
Lo storico interessato a individuare i percorsi lineari della scienza si chiede il motivo per cui Galileo merita di essere famoso e risponde con la scoperta della legge di caduta libera dei gravi. Lo storico interessato a collocare le teorie nel loro contesto storico si chiede perché Galileo meritava di essere famoso e risponde con l'utilizzo del telescopio nelle esplorazioni celesti. Lo storico attento alla figura di Galileo si chiede se egli voleva meritarsi la fama, e risponde un po' imbarazzato che lo scienziato riteneva di aver trovato l'argomento definitivo per dimostrare il moto della Terra, ovvero l'argomento delle maree che è sbagliato. Fatto sta che Galileo è spesso più conosciuto come un "caso" per via della vicenda avuta con la Chiesa, mentre è meno conosciuto come lo scienziato al crocevia di un momento delicato e fondamentale della storia della scienza e della filosofia. Questo volume si propone di "osservare" la storia di Galileo sotto angolazioni che diano conto della complessità della vicenda, offrendo una via di accesso a questa complessità a quanti non frequentano abitualmente gli studi galileiani.
Un passo dopo l'altro, con andatura costante, fino a contarne milioni. Prendere la strada decine di volte, recuperarla, a costo di scavalcare staccionate, svegliare i cani di un'intera contrada, guadare un fiume. Attraversare i campi, snodi autostradali, paesini, città. Da Canterbury alle guglie di San Pietro, questo è il ritmo della via Francigena.
Oltre 2000 chilometri, 4 nazioni e 4 frontiere da varcare, 1 millennio di storia.
Popolazione barbarica fortemente influenzata dalla cultura romana, i franchi si stabilirono nella zona fra l'odierno Belgio e la Francia settentrionale durante il tardo impero romano. Sotto la guida dei re merovingi imposero il loro dominio su una vasta area che comprendeva l'odierna Francia e la parte occidentale della Germania. Con l'avvento della dinastia carolingia, soprattutto con Carlo Magno, diedero vita al più vasto organismo politico dell'Europa medievale, che si estendeva dai Pirenei alla Sassonia, dall'Italia centro-settentrionale alle coste del mare del Nord.
Sentimentale ma molto reale: in quattro navigazioni il viaggio si snoda dall'Egeo dei tempi di Ulisse alle coste romane di Ostia, da Costantinopoli all'Andalusia, da Ragusa a Cipro e infine da Alessandria d'Egitto a Ravenna. Di porto in porto, di tappa in tappa, ci ritroviamo in epoche diverse, nella Atene del V secolo a.C, a Cartagine alla vigilia della terza guerra punica, nella Valencia del Cid Campeador, nella Genova medievale, a Istanbul, e a Napoli all'inizio del Novecento. Ogni approdo racconterà un pezzo di storia del Mediterraneo, talvolta evocando il ricordo di grandi eventi, talvolta riscoprendo personaggi ormai dimenticati, ma sempre parlando anche di noi e di quel mare che non smette di suscitare speranze.
Con un taglio di lettura che analizza funzioni, soggetti e tecniche, e non prevede discussioni su personalità artistiche, cronologie e stile, i contributi del volume fanno emergere il forte radicamento storico dell'arte medievale, cioè il suo contesto. Pur senza carattere di rigida sistematicità, il volume - che non è rivolto a una tipologia di lettore in particolare, ma insieme a studenti, studiosi e cultori della materia - costituisce un ampio sguardo scientifico sul millennio medievale in Occidente.
30 aprile 1945, Adolf Hitler si suicida nel suo bunker, mentre Berlino viene bombardata dagli alleati. Poco dopo, anche il ministro per la propaganda, Joseph Goebbels, si toglie la vita, e quel che resta del terzo reich passa nelle mani dell'ammiraglio Karl Dönitz. Il nazismo sembra finalmente sconfitto, eppure la guerra prosegue per altri dieci giorni. Questo libro vuole raccontare cosa successe in quel lasso di tempo brevissimo, ma davvero significativo e cruciale per le sorti dell'intera Europa e dell'Occidente in genere. Un resoconto giorno per giorno che analizza, per la prima volta in maniera così ravvicinata, gli avvenimenti e le dinamiche interne all'alleanza delle tre superpotenze - Stati Uniti, Gran Bretagna, Unione Sovietica - che avevano lottato insieme contro il nemico comune, ma che di lì a poco si sarebbero allontanate bruscamente. Lo storico Michael Jones ci offre una narrazione dei dieci giorni che cambiarono la storia del mondo, andando a individuare le prime tracce di come tutto sarebbe inevitabilmente cambiato nell'immediato dopoguerra.
"All'alba la Pizia si recava a fare il bagno nella sorgente Castalia, vicino al santuario. Una volta purificata, tornava al santuario, probabilmente accompagnata dal suo seguito, ed entrava nel tempio, dove bruciava ad Apollo un'offerta di foglie di alloro e farina d'orzo. Più o meno contemporaneamente, i sacerdoti del tempio dovevano verificare che potessero aver luogo le consultazioni. La procedura consisteva nell'aspergere di acqua fredda una capra, forse nel focolare sacro all'interno del tempio. Se la capra rabbrividiva, voleva dire che Apollo era lieto di essere interpellato." A Delfi arrivavano da ogni parte del Mediterraneo re, autorità cittadine e singoli individui, per consultare la Pizia, per erigere monumenti agli dei, per partecipare alle competizioni atletiche e musicali. La città, per lungo tempo, fu un concentrato di religione, arte, manovre politiche e ricchezze. Michael Scott racconta il più celebre oracolo dell'antichità e come una cittadina alle pendici del Parnaso sia diventata l'ombelico del mondo.
"A salvare il Tempio non valsero né gli sforzi dei Giudei, subito accorsi a combattere le fiamme, né l'intervento di Tito in persona, che si precipitò alla testa del suo stato maggiore ordinando ai soldati di spegnere l'incendio. Ormai la violenza dello scontro era cresciuta a dismisura e gli ordini non venivano più ascoltati da uomini che, sentendo di avere finalmente in pugno la vittoria, erano in preda ad un furore incontenibile e ad una smodata brama di saccheggio. Anziché estinguere le fiamme, le alimentarono. Il Tempio era perduto." Il conflitto tra Romani ed Ebrei fu una guerra ai limiti del genocidio, segnata dalla totale incomunicabilità tra le due parti: lo zelo ebraico verso la Legge divina da un lato, la devozione romana per le umane leggi dell'impero dall'altro. Un disastro per Roma, che nello scontro dissipò buona parte della sua forza militare e disperse un patrimonio non rimpiazzabile di energie vitali, quasi quanto per gli sventurati Ebrei. Una vicenda i cui cupi rintocchi continuarono a lungo a risuonare, non solo in Oriente.
Sono stati tanti, più di quanti in genere ci si immagini, i viaggiatori che fra il Medioevo e la prima età moderna si addentrarono in Estremo Oriente, nelle più sperdute e fredde terre del Nord, nei deserti dell'Asia centrale e dell'Africa. O che dall'Oriente più lontano arrivarono fino al cuore della cristianità. Ciascuno raccontando la sua avventura e le meraviglie che aveva osservato. Dall'incontro con i cannibali nelle isole Andamane alla visita nella "casa dei pazzi" a Valencia, dalla scoperta dei disinibiti costumi sessuali delle donne del Malabar alla descrizione del regno del prete Gianni, si accumulano storie e leggende che spingono gli uomini del Medioevo, cristiani o musulmani, europei o cinesi, a interrogarsi sugli "altri" e sulle "Gran diversitadi" del mondo. I viaggiatori non esitano a infarcire i loro racconti di mostri e luoghi stregati, miracoli e eventi improbabili. Ma queste invenzioni sono uno stratagemma per catturare l'attenzione dei lettori. In realtà, "chi viaggia non è interessato più di tanto a cercare e a descrivere le fantasticherie dell'universo sognato, ma è soprattutto attirato dal modo in cui gli altri vivono, e resta incuriosito quando rileva che questo modo è diverso dal proprio".
I libro presenta due aspetti chiave della storia di Costantinopoli e dell'impero bizantino: dopo una prima parte dedicata all'analisi minuziosa del sistema di fortificazioni della capitale, una seconda segue le ultime tappe che condussero gli ottomani alla conquista della città nel 1453, segnando la fine di un impero che era durato oltre mille anni. Un fondamentale scontro della storia viene ripercorso nel dettaglio delle strategie, delle tattiche, delle forze in campo e degli armamenti, con l'ausilio di un ricco apparato di illustrazioni e mappe che completano le illuminanti informazioni testuali.
La storia del territorio di Battipaglia e della Piana del Sele in una scorrevole descrizione delle dominazioni di diverse popolazioni sulle terre del Basso Tusciano e sui suoi abitanti. La trattazione, avvincente e di facile lettura, parte dall'età tardoantica, fino ad arrivare al secolo XVIII, percorrendo l'età longobarda, l'età normanno-sveva, l'età aragonese e l'età vicereale. Il volume è inoltre corredato di suggestive fotografie del territorio e di antichi reperti archeologici e artistici. "Un'opera agile, svelta, che si lascia leggere con facilità, che ci presenta un quadro dei nostri territori "simpatico", mai "antipatico", con i nostri progenitori che vivendo con intelligenza le varie dominazioni hanno saputo ricavarsi una propria identità di gente di frontiera, adusa a confrontarsi come si doveva con tutto e tutti" (Silvio Petrone).
L'italiano Domenico Minetti fu un criminale di guerra? Fu un uomo innamorato? O una persona come qualunque altra? Nel campo di concentramento austro-ungarico di Wieselburg, negli anni della Prima Guerra mondiale, furono reclusi circa 51.000 prigionieri di diverse nazioni. L'amore e i dolori dell'italiano Domenico Minetti, a Wieselburg detenuto nel 1917, hanno avuto durevoli ripercussioni, fino ai nostri giorni, sulla vita della nipote Rosa. La quale deve ripercorrere il passato del nonno per riuscire a spiegare il presente. Che cosa ha vissuto Domenico in quegli anni, a Bassano Veneto, sui confini che separavano il Regno d'Italia e l'Impero d'Austria-Ungheria, nella follia della Grande Guerra? Sono ombre cupe, oppure è una luce viva che si irradia da quel passato? Un romanzo pieno di speranza che parla di tradimento, amicizia ed amore, sullo sfondo della Prima Guerra mondiale.

