
"L'altro Occidente" è una storia internazionale dell'America Latina dal Cinquecento a oggi che, alla luce dei processi di occidentalizzazione intercorsi tra l'invasione europea e il nuovo millennio, riscatta la pluralità di forze e il gioco di reciproche influenze che ha consentito ai Latino-americani di partecipare sempre più alle vicende del mondo, senza rinunciare alle proprie specificità locali e nazionali.
I saggi qui raccolti si propongono di esplorare il ruolo e le funzioni della moda nella società italiana tra Basso Medioevo e XX secolo: dal rapporto fra il corpo e la moda al legame tra abito e rappresentazione sociale; da un'analisi dei materiali al ruolo della confezione; dall'esame della stampa di moda ai luoghi di distribuzione. Il volume illustra così come, da almeno cinquecento anni, la moda sia una componente del vivere sociale e come il ruolo e la funzione che essa ricopre nell'attuale società italiana siano il frutto di un plurisecolare e cumulativo percorso di interazioni tra evoluzione del gusto, trasformazioni sociali, cambiamento economico e innovazioni tecnologiche.
Da quando, alla metà dell'Ottocento, venne scoperta la prima necropoli paleoetrusca in Italia settentrionale, molti progressi sono stati fatti nell'indagine scientifica sulla presenza degli etruschi fuori dall'Etruria. Lo scopo del libro di Valerio Massimo Manfredi e Luigi Malnati è quello di porsi come un'opera organica che renda conto dello stadio degli studio in questo campo.
Docente di storia americana presso l'Università del North Carolina e studiosa dell'emigrazione, Donna R. Gabaccia esamina la storia d'Italia, dal Medioevo in poi, ed evidenzia come essa si manifesti come una complessa e globale rete di "catene" migratorie, un esodo ininterrotto, e spesso temporaneo, fatto di frequenti partenze e altrettanto frequenti rimpatri. Mercanti e missionari nel Medioevo, pittori, architetti e musicisti in epoca rinascimentale, commessi viaggiatori all'inizio dell'Ottocento, patrioti in esilio in età risorgimentale, lavoratori non specializzati all'alba del nuovo secolo, antifascisti e operai durante il secondo conflitto mondiale, gli italiani hanno fatto del "transnazionalismo" una dimensione di vita.
L'indagine estetica e semiologica dell'autrice, docente presso l'Università Lateranense di Roma, sostiene la tesi che la Pop Art non sia affatto ironica o polemica nei confronti della società dei consumi. Contraddicendo la più diffusa interpretazione afferma che essa è omogenea e integrata al sistema culturale prevalente.
È una visione globale di un mondo artistico rimasto inesplorato da parte degli europei. Sono fenomeni estesi su un territorio vasto, variegato e fertile nelle sue componenti, riconducibili a denominatori comuni, ma nel rispetto delle singolarità di ogni artista. Una vasta documentazione iconografica arricchisce questa opera unica, di uno storico che ha dedicato la sua ricerca all'arte latinoamericana.
Una "lunga" storia contemporanea che copre un arco di oltre duecento anni, introdotta da un ampio capitolo metodologico che spiega questa periodizzazione alla luce del dibattito storiografico più recente. Il volume parte dalla doppia rivoluzione (francese e industriale) e si conculde con lo scoppio della prima guerra mondiale, secondo cinque grandi sezioni: Inghilterra e Francia: la "duplice rivoluzione", restaurazioni e rivoluzioni, l'età della borghesia, grandi potenze e spartizioni del mondo, la fine della "belle époque".
Gli anni compresi tra fine dell'Ottocento e la prima guerra mondiale, denominati comunemente come "età giolittiana" perché dominati dalla personalità politica di Giovanni Giolitti, sono un periodo fondamentale nella storia dell'Italia contemporanea. L'Italia acquistò allora, per la prima volta, i caratteri essenziali di una nazione moderna, ma il progresso fu accompagnato da ostacoli, carenze e insidie, che esplosero dopo la prima guerra mondiale e prepararono le condizioni per la nascita e il successo del fascismo.