Siamo esseri mortali oppure, innanzitutto, esseri natali? Il nascere va riscattato da un pericoloso oblio che rischia di portarci alla dimenticanza di quella promessa e di quel debito vitali che attraversano ogni esistenza. Esplorare il nascere significa fare memoria di un dono al di là di una presunta autosufficienza, riconoscere il senso e la responsabilità del nostro nome. Nascere è la filigrana che ci lega al corpo di nostra madre e, allo stesso tempo, è un verbo al futuro anteriore perché dà inizio a un cammino ininterrotto che semina novità e speranza.
E' lecito parlare della Trinità mediante l'analogia della famiglia? L'autore cerca di rispondere alla domanda focalizzando l'ispirazione biblica di questa analogia e ricostruendone l'intricata vicenda storica: al diffuso utilizzo in oriente in età patristica segue, dopo la critica di Agostino, un lungo oblio nella teologia occidentale. Di fatto l'analogia familiare è assai ricorrente nel panorama teologico odierno. Il volume è frutto di una ricerca mirata a valutarne la legittimità e i limiti.
Il libro presenta la conversazione di due autori che parlano di Dio e dell umano soffrire da prospettive diverse ma forse non così distanti, facendo interagire psiche e spirito, psicologia e Bibbia, Gesù di Nazaret e la nostra storia. Nessuno dei due pretende di dare risposte defi nitive o categoriche, ma piuttosto di stimolare la rifl essione su una tematica complessa e sempre aperta. Le opinioni e le posizioni degli interlocutori si intercalano, si confrontano e si arricchiscono mutuamente. Ed è ciò che offre maggior interesse alla rifl essione e conferisce al volume originalità. Il lettore non solo è chiamato all ascolto dei due autori, ma si sente invitato a entrare pienamente nella discussione.
Nella storia dei concili la ricezione del loro magistero è una fase oggi considerata attentamente. Essa trova nei libri liturgici una delle sue espressioni più significative. Anche l’insegnamento del Vaticano II sul ministero ordinato vive, nella riforma dei riti di ordinazioni, un importante momento della sua ricezione. Per individuarne i criteri ispiratori e quindi la teologia, questo saggio analizza, in modo diacronico e sincronico, l’iter di revisione dei riti di ordinazioni, iniziato negli ultimi mesi del Concilio, e conclusosi (editio typica) nell’agosto 1968. Il rapporto esistente tra lex orandi e lex credendi trova qui un interessante equilibrio tra la liturgia come fonte e la liturgia come frutto dell’insegnamento della Chiesa. Le scelte operate dal gruppo di lavoro sui riti di ordinazione (Coetus XX), in sinergia con il Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia e nel costante dialogo con la Sede Apostolica, sono un importante contributo per la teologia del ministero: esso è interpretato come servizio alla Chiesa, nella comunione tra vescovo, presbiteri e diaconi. Questo affinché la Chiesa possa essere apostolica anche grazie al carisma della successione, trasmesso sacramentalmente al vescovo unito al presbiterio e con i diaconi. Sarà così possibile, anche alla luce della editio altera (1989), trovare indicazioni preziose per interpretare il ministero oggi.
In appendice vengono riportati gli Schemi, curati dal Coetus XX, che precedono i nuovi riti di ordinazione e costituiscono una importante testimonianza della riflessione teologica postconciliare.
Davvero Dio è Buono con i buoni e punisce i cattivi? Talvolta sembra esattamente il contrario. La domanda, velata di accusa, attraversa la fede contraddetta dell'orante alla ricerca del vero volto di Dio e del modo misterioso di attuarsi della sua giustizia. Superata la crisi il salmista canterà la lode di Dio anche nella sofferenza o in prossimità della morte (dalla Prefazione di Donatella Scaiola).
ll tema della violenza di genere è di bruciante attualità e dolorosa realtà per troppe donne che, prima di essere vittime di violenza, sono vittime del silenzio, dell'invisibilità e della cultura dominante, fondata sulla negazione delle donne come soggetti, sul dominio dell'Altro e sul "consumo" dei corpi femminili e degli esseri umani in generale.
ll nostro impegno come professionisti della psicologia e della psicoterapia, oltre che nel campo clinico, nelle case di accoglienza per le vittime di violenza e nei centri di ascolto, si colloca anche nel produrre stimoli culturali e nuove chiavi di lettura del rapporto tra i generi, per lavorare alla radice del fenomeno della violenza sulle donne.
Piangere è un'esperienza che attraversa e accompagna l'esistenza di ogni persona. Seguendo le tracce delle nostre lacrime esploriamo infatti un paesaggio nel quale si intrecciano momenti inaspettati e sorprendenti, situazioni dolorose o sovrabbondanti di gioia che segnano i nostri volti. Piangere significa gridare ed esultare, invocare e lamentarsi, pentirsi e gioire. Le nostre lacrime raccontano di noi stessi e di quel Dio che le ha condivise di persona e le considera così preziose da raccoglierle tutte con tenerezza.
Il passaggio dall'uomo "animale" a quello "spirituale" in Cristo rappresenta il pilastro fondamentale su cui Paolo ha costruito il proprio pensiero antropologico. Questo volume, partendo dagli insegnamenti dell'Apostolo, si propone di descriverne le principali linee direttrici. Si rivolge innanzitutto agli studenti di teologia e può rappresentare un'agile sintesi per chi è già impegnato nella ricerca biblica. Ma è utile anche per quanti vogliono dedicarsi all'approfondimento di una tematica centrale per la fede cristiana.
Il Vangelo di Matteo non è destinato a nutrire una curiosità. Esso invita il lettore a lasciarsi sedurre dalla persona che presenta e dalle parole che riporta; vorrebbe questa seduzione così forte da indurre a lasciare tutto per seguire Gesù e trovare in Lui la salvezza e la felicità. Colui che sedotto da Cristo entra nella sua comunità attraverso il battesimo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, trova nel Vangelo di Matteo anche le regole della vita secondo il Regno, «un giogo dolce da portare e un fardello leggero» per chi dimora nella scuola di Gesù.
Persona nel linguaggio cristiano dice che autonomia e relazione sono inscindibili ed esprime così ciò che di più profondo hanno in comune Dio e la creatura umana. Nella «lingua speciale dei cristiani» persona è entrata per affermare che ciascuno dei Tre della Trinità è l'Assoluto nel suo essere relazione. Nell'incarnazione di uno dei Tre, Dio chiama ogni uomo a riconoscere e ad accogliere di essere «relatività verso il totalmente altro».