È sempre più frequente per gli educatori trovarsi ad accompagnare i percorsi di crescita di chi ha smesso di desiderare, perché ha perso lo slancio verso il futuro, visto come incerto e minaccioso. Nasce così la proposta di una pedagogia fondata su una delle categorie fondamentali dell'esistenza: il desiderio, che anima ogni vita - soprattutto quelle dei bambini - e descrive la tensione umana verso il cambiamento, per avverare la realizzazione del proprio essere. Desiderare significa rinnovare il gusto del vivere, a partire da un coraggioso fare i conti con il vuoto e con la sensazione di rottura che la storia attuale ha generato rispetto alla nostra vita precedente. Educare significa mettersi in ascolto delle fragilità umane e alla ricerca dei significati che possono restituire al futuro una promessa di senso.
Che cos'è un incontro formativo? Come lo si fa? E come lo si conduce? Ma soprattutto, come sappiamo se è andato bene? Le risposte in questo libro con lo studio e la pratica di Gigi Cotichella, formatore poliedrico e interattivo che lavora con aziende, comunità, scuole, parrocchie, enti no profit, genitori. Un manuale e un percorso per riflettere sul "fare formazione", dove si possono trovare anche 93 tecniche per iniziare a lavorare subito. Per scoprire come creare, condurre e valutare un incontro formativo. Anche online. Per arrivare al perfetto incontro formativo, sapendo che è sempre imperfetto, non solo perché si può migliorare, ma soprattutto perché l'imperfetto ci ricorda che il presente è figlio di qualcosa che andava fatto prima. Come leggere questo libro.
Affrontando le questioni scomode, le lotte sociali, l’alfabetizzazione degli adulti, le miserie del progresso, che hanno accompagnato la sua riflessione e la sua vita, in questi ultimi scritti Freire chiama in giudizio le contraddizioni e le ipocrisie che minano da secoli il colosso del benessere dei pochi. Lo fa, però, senza mai abbandonare la prospettiva pedagogica, e senza mai smettere di ricordarci che siamo soggetti e non oggetti della Storia: perché la constatazione dell’oppressione non si traduca in rassegnazione, ma diventi progetto di una realtà diversa.
Tutto il mondo della scuola, anche in Italia, è stato investito dall'emergenza sanitaria, che ha coinvolto ogni fascia d'età, dai bambini delle scuole dell'infanzia (e addirittura degli asili nido) agli studenti universitari. Il Rapporto annuale del Centro Studi per la Scuola Cattolica, articolato in tre parti, intende offrire spunti importanti per riorientare il nostro futuro e per dare un senso a tutto ciò che abbiamo vissuto. La prima parte esamina il quadro complessivo della situazione e affronta i problemi organizzativi e le prospettive per un rinnovamento effettivo del sistema scolastico nel suo insieme, facendo tesoro di questa esperienza per rilanciare alcuni aspetti essenziali dell'essere scuola. La seconda parte presenta i risultati di una ricerca sul campo, condotta fra i coordinatori educativi e didattici delle scuole cattoliche per descrivere attraverso la loro diretta testimonianza e valutazione come è stata vissuta la pandemia e quale futuro si prospetta per un settore da tempo in crisi. La terza parte raccoglie una serie di buone pratiche offerte a scuole distribuite su tutto il territorio nazionale. Sono la testimonianza concreta di ciò che si è fatto e dello spirito costruttivo con cui tanti insegnanti hanno saputo reinventare la propria professionalità, in nome del servizio educativo agli alunni. I dati statistici che chiudono il volume documentano, in maniera tempestiva, le principali dinamiche delle scuole cattoliche italiane in questo difficile anno scolastico.
Le competenze relazionali - cioè la capacità di costruire relazioni efficaci che stimolino la crescita e lo sviluppo dei nostri piccoli o grandi interlocutori - sono fondamentali in ogni pratica educativa. Il libro si occupa di queste competenze, evidenziando anzitutto la necessità di fare proprie le funzioni "materne" e "paterne" nella relazione educativa e amplificando in secondo luogo alcune strategie tipiche della relazione analitica che - mutatis mutandis - possono essere proficuamente riutilizzate nei vari contesti educativi.
Un libro che guarda ispirato ad Amoris Laetitia, nell'anno dedicato, e che scorre sul filo dei grandi temi educativi - l'incontro, l'amore di coppia, l'educazione dei figli e la vocazione sociale di una famiglia - attraverso la lente dell'esperienza personale degli autori, una coppia coinvolta in diverse realtà laiche ed ecclesiali e impegnata in termini di testimonianza e di esperienza educativa. È uno sguardo, quello di Emma e Pier Marco, che sa comunicare la bellezza dello stare insieme senza tralasciare le responsabilità che ciò comporta. Pagine che mettono a fuoco le grandi prove della vita, offrendo sempre una lettura profonda degli obiettivi a cui un progetto di coppia dovrebbe mirare: tenere il "per sempre- nel proprio orizzonte, crescere insieme i figli, alzare lo sguardo sul prossimo, tessere reti di famiglie solidali.
Ogni persona aspira alla felicità. Il modello educativo dominante spinge invece all'infelicità, più funzionale alle esigenze di un mercato che per piazzare prodotti deve indurre continuamente nuovi bisogni. La soluzione, secondo l'autore, è la Pedagogia della Gratuità: se applicata in famiglia, nella scuola e nei vari contesti sociali ed economici può far crescere ragazzi e adulti veramente liberi e felici e una società migliore.
In campo pedagogico la dimensione visiva è rimasta finora legata ai dispositivi didattici, con una funzione sussidiaria ai processi di insegnamento. I fatti educativi rimangono abitualmente chiusi nei loro luoghi, come secretati agli sguardi esterni, alimentando così un "immaginario pedagogico" oppure aprendosi nei momenti di preordinate ritualità. Quando non svelano inquietanti situazioni educative registrate all'insaputa dei suoi attori e rese di pubblico dominio. La pedagogia visuale indaga gli eventi educativi attraverso i repertori che li rappresentano; un campo di studio e di ricerca ricco di suggestioni, prima e dopo l'avvento della fotografia.
«È un qualsiasi meriggio d'estate, attorno al 1960. Una vecchia incisione, un giradischi a batteria ed il rinforzo della fisarmonica di Bruno, il sagrato della Chiesa diviene l'aperto teatro della lezione di musica. Attorno il silenzio dei boschi e, all'orizzonte, la dolce giogaia dei monti che delimitano il Mugello. Si "esegue" il Concerto Imperatore di Beethoven. Sulla partitura, trascritta sul grande rotolo, la canna del priore segnala le note. Ragazzi ed amici studiano come sempre la materia, questa volta cantata a pieni polmoni. Un miracolo della volontà e dell'intelligenza: una scuola aperta, se- vera, gioiosa». (Gian Carlo Melli)
Di fronte alle sfide del futuro l'educazione si presenta come il dono più prezioso che le generazioni più avanti negli anni possono offrire a quelle giovani, mettendo a loro disposizione le mappe per muoversi in un mondo complesso e trovare nuovi itinerari. In questa prospettiva siamo chiamati a rispondere all'appello di Papa Francesco per la costruzione di un patto globale perché «mai come ora, c'è bisogno di unire gli sforzi in un'ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un'umanità più fraterna». Il volume, mettendo a fuoco le categorie di dono e patto educativo, propone una pedagogia della famiglia che mette in luce le possibili declinazioni di questa alleanza intergenerazionale. La famiglia - come spazio generativo in grado di favorire l'incontro autentico tra figli e genitori, fratelli e sorelle, nipoti e nonni - aiuta a delineare, attraverso un patto affettivo e dialogico, il futuro.
Il Covid rappresenta una frattura generazionale: i giovani che la stanno attraversando ne escono cambiati. Così lo slogan che dà titolo al libro «Niente sarà più come prima» ha un certo valore: il modo di vivere le relazioni, di guardare al futuro, di porsi di fronte al mondo non sarà come prima. Quali effetti è destinata a produrre la pandemia sull'atteggiamento dei giovani nei confronti della vita, del futuro, della società? Che cosa stanno imparando? Quali ricadute ha ed avrà tutto questo nel rapporto con la fede e con la Chiesa? Paola Bignardi e Stefano Didoné hanno coinvolto alcuni giovani in dieci focus group: una straordinaria esperienza di ascolto, da cui è emerso lo spaccato di una generazione pensosa, che sta attraversando l'attuale momento con responsabilità, senza rinunciare ai propri progetti sulla vita.
Fin dai primi anni dopo l'istituzione della Compagnia di Gesù (1540), con la fondazione e l'avvio dei primi collegi per l'educazione della gioventù (1548), si era fatta largo l'esigenza di disporre di un ordinamento degli studi uniforme, che indirizzasse l'attività d'insegnamento e ne costituisse tratto distintivo. Nel 1599 vedeva la luce l'edizione definitiva della Ratio atque institutio studiorum Societatis Iesu, una grandiosa costruzione pedagogica in grado di rappresentare lo strumento efficace per la formazione delle élites europee dei secoli della modernità e di incidere profondamente nel costume scolastico e nelle pratiche di educazione e formazione fino alle soglie della contemporaneità. La meticolosità delle prescrizioni didattiche, la sua diffusione a tutte le istituzioni dell'istruzione secondaria-superiore, infine la centralità della tradizione classico-umanistica ne fanno una delle chiavi di accesso più efficaci all'organizzazione e alle forme della cultura dei secoli moderni.