Il volume costituisce uno strumento di lavoro, risultato di più di trent'anni di ricerche che hanno messo in evidenza come i valdesi del Luberon siano stati degli immigrati provenienti dal Piemonte e dal Delfinato, e intende mettere a disposizione di tutti, anche di coloro che non sono in grado di consultare i documenti dell'epoca, i primi atti in cui appare la presenza di un valdese installato in Provenza, come la registrazione del suo matrimonio o del suo testamento. In questo modo il libro stabilisce, attraverso lo studio di una popolazione migrante, un legame vivente fra le tre aree della comunità valdese che all'epoca costituiva una diaspora europea.
A partire dal concetto di "lungo Risorgimento", che dilata il processo di costruzione dello Stato nazionale italiano dalla fine del Settecento alla prima guerra mondiale, il volume curato da Corrado Malandrino e Stefano Quirico prende in esame il dibattito storico, politico e culturale che ha preceduto e accompagnato l'Unità nell'intento di rivedere ricostruzioni stereotipate e offrire contributi di ricerca originali. Oltre che a Garibaldi, Rattazzi e all'idea di Italia, ampia attenzione è dedicata al ruolo degli statisti piemontesi nell'edificazione nazionale, in primis Massimo D'Azeglio, nonché all'idea di Europa, in particolare in Mazzini e nell'eroe dei due mondi. Prefazione di Annita Garibaldi Jallet, pronipote del condottiero.
Nei primi anni dell'Unità d'Italia, le chiese metodiste di Gran Bertagna e Stati Uniti giunsero nel nostro paese per impegnarsi attivamente in un'opera di evangelizzazione volta a sostenere il Risorgimento sul piano spirituale e delle libertà. Alla loro predicazione si deve la nascita del motodismo italiano. Senza acribia critica, partendo da corrispondenze familiari, raccolte di sermoni e vecchie fotografie, Valdo Benecchi ci presenta venti storie di fede e testimonianza evangelica, ovvero venti ritratti di figure che nei primi settant'anni del Novecento contribuirono a rendere più unita l'Italia tramite una rete di rapporti tra comunità diverse e distanti tra loro, tanto geograficamente quanto socialmente.
Il libro di Sergio Aquilante - il cui titolo rimanda all'esortazione del profeta Geremia agli ebrei a cercare «il bene della città» perché «dal suo benessere dipende il vostro benessere» - ricostruisce la storia di una generazione evangelica che, uscita dal tunnel del fascismo e della guerra, si impegnò attivamente nella vita pubblica di un paese che, mentre ricostruiva le sue infrastrutture, doveva consolidare le proprie istituzioni civili e democratiche. Ne emerge il ritratto di una comunità cristiana che, sin dalle origini risorgimentali, ha fatto dell'impegno nella politica e nella società e di valori quali laicità, senso civico, plutalismo e solidarietà - una cifra essenziale della sua testimonianza di fede.
In quarant'anni di carriera, Robert Bresson ha affrontato i temi chiave del cinema moderno europeo: la sofferenza, la solitudine, il male, ma anche la speranza, la redenzione e la grazia. Delle opere di questo grande maestro, che di fatto ha inventato un linguaggio cinematografico personale e alieno da ogni concessione allo spettacolo, Alberto Corsani propone in queste pagine un'interpretazione che cerca di sottrarsi a due rischi ricorrenti nella letteratura critica su Bresson: da un lato, il compiacimento per il dolore inteso come via per la salvezza e, dall'altro, la radicale negazione della presenza di Dio nel mondo.
La dura disamina dello stato della fede cristiana in Italia e in Occidente.
La critica di una fede ammorbata dal clericalismo vaticano e dal materialismo marxista.
Per un rinnovamento della religiosità attraverso la laicità dello Stato e una "religione civile".
Nel pensiero di Giuseppe Mazzini (1805-1872), la religione occupa un posto centrale ed è strettamente legata, tramite il disegno provvidenziale, alla lotta politica per l’Unità d'Italia.
La sua concezione religiosa e la sua profonda spiritualità emergono con chiarezza nei quattro saggi proposti in questo volume, risalenti al periodo 1832-1870, che sostanzialmente racchiude l'intero arco della sua vita attiva.
Vi emergono con chiarezza molti temi chiave del pensiero mazziniano: la critica del papato, che ostacola l'unificazione e l'indipendenza della nazione oltre che l'emancipazione civile e religiosa del popolo; lo stretto nesso tra religione e politica e, contemporaneamente, la distinzione tra potere politico e potere spirituale; gli ideali democratici e repubblicani, la religione del Progresso...
Andrea Panerini (1983), laureato in Storia contemporanea, studia presso la Facoltà valdese di Teologia a Roma in vista del ministero pastorale. Ha pubblicato numerosi volumi di saggistica e di poesia, tra cui si segnalano la curatela dell'inedito di Mazzini L'Italia, l'Austria e il Papa (2005) e la silloge poetica Litanie arabe (2010), entrambi pubblicati da La Bancarella di Piombino (Li).
L'autrice ripercorre le principali linee di riflessione della teologia femminista degli ultimi vent'anni: spaziando dall'esegesi biblica alla teologia sistematica e alla storia, esplora la questione di Dio al femminile, il Gesù incontrato dalle donne, lo Spirito della preghiera, le donne nella chiesa.
Processato dall'Inquisizione romana e incarcerato con Tommaso Campanella, che con lui dialogò assiduamente, apprezzandone la conoscenza dei testi della Riforma, Francesco Pucci fu condannato alla pena capitale, eseguita nel 1597 in Campo dei Fiori, nello stesso luogo e tre anni prima, dell'esecuzione di Giordano Bruno. L'Informatione della religione christiana è considerato il compendio del suo pensiero nonché uno dei testi più interessanti del radicalismo religioso cinquecentesco: per Pucci tutti gli esseri umani raggiungono la salvezza, anche al di fuori delle chiese visibili, seguendo la religione naturale e la nozione di Dio che brilla nell'universo e nelle loro menti grazie alla luce della ragione.