
Che cosa significa convivere nell'organizzazione? In che modo e con quali strumenti la formazione può contribuire a migliorare la convivenza negli ambienti di lavoro? Una concreta riflessione pedagogica analizza le questioni che riguardano l'identità personale e professionale degli individui all'interno degli ambienti di lavoro. Attraverso itinerari teorico-pratici si indagano le dinamiche delle relazioni lavorative, restituendo centralità alle persone e prefigurando nuovi criteri dell'agire. Le vicende emozionali degli uomini e delle donne alle prese con incarichi e responsabilità non rimangono più estranee alle logiche dell'organizzazione, ma a queste si intrecciano per rafforzare il senso di appartenenza e la partecipazione attiva e autonoma degli individui alla comunità. Secondo approcci originali che consentono di affrontare senza timori, sul piano personale come su quello professionale, le sfide del cambiamento.
Il metodo psicoanalitico delle libere associazioni è un metodo generale di investigazione dell'attività psichica umana. Elaborato a partire dal metodo catartico, esso si realizza in ambito clinico mediante regole tecniche finalizzate in parte a delimitare il contesto operativo, in parte a realizzare l'indagine vera e propria. Le libere associazioni consentono di osservare idee improvvise o in apparenza non pertinenti che affiorano alla coscienza dell'analizzando. E anche di osservare gli impedimenti sia al loro libero fluire sia alla loro comunicazione. Diventa allora importante creare le condizioni affinché l'impedimento sia individuato e isolato, riconosciuto per quello che è, un contenuto inconscio proveniente dalle acquisizioni personali del paziente, e infine interpretato e compreso. E tutto questo deve accadere nel corso del trattamento e deve essere analizzato cercando di non introdurre "materiale" dell'analista, cercando insomma di consentire al paziente di fare davvero esperienza di sé, del proprio mondo inconscio. Questo libro mostra come il metodo delle libere associazioni non solo informi la relazione paziente-analista, ma sia alla base del pensiero stesso della psicoanalisi. Mostra, inoltre, come debba essere applicato e in base a quali motivazioni, quali difficoltà comporti e quali illuminanti aperture consenta su se stessi.
A metà degli anni Ottanta, Joseph Tobin realizzò, insieme a David Wu e Dana Davidson, un progetto di ricerca sulle istituzioni prescolastiche di Giappone, Cina e Stati Uniti. Il libro che ne scaturì, Infanzia in tre culture. Giappone, Cina e Stati Uniti (pubblicato in questa stessa collana), è ormai una pietra miliare negli studi di antropologia dell'educazione. Il resoconto di una tipica giornata in una scuola dell'infanzia giapponese, in una cinese e in una americana sollecitò una riflessione sulle diversità culturali dei metodi educativi, suscitando l'appassionato interesse di insegnanti, genitori, antropologi, sociologi e psicologi. Vi si proponeva una metodologia efficace e innovativa per affrontare in modo dialogico e con sensibilità etica il confronto interculturale. A vent'anni di distanza Tobin presenta una nuova ricerca, condotta con due psicologi ed esperti di etnografia visuale, il cinese Yeh Hsueh e la giapponese Mayumi Karasawa. Affiancando la prospettiva storica a quella interculturale, indaga se, come e quanto due decadi di globalizzazione e di trasformazioni sociali e politiche abbiano cambiato il modo in cui Cina, Giappone e Stati Uniti educano e si prendono cura dei loro piccoli cittadini. Attraverso l'analisi di filmati realizzati in anni recenti e messi a confronto con quelli di molti anni fa, osservatori interni ed esterni alle tre culture esaminano gli elementi di continuità e mutamento rispetto al passato, e si interrogano sui fattori che li hanno prodotti.
Molti adulti affetti da disturbi mentali gravi presentano anche deficit nella metacognizione, cioè relativi alla riflessione sui propri processi mentali, e questo limita le loro capacità di riconoscere, esprimere e gestire le normali emozioni e le relazioni quotidiane, oltre a creare difficoltà nell'interpretare le intenzioni altrui. Dimaggio e Lysaker hanno riunito in questo volume alcuni tra i maggiori esperti internazionali per offrire una panoramica aggiornata sulla ricerca attuale e sulle diverse influenze di quest'ultima nella pratica clinica. Nei vari capitoli si analizza il ruolo dei deficit metacognitivi nei disturbi di personalità, nella schizofrenia e nei disturbi dell'umore, e le implicazioni che questo focus sulla metacognizione potrà avere per il futuro dei trattamenti psicoterapeutici. Il volume affronta il problema in modo multidisciplinare e trasversale, creando un parallelo tra il concetto di metacognizione e quelli ben noti di mentalizzazione, Teoria della Mente e altri, a partire dalla prima definizione di alessitimia, e corredando la riflessione teorica di un abbondante materiale clinico. Un testo adatto ai terapeuti esperti, i ricercatori e tutti coloro che operano nel campo della salute mentale.
Il termine relazionale, scrive Stephen Mitchell, "è stato espressamente scelto per mettere in evidenza il collegamento tra le relazioni interpersonali e le relazioni oggettuali interne". La "svolta relazionale" può essere descritta come un nuovo paradigma psicoanalitico nato negli Stati Uniti, a cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta del Novecento, dall'incontro e dal dialogo tra il modello delle relazioni oggettuali, la psicoanalisi interpersonale, la psicologia del Sé, la prospettiva intersoggettiva, la critica femminista e i contributi delle ipotesi psicoanalitiche nati daìYinfant research. Tra i principali esponenti, oltre a Stephen Mitchell, Lewis Aron, Jessica Benjamin, Philip Bromberg, Jody Davies, Jeremy Safran. L'Italia si è mostrata fin da subito interessata a questo movimento, che ha sviluppato radici profonde, ma anche notevoli resistenze, nella nostra comunità psicoanalitica e psicoterapeutica, esprimendosi con iniziative e specificità cliniche, culturali e editoriali che ci proponiamo qui di raccontare. Il volume si divide in due parti. La prima è dedicata alla descrizione delle basi teoriche del paradigma relazionale, delle sue caratteristiche e "contaminazioni" culturali. La seconda è dedicata alla ricostruzione della diffusione in Italia del pensiero relazionale, in ambito editoriale, accademico, associativo e dei training.
La recente ricerca empirica sull'efficacia delle psicoterapie ha dimostrato che la Schema Therapy può garantire risultati significativamente positivi nel trattamento del disturbo borderline di personalità (BPD). Questo volume descrive i principi di questo metodo e propone un ampio inventario di tecniche diverse - dal role playing al dialogo socratico alle registrazioni audio e video - utilizzabili durante le sedute con i pazienti BPD, per lungo tempo considerati ai limiti della trattabilità. L'analisi di questioni come la qualità della relazione terapeutica, la modificazione dei comportamenti disfunzionali (tentativi di suicidio, automutilazioni) e delle distorsioni cognitive implicate, i problemi suscitati dalla fine cura, le possibili sinergie con l'impiego di psicofarmaci è svolta in costante riferimento ai principi della Schema Therapy e costituisce un'esemplificazione convincente delle risorse e delle potenzialità di questo trattamento. Il volume è arricchito da numerosi esempi clinici, costituiti perlopiù da frammenti di sedute con una paziente borderline della quale il Iettare può seguire l'intero percorso terapeutico, a partire dalle difficoltà degli inizi fino alla conclusione positiva.
Originale incontro tra discipline differenti, questo libro di Ivano Gamelli contribuisce a delineare un modo nuovo di intendere il processo educativo, quella “pedagogia del corpo” che integra saperi tradizionalmente separati: quelli della parola con quelli del movimento, del gesto, dello sguardo, dei sensi.
Questa nuova edizione aggiornata e ampliata trasferisce nei vari ambiti formativi strumenti che stanno alla base dell’educazione corporea, come la danza e le tecniche di rilassamento e di utilizzo della voce, proponendo scenari e strategie spesso trascurati o dati per scontati.
Ivano Gamelli insegna Pedagogia del corpo all’Università di Milano Bicocca. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Quella volta che ho imparato (con L. Formenti, 1998).
Quali sono le motivazioni che ci inducono a essere di sinistra oppure di destra e quanto ne siamo consapevoli? In un leader politico cerchiamo competenza ed energia o invece etica e comunicatività? Quanto conta la ragione e quanto l’emozione nei nostri giudizi politici?
A queste e ad altre domande risponde il volume, il primo a unire gli studiosi di psicologia politica più accreditati in Italia. I temi fondamentali della disciplina sono organizzati in un quadro articolato e coerente ed esposti in un linguaggio chiaro, con riferimenti alla realtà italiana e internazionale.
Patrizia Catellani insegna Psicologia sociale della politica all’Università Cattolica di Milano.
Gilda Sensales insegna Psicologia politica all’università di Roma La Sapienza.
Che significato ha l’esperienza estetica nella nostra vita di cittadini di un mondo globalizzato e ipertecnologico? In che misura le preferenze estetiche sono dettate soltanto da emozioni e sentimenti? Quale immagine della mente umana ci restituisce un’analisi filosofica dei fatti estetici? A tali domande questo libro risponde in maniera chiara e originale. Misurandosi con il dibattito filosofico contemporaneo ma anche con la ricerca nell’ambito delle neuroscienze e della psicobiologia, l’autore definisce l’esperienza estetica come sintesi tra gli aspetti emotivi e quelli cognitivi della percezione.
Si considerano da una prospettiva psicoanalitica le motivazioni che possono portare alle pratiche del piercing, del tatuaggio, di certa chirurgia estetica o di altre modificazioni del corpo. Alessandra Lemma attinge al suo lavoro clinico e alla ricerca ma anche al cinema, alla narrativa e all’arte, per suggerire che l’origine della spinta a modificare in maniera estensiva la superficie del proprio corpo e la preoccupazione eccessiva per il proprio aspetto abitano nel mondo interno della persona, sotto la pelle.