Terence Hill, attore famoso in tutto il mondo, ha interpretato diversi ruoli nella sua carriera: da compassati pistoleri a quelli più scanzonati come Trinità, Nessuno e Lucky Luke, da poliziotti integerrimi a tutori dell'ordine sui generis, da sacerdoti immortali come don Camillo a nuovi eroi in talare come don Matteo. Se sono molti i nomi dei personaggi interpretati, neppure "Terence Hill" è il suo vero nome di battesimo, seppur lo sia più di ogni altro in quanto racconta non soltanto la stella del cinema, ma anche l'uomo. Come fosse un lungometraggio, questo libro ripercorre tutta la sua vita, davvero da film, mediante le vicende accadute ai protagonisti delle sue pellicole che hanno lasciato piccoli-grandi insegnamenti nella leggerezza di trame per tutti. Le pagine proposte intendono mostrare ciò che ha valore nell'esistenza di qualsiasi persona attraverso la semplicità e l'entusiasmo trasmesso da Terence Hill con i suoi film.
«Non sapevo bene che cosa dirgli. Mi sentivo molto maldestro. Non sapevo bene come toccarlo, come raggiungerlo. Il paese delle lacrime è così misterioso» (Il Piccolo Principe). Elaborare un lutto significa entrare in quel «paese delle lacrime» di cui parla il Piccolo Principe, un paese così misterioso sia per chi lo attraversa per la perdita di chi amava sia per chi decide di mettersi accanto per provare a percorrerlo insieme. Chi prova ad aiutare una persona in lutto ha spesso la sensazione di essere maldestro, di non sapere cosa dire e come dirlo e soprattutto di non sapere come raggiungere il dolore dell'altro. Eppure la ferita che fa piangere non è solo una disgrazia che ci può capitare ma anche un'opportunità di crescita e di maturazione. Il ricordo della persona che non c'è più può diventare una sorta di polvere d'oro - come avviene nell'arte del kintsugi - che non solo ripara il danno causato dalla ferita della perdita ma consentirà a quella ferita di diventare preziosa, occasione per riscoprire la bellezza di qualcosa che nasce, e soprattutto il modo con cui diciamo che la morte non è l'ultima parola sulla vita. Prefazione di Parolari Enrico.
Un nuovo libro su Maria? Per aggiungere che cosa? Semplicemente un'angolatura specifica, una chiave di lettura del mistero della sua persona, madre di Gesù di Nazareth e madre di Dio. Ripercorrendo otto testi del Nuovo Testamento, Maria viene considerata analizzando le sue decisioni, come sono maturate, che cosa possono significare oggi per noi. Maria infatti è stata chiamata a prendere molte decisioni, alcune davvero fondamentali, per lei e per l'umanità intera. Emerge così il suo modo di porsi di fronte a Dio e al prossimo, il suo modo di abitare il mondo.
Testo integrale, traduzione CEI 2008.
«Dopo il volume inaugurale sui Vangeli dell'Infanzia, il secondo volume della collana L'arte racconta la Bibbia - come sottolinea p. Giulio Michelini nella Prefazione "non poteva che occuparsi della Passione: la vera origine dei Vangeli, infatti, è l'insieme degli eventi narrati alla fine dei quattro libri canonici, che vanno dall'ingresso messianico di Gesù a Gerusalemme fino alla sua sepoltura. [...] Le rappresentazioni pittoriche della Passione, che questo volume, così prezioso, ci permette di comprendere e conoscere meglio, contengono non solo la storia delle sofferenze e della morte di Gesù, ma anche del modo in cui la teologia e la spiritualità si sono posti davanti a quello che è il cuore dell'iconografia cristiana". Articolato come un grande polittico di otto quadri che rispettano le scansioni evangeliche nella successione degli eventi, il testo delinea le varie tipologie iconografiche, analizza la raffigurazione dei personaggi in scena, spiega gli elementi simbolici che caratterizzano le opere, e lo fa - come è tipico di questa collana - grazie a «un'immensa convocazione di artisti che coprono l'intero arco della storia dell'arte cristiana» (card. Gianfranco Ravasi).»
«Oso dire: Padre», perché mai e poi mai potrei farlo se lui stesso non me lo avesse chiesto. «Oso dire: Padre», perché il mistero dischiuso da questa parola è immenso. «Oso dire: Padre», perché ho scoperto che solo questo nome può rendermi felice. Si è appena concluso il lungo dibattito intorno alla nuova traduzione italiana del Padre Nostro, eppure c'è ancora così tanto da dire in uno scavo infinito dentro un pozzo inesauribile. La lectio di don Bartoli sulla "preghiera del Signore" ci prende per mano e ci aiuta a misurare la nostra preghiera su quella di Gesù, alla scoperta della nostra identità di figli e del volto di un Padre che ci ama al di là di ogni nostra immaginazione.
Oggi la sinodalità è sempre più compresa come dimensione costitutiva della Chiesa, in grado di spalancare nuovi scenari. Si tratta di uno dei temi cardine del pontificato di papa Francesco, il quale nell'autunno del 2022 ha messo in agenda un Sinodo dei vescovi - Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione - che sarà preparato e accompagnato, com'è facile prevedere, da un vivace dibattito. Che cosa s'intende precisamente per sinodalità? Quali sono i tratti di una Chiesa sinodale? Si profila forse un nuovo stile di Chiesa? L'intento di questo libro non è di dire tutto, visto che si tratta di un tema inesauribile, ma di offrire uno sguardo panoramico che faccia gustare il sogno di una Chiesa più sinodale e accenda il desiderio di tentare l'impresa.
L'uomo è «respiro in prestito», così, almeno, lo definisce il Libro della Sapienza (Sap 15,16): la vita è un dono che ha la forma del prestito. Siamo vulnerabili, siamo feriti, ma non siamo abbandonati né isolati. Non ci salviamo da soli ma sappiamo su chi possiamo contare! Ecco perché la preghiera ha il sapore e la leggerezza del respiro. Qualcosa che avvicina al respiro stesso di Dio che fa dell'uomo un essere vivente. Oltre il suo limite naturale, oltre, persino, la solitudine e la morte stessa.
È tempo di prestare maggiore attenzione a quel miracolo della «natalità» di cui ha parlato Hannah Arendt. È tempo di sondare più in profondità il miracolo dell'essere nati ed il miracolo di aver fatto fronte alla vita e di essercela cavata con essa, quando eravamo bambini, solo bambini. È tempo di scovare meglio le radici di quel portentoso coraggio di essere e di esserci che di continuo ci dona la forza per rinnovare la nostra fiducia e la nostra speranza. È proprio su questa via, infatti, che più felicemente potremo andare di nuovo incontro al Natale: incontro a quella festa che nella fede celebra la meraviglia della nascita al mondo di Dio nel piccolo di Nazareth ed in essa l'offerta a ciascuno di noi della grazia di sempre nuovi inizi, nuove ripartenze, nuovi «natali».
"Ave Maria": da queste angeliche parole si sviluppa la meditazione teologica e spirituale di questo piccolo libro di poesie. L'esperienza religiosa dell'Autore e la sua riflessione filosofica intorno ai grandi misteri mariani si intrecciano in un dialogo fiducioso e intenso, che interroga la fede nelle realtà ultraterrene e il senso delle nostre quotidiane esistenze.