Lo storico Robert Conquest ha definito il XX secolo quello delle "idee assassine": mai, come in quegli anni vicini e al tempo stesso apparentemente remoti, nel nome di ideologie totalitarie furono sterminate milioni di persone. Fascismo, comunismo e nazismo cercarono (ognuno a suo modo) di creare un "uomo nuovo", un uomo che cancellasse e odiasse ogni eredità culturale del passato per costruire un mondo radicalmente diverso e che fosse riservato ai ceti più retrivi e conservatori (fascismo), ai proletari di tutto il mondo (comunismo), agli eletti della Razza Superiore (nazismo). Enzo Biagi, in questo libro, fa parlare i protagonisti di quella lunga e assurda follia.
In questo volume l'autore intende fornire una lettura metodologica e fattuale dell'intera storia politica dell'Iraq, dalle sue radici quale provincia dell'impero ottomano e dal suo combattuto sviluppo come Stato autonomo prima monarchico e poi repubblicano, fino all'affermazione del partito Ba'th e all'ascesa politica di Saddam Hussein. Il libro mette in evidenza il complesso intreccio dei problemi politici e strutturali della "nazione" irachena: le tensioni e i conflitti derivati dalla composizione demografica tra sunniti, sciiti e kurdi; i motivi e le conseguenze della supremazia dei sunniti; l'inestinguibile lotta per il potere tra leader di clan rivali; le ragioni dei conflitti con i Paesi vicini.
"Del costruire: tecniche, artisti, artigiani, committenti" è il secondo volume di un'opera di quattro che si pone come obiettivo quello di affrontare un periodo lungo dieci secoli, illustrando le interferenze e le interazioni fra la storia delle espressioni artistiche e la storia sociale, politica e culturale e quelle che potremmo chiamare le storie strutturali (storia del territorio, dell'economia...). Questo volume si concentra sulle tecniche, gli artisti, gli artigiani, i committenti con contributi di studiosi italiani e stranieri. Tra questi: Beat Brenk, Carlo Tosco, Roberto Greci, Giuseppe Sergi, Chiara Piccinini, Arturo Carlo Quintavalle, Costanza Segre Montel, Matthias Exner, Francesca Dell'Acqua.
Alla fine degli anni Quaranta 695 fascicoli processuali sui crimini di guerra nazi-fascisti "scomparvero" dagli archivi della Procura generale militare; contenevano notizie su eccidi, omicidi, saccheggi compiuti in Italia durante l'occupazione tedesca. Recuperati solo nel 1994, hanno rivelato una verità troppo a lungo taciuta: la rappresaglia contro i civili non era per i tedeschi e i repubblichini solo un modo per reagire agli attacchi partigiani, ma una vera e propria tattica terroristica preventiva.
Georges Duby, uno dei massimi storici del Medioevo, offre in questo volume un rapporto sulla sessualità e il matrimonio nell'età medioevale, attraverso un racconto che ci conduce nelle stanze più segrete dei castelli, tra cortei nuziali e amori ancillari, matrimoni regali e altrettanto nobili divorzi.
L'immagine stereotipata della civiltà ellenica ne concentra le vicende nello scenario della penisola greca, dell'Asia minore, della Sicilia e dell'Italia meridionale. Solo alla fine del IV secolo si sarebbe verificata in Oriente la grande espansione ellenistica. In realtà l'orizzonte del mondo greco era da tempo assai più ampio. I Greci delle periferie sono i coloni, i mercanti, gli esploratori che hanno dilatato la presenza della civiltà ellenica in un'area vastissima e moltiplicato gli scambi economici e culturali con altri popoli.
Questo libro propone un punto di vista molto particolare per leggere i temi religiosi e spirituali delle opere d’arte: la raffigurazione dell’abito e del corpo.
Mediante la ricerca sulle fonti, sui colori, sulle decorazioni e sulle forme degli abiti è possibile approfondire il senso di alcune immagini sacre, e apprezzarne le più intime e recondite sfaccettature.
Questa originale chiave di lettura è utilizzata per percorrere il tema morale e spirituale del peccato attraverso tre figure femminili tra le più rappresentate nell’arte sacra: Eva, Salomè e Maria Maddalena. Venti tavole di opere di artisti famosi (come Donatello o Masolino) e di autori meno scontati, ma non per questo meno rappresentativi, ci guidano a cogliere negli abiti (o nella nudità) il segno rivelatore di una concezione del corpo, della morale, della donna che ha segnato la storia dell’Occidente cristiano.