Ezra Pound scrisse che un poeta deve saperci dare il suo mondo. Per circa sessant'anni (1908-1968) egli non cessò di creare il suo mondo poetico, inviandoci ragguagli di esperienze e scoperte nelle capitali del Novecento e nell'Italia in fermento fra le due guerre, luogo che gli sembrava antico e nuovissimo, in cui operare con le sue mille curiosità e creare un poema che sarebbe dovuto restare sua testimonianza. Altri dispacci poetici pervennero dal poeta in gabbia a Pisa e in manicomio a Washington, prima del suo sereno congedo da Liguria e Venezia. Massimo Bacigalupo, che conosce e studia Pound fin da ragazzo, ci guida in questo universo alternativo e bizzarro, da cui si gode una vista tutta particolare sulla letteratura e la storia del secolo scorso, e che ancora oggi non cessa di stupire e arricchire chi vi si avventura. Soprattutto indaga i Cantos, quel nuovo viaggio in Italia e mito personale che è una delle opere più scombussolanti, intriganti e a momenti toccanti del Novecento. Ma c'è anche la storia personale di Pound, dei suoi maestri e sodali Yeats, Ford, Wyndham Lewis, Eliot, dei suoi amici italiani Marinetti, Pea, Scheiwiller, e dei suoi amori da giovane e vecchio, sempre finalizzati alla passione di raccontare. Vita di un uomo che ebbe il dono di scrivere versi memorabili e crearsi un mito.
Guglielmo II Hohenzollern fu imperatore di Germania e re di Prussia dal 1888 al 1918, quando di fronte alla sconfitta militare e ai sussulti rivoluzionari fu costretto ad abdicare. Durante il suo lungo regno cercò di esercitare un potere assoluto: nominava e sfiduciava cancellieri (ben sette), imponeva l'agenda politica, era il protagonista indiscusso della politica estera del Reich. L'imperatore agiva facendosi forte di una legittimazione divina del suo potere, e aveva in spregio il parlamento e i partiti politici. Durante il suo regno fu osannato e celebrato come un sovrano moderno, perfino "socialista", capace di risolvere i grandi problemi del Reich: l'industrializzazione accelerata e i conseguenti radicali mutamenti sociali. Fu abile nel servirsi dei nuovi mezzi di comunicazione di massa, in particolare la stampa e la fotografia. Ma fu anche vituperato e messo in caricatura, soprattutto all'estero. Nel corso della guerra fu oggetto di durissime critiche da parte dell'Intesa, che lo considerava l'incarnazione del militarismo e autoritarismo prussiano. Critiche che si accentuarono nel dopoguerra, quando gli fu attribuita la responsabilità dello scatenamento del conflitto. Visse per quasi ventitré anni in un grigio esilio nei Paesi Bassi, messo ai margini della storia, incapace di fare i conti con le proprie responsabilità, tenacemente abbarbicato al sogno di sovvertire le istituzioni repubblicane e di essere riportato sul trono da Hitler. Il libro ripercorre tutte le fasi della sua vita, parallela a uno dei momenti più critici della civiltà occidentale: dai trionfi del colonialismo e dell'industria, all'abisso della Grande guerra. Dall'infanzia, contrassegnata da problemi fisici e da un conflitto mai risolto con i genitori, al lungo e scintillante regno, alla repentina scomparsa dalla scena proprio negli anni di guerra, al lungo e malinconico tramonto nell'esilio. Le vicende private e individuali dell'uomo, segnato da un carattere scostante e arrogante, all'apparenza brillante ma umanamente arido, sono analizzati in stretto intreccio con i contesti in cui si snoda la sua lunga vita: l'ascesa della Prussia, l'unificazione del Reich, la guerra mondiale, la svolta repubblicana e infine l'irresistibile trionfo del nazionalsocialismo.
«Il rientro temporaneo di Gian Galeazzo in Italia, nel novembre del 1570, per prendere possesso del feudo di Colorno dopo la morte del cognato Gian Francesco Sanseverino, offriva un'occasione insperata per acciuffare un frequentatore assiduo della corte francese e per servirsi di lui onde raccogliere indizi ed elementi di prova relativi alle connivenze di Caterina con gli aderenti alla "settaµ ugonotta» La notte del 4 novembre 1570, su ordine di Pio V, Gian Galeazzo Sanseverino viene fatto prigioniero nel suo feudo di Colorno e carcerato nelle prigioni dell'Inquisizione a Roma con l'accusa di eresia calvinista. Quali sono le vere ragioni di questo arresto? Quali lotte di potere cela? Sulla base del processo conservato nell'Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede e di una ricca documentazione - per lo più inedita - il libro ridisegna la vicenda, solo parzialmente nota, del condottiero al servizio della monarchia francese durante le guerre di religione e delinea le anomalie di un processo a un uomo d'arme, che suscitò grande scalpore in Italia e in Francia. Le deposizioni dell'imputato e dei testimoni mettono in luce le rivalità per le cariche militari, i tentativi dei Valois di sanare la frattura religiosa del Regno, l'odio dei francesi verso gli italiani, ma anche la litigiosità e la violenza dell'aristocrazia padana.
Continua la storia di Domenico, il giovane abruzzese che, agli inizi del 1900, lascia il paese per andare a lavorare all'estero per procurarsi un avvenire migliore. L'abbiamo conosciuto attraverso i due libri precedenti di Gaetano Callocchia: "Intrigo matematico a Buffalo" e "Un baule di sogni".
Paul Klee è uno degli artisti più importanti del Novecento e sicuramente uno dei più amati: la sua pittura raggiunge tutti, incanta i bambini come i filosofi che ne hanno molto scritto. Ha dipinto diecimila opere, sperimentando, creando nuove tecniche, usando linguaggi diversi, reinventandosi sempre: è stato astratto e figurativo, lo hanno chiamato post-cubista, surrealista, espressionista, ma nessuna definizione riesce a racchiuderlo. Diceva di essere 'inafferrabile'. E in qualche modo è così. Chi era davvero Paul Klee? Questo libro indaga il mistero di un genio dotato di molti doni: poteva essere un poeta o un musicista, ma è con la pittura che ha cambiato la storia dell'arte. Dominato da una potente ispirazione e da un'inesauribile furia creatrice, che ha saputo regolare ed educare con la più metodica delle vite: un caso molto raro tra i suoi colleghi artisti. Attraverso i suoi Diari e i densi scritti teorici che ha lasciato, Gregorio Botta ricostruisce e intreccia la formazione di un uomo e la nascita di un'estetica che ha segnato il secolo. Dotata di un ricco apparato iconografico a colori, questa è una biografia artistica scritta con un linguaggio chiaro e avvincente da un autore che è a sua volta un artista.
«Quanto amore mi è stato strappato via. Quanto amore ti è stato strappato via. Ogni giorno ti penso, al mattino, alla sera, durante la giornata. Giuro a me stessa che non mi fermerò, continuerò a cercarti e continuerò a lottare per la verità e per la giustizia. Finché respiro, io spero. Con tutte le mie forze.» Sono passati ormai diciotto anni - il tempo di una vita che si fa adulta - da quando il 1° settembre 2004 scomparve la piccola Denise Pipitone. Chi è stato a portarla via dalla casa della nonna in quella mattina di fine estate a Mazara Del Vallo, e perché? È ancora viva? Né le indagini, né il processo, né l'attenzione dei media, né gli avvistamenti che si sono inseguiti senza sosta sono serviti a restituire a Piera Maggio sua figlia. Ma lei non ha mai smesso di cercare, e non ha intenzione di arrendersi. Le indagini sul sequestro si sono arenate, dopo che il processo si è concluso con l'assoluzione della principale imputata. Nessuno conosce il destino di Denise e le tante speranze accese anche negli anni più recenti si sono rivelate vane. La sensazione dolorosa, avvertita anche da moltissimi italiani, è che Denise non sia stata cercata davvero da chi doveva farlo. Questo libro è la storia di una vita segnata dall'angoscia dell'assenza e insieme da una battaglia incessante per fare luce, con la forza dell'amore materno, su uno dei misteri italiani più bui. Ma è anche il racconto in prima persona del desiderio di libertà e indipendenza di Piera, una ragazza che si è fatta donna in una Sicilia ancora impregnata di perbenismo ipocrita e di una mentalità antiquata e giudicante. Per la sua voglia di andare controcorrente, scegliendo chi amare al di là dei condizionamenti sociali, oltre al rapimento della figlia ha dovuto subire l'umiliazione di essere colpevolizzata. Ma la sua lotta non si fermerà, e continua a rappresentare un esempio di coraggio e determinazione per milioni di italiani.
Lungo tutto il secolo breve, una donna bellissima e fortissima pensa, scrive, agisce, lotta. Viaggia prima per studio, poi attraversando fronti e frontiere dell'Europa occupata dai nazifascismi: Parigi, Lisbona, Londra, Marsiglia, Roma, il Sud dell'Italia dove sono arrivati gli Alleati. Documenti falsi, missioni segrete, diplomazia clandestina. Joyce, insieme al marito Emilio Lussu e ai compagni di Giustizia e Libertà, sostenuta nelle sue scelte dalla sua famiglia di origine, è in prima linea nella Resistenza. Poetessa, traduttrice, scrittrice, ha sempre coniugato pensiero (prefigurante, modernissimo) e azione. Azione che prosegue nel dopoguerra con la ricerca di poeti da tradurre per far conoscere le lotte di liberazione degli altri paesi, in particolare dell'Africa e del Curdistan. Nazim Hikmet, Agostinho Neto, i guerriglieri di Amílcar Cabral che compongono canti di lotta durante le marce, sono alcuni degli autori che Joyce 'scopre' e propone attraverso traduzioni rivoluzionarie. Rievocando le scelte, gli incontri, le occasioni, ripercorriamo l'esistenza di questa donna straordinaria (laica, cosmopolita, 'anglo-marchigiana') e il suo essere, da sempre, riferimento per molte donne e molti giovani.
«La foto del matrimonio dei miei genitori è un colpo al cuore. Tutto ha avuto inizio quel giorno. 10 giugno 1964. Dovrei cominciare proprio da lì se avessi il coraggio di scrivere di me.» Per chi non la conosce personalmente, Lucrezia è un'attrice, una donna bellissima, la figlia della scandalosa Marina Ripa di Meana e del blasonato Alessandro Lante della Rovere. Nata nell'agio e sotto una buona stella. Una donna cui sembra che la vita abbia regalato tutto. Invece se si entra nelle pieghe della sua storia, si scopre un'infanzia difficile dominata da una madre "a piede libero" e un padre ingoiato dai suoi demoni: Lucrezia cresce spostata come una pedina da una casa all'altra e inizia a fare la modella, quasi per gioco. Le apre le porte del cinema il grande Mario Monicelli a soli 19 anni e poi prende vita una carriera dettata dall'istinto e dal coraggio. Una giostra professionale che scivola dal cinema, al teatro, alla televisione. Le nascono due gemelle quando ha appena vent'anni, mentre una madre iperbolica e irrinunciabile segue i suoi passi e la sua vita sentimentale è costellata da grandi amori, passioni, abbandoni e ripartite. Lucrezia ascolta sempre e solo il suo cuore, anche quando incontra Arturo, un bracco italiano che diventa il suo centro. Questo libro è un viaggio emozionante, pieno di ironia, segnato dai colpi di scena che offre il destino. Una storia intima e commovente che si legge tutta d'un fiato, perché la voce di Lucrezia Lante della Rovere è sincera, luminosa e piena di grazia. Desideri, sogni, interrogativi si susseguono fino alla fine. La grande avventura di una donna che ha vissuto in apnea, inseguendo il respiro, in cerca di quel senso che ci accomuna tutti.
"La Repubblica" è stata la postazione dalla quale ha osservato il mondo e lo ha raccontato a generazioni di italiani, ma Eugenio Scalfari è stato molto più di un giornalista. Filosofo, scrittore, politico, imprenditore. Il suo eclettismo è stato un caso unico nel panorama culturale del nostro Paese. Proprio per questo, per comprendere la portata della sua figura e della sua eredità intellettuale, è necessario prendere in considerazione le molteplici sfaccettature dello Scalfari personaggio pubblico. Questo saggio vuole restituire un profilo del fondatore della "Repubblica" secondo quattro filoni di indagine: le idee politiche, la produzione artistica, il pensiero filosofico e il rapporto con la religione.
In tutte le raffigurazioni è l'uomo dalla faccia dimezzata, da quando, nemmeno trentenne, un occhio e la radice del naso li aveva perduti per un colpo di lancia ricevuto durante una giostra. Nella storia del Rinascimento italiano, Federico da Montefeltro, duca di Urbino, è il più stimato e strapagato condottiero, circondato dalla fama di non aver perso (quasi) mai una battaglia. Intelligente, coltissimo, ottimo stratega, bravo statista, abile diplomatico, scaltro (ma sempre elegante) curatore dei propri interessi, assieme al suo grande amore, la giovanissima e affascinante seconda moglie Battista Sforza, Federico riuscì a trasformare la corte del Montefeltro in uno dei centri della cultura e della politica italiane: a lui si deve la facies urbanistica e architettonica di Urbino, è lui che riesce a coinvolgere nel suo progetto culturale artisti e architetti come Piero della Francesca o Francesco di Giorgio Martini. Ma come ogni vita avventurosa che si rispetti, anche quella di Federico fu costellata da intrighi e misteri mai del tutto risolti: come riuscì da figlio 'bastardo' a impadronirsi del potere? Che ruolo ebbe nella famosa 'congiura dei Pazzi'?
Questo libro presenta la figura del giudice siciliano Rosario Livatino (1952-1990), oggi Servo di Dio. Lavora al Tribunale di Agrigento prima come sostituto procuratore per oltre dieci anni, poi come giudice a latere. Con capitoli brevi e forma narrativo-discorsiva, vengono delineate l'infanzia del giudice, la sua formazione umana e di studi, la sua vita professionale, infine la sua morte, appena trentasettenne, per mano di sicari della mafia. A dare maggiore spessore contribuiscono i passi tratti dalle agende che il giudice aggiornava ogni giorno dal 1978 e la ricostruzione dell'agguato, tramite le sentenze dei processuali. L'opera, inoltre, approfondisce la fede cristiana di Livatino. Nella seconda parte sono riportate le uniche due relazioni che il giudice tenne in pubblico. La prima è il suo testamento spirituale sul ruolo del giudice. La seconda è il manifesto del suo impegno di magistrato credente.
Nel raccontare con sincerità e commozione i primi quarant'anni di due vite inestricabilmente intrecciate agli eventi che hanno segnato il Novecento, Angela Terzani Staude ci affida in questo libro la sua trascinante storia d'amore con il marito Tiziano: una coppia che matura e si consolida affrontando sia le difficoltà personali e sentimentali, sia i problemi di una generazione e di una società alla strenua ricerca di identità e di valori. Tutto inizia a Firenze in un caldo pomeriggio di fine estate del 1957, quando Angela diciottenne incontra a casa di un'amica un giovane della sua stessa età che senza alcuna esitazione comincia a raccontarle di un suo viaggio in autostop e della volta in cui ha lavorato in un albergo di Losanna per pagarsi un soggiorno a Parigi, mostrandole così tutta la sua voglia di scoprire il mondo. Coraggiosi e ribelli, e animati dalla passione per la politica, dopo pochissimo tempo Angela e Tiziano iniziano la loro vita insieme, prima in Italia, poi in un continuo viaggiare per lavoro, dall'Europa agli Stati Uniti fino all'agognata Asia. Ed è nel corso di questi anni che in Tiziano Terzani si chiariscono le mete e i valori che orienteranno per sempre il suo modo di essere giornalista e il suo impegno etico e politico. In tempi in cui basta poco per definire «straordinaria» una vita, ben più che straordinaria ci appare quella vissuta da Angela e Tiziano: una vita libera e pienissima, trascorsa a viaggiare per il mondo sull'onda delle domande e delle passioni del loro tempo e inseguendo i grandi avvenimenti della Storia.