Il libro offre un dialogo aperto, su un problema che costituisce l'interrogativo, l'attesa e il dinamismo piu vitale dei giovani.
Amare non significa possedere in maniera esclusiva, limitare la libertà del partner o escludersi dalla vita del mondo; al contrario l'amore può aprirsi all'intero universo, spalancando inattese prospettive. Un trattato sull'amore che insegna a sviluppare la propria personalità e raggiungere la pienezza affettiva.
Si tratta di un dossier venuto di recente alla luce tra le carte di Sturzo: una busta di lettere (1928-1932) con l'enigmatica annotazione di suo pugno "non spedite". Il curatore Gabriele De Rosa, avanza l'ipotesi che si tratti in realtà di finte lettere, di un espediente letterario che consentiva a Sturzo di parlarsi a cuore aperto, come in una sorta di diario. La raccolta si compone di tre gruppi di lettere scritte durante l'esilio: un fascicolo di 25 lettere indirizzate a Barbara Carter, sua segretaria e traduttrice, e ad alcuni esponenti politici cattolici; un fascicolo di 34 lettere dirette a un sacerdote non identificato di nome Giovanni; un gruppetto di 4 lettere alla Carter che formano una sorta di breviario spirituale.
"Nel corso della mia pratica professionale di medico di malattie nervose mi ha da tempo colpito il fatto che, accanto alle molte diversità individuali della psicologia umana, esistono anche "differenze di tipi": più specialmente mi hanno colpito "due tipi", che ho denominato "introverso" ed "estroverso"..." L'opera, forse la più famosa di Jung, non descrive soltanto quella polarità caratteriale alla quale può essere ricondotta ogni altra diversità del comportamento umano, ma si presenta come un trattato di psicologia junghiana, prodigo di informazioni, di casi clinici, di una cultura sterminata. Dunque un libro di grande respiro, che è anche una storia del pensiero umano.
Scritto durante la guerra, "Watt" è il terzo romanzo dello scrittore irlandese e l'ultimo redatto in inglese. Vi si narra la storia di un uomo di mezza età e di "cultura universitaria", Watt, che va a servire nella casa di un certo signor Knott, in uno strano rapporto molto simile alla vita: si viene, si cerca di capire perché e da dove si è venuti, si ha la sensazione di raggiungere qualche meta e alla fine bisogna andarsene.
Il cecchino, figura principe nell'immaginario di una guerra sporca, carnefice per eccellenza, che prova a ricominciare a vivere in Italia. L'incubo di Izmet, prelevato dalla polizia di Spalato e massacrato perché mussulmano. L'assurda fine di Moreno Locatelli, ucciso a Sarajevo sul ponte di Vrbanja, durante una manifestazione di pace da lui stesso ostacolata perché inutile. E chi ha ucciso i tre italiani che trasportavano un carico di aiuti umanitari e avevano i documenti per espatriare una quarantina di vedove con i loro bambini? Grazie al lavoro compiuto da Rastello, fondatore del Comitato accoglienza profughi ex Jugoslavia di Torino, questo libro offre una serie di materiali e informazioni "veri", spesso trascurati da televisione e giornali.
La schizofrenia, in quanto testo classico della psichiatria del Novecento, ha la sua platea ideale nell'ambito della Facoltà di Medicina e della scuola di specializzazione in Psichiatria. Data la particolare prospettiva assunta dall'autore e la ricchezza di pensiero filosofico e psicologico del libro, è una lettura consigliata anche a tutti quegli operatori della salute mentale i quali, abbandonato per un momento l'atteggiamento irriflessivo di chi pretende una risposta per ogni problema umano, siano disposti a porsi ancora qualche domanda circa l'enigma della psicosi schizofrenica e dell'umano dolore.