
"'Vivere una doppia cittadinanza' è il titolo di un lavoro di dottorato discusso alla facoltà Teologica dell'Emilia Romagna sulla teologia della creazione nei quaderni de "La Civiltà Cattolica". L'autore, Federico Badiali, (...) segue con rigore le differenti acrobazie fra scienza, filosofia e teologia portate avanti in questi 150 anni dalla prestigiosa rivista dei padri gesuiti. (...) All'interno dell'arco di tempo preso in esame, dal 1850 al 2010, individua cinque svolte fortemente significative per quanto riguarda l'evoluzione storica della teologia della creazione. L'apprendimento sincronico, condotto di capitolo in capitolo, gli permette di prendere coscienza del fatto che le evoluzioni che hanno caratterizzato la teologia della creazione sono legate, in qualche modo, ai progressi o alle involuzioni che, di volta in volta, hanno riguardato la maniera in cui questa disciplina si è rapportata alla Scrittura, all'apologetica, alla scienza, all'evoluzionismo, all'ecologia. Dopo aver ricostruito, in maniera diacronica, gli sviluppi che la teologia della creazione ha conosciuto in ognuno di questi ambiti, Federico Badiali cerca, con successo, di mettere in luce il modo in cui la teologia della creazione si presenta oggi al confronto col pensiero postmoderno." (dalla Presentazione di Maurizio Tagliaferri)
"Con gioia presento la pubblicazione su don Mauro Fornasari, diacono della Chiesa di Bologna, nato a Longara il 22 aprile 1922, ucciso a Gessi il 5 ottobre 1944, ad appena 22 anni. È un atto dovuto a un figlio della nostra terra e della nostra Chiesa che ha testimoniato il Risorto fino all'effusione del sangue, con l'innocenza dei piccoli secondo il Vangelo che sono in verità i forti e i vincitori sulle potenze del maligno. Un atto dovuto alla sua fede che lo ha guidato e sostenuto, come una fiaccola nella notte più oscura, fra vicende amare, giorni tristi e violenti. Un atto dovuto alla sua famiglia e ai suoi compagni di cammino, che in queste pagine lo ricordano con affetto immutato e lo fanno rivivere per noi, nella sua semplice grandezza. È un dono di pace che tutti riceviamo: nonostante siano tanti gli anni passati da quelle vicende che hanno insanguinato le nostre Comunità, sappiamo come ogni giorno debba essere grande l'impegno per continuare a costruire la concordia, il rispetto della dignità di ciascuno, crescendo nella capacità del perdono e non della vendetta, della giustizia e non dell'usurpazione violenta. È un dono particolare per il nostro Presbiterio diocesano che può così ricordare e conoscere la figura eminente di don Mauro, trovando in lui una vera scuola di santità e un forte motivo di identità, ispirazione, incoraggiamento." (dalla Prefazione di mons. Roberto Macciantelli)
Descrizione dell'opera
Esiste un pensiero teologico sui problemi ambientali? A che cosa serve la teologia quando si riflette sull'inquinamento, la riduzione dei rifiuti, il cambiamento climatico e l'uso dell'acqua?
La fede cattolica è stata più volte accusata di sostenere un antropocentrismo distruttivo teso a giustificare lo sfruttamento dell'ambiente, ma il messaggio biblico va in direzione opposta, ricordando che il creato costituisce il luogo e il tempo dell'incontro tra l'uomo e Dio.
I testi raccolti nel volume, orientati ad approfondire modi e concetti utili a ripensare ed educare cristianamente la sensibilità nei confronti dei problemi ambientali, nascono da alcune iniziative del gruppo di studio "Custodia del creato", promosso presso la Segreteria generale della Conferenza Episcopale Italiana dall'Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro assieme al Servizio nazionale per il progetto culturale.
Sommario
Introduzione (R. Presilla). Presentazione (R. Repole - S. Bastianel). DISEGNARE SPAZI EDUCATIVI. Educare alla custodia del creato (A. Casile). Confessare il Creatore, custodire il creato. Ripensare un percorso di ricerca (S. Morandini). PERCORRERE IL CREATO TRA ETICA E TEOLOGIA. «E Dio vide che ciò era buono» (A. Barbi). Una responsabilità filiale. Teologia della creazione e questione ambientale (F. Scanziani). Dottrina sociale della Chiesa e responsabilità per il creato (L. Lorenzetti). Una spiritualità ecologica dell'abitare, un'etica del custodire (G. Quaranta). Custodire la terra per il bene comune (P.D. Guenzi). LE BUONE PRATICHE DEL CUSTODIRE. Custodire il creato, rinnovare le pratiche. Prospettive per una pastorale del creato (L. Bressan). L'esperienza di pastorale del creato della diocesi di Brescia (G. Scalmana). Custodire il creato: rinnovare le pratiche (M. Mascia).
Note sugli autori
L'UFFICIO NAZIONALE DELLA CEI PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO è stato istituito dal Consiglio Episcopale Permanente nel 1975. Nel 1992 all'ambito del lavoro si sono aggiunti l'economia e la politica. Nel 2000, l'Ufficio si è arricchito degli ambiti "giustizia e pace" e "custodia del creato". Attraverso la propria Consulta assicura il collegamento con le regioni ecclesiastiche, le diocesi e altri soggetti ecclesiali di rilievo nazionale e usufruisce di una qualificata consulenza.
Il SERVIZIO NAZIONALE DELLA CEI PER IL PROGETTO CULTURALE è attivo dal 1997 come centro di raccordo per i diversi soggetti impegnati nell'attuazione del progetto culturale, al fine di sviluppare l'aspetto culturale dell'evangelizzazione nei diversi settori della vita della Chiesa. Il Servizio svolge un'azione di monitoraggio, di osservatorio e di documentazione sulle iniziative volte a coniugare fede e cultura; organizza incontri di studio e iniziative a carattere nazionale su temi di particolare rilievo. Dal 2000 EDB pubblica gli atti dei Forum del Progetto culturale.
Descrizione dell'opera
«Vorgrimler è tra i pionieri della generazione di teologi di lingua tedesca, per i quali era importante servire il Concilio e restargli fedeli in mezzo a tutte le burrascose contrapposizioni» (card. Franz König, arcivescovo emerito di Vienna). Il nome del suo autore è la migliore presentazione per quest'opera di immediata consultazione, alla portata di tutti e nel contempo di grande rigore scientifico. Dopo l'enorme successo del Dizionario di Teologia, tradotto in 8 lingue, Vorgrimler ne offre qui una completa rielaborazione: i lemmi sono cresciuti da 644 a 891, anche nello sforzo di riflettere il progresso della teologia degli ultimi 40 anni. In ogni lemma l'approfondimento procede per gradi: si spiega dapprima il significato e la provenienza del concetto, viene presentato il contenuto biblico, filosofico e sistematico, e infine sono suggeriti gli sviluppi storici e della teologia contemporanea.
Il taglio del dizionario, ora reso disponibile in edizione economica, è espressamente ecumenico, con particolare attenzione al rapporto tra ebrei e cristiani e al dialogo della teologia con le scienze umane.
Note sull'autore
HERBERT VORGRIMLER, nato nel 1929, ha studiato Filosofia e Teologia a Freiburg i. Br. e a Innsbruck, ed è stato ordinato sacerdote nel 1958. A Innsbruck ha conseguito il dottorato con Karl Rahner, con il quale ha lavorato dal 1950 al 1984 (tra l'altro a Lexikon für Theologie und Kirche, Konzilausgabe mit Kommentaren, Questiones Disputatae, Dialog-Zeitschrift). Dal 1968 al 1972 è stato professore di Dogmatica alla Facoltà teologica di Lucerna; dal 1968 al 1974 collaboratore del card. König al Pontificio Segretariato per i non credenti e nel 1972 ha assunto la cattedra di Rahner (Dogmatica e Storia dei dogmi) all'Università di Münster. Nel 1994 si è ritirato dall'insegnamento.
Descrizione dell'opera
Strumento di lavoro indispensabile per chi affronta lo studio del greco neotestamentario, il vocabolario è anche un prezioso testo di consultazione per risolvere dubbi o problemi di traduzione.
Il volume contiene tutti i vocaboli greci attestati almeno una volta nel Nuovo Testamento, quelli che compaiono almeno una volta come varianti, numerosi vocaboli del greco classico o ellenistico che il greco neotestamentario sostituisce con neologismi o con vocaboli che hanno subito un'evoluzione semantica. L'opera propone inoltre la maggior parte delle possibili grafie di termini attestati in forme differenti, il corrispondente nella lingua originale per i prestiti semitici o latini, le forme difficili o irregolari di verbi e altri vocaboli, in ordine alfabetico.
Sommario
Prefazione alla terza edizione. Elenco delle abbreviazioni. Elenco delle abbreviazioni dei testi biblici citati. Vocabolario. Elenchi e paradigmi.
Note sull'autore
CARLO RUSCONI ha insegnato Lingue bibliche al Pontificio Istituto Biblico e alla Facoltà Teologica dell'Emilia-Romagna; attualmente insegna Greco biblico ed Esegesi del Nuovo Testamento all'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Rimini. Ha curato l'edizione italiana de Il Greco del Nuovo Testamento di James Swetnam (2 voll., EDB 32009).
Descrizione dell'opera
È possibile lodare Dio con un lamento? È ammissibile che il ricordo delle meraviglie divine giunga a mettere in discussione la credibilità di chi le ha compiute? Si può accettare che l'uomo assalga il Creatore con domande, imperativi e arrogando diritti? Tutto questo è ciò che avviene nel testo di Isaia 63,7-64,11.
Il brano prende avvio con un intenso canto di lode; come in un grande inno di ringraziamento, il racconto passa in rassegna la storia della relazione di Dio con il suo popolo, il suo progetto di paternità, la cura amorevole e piena di compassione, il perdono usato, la guida costante e sicura fino al luogo del riposo. Poi però, come a un tratto, il tono cambia: il racconto cede spazio alle domande e agli imperativi, il Dio vicino appare indifferente nei cieli, mentre il popolo permane in un luogo di distruzione, alla mercé del proprio peccato. Con immagini che descrivono un dramma e con interrogativi carichi d'irruenza, si presenta una situazione totalmente capovolta rispetto all'inizio e che lascia trasparire una forte responsabilità divina e un destino inesorabile per l'uomo.
Non stupisce che questo brano abbia trovato nella storia ampia risonanza e uso: non solo l'apostolo Paolo si rifà al passo di Isaia, ma la stessa preghiera di Gesù, il Padre Nostro, rivela una vicinanza e una dipendenza suggestive; inoltre il testo è stato fatto oggetto, più volte, della meditazione e della predicazione dei rabbini e dei Padri della Chiesa, e ad esso si è rifatto anche Lutero per negare valore all'intercessione dei santi.
Lo studio dell'autore costituisce la sua tesi di dottorato in teologia biblica.
Sommario
Sigle. Prefazione. Introduzione. 1. Status quaestionis circa gli studi su Is 63,7-64,11. I. CHE COS'È UN LAMENTO. L'ESEMPIO DEL SALMO 44. 2. Storia della ricerca sul genere letterario «lamento». 3. Questioni introduttive sul Salmo 44. 4. Esegesi della prima parte del Salmo 44: il ricordo del passato (vv. 2-9). 5. Esegesi della seconda parte del Salmo 44: recriminazione, dichiarazione di fedeltà, supplica (vv. 10-27). 6. Conclusione: il senso e la «grammatica» del lamento a partire dal Salmo 44. II. IS 63,7-64,11 COME DISCORSO RIVOLTO A DIO. 7. Questioni introduttive. 8. L'esperienza dell'orante in Is 63,7-64,11. 9. Il rapporto tra la responsabilità di Dio e quella dell'uomo. 10. Il cambio di tono della supplica. Conclusione. Bibliografia. Indice degli autori. Indice delle citazioni bibliche (selettivo). Indice dei termini ebraici trattati.
Note sull'autore
PAOLO SALVADORI (Parma 1976), ordinato sacerdote nel 2002, ha conseguito la licenza in Scienze bibliche e il dottorato in Teologia biblica. Dal 2009 è delegato vescovile per la pastorale giovanile della diocesi di Parma.
Nei monasteri del XII secolo una delle occupazioni fondamentali era la lectio divina secondo il metodo dell'antica tradizione. Poiché si riteneva che la semplice lettura del testo non fosse sufficiente per coglierne il senso profondo, l'unità interiore e il messaggio trascendente, si praticava una "lettura spirituale" di quella che veniva definita "Sacra Pagina" e, alla scuola dei Padri della Chiesa, la Bibbia veniva interpretata in modo allegorico. Se una tradizione culturale ispirata ai canoni dell'illuminismo aveva rigettato come insignificanti molti scritti di spiritualità monastica, gli studi più recenti ne hanno, al contrario, messo in luce il rilievo sapienziale e, come ha più volte ribadito Benedetto XVI, l'attualità e l'importanza nella vita della Chiesa. Raccordandosi con l'epoca patristica, la teologia monastica ne accoglie e sviluppa il metodo, i contenuti e lo stile, che si arricchiscono e si perfezionano nel corso dei secoli. Essa si differenzia dalle altre teologie, in particolare da quelle speculative, che sorgeranno più tardi, come la Scolastica, pur avendo in comune il riferimento alla Sacra Scrittura. La teologia monastica, infatti, non si propone primariamente l'elaborazione speculativa e razionale del dato biblico, ma la sua "comprensione spirituale" mediante una lettura "sapienziale" al fine di portare l'anima all'intimità con Dio.
Descrizione dell'opera
Lo studio della liturgia e della teologia del sacramento della penitenza può dare risultati solo se affrontato in modo storico. La monografia di Enrico Mazza tuttavia non è una storia della penitenza, onnicomprensiva, ma una ricerca del «senso» di questo rito nel suo lungo cammino evolutivo nelle varie epoche della sua storia, tanto in Oriente quanto in Occidente, a partire dal rito giudaico del Yom ha-Kippurim, la penitenza in uso ai tempi di Gesù, fino alla riforma di Paolo VI (1974). L'autore ha proceduto nella ricerca di un fil rouge attraverso le varie epoche, senza tuttavia dimenticare quegli aspetti giuridici che, ad esempio, in tempi successivi, hanno reso possibile l'interazione tra Inquisizione e penitenza. I «Praenotanda» del Rito della penitenza di Paolo VI hanno reinterpretato ogni elemento di questo rito all'insegna del concetto biblico di metànoia (conversione), recuperando il senso originario della penitenza come seconda tavola di salvezza dopo il battesimo, primo sacramento della conversione. La riforma di Paolo VI, quindi, si presenta come un tentativo di tornare alle origini. Proprio per questo è di difficile attuazione, poiché - come afferma l'autore - molti desiderano l'assoluzione ma non altrettanti sono disposti a una vera conversione del cuore.
Sommario
Premessa. Introduzione. I. Il Giudaismo. La penitenza e il giorno dell'espiazione. II. Il passaggio al cristianesimo delle origini. III. La penitenza canonica in occidente. IV. La liturgia visigotica. V. La penitenza tariffata o insulare. VI. Il rito della «riconciliazione dei penitenti» e il rito della «confessione». VII. La riconciliazione dei penitenti secondo il Pontificale da Guillaume Durand in poi. VIII. La penitenza nell'insegnamento di alcuni Padri delle Chiese d'oriente. IX. La liturgia penitenziale degli eucologi bizantini secondo M. Arranz. X. I riti penitenziali negli eucologi italo-greci. XI. Oriente e occidente a confronto. XII. La penitenza nella Chiesa romana dopo il 1974.
Note sull'autore
ENRICO MAZZA (1940), presbitero della diocesi di Reggio Emilia - Guastalla, ha studiato teologia alla Pontificia Università Gregoriana, specializzandosi in liturgia e teologia dei sacramenti al Pontificio Istituto Liturgico dell'Ateneo S. Anselmo di Roma. Docente di liturgia e teologia dei sacramenti allo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia dal 1968, ha insegnato per 23 anni storia della liturgia all'Università Cattolica del S. Cuore di Milano e ha tenuto corsi e seminari in istituzioni accademiche italiane e straniere. Tra le sue pubblicazioni EDB: Le odierne preghiere eucaristiche (21991); La celebrazione della penitenza. Spiritualità e pastorale (22007); La celebrazione eucaristica. Genesi del rito e sviluppo dell'interpretazione (32010); Rendere grazie. Miscellanea eucaristica per il 70° compleanno, a cura di Daniele Gianotti (2012).
Descrizione dell'opera
Al di là dello sforzo umano, il vero protagonista della vita e della missione della Chiesa è lo Spirito Santo. È questo il motivo per cui oggi possiamo affermare con certezza che il processo di rinnovamento post-conciliare è stato ed è un racconto dello Spirito. Dobbiamo tutto alla sua generosità.
Volgere indietro lo sguardo per ripercorrere quanto è avvenuto nella vita consacrata durante il post-concilio genera sicurezza e abbandono fiducioso. Non se ne possono ancora valutare i frutti con sufficiente profondità né si può prevedere a cosa porterà l'attuale cambiamento epocale che stiamo sperimentando. Tuttavia, fiduciosi nello Spirito, possiamo dire che i tempi migliori sono quelli che devono ancora venire.
Lungo tutto il post-concilio, i consacrati e le consacrate hanno camminato nello Spirito, avanzando sempre, con gratitudine e fiducia, illuminati e incoraggiati dalla Chiesa e dal suo Magistero, volendo rispondere alle sfide culturali, sociali ed ecclesiali che interpellano, in ogni tempo e in ogni circostanza, la vita e la missione della vita consacrata.
L'autore offre una visione d'insieme del percorso seguito dalla vita consacrata in questo tempo. Un libro utile per rendersi conto della tanta grazia ricevuta e della risposta che le successive generazioni della vita consacrata hanno dato alla chiamata dello Spirito. L'opera ha il carattere di testimonianza da parte di chi ha conosciuto in modo privilegiato e molto da vicino, da differenti punti di vista e da diverse latitudini, tale cammino.
Sommario
Sigle più utilizzate. Introduzione. I. LE TAPPE DI UN CAMMINO SORPRENDENTE. 1. Albero, Giardino e Via. 2. Il concilio Vaticano II. 3. Ricezione e adattamento. 4. La crisi: tra rilevanza e appartenenza. 5. Comunione e partecipazione: un magistero lucido. 6. Fissazione normativa e nuovo impulso. 7. Valutazione e riflessi. 8. Le forme di vita cristiana. 9. La «rilettura» della missione: sfide e orizzonti. 10. Sintesi e rilancio: il sinodo sulla vita consacrata. 11. Fine del millennio: in cerca di coerenza. 12. Dialogo, globalizzazione e interculturalità. 13. Il giubileo: primato della spiritualità. 14. Il momento attuale: dove ci porta lo Spirito? II. TRA LUCI E OMBRE. BILANCIO DEL CAMMINO PERCORSO. 1. Tre riferimenti di base e una conclusione autorizzata. 2. Tra luci e ombre: rivivere il mistero pasquale. 3. Il lato più oscuro del rinnovamento. 4. Il lato luminoso del rinnovamento. 5. Segni di novità nella vita consacrata post-conciliare. 6. Il processo di rinnovamento continua a essere aperto. 7. Tre convinzioni e tre lezioni. Appendice. Bibliografia.
Note sull'autore
AQUILINO BOCOS MERINO, missionario claretiano, è stato direttore spirituale del Collegio Mayor Maronita (Salamanca); formatore al Teologado Claretiano (Salamanca e Madrid); direttore di Vida Religiosa; iniziatore delle Semanas Nacionales de Vida Religiosa; superiore provinciale di Castiglia; consigliere generale e superiore generale dei Claretiani (1991-2003). Ha partecipato a tre Sinodi dei Vescovi ed è attualmente impegnato come conferenziere e consigliere di diversi istituti religiosi. Autore di numerosi articoli in riviste di diversi paesi, ha pubblicato varie opere, una delle quali tradotta in italiano: Eredità e profezia: 150 anni di grazia e di servizio al Vangelo (Roma 1998).