
Superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola, lussuria: molti hanno certamente sentito parlare dei "sette vizi capitali", se non altro perché sono ormai entrati nel linguaggio comune e nella nostra cultura, anche laica. Ma, se escludiamo tale conoscenza superficiale o puramente culturale, che cosa sappiamo di questo argomento? Conosciamo quali sono questi vizi e che cosa ciascuno di essi veramente rappresenti? Ci è chiaro che cosa significhi vizio? Facendo riferimento alla grande tradizione della Chiesa (in particolare a tre libri: Gli otto spiriti della malvagità di San Nilo di Anciria; le Istitu~oni cenobitiche di san Giovanni Cassiano e La scala del paradiso di san Giovanni Climaco), il presente volume vorrebbe essere una piccola e agile guida, di taglio più pratico che teorico, per aiutare il lettore a riprendere in mano la propria vita e a fare un lavoro serio su se stesso, partendo dalla diagnosi e dalla terapia delle sette malattie da cui ogni malessere spirituale e corporale dell'uomo discende.
La motivazione umana più profonda del fenomeno della magia va cercata nell'anelito dell'essere umano alla felicità, nel suo bisogno struggente di essere guarito, salvato, appagato, e nell'impossibilità di realizzare tali esigenze a livello puramente materiale, con gli strumenti offerti dalla scienza e dalla tecnica. Il ricorso sempre più frequente alle arti magiche nasconde quasi un desiderio di onnipotenza, che vorrebbe dominare e strumentalizzare la realtà. Ma accanto a questo vi è l'esigenza reale di essere ascoltati da qualcuno, di affidarsi, cercando di sfuggire alle proprie paure, di fare un'esperienza dell'invisibile. Ed è il cercare la cosa giusta nella direzione sbagliata che provoca effetti devastanti sia nella vita del "mago" sia in quella di coloro che si affidano a lui. L'Autore formula un'analisi oggettiva di questi effetti grazie alla sua personale esperienza, maturata nello svolgimento del suo ministero di esorcista nella diocesi di Palermo, scegliendo un linguaggio volutamente semplice e accessibile anche ai non addetti ai lavori, per svelare l'inganno della magia con i suoi giochi perversi e indicare come liberarsi dalla mentalità magica che spesso determina
«Ogni volta che si eliminano le caricature e si superano i pregiudizi, si rende un servizio alla verità. Le differenze fondamentali possono cosi essere apprezzate nel loro giusto valore e, quando non possono portare a un accordo, ne sono rischiarate, costituendo una sfida». Stretto collaboratore di papa Giovanni Paolo II, monsignor Fitzgerald ha una lunga esperienza di incontro con i musulmani e con i fedeli di altre religioni. In queste pagine di scottante attualità, egli parla a cuore aperto di dia~ logo interreligioso, delle sue esigenze e delle sue possibili trappole, quali ad esempio le tentazioni di sincretismo o di monopolio. Queste pagine pongono i fondamenti di tale dialogo e descrivono la sua concreta messa in opera, senza nascondere né le delusioni né i vicoli ciechi, offrendo il punto di vista - aperto, ma senza falsi irenismi - di uno dei più profondi conoscitori attivamente impegnato in una que~ stione religiosa dalle profonde implicazioni geopolitiche.
Secondo quanto si legge nel Vangelo, gli apostoli si raccolsero in preghiera nove giorni prima della Pentecoste: «Tutti erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui» (Atti 1, 14). Per vivere una nuova pentecoste nella nostra vita e nella vita della Chiesa, l'Autore propone una novena allo Spirito Santo che può servire da ispirazione per la preghiera individuale ma anche collettiva, innanzitutto per la Pentecoste, ma anche in occasione della cresima o quando si avverte la necessità di un profondo rinnovamento spirituale. Ogni giorno della Novena - se recitata per Pentecoste, la novena ha inizio il venerdì prima dell'Ascensione e si conclude alla vigilia della Pentecoste - è composto di tre parti: 1. lettura della Parola di Dio 2. una meditazione 3. una preghiera conclusiva
Le pagine di questo volume tracciano un viaggio vitale attraverso la diversità culturale del mondo globalizzato e verso l'interiorità della persona alla ricerca del senso della propria esistenza. L'Autore invita il lettore a condividere con lui questa avventura. In un dialogo a tu per tu, Cinto Busquet offre spunti per la meditazione che si arricchiscono del suo originale background personale - la scoperta giovanile di Dio-Amore e la scelta di seguirlo nel sacerdozio; il trasferimento dalla nativa Catalogna al Giappone, dove ha vissuto a lungo approfondendo la cultura e la religione locali attraverso soprattutto fecondi rapporti umani e maturando così una ricca esperienza di dialogo interculturale e religioso; l'incontro con la spiritualità dell'unità del Movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubich -. La fede, la ricerca e il rapporto con Dio, il senso del dolore e della morte, essere Chiesa: sono solo alcuni dei temi sui quali l'Autore medita e mette in comune umilmente con il lettore in questo ideale diario di viaggio affinchè «la strada che ora ci apprestiamo a percorrere insieme aiuti entrambi a vederci più chiaro e ad ampliare la nostra visuale».
«Sono ormai più di vent'anni che i due personaggi di Walter Kostner ci fanno compagnia, con quelle forme morbide ed essenziali, con quelle loro storie così “semplici” nelle quali a tutti viene facile immedesimarsi. Ma cos'hanno di speciale Gibì e Doppiaw da essere sempre attuali? Hanno che, parlandoci della vita di tutti i giorni, in un continuo richiamo alla natura per ritrovare se stessi, pongono l'altro al centro dei propri pensieri, senza giudicare; si esprimono con poche chiare parole dando valore al silenzio; osservano per capire,, prima d'agire; hanno tempi lenti e calmi, com'è dei bambini e dei saggi avere. […] Qui mi preme sottolineare l'unicità del suo disegno, […] Walter attraverso il disegno rilancia temi e offre modi nuovi per riscoprire e vivere insieme la bellezza originaria dell'umanità e dell'universo intero, dando forma con le sue vignette agli ideali a cui si ispira». (dalla Prefazione) Il libro si presenta come un album di grande formato in cui le storie sono raccolte per temi. Centocinquanta strisce scelte tra le circa trecento ad oggi realizzate. Una raccolta storica, il meglio di Gibì e Doppiaw.
Un documento fondamentale per conoscere il dibattito teologico dell'epoca.
Di Facondo, vescovo di Ermiane nella Bizacena, una regione corrispondente all'attuale Tunisia, non si sa molto; le notizie su di lui sono tutte relative al suo intervento nelle controversie cristologiche del suo tempo, in particolare nella controversia dei Tre Capitoli, suscitata dall'editto di condanna di Giustiniano nel 544-545 contro Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto di Cirro e Ibas di Edessa, tre vescovi vissuti nel secolo precedente, la cui dottrina era stata approvata nel 451 nel concilio di Calcedonia. L'intervento dell'imperatore fu considerato come un tentativo di screditare il concilio stesso e, in risposta, Facondo di Ermiane scrisse la sua opera maggiore Difesa dei Tre Capitoli, in dodici libri, dove il problema della condanna di Teodoro, Teodoreto e Ibas è analizzato sia dal punto di vista teologico che giuridico: Facondo infatti difende il dogma calcedonese dalle critiche dei monofisiti e contemporaneamente solleva obiezioni sulla legittimità di una condanna inflitta a personaggi morti da tempo, che non possono chiarire la loro posizione e difendersi in un regolare dibattimento. Oltre che per se stessa, l'opera di Facondo ha una grande importanza per le innumerevoli citazioni di documenti e di passi patristici in essa contenute, che ne fa una preziosa fonte di informazioni per gli storici e per gli studiosi di patristica.
Nel 544-545 l'imperatore Giustiniano emanò un editto di condanna contro Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto di Cirro e Ibas di Emessa, tre vescovi vissuti nel secolo precedente, per la loro dottrina cristologica, in realtà approvata nel 451 al concilio di Calcedonia. In un contesto ancora infuocato dalla disputa sulla vera natura di Cristo, tale atto cosrituiva il tentativo indiretto per screditare il concilio che aveva riconosciuto la coesistenza in Cristo delle nature umana e divina. Tale editto imperiale provoca la reazione del vescovo africano Facondo di Ermiane che pubblica intorno al 548 la Difesa dei Tre Capitoli. Si tratta di un'opera di vasto respiro, in dodici libri, dove il problema della condanna dei tre vescovi è analizzata dal punto di vista teologico e giuridico. Facondo difende il dogma calcedonese e solleva obiezioni sulla legittimità di una condanna inflitta a personaggi morci da tempo, che non possono chiarire la loro posizione. Un documento fondamentale per gli studiosi di storia della Chiesa durante Il regno dell'imperatore Giustiniano e per gli studiosi di patristica per le innumerevoli citazioni di documenti e di passi dei Padri che esso contiene.
Intorno al 511 d.C. Eugippio - scrittore cristiano della tarda latinità, nato intorno al 460 e discepolo di Severino - compone la Vita di Severino con l'intento di far conoscere la santità di vita del suo padre spirituale. Con buona probabilità romano, nato da nobile famiglia verso il 410, monaco, Severino fu uomo singolare, conteso tra la viva aspirazione alla vita totalmente contemplativa e l'attività missionaria tra le popolazioni romane del Norico (corrispondente all'attuale Austria) dove soggiornò per circa trent'anni. Come biografo, Eugippio sembra soprattutto privilegiare nella Vita l'aspetto didattico offrendo così un modello di virtù di comportamento per la comunità monastica da lui diretta. L'opera è anche una fonte di primaria importanza, unica a documentare, sotto la narrazione colorita di meraviglioso, le condizioni delle province dell'impero romano proprio nel momento di passaggio dall'antichità al Medioevo con tutti i fenomeni concomitanti e i problemi per la popolazione.