sacro Collegio. Barbara Frale ricostruisce una vicenda complessa e a tratti oscura. Proprio come accade durante le complicate fasi di uno scavo archeologico, quando un detrito o un frammento, di per sé marginali, acquistano di colpo un significato profondo e insperato, così l'indagine dell'autrice sul rapporto tra Pio XII, il nazismo e la persecuzione degli ebrei si arricchisce pagina dopo pagina di nuovi dettagli e ipotesi interpretative, spesso trascurate dalla ricerca storica.
Questo denso e agile volumetto spiega in maniera chiara e divulgativa quanto sappiamo sulla struttura della comunità ebraica di Roma, illustrando allo stesso tempo il contesto storico e politico in cui essa si sviluppò. Impresa non facile, a causa della carenza dei dati che ci sono pervenuti; con grande onestà Elsa Laurenzi non nasconde questo problema, né presenta ricostruzioni "facili" ma infondate. Accompagna invece il lettore alla scoperta di una società che mantiene i propri costumi e la propria cultura vivendo all'interni di un'altra più vasta società, tanto profondamente diversa quanto tollerante, che seppe integrare realtà varie e contrastanti. Si basa sulle varie fonti disponibili, gli scrittori antichi, i testi epigrafici, le testimonianze archeologiche e fornisce, mediante un glossario distribuito all'interno del testo, utili e puntuali spiegazioni di termini non a tutti noti.
Il Tevere è all'origine di Roma. Sulle sue rive è nata la città. Ma il suo corso si sviluppa dall'ultima striscia territoriale della Romagna, tocca la Toscana, attraversa le valli umbre e termina nel Lazio. Numerosi affluenti collegano il fiume ad altre regioni, come Marche e Abruzzo. In questo suo lungo percorso, il Tevere accarezza una varietà paesaggistica unica: colline, valli, pianure, vitigni, pinete e querceti, paludi, laghi, cascate... Ripercorrendo tale tragitto, dalle sorgenti alla foce, Claudio Rendina descrive le importanti vie che s'intrecciano tra caratteristiche naturali e archeologiche, artistiche e folcloriche, con riferimento alla flora e alla fauna, nonché ai personaggi che hanno animato e animano il territorio fluviale, fino all'Agro Romano, ovviamente, con uno sguardo particolare sulla Capitale, le sue strutture urbanistiche e la sua storia: da ponte a ponte, tra muraglioni e lungotevere, monumenti e ambienti che hanno fatto e fanno la storia del fiume e della città.
Una guida per scoprire una Roma inconsueta attraverso le architetture che negli anni '50 e '60 hanno cambiato la fisionomia e il volto della città. Tre singolari itinerari in cui perdersi per cercare un assetto urbano trasversale di Roma, che si ritrova in questo libro attraverso le inquadrature fotografiche di Oscar Savio (Padova, 1912 -Roma, 2005), alter ego e interprete di un sentire e di un vedere lo spazio dell'architettura che oggi transita dalla cronaca alla storia. Il MACRO, attraverso le collezioni del suo Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive (CRDAV), dedica questa guida ai visitatori di Roma e a coloro che ne ricercano le sue radici e la sua contemporaneità.
Seguire il filo di un’emozione, indugiare nei posti più nascosti, quelli che le solite guide non vi indicheranno mai, passeggiare fuori dai percorsi turistici ripensando alle vicende di una gloriosa storia millenaria, ma anche alle dicerie, alle curiosità, agli aneddoti. Monumenti antichi e moderni, chiese e chiostri, ville e giardini, fontane e scalinate, musei e gallerie, e poi specialità romane, shopping e ristoranti: un’esplosione di indescrivibile bellezza, colori, allegria attende ogni giorno chi di questi luoghi si è già innamorato e chi deve ancora scoprirli. 1001 idee per gustare a pieno una città antica ma sempre nuova, sempre identica a se stessa eppure ogni volta diversa: 1001 sorprese per chi non può che ammirare le sue bellezze ma sa anche guardare oltre, ai segreti che la storia e la leggenda custodiscono negli angoli più impensati, o alle nuove mode nate per caso e rimaste legate a luoghi particolari. Immergetevi nella storia, nell’archeologia, nella vita sociale, artistica e culturale di Roma, scoprite i posti più caratteristici e stravaganti. Leggete, scegliete e lasciatevi ispirare: sarete pronti a perdervi nei 1001 meandri di una città eterna che non smette mai di stupire.
Questa pubblicazione, che si inserisce nella collana della L.E.V. dedicata alla valorizzazione e fruizione dell’arte e dell’architettura vaticana, è un’indagine storico-artistica volta ad analizzare le varie fasi di strutturazione e decorazione di una particolare area del Palazzo Apostolico Vaticano, quella dell’Appartamento di Giulio III e della Sala di Carlo Magno, che raggiunse la sua definizione tra il XVI e il XVII secolo.
Gli autori del lavoro, quattro studiosi d’arte, analizzano in particolare l’intera dinamica di quest’area del Palazzo Apostolico, cercando di coglierne non solo i tratti estetici ed artistici ma anche i significati storici e culturali.
Il volume, arricchito da numerose illustrazioni a colori, risulta di particolare interesse sia per il grande pubblico sia per gli storici d’arte, che possono trovare in quest’originale lavoro un valido strumento per conoscere questa zona del Palazzo Apostolico Vaticano praticamente ignota.
La città di Roma è la capitale più verde d'Europa. Il nuovo Piano Regolatore della città, recedentemente approvato, all'interno del quale è stata definita anche la Rete Ecologica cittadina, ha protetto, in tal modo, un articolato sistema di comprensori, di importanza naturalistica, agricola e ricreativa, che include un complesso di aree verdi (quali ville storiche, giardini e viali alberati), golene fluviali (quali quelle del Tevere, dell'Aniene e dei fossi loro affluenti) e zone agricole. Queste aree, che nel loro complesso coprono una superficie di 86.000 ettari, rappresentano il 67% dell'intero territorio del Comune di Roma. All'interno di questa Rete Ecologica cittadina, le aree naturali protette svolgono un ruolo predominante nelle politiche ambientali della città. Si tratta di ben 19 aree protette terrestri (nonchè di una riserva marina) localizzate per lo più nella fascia urbana, ma che spesso si incuneano fin nelle zone più centrali della città, e che nel loro complesso ricoprono una superficie totale di oltre 40.000 ettari. Un patrimonio ambientale di enorme valore, costituito dalle riserve e dai parchi naturali, al cui interno le preesistenze archeologiche, i monumenti, le ville, e i casali rappresentano solo una parte della ricchezza, poiché il vero tesoro sono gli habitat di particolare valore naturalistico e l'enorme varietà di ambienti naturali che fanno della capitale una delle città più ricche in termini di biodiversità.
Il quarto volume della serie dedicata alle chiese della Roma moderna, nel periodo tra il 1860 e il 1960, si compone di tre sezioni distinte. Nella prima si analizza una selezione di costruzioni in prevalenza appartenenti a diverse Istituzioni religiose di culto cattolico (Congregazioni, Conventi, Prelature) e si esaurisce la panoramica degli edifici parrocchiali posti in zone "periferiche" della Capitale. Le altre due sezioni sono dedicate rispettivamente agli edifici cristiani di culto non cattolico costruiti nel periodo in esame e agli esempi più significativi di edifici sacri edificati dopo il 1960, allo scopo di rendere il più possibile approfondito il quadro generale dell'architettura religiosa della Roma moderna. Il volume presenta anche un'interessante appendice sui principali progettisti attivi nell'ambito dell'architettura, religiosa e non, del periodo in esame.
Dal re di Svezia che acquista tutta la raccolta di antichità di Piranesi a chi si accontentava di molto meno: un mosaico minuto, una statuetta in biscuit, un piccolo Colosseo in sughero.
L'arte e l'ingegno al servizio dell'industria del ricordo.
Il Grand Tour è una sorta di pellegrinaggio laico, un irrinunciabile battesimo culturale delle élites europee del Settecento, con Roma meta indiscussa. Come in ogni pellegrinaggio che si rispetti, come non desiderare di riportare in patria souvenir del proprio viaggio? Senza toccare i vertici di Caterina II di Russia che per l'Ermitage ordina una copia a scala naturale delle Logge Vaticane di Raffaello per la quale è necessario predisporre un'armata di copisti, anche chi non può permettersi acquisti così imponenti si adopera per procurarsi originali o copie di opere d'arte antica.
Per soddisfare la domanda di questo agguerrito stuolo di compratori, Roma appresta un esercito altrettanto formidabile di produttori: artisti e artigiani di ineguagliabile talento, che con inventiva, scaltrezza e spirito imprenditoriale sanno incrementare e diversificare la propria offerta, ricorrendo a tecniche artistiche ben collaudate, inventandone di nuove o recuperandone di già sperimentate, per creare inedite tipologie di prodotti e suscitare nuove, irresistibili mode. È la nascita dell'industria dell'antico e del bello, un curioso fenomeno di domanda e offerta di ricordi della città eterna.
Antonio Pinelli guida il lettore nell'esplorazione di questa galassia di eccellenze e raffinati virtuosismi, che preannuncia l'era dell'industria culturale di massa.