
È sempre più difficile fare i genitori. Alle tradizionali preoccupazioni quotidiane (la scuola, le amicizie, i capricci), se ne aggiungono di inedite che rischiano di trovarci impreparati: le nuove tecnologie, Facebook, la realtà virtuale, ad esempio. "E adesso cosa faccio?" (una frase che, prima o dopo, tutti abbiamo pronunciato) affronta le questioni più urgenti, con un taglio originale: non offre ricette o istruzioni per l'uso, ma propone uno sguardo nutrito di stima verso il bambino e il ragazzo. Con i figli, infatti, le strategie e le pianificazioni non hanno successo. Non si gestiscono i figli. I giovani sono più di ciò che sembrano, sanno costruire desideri grandi e soprattutto pensano: pensano sé, il mondo e gli altri. Riconsiderare e rilanciare il rapporto con loro è quanto tocca, oggi più che mai, ai genitori. Perché ricompaia la soddisfazione e la pace nelle nostre case.
Il pensiero pedagogico moderno si è spesso richiamato a Socrate e all'antichità classica per giustificare alcune delle sue intuizioni. Eppure è nell'antichità detta «tarda», un mondo ben lontano dall'atmosfera di piacevolezze a volte mordaci del passato, che si sono gettate le basi di un modo di concepire l'insegnamento che ci riguarda ancora oggi. Sono infatti le scuole filosofiche neoplatoniche, attive tra IV e VI secolo d.C nel Mediterraneo orientale, tra Atene, Alessandria d'Egitto, la Siria e la Mesopotamia, ad aver conosciuto un modello di organizzazione e programmi strettamente codificati. Quest'ultimo rifugio della cultura ellenica, vale adire del paganesimo alla sua conclusione, proteso in un ultimo tentativo di reazione contro la definitiva cristianizzazione dell'Impero, ha notevolmente influenzato il Medioevo e ha sottolineato il carattere fondamentalmente asimmetrico della relazione pedagogica. Questo breve saggio introduce alla vita quotidiana di un maestro neoplatonico, che, per ragioni diverse, è sempre anche una guida spirituale o un direttore della coscienza il cui compito non è soltanto istruire, ma anche formare sul piano morale e spirituale.
Essere studente: mestiere complicato, difficile, pieno di casini. Ma anche tempo carico di speranze e progetti! Il volumetto racconta in modo semplice come gli studenti possono organizzare incontri, corsi, attività extracurricolari come previsto dall'autonomia scolastica, della quale illustra concretamente peculiarità e punti di forza. In conclusione qualche idea e spunto per realizzare nella scuola la presenza del Movimento studenti di Azione cattolica.
Essere studente: mestiere complicato, difficile, pieno di casini. Ma anche tempo carico di speranze e progetti! Il Movimento Studenti di Azione Cattolica, presente in molte scuole italiane e riconosciuto dal MIUR, rilancia lo Statuto delle studentesse e degli studenti. Partire da questo strumento aiuta ad avere le idee chiare sui propri diritti e doveri (cosa posso e cosa devo?), premessa fondamentale per vivere con maggiore consapevolezza ogni spazio e ogni minuto del proprio tempo in classe. Nella seconda parte il testo fa focus sul diritto allo studio, sulla parità scolastica e sui diritti e doveri degli studenti in alternanza scuola/lavoro.
Essere studente: mestiere complicato, difficile, pieno di casini. Ma anche tempo carico di speranze e progetti! Il volumetto racconta in modo semplice chi è il rappresentante di classe e quale il suo ruolo, gli adempimenti che deve svolgere, con suggerimenti pratici che nascono dall'esperienza diretta. In appendice tutti i moduli utili allo svolgimento del ruolo arricchiscono il lavoro.
Essere studente: mestiere complicato, difficile, pieno di casini. Ma anche tempo carico di speranze e progetti! Il volumetto racconta in modo semplice tutto quello che c'è da sapere per vivere la propria scuola da protagonista: partecipare diventa così non una velleità o una buona intenzione, ma un obiettivo facile da raggiungere attraverso gli strumenti democratici messi a disposizione dall'istituzione scolastica. Non avranno più segreti per lo studente l'assemblea e il consiglio di classe, l'assemblea e il consiglio di Istituto, la consulta provinciale e così via... Un Vademecum per ragazzi che non hanno voglia di delegare ad altri il proprio tempo nella scuola ma vogliono viverlo da veri protagonisti.
18 capitoli per 18 attività manuali. Il libro è strutturato con due laboratori per ogni mese dell'anno scolastico, da settembre a maggio, con i temi tipici che attraversano questo periodo: dall'autunno al Natale, dal carnevale alla Pasqua... Un'opportunità per divertirsi a creare oggetti, opere d'arte e lavoretti da regalare ai genitori in occasione delle feste. Uno strumento utile a stimolare la fantasia e a imparare tecniche nuove, con l'utilizzo di materiali "poveri" e facili da reperire. Per le maestre, un supporto semplice e pratico per nuove attività manuali con i bambini.
Educatori si nasce o si diventa? Non è una domanda facile a cui rispondere, di certo - scrive Ferraroli - un educatore può avere per natura delle doti favorevoli alla relazione e all'ascolto, ma per poter esercitare questa professione con dignità e competenza è necessario compiere un percorso di maturazione personale in cui la conoscenza dell'altro nelle dinamiche relazionali e nei meccanismi legati alla crescita e alla relazione vanno prima studiati e poi rielaborati in modo da non trovarsi nella posizione dell'educatore-salvatore che finisce per perdersi insieme al ragazzo che vorrebbe aiutare. Questo volume, rivolto a chi - a vario titolo - svolge un ruolo educativo, affronta le tematiche più importanti legate a questo compito: professione o missione?; Chi sono i ragazzi "oggi"?; Le fatiche dell'educatore; Come gestire l'affettività nel rapporto educativo? Una lettura da cui, soprattutto i più giovani che intraprendono l'azione educativa con entusiasmo e con passione, potranno trarre un aiuto prezioso.
Lo sport rappresenta oggi uno dei fenomeni culturali di maggiore complessità e diffusione nella società contemporanea. La sportivizzazione della società e della cultura è un processo inarrestabile che presenta profonde implicazioni educative e richiede lo sguardo attento e critico della pedagogia quale scienza umana per essere compreso. Utilizzando un approccio ermeneutico volto a fare emergere le valenze, le contraddizioni e i paradossi del rapporto tra pedagogia e sport, il volume rintraccia la genesi storico-culturale della pratica sportiva evidenziando come essa sia, sin dalle sue origini, profondamente educativa. Dopo una prima parte dedicata a un'approfondita analisi critica della dimensione scientifica, formativa e antropologica dello sport, l'autore sviluppa una riflessione sui valori intrinseci della pratica sportiva (inclusione, diritti umani, democrazia e pace). Lo sport quale universale culturale è portatore di valori e virtù educative molto profonde che però non possono emergere da soli. Hanno infatti bisogno di un complesso processo di estrinsecazione che solo una scienza normativa e progettuale quale appunto la pedagogia può portare a compimento nella sua pienezza. Questa estrinsecazione trova la sua concreta attuazione nell'azione consapevole e critica degli agenti educativi dello sport (primi tra tutti la famiglia, l'allenatore e gli insegnanti di scienze motorie) che, attraverso una formazione più efficace, dovranno essere aiutati a svolgere nel miglior modo possibile il complesso compito etico ed educativo al quale sono chiamati dalla società e dalle nuove generazioni.
"Il libro che avete tra le mani è il risultato di una lunga serie di conversazioni, interviste e ricerche sui fondamentali dell'educazione oggi. L'essenziale per crescere affronta il tema spinoso delle scelte educative fondamentali per chi ha figli da 0 a 13 anni. Perché diventare mamme e papà è un po' come essere assunti (senza corsi di formazione) per svolgere un mestiere bellissimo e allo stesso tempo impegnativo, complesso e totalizzante. E anche se è normale commettere degli errori, avere l'opportunità di evitarne qualcuno, grazie alle informazioni di chi ha più esperienza o le conoscenze scientifiche necessarie, è davvero una preziosa occasione."
"Abbiamo tutti bisogno di dosi di innocenza. No, non quella cieca: dico quella dei clown, dei vulnerabili contenti, quelli che hanno conosciuto il dolore eppure non ne hanno fatto il loro dio. Ecco la materia che vale la pena studiare: l'innocenza dei caduti che anziché rallentare si mettono a correre che a credere in Dio non ci vuole mica fatica. La parte più laboriosa è credere negli uomini."
La capacità di stupirsi, di coltivare sogni e desideri, di interrogarsi sull'Oltre, di riconoscere la sacralità dell'esistenza propria e altrui, necessita di 'attimi di solitudine'. Questa qualità antropologica tanto ricercata dagli antichi come elemento di contemplazione della vita, interpella, ancora oggi, coloro che non vogliono arrendersi alla cultura della frammentazione, della contrapposizione, del vuoto esistenziale. La necessità di 'ritirarsi in sé' diventa infatti elemento indispensabile per scoprire la bellezza dell'interiorità. Il lavoro di Damiano Meregalli mette al centro della riflessione pedagogica la 'beata solitudo', intesa come strumento introspettivo necessario per destare l'uomo dall'apatia, dal torpore, dalla superficialità per giungere alla comprensione della propria singolarità. Per compiere questo passaggio occorre essere guidati da 'maestri' che, scommettendo sull'umano, diventino testimoni di una vita complessa ma affascinante, fragile ma ricca di opportunità, determinata ma spalancata all'eternità.