In piena euforia strutturalista - è il 1973 - la sociologia sembra essere in crisi, soprattutto per quel che riguarda la lettura critica dei media. Ma nel momento in cui volge la propria attenzione alle comunicazioni di massa, osserva Fabbri in questo saggio seminale, essa è come costretta a fare i conti col problema del senso e dei testi che lo supportano, ossia con i fenomeni specifici studiati dalla scienza delle significazioni. Ne viene fuori un'ipotesi socio-semiotica forte, come studio dei contenuti mediatici e di quegli attori sociali che, trasmettendoseli reciprocamente, riescono a metterli in condizione di significare.
Tra i massimi linguisti del nostro tempo, Luca Serianni ha sempre coniugato la più alta ricerca sulla storia dell’italiano alla passione per la didattica in tutte le sue forme, come testimonia in ultimo il suo incarico come capo della task force ministeriale che si occupa dell’apprendimento della lingua italiana. I suoi libri hanno formato generazioni di studiosi e alimentato il dibattito pubblico sul corretto uso della lingua e sul suo insegnamento nella scuola. In occasione del settantesimo compleanno, gli allievi hanno raccolto alcuni tra i suoi studi più significativi degli ultimi vent’anni. Ventotto saggi che attraversano otto secoli di storia linguistica italiana: dalla Commedia di Dante sino alla lingua dei giornali, passando per la poesia barocca, la librettistica verdiana, la didattica dell’italiano nei licei. Il risultato non è solo la summa di una decennale esperienza di ricerca ma anche un’esemplare lezione di metodo: su come guardare oggetti di studio lontani e vicini in modo da cogliere, attraverso la lingua, il riflesso della cultura di un intero paese.
La lingua italiana ha una storia lunga molti secoli. Ha vissuto e vive tuttora nei pensieri e nelle parole di milioni di persone in Italia e nel mondo, prestandosi duttilmente, ma senza perdere la propria natura, a usi pratici e quotidiani, alle specializzazioni professionali e a monumenti letterari e artistici di impareggiabile bellezza. Questo libro intende accompagnare il lettore non specialista in un viaggio che renda visibili, attraverso un ricco corredo di immagini, le mille voci e i mille volti di coloro che nel corso del tempo hanno plasmato e poi reso vitale e creativa una delle lingue di cultura più apprezzate al mondo.
Elegante, musicale, armoniosa, dolce, piacevole, seducente: per chi ci guarda da fuori, la nostra è la lingua più bella del mondo, tanto da farne la quarta più studiata tra le lingue straniere.
Gli italiani, invece, tendono a darla per scontata, ignorando forse che le parole che ancor oggi utilizziamo hanno una storia antica e nobile. È un gran privilegio parlare d'amore, sognare e persino imprecare con le stesse parole di Dante e degli altri grandi della nostra letteratura. Dovremmo emozionarci sapendo di poter passare con facilità da un sonetto di Petrarca a una poesia di Alda Merini, da Ariosto al Fantozzi di Paolo Villaggio, dai poeti siciliani ai testi di Vasco Rossi. Le altre lingue europee non offrono questa opportunità.
Avere come strumento per esprimersi l'idioma che ha segnato nel mondo la musica, le arti, la scienza, il canto dovrebbe riempirci di ammirazione e orgoglio, e darci la misura delle nostre potenzialità.
Da un'italianista appassionata, una dichiarazione d'amore in otto passeggiate tra i tesori della nostra lingua, da Boccaccio alla "supercazzola" di Amici miei, da Galileo a Benigni, per innamorarsi, o reinnamorarsi, della "lingua degli angeli", nella definizione di Thomas Mann. L'italiano ricambierà, regalando godimento, fascino, sicurezza in sé stessi e nelle proprie idee. E tutte le parole per le cose più belle della vita.
Un cane comprende perfettamente lo stato d'animo e le intenzioni del padrone, e si comporta di conseguenza: si precipita alla porta quando vi vede indossare il cappotto, vi poggia il muso sulle ginocchia quando siete ammalati o tristi, si defila se avete bisogno di stare da soli... Ma voi riuscite a comprendere con la stessa precisione i segnali che il vostro cane vi invia, interpretando correttamente il significato di uno scodinzolio in un particolare momento o di una "toccatina" con il muso in un altro? Per imparare a comunicare con il vostro cane è necessario che ne conosciate il linguaggio, ovvero che ne sappiate leggere lo sguardo, decodificare la postura del corpo, la posizione e i movimenti degli orecchi e della coda, percepire la differenza fra i suoi diversi modi di abbaiare. Questo libro vi insegna a comprendere fino in fondo il vostro cane, dal funzionamento della sua mente al modo con cui manifesta i suoi stati d'animo.
Come mai in un'epoca caratterizzata dalla proliferazione dei mezzi di comunicazione, la reciproca comprensione è più difficile? Come mai ci ostiniamo a credere che il presente si riduca alla novità e che la novità si identifichi con la verità? Come mai le parole di Lucrezio sull'universo, di Cicerone sulla politica, di Seneca sull'uomo colpiscono la mente e curano l'anima più e meglio dei trattati specialistici? Ivano Dionigi, latinista, già rettore dell'Università di Bologna, con "Il presente non basta" affronta tali domande volgendo lo sguardo alla lingua che l'Europa ha parlato ininterrottamente per secoli, attraverso la politica, la religione, la scienza. Il latino evoca un lascito non solo storico, cultuale e linguistico ma anche simbolico: si scrive "latino", ma si legge "italiano, storia, filosofia, sapere scientifico e umanistico, tradizione e ricchezza culturale". Non è un reperto archeologico, uno status symbol o un mestiere per sopravvissuti; è il tramite che - oltre Roma - ci collega a Gerusalemme e ad Atene, l'eredità che ci possiamo spartire, la memoria che ci allunga la vita. È un'antenna che ci aiuta a captare tre dimensioni ed esperienze fondamentali: il primato della parola, la centralità del tempo, la nobiltà della politica. Come mater certa, anzi certissima dell'italiano, il latino - lingua morta eppure resistente nell'uso comune, dal lessico economico a quello politico, medico e mediatico - ci restituisce il volto autentico delle parole.
Come mai nell'epoca della comunicazione la reciproca comprensione è così difficile? Come mai ci ostiniamo a credere che il presente si riduca alla novità e che la novità si identifichi con la verità? Come mai le parole di Lucrezio, di Cicerone, di Seneca continuano a colpire la mente e curare l'anima? Ivano Dionigi affronta queste domande volgendo lo sguardo alla lingua che l'Europa ha parlato ininterrottamente per secoli, attraverso la politica, la religione, la scienza: si scrive «latino», ma si legge «italiano, storia, filosofia, sapere scientifico e umanistico, tradizione e ricchezza culturale». È un'antenna che ci aiuta a captare tre dimensioni ed esperienze fondamentali: il primato della parola, la centralità del tempo, la nobiltà della politica. Una riflessione quanto mai attuale di fronte alle nuove sfide delle scienze e delle tecnologie digitali, che possono e debbono trovare negli studia humanitatis un'alleanza naturale e necessaria.
"Sia chiaro che il libro non potrà dirvi cosa mettere nella tesi. Quello rimane affar vostro. Il libro vi dirà: (1) cosa si intende per tesi di laurea; (2) come scegliere l'argomento e predisporre i tempi di lavoro; (3) come condurre una ricerca bibliografica: (4) come organizzare il materiale che reperite; (5) come disporre fisicamente l'elaborato. Ed è facile che la parte più precisa sia proprio quest'ultima che può sembrare la meno importante: perché è l'unica per cui esistono regole abbastanza esatte." (Umberto Eco). Una lezione di metodo su come fare ricerca che, dopo quarant'anni - anche se il mondo con la sua tecnologia è completamente cambiato - resta preziosa e unica. Oggi i repertori bibliografici si trovano su internet, Google Scholars offre mille materiali, le schede bibliografiche si scrivono in digitale, ma le indicazioni di struttura, priorità, argomentazione restano le stesse.
L'italiano perfetto non esiste, e non è mai esistito. L'italiano continua a cambiare: cambia il nostro modo di usarlo, perché cambia il mondo in cui lo usiamo. In pochi anni si è passati dall'epistola all'e-pistola: e-mail, chat, messaggini, social network. E così - per la prima volta nella sua storia - l'italiano si ritrova a essere non solo parlato, ma anche scritto quotidianamente dalla maggioranza degli italiani. Giuseppe Antonelli ci accompagna tra sigle e parole inglesi, tra punteggiatura ed emoji, tra dialettismi ed espressioni alla moda. Con tono agile e godibile, ci spiega piccoli e grandi cambiamenti della grammatica e del lessico e racconta curiosità e segreti del nuovo e-taliano.
Può esistere una cosa come una lingua umana impossibile? Un biologo potrebbe definire impossibile un animale che contraddicesse le leggi fisiche della natura (l'entropia, per esempio, o la gravità). Esistono leggi simili in grado di condizionare le lingue? In questo libro, Andrea Moro, autorevole linguista e neuroscienziato, esplora l'esistenza delle lingue impossibili, alla ricerca dell'"impronta digitale" del linguaggio umano. L'autore ci conduce oltre i confini di Babele, attraverso l'insieme di proprietà che, al di là delle apparenze, tutte le lingue condividono, e indaga le fonti dell'ordine, facendo riferimento a esperimenti che egli stesso ha contribuito a progettare. Paragona la sintassi al rovescio di un arazzo, rivelandone la struttura nascosta, descrive il cervello come un setaccio e ascolta il suono del pensiero attraverso la registrazione dell'attività elettrica encefalica. Parole e frasi, ci dice, sono come sinfonie e costellazioni: non hanno contenuto proprio, esistono perché le ascoltiamo e le guardiamo. Siamo parte dei dati.
Questo testo non è una guida; è piuttosto il diario di bordo di vent'anni di frequentazione dei "socialini" da parte di una sociolinguista interessata a capire cosa succeda alla nostra lingua e alla nostra società nella commistione tra vita online e offline. È il web che condiziona la lingua o è l'italiano che attraverso la rete sta mostrando mai come ora il suo stato? Questo libro tenta di raccontare qualcosa di nuovo dei social network a chi li frequenta, nella speranza di renderli meno "ostici" a chi, invece, non è abituato a frequentarli. Soprattutto, vuole essere un contributo all'ecologia linguistica dei mezzi di comunicazione elettronici, la cui vivibilità è responsabilità di tutti gli utenti.
Il volume, nell'offrire una sintesi il più possibile completa dei modi in cui storia della Chiesa e storia della lingua italiana si sono sovrapposte, approfondisce aspetti fin qui trascurati dal punto di vista linguistico. Si ricostruiscono, in particolare, l'azione svolta dalle istituzioni educative, spaziando tra i collegi dei gesuiti e le scuole per gli emigrati italiani organizzate tra Otto e Novecento, il peso che, soprattutto nel XIX secolo, la letteratura devota ha avuto sull'istruzione del popolo, e le tecniche di comunicazione ai fedeli sempre adeguate, dall'Italia del Trecento all'America degli emigrati, alle esigenze dell'uditorio. Dalle origini fino ai discorsi di papa Francesco, le tracce della Chiesa e della cultura religiosa sono ricostruite anche nelle parole e nelle espressioni che lungo i secoli si sono stabilmente mantenute sedimentandosi nella lingua comune.
Tutte le lingue hanno la loro bellezza: la bellezza della lingua italiana sta nella sua ricchezza di parole, nella mobilità della sua sintassi, nella particolarità della sua storia. Con garbo, ironia e precisione scientifica Mariangela Galatea Vaglio ci guida a conoscerne le avventure nel corso dei secoli, dalle oscure origini all'esplosione dantesca, dal dominio culturale nell'Europa rinascimentale e barocca fino alla modernità e all'attuale lotta per adeguarsi senza snaturarsi a un mondo popolato da inspirational manager, babysitter e personal trainer. Completa il libro un sintetico e divertito "ripasso" dei fondamenti di ortografia e grammatica: tanto per non dimenticare che tra i messaggini, le chiacchiere in chat e il congiuntivo non deve esserci guerra, ma positiva alleanza. Se è vero che viviamo nell'era della comunicazione, è importante essere capaci di una scrittura non solo brillante ed efficace ma anche corretta e dignitosa. Con i "Suggerimenti di lettura" di Giulio Mozzi.