
Composto successivamente al Concilio di Efeso del 431 d.C. il Commento al Cantico dei Cantici costituisce il primo lavoro esegetico di Teodoreto di Cirro. Opera in cinque libri, tale commento si caratterizza per la profonda influenza origeniana che spiega l'interpretazione prettamente allegorica del testo biblico. Precede i libri un ampio prologo in forma di lettera indirizzata ad un amico vescovo, forse Giovanni di Germanicia, nel quale Teodoreto si propone di dimostrare il carattere ispirato del Cantico. Contro quanti infatti considerano il testo biblico un dialogo d'amore profano, l'Autore legge le espressioni bibliche in senso spirituale e non carnale: lo sposo e la sposa sono Cristo e la Chiesa. Nell'interpretazione dello sposo il Commento evidenzia talvolta la natura umana di Cristo, in altri momenti l'esistenza di due nature, divina e umana, divenendo così un documento importante della cristologia duofisita di Teodoreto.
Imprenditore con una straordinaria capacità inventiva - tanto da aver depositato ben trentacinque brevetti -, François Neveux (1936-2006) ha vissuto fin dall'esordio la sua attività lavorativa con una non comune attenzione alle relazioni interpersonali. Venuto a conoscenza del progetto dell'Economia di Comunione - promosso da Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari -, si trasferisce in Brasile dove mette a disposizione per lo sviluppo di questo progetto il talento e l'esperienza professionali e il suo denaro. Attraverso il racconto di quanti lo hanno conosciuto l'Autrice ne ripercorre l'avventura professionale e umana.
Lo straordinario sviluppo delle tecnologie biomediche porta con sé il rischio di un approccio riduzionista, che riduce la persona al suo organismo e il malato alla sua malattia. Contro questa prospettiva "tecnico-medica" Turoldo propone un approccio olistico, ovvero una cura globale della persona malata che tiene conto del dolore non solo fisico, ma anche psicologico e spirituale che si accompagna alla malattia. Quindi l'Autore entra nel merito dell'attuale dibattito sul limite delle cure mediche, sull'accanimento terapeutico, sull'eutanasia e sul testamento biologico.
"Maria! Basta il suo nome per pulire un'anima per fugare una tentazione, per sovvertire una passione. Il nome di Maria introduce in mezzo alle cure dei raccolti alla fatica e all'economia, una poesia verginale che socialmente diventa una vittoria sugli egoismi e un ricordo degli obblighi di solidarietà. Maria: così la chiamavano i genitori e i parenti e i vicini di casa a Nazareth. E così ad ogni Ave torniamo tutti a chiamarla familiarmente" (dal testo). Il Curatore ha selezionato dagli scritti di Igino Giordani alcune frasi e brevi testi offrendoli al lettore come preziosi spunti per la meditazione nella recita del Rosario.
Luisa de Marillac (1591-1660) avvertì fin da giovanissima la chiamata alla vita contemplativa. La famiglia la diede invece in sposa al nobile Antonio Le Gras. Il desiderio mai sopito in lei di una vita donata a Dio trovò risposta nell'incontro con Vincenzo de' Paoli. I colloqui con il santo la illuminarono sulla strada da percorrere: nel 1625 la morte del marito le consentì di consacrarsi a Dio. Con san Vincenzo fondò l'Istituto delle Figlie della Carità per il quale redigerà il regolamento nel 1633. In appendice vengono pubblicati alcuni brani significativi della sua spiritualità
In occasione del cinquantesimo anno di sacerdozio, don Alterio ripercorre la sua avventura di prete non vedente. Nella presente autobiografia in forma di prosa poetica si delinea la storia di un'anima vissuta costantemente tra la nebbia incombente sui suoi occhi e la crescita interiore di una luce di insospettata preziosità. "Versi sciolti sgorgati", come egli scrive, "dagli abissi del cuore" attraverso i quali si rivolge al lettore sotto forma di confessione ad alta voce, di colloquio confidenziale e fraterno. Un "diario di bordo" che diventa così lo specchio di un'avventura meravigliosa piena di prove, ma ricca di stupore per l'incessante intervento di Dio nella sua vita.
Trento, 1943. Tra morti e distruzioni infuria la Seconda Guerra mondiale. È in questo contesto che nasce, con la consacrazione a Dio di Chiara Lubich, poco più che ventenne, il Movimento dei Focolari, espressione di una spiritualità nuova. Una realtà che rapidamente si diffonde in tutta Italia e da qui nel mondo, conquistando uomini e donne di diverse età, ceti sociali, Paesi, culture, fedi. La nascita del carisma dell'unità nella Chiesa è raccontata in prima persona dalla Fondatrice in una fitta corrispondenza epistolare alle sue compagne "d'avventura" e a quanti vengono in contatto con lei. Lettere vibranti di luce e di sapienza, documento prezioso della nascita di una realtà che si configura fin dalle origini come risposta puntuale di Dio alle necessità della Chiesa e dell'umanità di oggi. Il volume raccoglie e pubblica molte di queste lettere, alcune delle quali per la prima volta.
"Se l'inizio della fede è opera del Signore, sant'Agostino descrive anche come si rimane in questo inizio. Qui le parole chiave sono quelle contenute nel sottotitolo: seguire e rimanere in attesa. E la figura che le rappresenta è Giovanni, il discepolo più amato. Giovanni rappresenta chi attende di essere amato, e rimane per grazia e non per sforzo in questa attesa. In lui appare evidente che "se non si è prima amati (cf. 1 Gv 4, 19) non si può né amare né seguire" (p. 171). In lui si rinnova in ogni istante l'attesa dei gesti del Signore, l'attesa di quei nuovi inizi nei quali la libertà aderisce alla grazia "per il piacere da cui è attratta" (p. 372)".
Pensatore vigoroso, insigne filosofo, teologo, mistico, poeta e pastore, Agostino ha esercitato una profonda e duratura influenza nella Civiltà occidentale e nell'umanità e continua ad affascinare intere generazioni di lettori. Così il suo cammino umano - il suo vagare lontano dalla fede cattolica ed il ritorno nella Chiesa con la conversione ed il battesimo - è paradigmatico per ogni uomo alla ricerca di Dio. Cormio propone in cento pagine frasi e pensieri tra i più belli e significativi di Agostino con l'invito a rileggere le opere del vescovo di Ippona e ad avviare un confronto personale con l'esperienza umana e spirituale di chi ha raggiunto i vertici della sapienza.
Una originale, ma poco conosciuta riflessione su Dio infinito, di grande ricchezza e fecondità speculativa.