Quello di Quaresima è un tempo liturgico prezioso e importante; amo definirlo "un lungo ritiro spirituale" che ci prepara - giorno per giorno - a celebrare "i misteri pasquali della nostra salvezza". Si cammina insieme verso la Pasqua con il desiderio di rinnovare radicalmente la propria vita, affinché la nostra sequela di Cristo sia sempre più generosa e autentica.
Il tempo quaresimale è sempre stato caratterizzato, in vista di un'autentica conversione personale, da tre dinamismi cardini della vita del cristiano: il digiuno, l'elemosina e la preghiera. Papa Francesco, nel percorso verso il Giubileo del 2025, ha pensato di dedicare l'anno precedente alla preghiera. In cui i cuori si aprano a ricevere l'abbondanza della grazia, facendo del 'Padre nostro' il programma di vita di ogni suo discepolo". Sulla scia di questo splendido progetto dedichiamo la guida alla Quaresima di quest'anno alla preghiera. Meditando e pregando il Padre nostro, i Salmi, le orazioni liturgiche e le preghiere di grandi santi e testimoni della fede, ci disponiamo ad una speciale scuola di preghiera che è anche scuola di teologia, non solo quindi fonte di ispirazione nel nostro dialogo intimo o comunitario con il Signore, ma anche prezioso approfondimento dottrinale. In questo percorso ci aiuta anche una breve riflessione sul Padre nostro, nelle pagine finali del sussidio. La preghiera porta necessariamente alla carità, altrimenti risulta vuota, arida, senza alcun senso.
Questo quarto e ultimo volume dell'opera di San Cesare de Bus "Istruzioni familiari" ha come tema "I vizi e i sacramenti". Si tratta di un manuale di metodologia catechistica nel quale San Cesare offre ai lettori, in particolare ai catechisti, una guida con le seguenti caratteristiche: la concretezza del discorso, i frequenti ricorsi alla storia biblica, l'aderenza all'attualità, il coinvolgimento personale del catechista e degli uditori, la comune aspirazione a una maggior conoscenza e a un più coerente e intenso impegno religioso, la tensione a una spiritualità cristiana più elevata e socialmente feconda nella carità.
La pace è il desiderio più profondo dell'essere umano, ma non sempre è chiaro il suo significato e purtroppo spesso le vie per ottenerla non coincidono con le vie di Dio. Tutta la Bibbia è percorsa da un anelito di pace. "Shalom" è la parola ebraica biblica che traduciamo i con "pace" che esprime un concetto molto più ampio, di armonia con gli altri e con la natura, con se stesso e con Dio, di benedizione e prosperità, di ricchezza e realizzazione, di vita piena, di giustizia in opposizione all'iniquità, di definitiva salvezza e felicità. L'uomo biblico si rende conto presto che questa pace, non può venire se non da Dio: da qui la preghiera per ottenere la pace; nello stesso tempo intuisce che Dio vuole la sua attiva cooperazione alla costruzione di questa pace sulla terra. Solo nella misura in cui faremo entrare il Signore nelle nostre vite, potremo avere lo "shalom" e potremo diffonderlo intorno a noi. Questo sussidio per l'Avvento e il Natale ci ispiri quotidianamente l'accorata preghiera: "Vieni, non tardare, Signore nostra Pace!" e ci prepari ad accoglierlo insieme nella verità e nella gioia.
Ogni anno, in queste quattro settimane che ci separano dal Natale, i testi liturgici ci ricordano che Cristo "viene incontro a noi in ogni luogo e in ogni tempo perché lo accogliamo nella fede e testimoniamo nell'amore la beata speranza del suo regno". In queste pagine ho raccolto delle brevi riflessioni sui vangeli feriali del tempo di Avvento. È un sussidio che prende le mosse dalla richiesta di sacerdoti, religiosi e fedeli laici, desiderosi di vivere l'anno liturgico con tutte le sue ricchezze. La meditazione quotidiana della Parola di Dio ci aiuti ad andare incontro al Cristo che viene.
È apparsa la grazia in quel lontano Natale che illumina e rende vera e sacra ogni nascita, ogni vita e ogni morte. Cristo gode per le nostre gioie, ama in ogni nostro amore, piange ogni lacrima e vive ogni morte. In ogni realtà pone un seme divino, perché tutto diventi grazia. Cristo in noi, speranza di pace, ci immerge un quel silenzio che preserva l'anima dal caduco rumore di un nome presto ricoperto dalla terra: solo il cielo lo rende eterno. Il teologo Valentino Salvoldi ci prepara a vivere bene l'Avvento e a celebrare con gioia la nascita del Principe affinché ogni giorno per noi sia Natale. Ed è Natale quando vivo quella povertà che fa di Cristo la vera ricchezza. È Natale quando mi fido degli altri come Dio si è fidato di me. È Natale quando porto pace al mondo, perdonando gli altri come Dio mi perdona. È Natale quando ospito in casa una persona che è sola. È Natale quando mi chino su di un bambino vedendo in lui i lineamenti del "Dio che si è fatto uomo, perché l'uomo si faccia Dio".
Questo scritto di don Gianni giaceva insieme a molte altre carte nell'archivio in via Corsica, a Genova, dove ha a lungo abitato. Era un fascicolo stampato a macchina. Il suo commento all'Apocalisse, presenta una complessità: è nato non per essere esaustivo, ma per essere letto e spiegato ad un gruppo di cristiani dallo stesso don Gianni. Così il commento all'Apocalisse di don Gianni Baget-Bozzo è un testo profetico che commenta un altro testo profetico: non può essere letto con comprensione vera che all'interno della fede, inseriti nella Chiesa e animati dallo stesso Spirito. Annotazioni di Mons. Sergio Simonetti.
Il volume contiene il commento esegetico e pastorale alle letture bibliche domenicali del Tempo Ordinario A - B - C e si affianca al volume dello stesso titolo per i Tempi di Avvento, Natale, Quaresima e Pasqua. Si tratta di commenti alla Sacra Scrittura a partire dal Magistero, soprattutto degli ultimi Papi, di aneddoti sulla vita dei Santi e del vissuto dell'autore. Questo libro può essere una bella occasione per chi desidera approfondire la Parola di Dio domenicale ed essere aiutato nella preghiera. Presentazione di padre Sergio La Pegna.
«La Chiesa ricorda i dolori di Maria, l'Addolorata. Da secoli questa venerazione è diffusa fra il popolo di Dio. La devozione ai dolori di Maria fu prima una devozione popolare e solo in seguito liturgica e contempla i sette momenti messi in rilievo dai Vangeli. La pietà cristiana ha raccolto i dolori della Madonna e parla dei "sette dolori". A me fa bene, in tarda serata, quando prego l'Angelus, pregare questi sette dolori come un ricordo della madre della Chiesa che, con tanto dolore, ha partorito tutti noi.» (Papa Francesco)
Ogni volta che preghiamo l'Ave Maria confidiamo nel ruolo fondamentale che è stato affidato alla Madonna: esserci Madre e quindi essere mediatrice privilegiata fra noi e il suo Figlio Gesù. Questo testo ci invita a suscitare nel nostro cuore profonda confidenza in Maria, serena certezza nel suo affetto materno, dolce tranquillità di spirito al pensiero.