
Atei, non credenti, increduli: è la rappresentazione che sempre più spesso viene data delle nuove generazioni. In effetti la negazione di Dio e l'indifferenza religiosa tra i giovani sta crescendo sensibilmente, anche per il diffondersi di un "ateismo pratico" tra quanti mantengono un legame labile con il cattolicesimo. Tuttavia, la domanda di senso è vivace. Per molti il sentimento religioso si esprime nella propria interiorità personale, passando da una dimensione verticale (lo sguardo alla trascendenza) ad una orizzontale (la ricerca dell'armonia personale). Tenendo presente questo profondo mutamento, il volume mette in luce il "nuovo che avanza" a livello religioso.
Richard Sennett ha trascorso la sua vita intellettuale a esplorare la maniera in cui gli esseri umani vivono nelle città. In questi due saggi indaga su due delle più grandi città del mondo in un momento cruciale della loro storia per riflettere sulla condizione dell'esule nella sua dimensione sia geografica che psichica. Ci conduce nel Ghetto ebraico della Venezia rinascimentale, dove la condizione di forestiero imposta dallo stato diede vita a una ricca identità comunitaria. Ci fa scoprire poi la Parigi del diciannovesimo secolo quale autentica calamita per gli esuli politici (categoria di cui il russo Alexander Herzen fu un esempio illustre in Europa), una città dove l'esperienza del dislocamento finì per filtrare nel mondo artistico e culturale. Proprio perché, come dice Sennett, "lo straniero deve riuscire ad affrontare la propria condizione di sradicato in modo creativo, e deve imparare a elaborare i materiali che costituiscono l'identità alla maniera in cui un artista lavora i fatti più banali trasformandoli in cose da dipingere. Ognuno deve costruire se stesso".
Le rotte dei migranti, gli hotspot, il dibattito su Schengen. L'immigrazione nel Mediterraneo mette in ginocchio l'Europa. Il Mediterraneo è oggi la rotta migratoria più pericolosa al mondo, su cui si affacciano la Grecia e l'Italia, frontiere meridionali dell'Unione europea. Nel 2015 oltre 3500 persone sono naufragate tentando di raggiungere la sponda della salvezza. Tra loro c'erano 700 bambini. C'è un vuoto nel nostro immaginario rispetto a ciò che li spinge a partire con ogni mezzo e ad affrontare tanti rischi. Nonostante si sia tanto dibattuto sulla soglia etica da non oltrepassare nella rappresentazione mediatica del fenomeno migratorio in corso, il rischio è che lo choc e la commozione per le sofferenze e le vittime vengano presto rimossi e dimenticati. Il rischio è la "globalizzazione dell'indifferenza".
2999: alla vigilia del capodanno che segna il passaggio al quarto millennio, il pianeta Terra pare essere il più gettonato come meta dei viaggi intergalattici. Recenti scavi archeologici hanno infatti riportato alla luce reperti che raccontano la vita dei terrestri all'inizio del millennio. Una civiltà oziosa, dedita all'introspezione, all'amicizia, all'amore, al gioco, alla bellezza e alla convivialità scopre così che i suoi antenati erano strani esseri interessati soltanto alla lotta per il potere, al denaro e al possesso di beni materiali. Quegli antenati siamo noi. Domenico De Masi adotta questa prospettiva fantascientifica per provocare il nostro sguardo. Allontanandosi nello spazio e nel tempo è più facile riflettere sulla direzione che vogliamo imprimere al nostro futuro. Con la forza delle sue analisi e la felice sintesi delle sue formule, l'autore ci racconta come siamo cambiati in questi ultimi anni pur essendo rimasti fedeli a stili di vita ormai superati, per dimostrare che esiste una prospettiva che ci può guidare fuori dallo smarrimento attuale. In poche parole, "Una semplice rivoluzione". Nuove rotte sono possibili, a condizione però di dotarsi dei giusti strumenti per navigare. La società postindustriale in cui siamo immersi è appena agli albori, è in fase ancora di assestamento, ma la sua apparente complessità non ci deve condannare alla rassegnata accettazione delle sue distorsioni.
Il fuoco di questo volume riguarda il ruolo del cattolicesimo e della Chiesa nello scenario italiano degli ultimi anni, caratterizzato da grande instabilità politica, da molte emergenze sociali (crisi economica, immigrazione, insicurezza) e da un dibattito pubblico assai acceso sui temi della famiglia, della vita, della bioetica, del pluralismo religioso. Anche se più dispersa e disseminata di un tempo, la presenza cattolica è oggetto di grande interesse. Quanto l'Italia ha ancora bisogno dei cattolici (di una cultura ritenuta inclusiva e costruttiva) per superare la crisi morale ed economica che sta vivendo? Perché il mondo cattolico non riesce a riversare in campo politico le grandi risorse civiche che manifesta nel volontariato? Come valutare il protagonismo della Chiesa italiana nella sfera pubblica, teso a promuovere e difendere i valori "cari" ai cattolici? E che cosa sta cambiando con papa Francesco?
Il Piccolo Principe è considerato il classico per eccellenza della letteratura per l'infanzia. Ma Il Piccolo Principe è anche uno scrigno prezioso per i grandi, un manuale comportamentale che permette di mettere la semplicità al centro dell'attenzione e di riconoscere la parte più infantile e più pura che alberga in ognuno di noi, seppur spesso adombrata dalle priorità della vita adulta. Valentina Testoni, da anni impegnata nell'ascolto dei bambini e dei genitori in difficoltà - spesso a causa della separazione tra i coniugi propone un'incursione nel delicato mondo dell'opera di Antoine de Saint-Exupéry, con l'obiettivo di mettere il pensiero del bambino al centro di ogni discorso genitoriale. Un inno alla semplicità e alla purezza dei sentimenti infantili, ma anche un'utile guida per interpretare le reazioni dei bambini di fronte alle paure e alle delusioni, scritto con competenza e profondo rispetto per un mondo, quello dell'infanzia, che ha molto da insegnare all'universo dei grandi.
Finora siamo stati ridotti a risorse umane. Per il neoliberismo noi siamo risorse per l'economia, non è l'economia a essere risorsa per noi. E non è neppure la cosa peggiore che possa capitarci: quanti non sono risorse diventano esuberi e rischiano di essere ridotti a vite di scarto. Che succede però se le "risorse umane" si ribellano scegliendo la via della nonviolenza e del rilancio della democrazia per riaffermare la loro dignità? Queste pagine sono appunti di viaggio per chi vuole inoltrarsi sulla via della rivolta civile pacifica, riflettendo sui modi per rigenerare economia e politica.
La discussione pubblica italiana rischia di partire da una somma di percezioni clamorosamente sbagliate. Una distanza rispetto alla realtà che può fare comodo alla politica per cavalcare gli allarmi sociali ai fini del consenso. E ai media per aumentare l'audience. Un'indagine condotta in 33 Paesi su un campione di oltre 25 mila individui consente di misurare le percezioni dei cittadini su aspetti sociali, demografici ed economici. Dal numero degli immigrati a quello dei giovani adulti che ancora vivono con i genitori. Dall'occupazione all'obesità. Dalla presenza delle donne in politica agli accessi a internet. Dalla ricchezza all'andamento demografico. Dal sentimento religioso alla vita in campagna. Le discrepanze tra percezione e realtà consentono di creare un "indice di ignoranza" che classifica i Paesi dal meno al più informato.
Nessuno, ma proprio nessuno di noi, cittadini dell'Occidente avanzato, accetta più di considerarsi o di venire considerato "vecchio". A qualsiasi età qualcuno muoia, muore giovane. Anzi: troppo giovane. E tutto ciò perché la vecchiaia nel nostro tempo è scomparsa, ostracizzata, resa oscena, diventata non più degna di venire a parola, praticamente espulsa dal ciclo naturale dell'esistenza umana. Siamo messi così di fronte all'effetto più conturbante che l'odierno fenomeno della longevità di massa ha sull'immaginario diffuso: grazie ad essa, non si pensa di avere oggi una vita semplicemente più lunga dei nostri antenati, il cui ultimo tratto si chiama appunto vecchiaia, naturalmente proiettato sull'evento della morte. Si ritiene piuttosto di avere a propria disposizione più vite, più esistenze, più possibilità, più occasioni, in cui ricominciare sempre daccapo e grazie alle quali potersi sentire sempre giovani e disponibili a nuovi cambiamenti e progetti, eterni tirocinanti nel laboratorio dell'esistenza. In ogni caso mai adulti o vecchi o semplicemente mortali. Ed è per questo che si muore sempre troppo giovani ed alla realtà della morte viene tolto quel valore di questione ultima e decisiva per la qualità della vita stessa. Questo libro interroga in profondità tali cambiamenti, la loro ripercussione nell'ambito delle relazioni educative e sociali, ed infine il loro effetto sulla pratica della fede, mai immune da ciò che tocca l'umano che è comune.
Il "Rapporto Giovani" dell'Istituto Toniolo mette a disposizione dati, analisi, riflessioni, proposte di intervento che consentono di migliorare la conoscenza e la capacità di azione sulla realtà giovanile, confermandosi strumento utile non solo ai ricercatori, ma anche agli stessi giovani, alle loro famiglie, agli educatori, ai giornalisti, agli imprenditori e ai decisori pubblici. Questa nuova edizione offre un quadro aggiornato del "capitale umano in formazione", illustrandone i valori, le aspettative, l'impegno sociale, le scelte formative, i percorsi professionali, e costituisce un prezioso punto di riferimento per chi vuole conoscere comportamenti e aspirazioni delle giovani generazioni nel nostro paese. In aggiunta, l'edizione 2016 propone approfondimenti specifici su temi rilevanti quali la sfida del confronto multiculturale, la fruizione del tempo libero, l'interesse per le startup innovative e per la sharing economy. Ne emerge un ritratto a tutto tondo dei giovani, fragili di fronte alle molte difficoltà del presente, ma anche "affamati" di opportunità e di occasioni per mettersi in gioco e fare esperienze di valore.
La sociologia relazionale, o "teoria relazionale della società", formulata in Italia da Pierpaolo Donati negli anni ottanta del Novecento, definisce una "società" (ad esempio la famiglia, un'associazione, un'istituzione, la società globale) come insieme di relazioni sociali che distinguono la forma e i contenuti di ogni "società" specifica. Questo Lessico è stato costruito con due obiettivi principali: mettere a tema i concetti cardine per una fondazione teorica della sociologia a partire dal riconoscimento del carattere originario della relazione sociale; enucleare i principi e gli strumenti metodologici coerenti con le premesse teoriche e necessari per operare analisi empiriche relazionali rispettose della differenziazione sociale. Le voci in esso contenute esemplificano le applicazioni empiriche per quanto riguarda differenti ambiti della vita sociale: dai processi culturali, alle dinamiche famigliari, alle politiche sociali, alla cittadinanza, al terzo settore, nel quadro di una morfogenesi societaria di cui la sociologia relazionale ha saputo cogliere aspetti innovativi cruciali, come l'emergenza del privato sociale, dei beni relazionali, della cittadinanza societaria. Ciascuna voce è organizzata in tre distinte sezioni: la prima presenta l'esposizione del concetto trattato, la seconda include riferimenti a scritti ritenuti fondamentali per seguire l'elaborazione del concetto, la terza, infine, presenta gli sviluppi del tema negli studi e nelle ricerche empiriche.
Il concetto di persona è più antico di quanto si possa pensare e affonda nelle più remote origini della storia dell'uomo. Disegnandone una mappa al di là degli schemi tradizionali per la mentalità europea, questo saggio offre un affresco delle varie civiltà umane, anche tribali (dagli Indiani del Nord-ovest americano agli aborigeni australiani), esaminando fonti che provengono da diverse parti del mondo: l'assenza e la presenza dell'"io" nella cultura occidentale e in quella orientale, l'affermarsi del concetto di persona nel pensiero cristiano, che si intreccia alla storia del pensiero giuridico, e le sue trasformazioni nella "psicologia" moderna. Una prospettiva nella quale l'etnologia, lo studio comparato delle culture, offre alla sociologia e all'antropologia le basi per comprendere forme della vita sociale e umana che appartengono a più ampi processi.