
Le cinque lezioni sulla laicità proposte in questo numero di "Quaderni Laici" sono state tenute, dal 2007 a oggi, in occasione della consegna del Premio Laico dell'Anno "Adriano Vitelli" - promosso dalla Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni - da Carlo Augusto Viano, Gian Enrico Rusconi, Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà e Giulio Giorello.
Nelle Sacre Scritture l'importanza della musica è attestata in numerosi luoghi, in primis nel Libro dei Salmi, considerato l'innario della Bibbia.
Ponendo la Scrittura al centro della loro riflessione, le chiese della Riforma danno da sempre grande rilevanza all'espressione musicale, intesa come prezioso strumento di lode a Dio.
In questo manuale, Nicola Sfredda illustra in modo completo e didatticamente efficace la ricchissima, cinquecentenaria tradizione liturgica e musicale protestante a partire da Lutero e Calvino, passando per Bach, Haendel, Buxtehude, gli spirituals e i gospels, fino all'utilizzo culturale e spirituale del canto e della musica sacra nel contesto contemporaneo.
Per la tradizione giudaica, e poi per quella dei cristiani delle origini, il racconto è un'espressione privilegiata della fede. Un Dio che lascia tracce nella storia e nella geografia – come il Cristo nella Giudea di Ponzio Pilato – è un Dio che si fa racconto.
Così, in questo volume Yann Redalié ripercorre le narrazioni dei vangeli nella loro diversità, nel loro modo specifico di presentare la figura di Maria e la famiglia di Gesù, l'itinerario del Cristo "in parole e in azioni", la Passione, la risurrezione e l'ascensione.
Ma attraverso la varietà e la ricchezza dei racconti sottolinea al contempo l'unità e il legame reciproco tra le diverse testimonianze e scritti dei quattro vangeli, che nella dialettica "diversità / unità" offrono uno spazio di confronto aperto, terreno fertile per nuovi significati.
Fede e impegno politico
Posizioni critiche e impegno attivo
Il dialogo tra la cultura protestante e il marxismo
A che pro, in un presente che ha dichiarato la fine delle ideologie, della storia e di socialità che non siano liquide, ragionare sul rapporto tra fede e politica, richiamando l’attenzione su un percorso di riflessione cristiana sul marxismo tracciato dal protestantesimo italiano, in particolare quello valdese?
A che pro reclamare l'ascolto di un'originalità teologica risalente agli anni delle dittature europee, sviluppatasi nella Liberazione e nel lavoro per una società migliore, fino all'incontro con una lettura del marxismo maturata nel rinnovamento culturale e nel conflitto sociale degli anni Sessanta?
Eppure, oggi un percorso tanto peculiare da sfuggire, allora e oggi, a frettolose liquidazioni del passato, e capace di portare alla luce un marxismo anti-ideologico e un cristianesimo non integralista, ha molto da insegnarci.
L'Italia tra Riforma, Risveglio e Risorgimento
La dimensione territoriale e la dimensione internazionale del protestantesimo
Il forte radicamento del protestantesimo nella società
Il volume a cura di Simone Maghenzani e Giuseppe Platone si prefigge di riflettere sui fenomeni storici che hanno maggiormente caratterizzato il protestantesimo in Italia – ovvero Riforma, Risorgimento e Risveglio evangelico – nonché sulle sue prospettive contemporanee, sia all'interno del suo ambito sia nello spazio pubblico.
Ed è soprattutto rispetto a quest'ultimo che, nel volume, i protestanti italiani aprono uno stimolante confronto con intellettuali vicini, ma certo non interni, quali Alberto Melloni, Giulio Giorello e Gabriella Caramore.
Ne emerge uno spazio sociale in cui le caratteristiche salienti del protestantesimo – il senso di responsabilità individuale e di autodeterminazione in campo etico, oltre che la laicità dello Stato – possono rivelare la loro preziosa carica innovativa.
Il Risorgimento e l’Unità d’Italia come occasione di libera circolazione della Bibbia
Le prime opportunità di una scelta religiosa libera e personale
I nuovi valdesi, Liberi, Fratelli, metodisti, battisti, luterani, avventisti, pentecostali...
Gli eventi del Risorgimento e l’Unità conseguita nel 1861 consentirono la libera circolazione della Bibbia e l’estensione di una certa libertà religiosa in tutta la penisola, rendendo giuridicamente possibile anche in Italia una scelta di fede libera e personale.
In questo volume, i curatori propongono una raccolta di profili di italiani - di condizioni sociali, culturali e lavorative molto diverse - che tra Ottocento e Novecento abbracciarono liberamente e consapevolmente la fede evangelica entrando a far parte delle chiese protestanti: valdesi, liberi, fratelli, metodisti, battisti, luterani, avventisti, pentecostali...
In un’Italia sempre più multiculturale, i loro percorsi di vita si rivelano di grande attualità.
Il cristianesimo mette in evidenza la presenza di Dio nell'umanità soprattutto attraverso la dottrina dell'incarnazione di Dio in Gesù. Nondimeno, in tutto il testo biblico si trovano episodi e situazioni in cui Dio è presente, anche in senso fisico, in mezzo al suo popolo. In queste pagine Jon L. Berquist ripercorre le narrazioni dell'Antico e del Nuovo Testamento che parlano della presenza di Dio tra gli esseri umani e approfondisce ministero, crocifissione e risurrezione di Gesù al fine di comprendere in che modo Dio sceglie di essere con noi. Lasciando dietro di sé la tradizione cristiana che troppo spesso ha scisso l'elemento fisico da quello spirituale tendendo a svalutarlo, Berquist celebra pienamente la dimensione della fede biblica che si incarna nella vicenda umana.
Nonostante le dimensioni condivise, quali quella giuridica ed economica, il bene comune differisce dal bene pubblico, ossia quello il cui consumo non è esclusivo, come le strade, i monumenti e i giardini pubblici nonché la difesa e la giustizia. In sostanza, infatti, il concetto di bene comune è un criterio di valutazione: "si persegue, o si ottiene, il bene comune quando si persegue, o si ottiene, una "buona" situazione per la società nel suo complesso. Conta quindi il benessere economico, ma anche la sua distribuzione sufficientemente egualitaria, e contano elementi quali la sicurezza personale, un ambiente sano, le libertà politiche, la diffusione della cultura, la solidarietà sociale e tanti altri elementi che contribuiscono a una vita gradevole".
Il diario epistolare di Emanuela Violani - un nome fittizio per un urlo di dolore e un atto d'accusa - racconta l'esperienza di abuso subìto da una ragazza con gravi disagi familiari da parte del sacerdote cui si era rivolta in cerca di aiuto. Una drammatica e commovente storia di violenza, colpevolizzazione e omertà che la porta dritta all'autolesionismo e al tentato suicidio, fino all'arduo cammino - mai davvero concluso - verso un nuovo inizio.