
A metà tra storia e sociologia, tra ricerca e biografia generazionale, una ricostruzione della genesi del Sessantotto e un ritratto della gioventù che diede vita alla stagione più intensa della politica italiana del dopoguerra. Con lo sguardo partecipe di chi ha vissuto l'era della ricostruzione in prima persona e il distacco imparziale dello storico, l'autore racconta la difficile gioventù dei "figli della guerra" e del primo dopoguerra, cresciuti all'ombra dell'eredità della Resistenza, delle contraddizioni della "pacificazione nazionale" e del "miracolo italiano". Si dispiega così lo scenario sociale e culturale che rese possibile, nel bene e nel male, lo straordinario impegno politico della gioventù del Sessantotto.
In questo volume l'autore analizza l'intrecciarsi tra Roma e i popoli italici, in particolare nell'antico Lazio, dall'origine di Roma ai contesti culturali tra l'età del bronzo e la prima età del ferro, e dalla Roma dei fondatori e della monarchia latino-sabina fino alla monarchia romano-etrusca.
Si abbraccia il lungo arco cronologico che comprende al suo inizio la sconfitta e la cacciata di Tarquinio il Superbo e il formarsi della respublica delle origini, con l'affermarsi del nuovo modello di governo e il dispiegarsi del conflitto fra patrizi e plebei e al suo compiersi la tarda Repubblica, la morte di Cesare e il secondo triumvirato. Le grandi figure della Roma repubblicana vengono indicate nel loro contesto socio-politico andando dal sacco di Roma da parte dei Galli, alle guerre sannitiche, alle guerre puniche, dall'espansionismo romano in Italia e nel Mediterraneo, ai Gracchi e alla guerra sociale.
La storia della Grecia dall'età arcaica all'inizio dell'Ellenismo è, per la stessa natura geografica della penisola ellenica, tutta protesa sul mare, per la presenza delle sue colonie sulle coste del mar Nero, dell'Asia Minore, dell'Africa, della Sicilia, della Spagna, della Gallia e dell'Italia, una storia del Mediterraneo. Tra la fine dell'VIII e la fine del IV secolo a.C. il Mediterraneo vide gli albori, lo sviluppo, lo splendore, il declino di quella civiltà che noi chiamiamo classica.
L'America delle grandi presidenze democratiche è ormai un ricordo lontano. Le riforme di Roosevelt e dei Kennedy sono esaurite da tempo, il nuovo corso sembra rinnegarle almeno in parte. Sono cambiati i meccanismi che governano il sistema politico e la formazione del consenso. È in atto un ampio processo di frammentazione della società dovuto a un'immigrazione, prevalentemente di ispanici e di asiatici, che non riesce a integrarsi. La fine della guerra fredda ha visto la nascita di un unilateralismo sempre più orientato verso l'uso dello strumento militare che si sta rivelando inadatto a combattere il terrorismo. Mammarella passa al setaccio la realtà politica e sociale dell'America di oggi.
Con l'avvento della Seconda Repubblica, si è avviata in Italia una smobilitazione ideologica che ha investito le fondamenta dell'identità nazionale, a cominciare dalla Resistenza. Si propone una sorta di nuovo patto fondativo basato sulla riconciliazione tra i nemici di ieri e sulla "condivisione" di storia e memoria. Una "equidistanza" tra brigate partigiane e brigate nere, tra anticomunismo e antifascismo. Luzzatto mette in discussione le premesse storiche, politiche ed etiche di questa logica, denunciando l'odierna diffusione della Vulgata post-fascista, che minimizza i crimini del Ventennio, e argomentando l'attualità dell'antifascismo quale antidoto alle derive populiste, plebiscitarie e razziste.
Un medioevo inaspettato dalle mille invenzioni: occhiali e bottoni, ma anche forchetta e spaghetti, note musicali e polvere da sparo. Un racconto affascinante, una storia documentata di sorridente ironia e di immagini colorate. Il narratore è Chiara Frugoni, uno dei maggiori medievisti italiani, che crea un dizionario ideale del Medioevo con lievità e humour rispondendo a tante curiosità implicite o esplicite poste dalle nostre esperienze quotidiane di oggetti, usanze e modi di dire.
«I saggi contenuti in questo volume sono il risultato dell'attività di ricerca e di riflessione di un medievista: essi toccano pertanto, per così dire, la "preistoria" di un concetto che è essenzialmente e squisitamente moderno, per quanto antica sia la parola che lo designa. Anzi, siamo convinti che si debba lavorare a fondo sulla coincidenza dei campi semantici di "Occidente" e di "Modernità", se davvero vogliamo comprendere a fondo quale sia stato il lungo e non certo univoco - e tanto meno casuale - iter che ha condotto e indotto molti, oggi, a ritenere che esista un "Occidente" come valore etico e culturale obiettivo e che dirsi "occidentali" sia cosa del tutto ovvia, naturale e irrefutabile.» (Dalla Postilla dell'autore)