
Maria Goretti, Nennolina Meo, Rolando Rivi, Domenico Savio, Bernadette Soubirous, Luigi Gonzaga, Benedetta Bianchi Porro, Maria Montserrat Grases García, Gerando Maiella, Giacinta e Francesco di Fatima: dieci brevi profili esistenziali di giovani che la Chiesa ha proposto o desidera proporre a modello.
Dieci “premi nobel” dell’amore per l’Aaltro, cioè per Dio e per gli uomini. Sono giovani di epoche diverse che tuttavia possono parlare ai giovani del nostro tempo, se solo vorranno ascoltarli. Giovani felici perché uniti a Dio. Giovani che non conoscono la tristezza esistenziale perché hanno compreso il senso della vita.
Le loro vite dimostrano che aveva ragione Léon Bloy: «L’unica vera tristezza è non essere santi».
Con una Prefazione di Angelo Comastri.
Calogero D’Ugo, sacerdote dell’arcidiocesi di Palermo. Dopo gli studi in Storia e Filosofia, ha conseguito il dottorato in Teologia con specializzazione in Dottrina sociale della Chiesa. Per un quinquennio è stato vicario episcopale dell’arcidiocesi di Palermo e per dodici anni ha diretto la Scuola di formazione socio-politica. Dal 2007 è parroco della Parrocchia del SS. Crocifisso di Belmonte. Membro dell’Osservatorio Internazionale Card. Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa. Ha pubblicato saggi e diversi articoli di Storia della Dottrina sociale della Chiesa.
Cosa è successo nella pandemia alla nostra fede? Solo un impedimento temporaneo o la manifestazione di un malessere più grande? Perché la fede non ci sostiene più? Perché i piccoli e i grandi si avvicinano solo per i sacramenti? Perché i giovani si allontanano? Colpa di metodologie antiquate? Ma cos'è la fede? Perché si è persa o perché la si rifiuta? Dove nasce la fede? Quale relazione tra fede e famiglia? Come si trasmette la fede ai figli? Una comunità parrocchiale come può aiutare il cammino di fede delle famiglie? Quale catechismo oggi? Compiti impossibili o una nuova strada da tracciare? La semplice verità è spesso più rivoluzionaria di cumuli di bugie. L'autore risponde in modo chiaro e semplice a queste e a molte altre domande. Prefazione di Mons. Juan Antonio Raig Pla.
Il matrimonio, la vita familiare e la sessualità hanno subìto profondi cambiamenti a partire dal XIX secolo, causati da diversi fattori sociali e culturali. Ampie fasce della popolazione del mondo occidentale hanno opinioni sulla moralità coniugale e sull'etica sessuale ormai assai diverse rispetto ai valori e alle norme prescritti dalla Chiesa. Molte persone si chiedono, ad esempio, perché la morale cattolica insiste sulla necessità di considerare il matrimonio come vincolo solo tra un uomo e una donna. L'autore espone e spiega in queste pagine l'insegnamento della Chiesa sulla morale matrimoniale e sull'etica sessuale. Contrariamente a quanto si crede, l'insegnamento della Chiesa sull'azione morale degli esseri umani non si basa su "regole" o "comandamenti", bensì sulla sua visione dell'uomo, che si fonda, in ultima analisi, sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione.
«La trattazione della questione della pietà popolare, come quella affrontata dall'autore con competenza e rigore scientifico, risulta un'ardua e affascinante impresa letteraria, teologica e storica che si misura con un'ampia tradizione che affonda le sue radici nelle pagine dell'Antico e del Nuovo Testamento e sfocia nel proprium della storiao dierna. Questo studio è senza ombra di dubbio pionieristico: non si riscontrano nel ginepraio dei ricercatori traazioni così dettagliate, ricche di spunti di riflessione, foriere di novità e assolutamente utili per continuare ad affrontare un'argomentazione che coinvolge tutti». (Dalla Presentazione di Mons. Stefano Rega). Il presente lavoro di don Gian Franco Belsito, frutto di studio e di riflessioni personali, anche generate dalla sua attività pastorale, si situa nei rari tentativi di comprensione globale della fede popolare e quindi di ricerca della sua identità all'interno della più vasta geografia pastorale della Chiesa. Si tratta di uno studio teologico-pastorale ben articolato (C. Torcivia). La ricerca dell'autore attraversa aspetti problematici non facilmente risolvibili solo con una proposta di indagine e di conoscenza, quanto con il continuo approfondimento che ha la sua origine nell'osservazione partecipata. Le forme di pietà popolare non nascono e fioriscono senza l'adesione e la partecipazione della gerarchia di comunione, che in genere è pienamente coinvolta nel sostenere specifiche pratiche e manifestazioni della fede (C. Matarazzo).
A volte spontaneamente poniamo domande difficili a Dio e ai Santi, domande alle quali non sappiamo dare una risposta, domande che spesso ci angosciano, domande che superano questa vita, e alle quali solo la sapienza trascendentale dei santi può dare delle risposte. E le risposte arrivano... a volte in sogno o tramite una improvvisa pace del cuore, ma spesso non le comprendiamo, perché sono semplici, pure, contro corrente. Ed ognuna di queste risposte, con poche parole, muove le montagne e illumina la nostra strada. In modo chiaro allora comprendiamo quale sia la via da seguire, quale sia la soluzione reale e possibile dei nostri problemi.
Protagonisti di questi racconti sono personaggi che casualmente sono testimoni di alcuni miracoli di Gesù. L'inciampo in questi straordinari avvenimenti li costringe a fare i conti con le domande che, inevitabilmente, hanno a che fare con la vita di tutti i giorni, con i loro desideri, i progetti, le paure, gli affetti. Ognuno di essi avrà così nuovamente la possibilità di incontrare la risposta ai propri pensieri, alle inquietudini, agli interrogativi, grazie a uno sguardo, anch'esso improvviso. E noi? Cosa avremmo pensato noi, come avremmo reagito se in maniera del tutto imprevista, certamente non voluta, avessimo assistito a un miracolo di Gesù? Ma a questa domanda, un'altra si aggiunge e ci interroga. Una domanda che ciascuno può scegliere di ignorare o di affrontare: «Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio alla divinità del Figlio di Dio, Gesù Cristo?» (Fëdor Dostoevskij).
Il titolo del presente volume risponde alla sensibilità religiosa che ha bisogno della luce della Parola di Dio e della Teologia. Invocazione del Salmo 63: «O Dio, tu sei il mio Dio, dall'aurora io ti cerco, ha sete di te l'anima mia». Ed ancora: «Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio» (Sal 42). È l'aridità dell'anima in cerca del ristoro che le può venire da Lui, dalla Sua Presenza, dalla Sua Grazia, dal sentirci suoi Figli amati. La comunione con il Signore o è viva e luminosa, da Cuore a cuore, oppure si rende come inconsistente; Dio è Fuoco di amore verso le sue creature, è sempre il Roveto ardente, che non si consuma e intende accendere nei cuori fiamme di carità e di prossimità.
"Questi Esercizi spirituali ci aiutano a fermarci, a meditare, a non accontentarci dell'apparenza, a guardare in profondità, a "fissare lo sguardo", a guardare con "compassione" le folle di oggi sempre stanche e sfinite perché senza pastore, per capire il prossimo e il mondo intorno a noi. La domanda iniziale - «È l'umanità che ha abbandonato la Chiesa o è la Chiesa che ha abbandonato l'umanità?» (T. S. Eliot) - in realtà accompagna tutta la riflessione per aiutare a trovare la risposta nella vita. L'incontro con Cristo, che tocca il cuore, che genera vita e libera dalla paura di vivere, creativo, avviene nella vita stessa, non fuori da questa, nella nostra miseria - qualcuno direbbe - da mendicanti, come siamo. Il testo ci aiuta ad aprire tante domande. Spesso per noi certezza della fede significa credere di avere una risposta per tutto e non cambiare. Giustamente l'autore ricorda come la «certezza della fede non estingue l'inquietudine, al contrario, la esalta, poiché la certezza della fede non è un "pensiero chiuso" ma "aperto"». Nel deserto del nostro mondo non giudichiamo facendoci maestri a distanza, ma tornando all'origine per rendere possibile l'incontro con una presenza viva." (dalla prefazione del Card. Matteo Maria Zuppi)
L'homo sapiens calpesta questa terra da circa duecentomila anni, una frazione irrisoria rispetto ai quattro miliardi di anni durante i quali il nostro pianeta ha girato intorno al sole senza di noi. E da allora la curiosità, la meraviglia, il senso di solitudine e di infinito spingono l'uomo ad alzare lo sguardo e a guardare le stelle, e ci rendiamo conto che siamo un granello di sabbia su una spiaggia infinita. C'è chi lo fa con fede e chi si affida solo alla ragione e, nonostante strumenti sempre più sofisticati, non riesce ad arrivare al "fondo del bicchiere della conoscenza". Dio, il Dio unico, ha iniziato la sua relazione con l'umanità da circa quattromila anni, invitando un uomo - il cui nome si traduce: "padre di una moltitudine" - ad alzare gli occhi e a contare le stelle. Tutto parte da lì. Chi siamo? Da dove veniamo? Cosa sarà di noi? E "gli altri" dove sono? Lo scopriremo solo morendo. Per ora... tutte le stelle portano a Dio.
Si può prendere il Vangelo di Giovanni alla lettera? «Si può e senza recare la minima offesa alla nostra ragione e alla nostra indagine seria del fatto storico, perché Giovanni era un semita e i semiti hanno il dono di una memoria tenacissima, Giovanni era un analfabeta el'analfabeta non è distratto dalla scrittura e vive dell'ascolto, Giovanni era vecchissimo e la vecchiaia fa ritrovare i ricordi dell'infanzia e della gioventù, ma soprattutto, Giovanni nell'atto di scrivere era mosso, assediato dallo Spirito Santo il quale era padronissimo di fargli ricordare tutto». Giuseppe Sandri dall'età di 43 anni fino alla morte visse come pellegrino itinerante per annunciare il regno di Dio. Negli ultimi tre anni, dal 1982 al 1984 qualcuno registrò nascostamente alcune sue conversazioni che poi furono trascritte. In questo libro sono stati raccolti e ordinati alcuni brani di quelle conversazioni che riguardano il Vangelo di san Giovanni. Di tanto in tanto sono stati aggiunti, come ulteriore contributo, alcuni passi tratti da pubblicazioni curate da Sandri (Lettere da Stibbio, Epistole e Vangeli dei giorni festivi, Lettere di san Paolo) e altri presi da suoi appunti inediti.