Le immagini plasmano il nostro modo di guardare e descrivere il mondo, e in questo senso sono un ingrediente essenziale della conoscenza geografica. Attraverso le rappresentazioni visive la geografia ha costruito nel tempo modalità diverse per osservare, indagare e così dar senso alla realtà dello spazio e del territorio che ci circonda. La ricerca visuale in geografia si concentra su alcuni dei percorsi di indagine e riflessione aperti dall'utilizzo delle immagine fotografiche e dei video, analizzando nello specifico come, accanto alle forme geografiche tradizionali di descrizione visuale, la fotografia e la videoripresa rappresentino canali privilegiati d'accesso sia all'osservazione e alla registrazione di informazioni sul territorio nella sua materialità, sia alla comprensione di come identità ed esperienze di tutti i giorni vengono costruite nello spazio geografico. Il volume presenta, in questo quadro, un insieme di metodologie per indagare il territorio e i fenomeni che in esso si dispiegano utilizzando le potenzialità offerte dalle immagini fisse e in movimento.
Un testo sul Darwinismo e l'origine delle specie, dall'imperialismo britannico alle politiche ONU.
Alessandro Giuliani e Carlo Modonesi sono due uomini di scienza dotati di un ottimismo che poggia sul raffinato "canone" artigiano che da Galileo in poi ha ispirato la grande tradizione scientifica nel "penetrare" il mondo naturale.
Una natura che per altro non è contemplata solo dalla scienza, ma anche dall'arte e dalla spiritualità.
Il mantenimento e l'abbandono di quel canone comporta la differenza tra la bella e la brutta scienza. Tale mantenimento è un compito di primaria importanza, soprattutto in questi tempi in cui le scienze naturali, e le tecnologie derivate, stanno attraversando un momento particolarmente critico per la loro capacità di incidere, come mai accaduto prima, nella storia futura del pianeta e della nostra specie.
Se si consoliderà l’ideologia utilitarista e riduzionista la natura sarà totalmente reificata, resa merce e sfruttata al pari di un mero deposito di risorse a disposizione della nostra insaziabile opulenza, il risultato sarà la totale distruzione del mondo naturale.
Basti fra tutti lo slogan di pessima pubblicità: "Col transgenico elimineremo la fame".
Alessandro Giuliani e Carlo Modonesi, nel puntualizzare la pericolosità di certe idee e posizioni da "stregoni", al tempo stesso ne documentano il carattere necessariamente transitorio, "di passaggio" appunto.
In questo libro gli autori conducono per mano il lettore sui sentieri delle scienze naturali contemporanee, svelando insidie, trabocchetti e responsabilità di molta brutta scienza che regna sovrana nell’agone mediatico ad uso di politici irresponsabili ed interessi economici pregiudicati. Ma gli autori mostrano anche i passaggi incontaminati che possono dischiudersi quando la pratica scientifica recupera la sua dimensione concreta e contemplativa e il valore fondamentale della sacralità della natura.
La crescita della complessità nel tempo, come aumento di particelle cariche elettricamente e di interazioni a livello atomico e molecolare, con aggregazioni sempre più numerose e ricche di relazioni, è un fatto fuori discussione. Il fenomeno si può riconoscere nel mondo inorganico, organico e vivente in una grande varietà di espressioni. Nei viventi pluricellulari si mostra come un processo non lineare, con ramificazioni e direzioni che a volte si arrestano estinguendosi, altre volte si mantengono quasi immutate nel tempo giungendo fino a noi.
Questa crescita suppone cambiamenti a livello strutturale e idonee condizioni esterne che consentono o favoriscono relazioni e aggregazioni sempre nuove. Si realizza così l’evoluzione della vita, ciò che il «creazionismo scientifico» e le sue forme rinnovate, come l’Intelligent design, seguitano a negare.
Ci si può chiedere se ciò sia dovuto a qualche tendenza interna della materia e del vivente, che si manifesta in condizioni ambientali favorevoli, oppure se siano le stesse proprietà della materia che portano, in ambiente idoneo, a complessità ordinate e quindi realizzano delle canalizzazioni.
In ogni caso il processo di complessificazione, che non è generalizzabile a tutte le strutture viventi e in tutte le direzioni evolutive, va considerato ineluttabile o del tutto aleatorio, come sostiene il darwinismo?
Il fatto che certe strutture, e quindi i geni che le regolano, compaiano e ricompaiano molte volte nel corso dell’evoluzione in serie evolutive diverse come può essere spiegato? Basta la pura casualità di bruschi cambiamenti morfologici? Ci sono limiti invalicabili nella varietà dei mutamenti o a regole d’ordine che non conosciamo? Quali interazioni con l’ambiente, che con i suoi mutamenti, specialmente climatici, può avere stimolato i cambiamenti?
Le domande si accrescono se si pensa alla ominizzazione, che ha portato a un essere in cui la complessità biologica, espressa dalla struttura e dal funzionamento dell’encefalo e ancora in gran parte inesplorata, raggiunge la sua massima espressione e appare accompagnata dalla cultura, rivelatrice della coscienza di sé e della libertà. Il continuum dell’uomo con le specie animali, riconoscibile in tanti aspetti biologici, sembra interrompersi con le manifestazioni della cultura.
Si ammette una interfaccia tra realtà fisica e spirituale nell’uomo, riconoscibile nell’attività cerebrale, sulla quale le neuroscienze stanno sempre più indagando.
Certamente la dimensione spirituale non è raggiungibile con l’osservazione diretta o sperimentale, ma appare plausibile in una visione generale secondo un approccio propriamente filosofico. Nello stesso tempo la dimensione spirituale dell’uomo, che interessa sia l’ominizzazione che l’animazione, interroga la teologia della Rivelazione.
Su queste tematiche molto attuali il volume raccoglie i contributi di noti scienziati e filosofi: Ugo Amaldi, Vincenzo Balzani, Marcello Buiatti, Yves Coppens, Fiorenzo Facchini, Ludovico Galleni, Marc Leclerc, Maurizio Malaguti, Jean-Michel Maldamé, Alessandro Minelli, Giovanni Maria Prosperi, Filippo Tempia e Margherita Venturi.
Per molti "teoria quantistica" è sinonimo di scienza misteriosa, accessibile a pochi iniziati. Manjit Kumar propone un'avvincente storia di questa fondamentale rivoluzione scientifica che inaugurò l'età dell'oro della fisica e innescò il più grande dibattito intellettuale del ventesimo secolo. Se l'ipotesi avanzata nel 1905 da Einstein, in base alla quale la luce era da considerare una particella e non un'onda, fu capace di mettere in discussione un secolo di esperimenti, il "principio di indeterminazione" di Werner Heisenberg (1927) e il famoso paradosso del gatto di Erwin Schrödinger (1935) dimostrarono l'incompletezza dell'interpretazione classica della meccanica quantistica fino ad allora dominante (la cosidetta "intepretazione di Copenaghen") e aprirono nuovi orizzonti alla ricerca. Come dichiarò Niels Bohr, "chi non è rimasto sconvolto dalla teoria quantistica non l'ha veramente capita". Kumar colloca la scienza nel contesto dei grandi sconvolgimenti dell'epoca moderna e illustra in maniera chiara e rigorosa i termini del conflitto. "Quantum" non solo ci aiuta a capire il ruolo essenziale svolto da figure minori di pensatori e scienziati solitamente trascurati, ma offre anche una lettura irrinunciabile per chiunque sia affascinato da questa avventura della conoscenza umana complessa ed emozionante.
Flagello biblico, responsabili di avvelenamenti di massa o simbolo di rinascita postbellica: fin dagli albori l'umanità ha rinunciato a dare una definizione scientifica di "erbaccia", cambiando etichetta a seconda delle mode e della cultura dell'epoca. Prendendo avvio proprio da questo dato di fatto, l'autorevole botanico inglese Richard Mabey scrive la prima storia culturale di queste creature che vivono ai margini della società vegetale, così importanti per il sistema immunitario del pianeta, preziose per le loro proprietà curative, belle per le forme e i colori, eppure così strenuamente combattute dall'uomo che le ha sempre considerate pericolosi invasori dei suoi spazi. È proprio questa visione frutto di luoghi comuni che Mabey intende ribaltare: attraverso pagine colte e raffinate, ricche di informazioni erudite e reminiscenze personali e artistico-letterarie, l'autore compie una riflessione che trascende i confini della botanica e approda alla filosofia, mettendo in luce l'affinità esistenziale tra noi e le erbacce, quel comune spirito di adattamento e quell'istinto di sopravvivenza che dovrebbero indurci a riconoscere in loro delle compagne di vita da amare, dal destino saldamente intrecciato al nostro.
Giulio Giorello non disdegna confrontare il pensiero del filosofo con quello di qualunque altro essere umano. Tale attitudine è ancora più esplicita in questo volume: lo spirito di disponibilità al confronto, che presiedeva all'idea di "società aperta" di Karl Popper, trova qui risonanze particolari. Giorello abbatte il preconcetto disciplinare e accademico di filosofia e chiede riflessione sul senso a chiunque sia in grado di proporla. Né retrocede all'avanzata della fisica e della matematica nei territori della speculazione. Ma, soprattutto, sulla scia del suo maestro e "antagonista" Ludovico Geymonat, riconosce che oggi "la filosofia si annida proprio nelle pieghe della scienza". Una combinazione così fertile che, probabilmente, tra i tanti saggi scritti, meritava una riflessione ulteriore: quella che si propone qui.
I gatti sono animali domestici relativamente economici e hanno inoltre il vantaggio di essere comprovati rimedi antistress, ottimi cacciatori di topi e magnifici compagni di vita. Per questi e per tanti altri motivi, i gatti sono oggi gli animali domestici più comuni in moltissimi paesi del mondo e anche in Italia. Se state pensando di tenere uno di questi straordinari felini in casa, dovreste porvi una serie di domande per assicurarvi che il gatto sia l'animale domestico più adatto a voi e, soprattutto, per scoprire come fornire al vostro micio tutte le cure essenziali. In questo "Manuale del gatto" troverete tutte le informazioni utili per diventare dei veri "esperti".
Un'energia di origine antichissima, che meglio di altre rappresenta l'Italia: la geotermia è entrata infatti sulla scena mondiale con il piccolo centro toscano di Larderello, e dall'Italia, rimasta per decenni l'unico produttore, si è diffusa in altri paesi. Oggi però, mentre le tecnologie associate allo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili più note e finanziate, come l'eolico e il solare, stanno rapidamente progredendo, la geotermia occupa ancora un ruolo di nicchia. Ma il calore geotermico è una fonte che potrebbe contribuire notevolmente a ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e le emissioni inquinanti. Nel volume si spiega come sfruttarla, quali sono i suoi effetti sull'ambiente, quanto costa, quali prospettive offre.
È singolare come nei suoi ultimi anni Guénon abbia voluto dedicare un libro a una questione matematica quale il calcolo infinitesimale, introdotto da Leibniz e poi diventato un pilastro della scienza moderna. Ma evidentemente riteneva che qui fossero in gioco problemi di altissima rilevanza. Tralasciando gli aspetti pratici connessi al calcolo matematico – per lui «del tutto privi di interesse» –, Guénon si concentra sui princìpi che dovrebbero costituire il fondamento di ogni sapere particolare, e chiarisce nozioni che in realtà, in quanto passibili di essere trasposte analogicamente e di acquisire anche una valenza metafisica, attraversano l’intera sua opera: dal significato della serie dei numeri, dell’unità e dello zero alle fondamentali differenze fra l’«infinito» propriamente detto e l’«indefinito», fra il continuo e il discontinuo, fra la quantità e la qualità. Guénon mostra come le difficoltà concettuali e i dubbi affrontati da Leibniz e dai matematici che dopo di lui si cimentarono con l’idea dell’infinito discendano dall’abbandono di quel rigore intellettuale proprio del pensiero metafisico che, in rapporto alla mera indagine empirica e razionale cui sono confinate le scienze moderne, rappresenta un «passaggio al limite» – rispetto al quale, secondo Paolo Zellini, anche le «formule del calcolo più avanzato non possono sempre dichiararsi estranee».
«Dotato di cultura enciclopedica, Rucker spazia dal celebre racconto ottocentesco di Edwin Abbott Flatlandia a La storia di Plattner di H.G. Wells; da opere di misconosciuti matematici otto-novecenteschi agli illustri John Wheeler e Kip Thorne, fino ai romanzi di fantascienza e alle storie di Borges, per chiarire anche al lettore più profano che cosa accadrebbe se lo spazio avesse due sole dimensioni oppure quattro invece di tre, se esseri bi- o quadridimensionali apparissero nel nostro mondo tridimensionale o se, viceversa, uno di noi si facesse una passeggiatina nella quarta dimensione. Simultaneamente Rucker ci spiega la natura dello spazio e quella del tempo e come essi potrebbero mutare nei modi più svariati. Nella sua scorribanda spaziotemporale ce n’è per tutti i gusti, dai buchi neri a Lewis Carroll con il suo Alice nel paese delle meraviglie, senza dimenticare una capatina (ma umoristica) nel mondo della parapsicologia e della metafisica». «Le Scienze»
L'AUTORE
Rudy Rucker
Rudy Rucker (ovvero Rudolf von Bitter Rucker, pronipote di Hegel) è nato a Louisville, nel Kentucky, il 22 marzo 1946 e insegna matematica alla San José State University. È sposato dal 1967 con Sylvia, sua compagna di college, e ha tre figli: Georgia, Rudy Jr. e Isabel. Ha pubblicato i seguenti saggi: Geometry, Relativity and the Fourth Dimension (1977), Infinity and the Mind (1982), The Fourth Dimension. A Guided Tour of the Higher Universes (1984; trad. it. La quarta dimensione. Viaggio guidato negli universi di ordine superiore, Adelphi, 1994), Mind Tools (1987); l'autobiografico All the Visions (1991); una raccolta di articoli scelti: Seek! (1999); le raccolte di racconti The Fifty-Seventh Franz Kafka (1983), Transreal! (1991; raccolta commista di articoli), Gnarl! (2000). Ha poi scritto alcuni romanzi «transrealisti» – «l'essenza del transrealismo consiste nel raccontare la propria vita reale in termini fantastici» – : White Light, or, What Is Cantor's Continuum Problem? (1980), Spacetime Donuts (1981), The Sex Sphere (1983), Master of Space and Time (1984), The Secret of Life (1985), The Hollow Earth (1990), The Hacker and the Ants (1994), Saucer Wisdom (1999). Più celebre la tetralogia cyberpunk composta da Software (1982; Philip K. Dick Award), Wetware (1988; Philip K. Dick Award), Freeware (1997) e Realware (2000). Nel 2002 apparirà un altro romanzo, Spaceland, e nel 2003 il romanzo storico Bruegel.
Sono tanti i fiocchi azzurri e i fiocchi rosa negli zoo. E per sessanta di loro è il momento di farsi vedere, l’occasione di raccontare la loro storia. C’è il piccolo armadillo Nino che non riesce a salire sulla groppa della mamma, Bunyip il pestifero diavoletto della Tasmania, Tahiha una minuscola lemure che dorme abbracciata a un orsacchiotto, Rooby il cangurino che vive in un marsupio di pelle e tanti altri nuovi nati tenerissimi, indifesi, che con un po’ di aiuto da parte dell’uomo diventeranno grandi e saranno protagonisi della lotta contro l’estinzione che minaccia la loro specie. Sono io il tuo piccolino è un libro perfetto da regalare alla festa della mamma. Ogni fotografi a ti stringe il cuore e dolcemente ti ricorda che ogni cucciolo ha bisogno della sua mamma. Anche tu.