
Prosegue la raccolta sistematica dei principali documenti pontifici e dei dicasteri vaticani nel testo ufficiale con versione italiana a fronte: il volume è dedicato agli anni 2005-2006, ovvero gli ultimissimi mesi del lungo pontificato di Giovanni Paolo II e la prima parte di quello di Benedetto XVI.
Pur nella sostanziale continuità dello stile, l’Enchiridion Vaticanum si presenta con alcune innovazioni. Per un miglior servizio al lettore è infatti stata riservata maggiore ampiezza alle note redazionali introduttive ai singoli documenti, che offrono brevemente il contesto e la sintesi di ciascuno di essi.
Inoltre, data l’evoluzione e la crescita d’importanza, col passare degli anni, dei generi messaggi e discorsi papali, si è scelto di proporne una selezione via via sempre più ricca. In particolare, assumono qui una pregnanza del tutto singolare i messaggi del periodo conclusivo del pontificato di papa Wojtyla, riportati pressoché tutti.
Dal canto suo, il nuovo papa, Benedetto XVI, affida la comunicazione dei tratti programmatici del pontificato ai suoi primi discorsi, nonché alle omelie per l’inizio del ministero petrino e per l’insediamento sulla cattedra del vescovo di Roma.
Nel 2005 è in corso l’Anno dell’eucaristia, che culmina con l’assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi di ottobre. A fine gennaio 2006, ma con data Natale 2005, viene pubblicata la prima enciclica di papa Ratzinger: Deus caritas est.
L’attenzione del nuovo pontefice al mondo ebraico è testimoniata dal messaggio per il 90° compleanno del rabbino capo emerito di Roma, Elio Toaff e ribadita durante il discorso alla sinagoga di Colonia (agosto 2005). Sul versante dei rapporti con l’islam, nel 2006 Benedetto XVI tiene la ormai famosa lezione all’università di Ratisbona, destinata a suscitare fortissime reazioni, ma compie anche il viaggio in Turchia, che culmina col discorso al gran muftì alla Diyanet di Ankara. Il 2006 è anche l’anno dell’avvicendamento tra i cardd. A. Sodano e T. Bertone alla carica di segretario di Stato della Santa Sede.
Dal 1980 il periodico Parola Spirito e Vita si è affermato come prezioso strumento di lettura spirituale della Bibbia. Ogni sei mesi un numero monografico di Parola Spirito e Vita conduce all'incontro con le Scritture, non solo come libro di riferimento per i fedeli, ma come parola viva capace di portare l'uomo contemporaneo alla scoperta di Dio: un appuntamento di riflessione essenziale per gruppi biblici, comunità, operatori pastorali e per tutti coloro che aspirano a una conoscenza più intima e profonda della Parola.
Descrizione dell'opera
Mazzolari scrisse il romanzo La pieve sull’argine, dai tratti fortemente autobiografici, nel 1951: il nome del protagonista del racconto, don Stefano Bolli, è lo pseudonimo che don Primo utilizzava per firmare i suoi pezzi su Adesso. Da quelle pagine emerge il travaglio religioso e intellettuale di un uomo che visse gli eventi del primo conflitto mondiale come una tragedia personale e collettiva, e che uscì da quella esperienza profondamente mutato. La guerra era divenuta per lui occasione per una più generale riflessione sul significato della vita e della fede.
A partire dalla seconda edizione del romanzo (1966), vi fu aggiunto il capitolo inedito L’uomo di nessuno: si tratta di un testo che Mazzolari lasciò incompleto e dunque, soprattutto nelle ultime parti, risulta soltanto un abbozzo di stesura.
Con questo sesto volume, che segue Il compagno Cristo, i Discorsi, I preti sanno morire, Impegno con Cristo e Lettera alla parrocchia - La parrocchia, la Fondazione Don Primo Mazzolari e le EDB proseguono nell’edizione critica delle opere di Mazzolari. I criteri della revisione vengono di volta in volta illustrati dal curatore, nella nota introduttiva di apertura.
Sommario
Introduzione (D. Saresella). Presentazione (A. Bergamaschi). Nota. La pieve sull’argine. L’uomo di nessuno.
Note sull'autore
Primo Mazzolari (Boschetto [CR] 1890 - Cremona 1959) viene ordinato sacerdote nel 1912. Nel 1932 è nominato parroco di Bozzolo, luogo definitivamente legato al suo nome. Pacifista sensibile alla causa degli oppressi e alla prospettiva ecumenica, anticipò molte posizioni del Vaticano II dalle pagine del suo giornale Adesso e nei suoi libri. Agli scritti di don Primo Mazzolari le EDB hanno dedicato la ristampa integrale delle annate di Adesso e un’intera collana ormai esaurita, di cui sono stati da poco ristampati: Rivoluzione cristiana; Della fede - Della tolleranza - Della speranza; La parola che non passa; Lettere al mio parroco; La Via crucis del povero; Lettere ai familiari. Sono inoltre già state pubblicate le nuove edizioni ampliate e con inediti di Diario. I (1905-1915); Diario. II (1916-1926); Diario III/A (1927-1933); Diario III/B (1934-1937), Diario IV (1938-25 aprile 1945), nonché l’edizione critica de Il compagno Cristo (2003), dei Discorsi (2006), de I preti sanno morire (2007), di Impegno con Cristo (2007) e Lettera sulla parrocchia - La parrocchia (2008).
Note sulla curatrice
Daniela Saresella insegna storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Milano. Studiosa del mondo cattolico, ha pubblicato: Romolo Murri e il movimento socialista (1891-1907), Urbino 1994; Il modernismo, Milano 1995; Cattolicesimo italiano e sfida americana, Brescia 2001; Dal Concilio alla contestazione. Riviste cattoliche negli anni del cambiamento (1958-1968), Brescia 2005; ha inoltre curato il volume Spiritualità e utopia. La rivista «Coenobium» (1906-1919), Milano 2007.
Descrizione dell'opera
«Un itinerario di approfondimento sul potere non si può svolgere pensando che il potere è altro rispetto alla nostra vita, oppure che è solo di altri, con cui non abbiamo niente a che fare. Il potere s’impasta d’umano; dell’umanità esso è proprio e, per questo motivo, impone scelte etiche a ognuno di noi. Volenti o nolenti, sulla scena ci siamo tutti. Il difficile è capire con quale parte e con quali motivazioni» (dall’Introduzione).
Lo studio, frutto di un percorso di ricerca pluriennale su tematiche sociali e politiche, privilegia la linea antropologica e quella etica. Precisa anzitutto alcuni contenuti fondativi del potere dal punto di vista teorico. Passa poi ad analizzare la prassi concreta di quanti detengono un potere nelle varie istituzioni, per concludere con uno sguardo a coloro che affiancano e si relazionano frequentemente ai leader.
Un testo certamente scientifico e allo stesso tempo appassionante, che insegna quanto sia doveroso studiare il potere, formarsi per esercitarlo, verificare continuamente la sua qualità umana ed etica.
Sommario
Introduzione. 1. Il potere in sé. 1.1. I tratti essenziali. 1.2. Le risorse e i mezzi. 1.3. Le fonti. 1.4. Dio origine del potere. 1.5. Il potere divinizzato e le ideologie. 1.6. La religione civile. 1.7. La laicità. 1.8. Il rapporto con il bene. 1.9. Gli aspetti perversi. 1.10. Il volto demoniaco. 1.11. La necessità. 1.12. Il simbolismo. 2. Chi detiene il potere. 2.1. I tratti antropologici. 2.2. L’esemplarità. 2.3. La formazione. 2.4. La competenza. 2.5. La responsabilità. 2.6. Lo spirito di servizio. 2.7. L’autoreferenzialità. 2.8. La sete di potere. 2.9. La brama di profitto. 2.10. La violenza. 2.11. L’autenticità. 2.12. Il discernimento. 2.13. L’umorismo. 3. Chi circonda il potere. 3.1. Il potere condiviso. 3.2. I collaboratori autentici. 3.3. Le corti. 3.4. Gli intellettuali. 3.5. Il sostegno al potere. Conclusioni. Bibliografia. Indici.
Note sull'autore
Rocco D’Ambrosio (Cassano delle Murge - BA, 1963) insegna filosofia politica presso la Facoltà di scienze sociali della Pontificia Università Gregoriana di Roma e la Facoltà teologica pugliese di Bari. È docente invitato di etica politica presso la Scuola superiore dell’amministrazione del Ministero dell’Interno a Roma. Ha pubblicato diversi saggi tra cui: Padre Serafino Germinario e il Partito Popolare in terra di Bari (Bari 1993); Ordine, umanità e politica. Saggio su Eric Voegelin (Bari 1995); La vigna di Nabot. Saggio di etica politica (Bari 2001; Madrid 2005); Istituzioni persone e potere (Soveria M. 2004); Il grembiule e lo scettro. Appunti su Chiesa e politica (Molfetta 2005); Serafino Germinarlo un prete scomodo (Bari 2007). Dirige il periodico di cultura e politica Cercasi un fine, promosso da alcune scuole pugliesi di formazione all’impegno sociale e politico.
Descrizione dell'opera
In questo inizio millennio gli autori individuano due emergenze di notevole portata per la Chiesa italiana: una relativa all’educazione, ovvero alla capacità da parte degli adulti di accompagnare il processo di crescita delle nuove generazioni; l’altra relativa alla pastorale, cioè alla capacità della comunità ecclesiale di sostenere il cammino di maturazione dei propri membri nella fede.
Il volume è un percorso di riflessione e di strategia attuativa che pone in relazione educazione e pastorale, nell’intento di verificarne la reciproca utilità, nonché la possibilità di essere l’una per l’altra stimolo di autentica realizzazione. E lo fa utilizzando ampiamente i suggerimenti che emergono dai contributi presentati al Convegno ecclesiale nazionale di Verona.
Evangelizzare educando potrebbe essere lo slogan che declina l’impegno della nuova evangelizzazione: annunciare la Buona novella privilegiando un’azione educativa che promuova a un tempo l’umanità e l’identità cristiana. Elemento centrale della riflessione è la parrocchia, chiamata a realizzare un «laboratorio educativo» a cui tutti possano ricorrere per un aiuto e insieme contribuire per offrire un servizio educativo che ricalchi l’azione pedagogica di Dio.
Sommario
Introduzione: la pastorale come «arte» della comunità educante. 1. Rampa di lancio: la pedagogia di Dio. 2. Una ricognizione delle esperienze attuali e dell’identità educativa delle comunità ecclesiali. 3. La comunità ecclesiale è comunità educante se... 4. Il «qui e ora» dell’animazione educativa. 5. La parrocchia soggetto comunitario di una pastorale incentrata sull’educazione. 6. Le attenzioni e le scelte educative della pastorale parrocchiale. 7. Gli orientamenti operativi: alcune proposte concrete. 8. Gli educatori ecclesiali: vocazione e ministerialità educativa nella comunità locale. Conclusione. Bibliografia.
Note sugli autori
Vito Orlando, sacerdote salesiano, ha lavorato per vent’anni a Bari, nel Centro pedagogico salesiano meridionale, di cui è stato per dieci anni direttore. Nel lungo servizio alle strutture salesiane e alle Chiese del Sud Italia ha realizzato, insieme con Marianna Pacucci, numerosi studi e indagini per conto di istituzioni civili e religiose, accompagnandole nella loro missione educativa e pastorale. Dal 2000 insegna alla Facoltà di scienze dell’educazione dell’Università Pontificia Salesiana, ove attualmente è ordinario di pedagogia sociale, direttore dell’Istituto di metodologia pedagogica e coordinatore del corso di laurea di pedagogia sociale.
Marianna Pacucci ha collaborato con la cattedra di sociologia presso l’Università di Bari e con il Centro pedagogico salesiano meridionale di Bari. Si è occupata di famiglia, giovani, scuola, parrocchie e diocesi, con ricerche confluite in una trentina di pubblicazioni.
Insieme, i due autori hanno pubblicato alcuni importanti contributi e sintesi per individuare prospettive educative e pastorali nella Chiesa italiana e in particolare nella realtà meridionale.
L’importanza della liturgia domenicale per un cristiano è grande: sia per chi deve prepararla che per tutti coloro che vi partecipano il messalino festivo costituisce un valido aiuto per vivere la Messa con maggiore responsabilità.
In una edizione completamente rinnovata, con nuove introduzioni e la nuova traduzione dei testi liturgici approvata dalla Conferenza episcopale italiana, il messalino festivo contiene tutte le messe delle domeniche e delle feste principali, ciascuna con i relativi testi, sia quelli ufficiali del messale romano sia quelli proposti come propri dal messale italiano.
Il formato tascabile e il prezzo contenuto lo rendono fruibile per un ampio pubblico.
Descrizione dell'opera
«La prima edizione di questo saggio uscì a Oxford nel 1941. La seconda, notevolmente ampliata, fu pubblicata a Londra nel 1952 e in traduzione italiana vent’anni dopo. La terza e ultima, del 1983, esce da noi solo ora per la prima volta. [...] Il testo tuttavia non mostra gli anni: è un classico, che sfugge al rapido invecchiamento cui sono generalmente esposti i saggi scientifici» (dalla Premessa alla III edizione).
Inventando letteralmente le piste della disciplina, Beryl Smalley ha indicato la strada a chiunque dopo di lei abbia voluto affrontare criticamente lo studio della cultura biblica medievale e degli intellettuali che l’hanno prodotta. Superando i confini della storia dell’esegesi, ha portato per la prima volta alla luce il nesso fra Sacra Scrittura, movimento intellettuale dei secoli XII e XIII, istituzioni e programmi scolastici. I progressi interpretativi dell’epoca sono infatti da collegarsi soprattutto agli spazi istituzionali in cui figure nuove, più dinamiche rispetto ai monaci altomedievali dediti a preghiera e contemplazione, rinnovano prospettive di ricerca e attrezzature filologiche e linguistiche.
Lasciando sullo sfondo la tradizionale rappresentazione della Bibbia come fonte di preghiera, meditazione e devozione, con quest’opera Beryl Smalley ha portato per la prima volta alla luce il nesso fra Bibbia, movimento intellettuale dei secoli XII e XIII, istituzioni e programmi scolastici. Così facendo, ha offerto un contributo rilevante e innovativo alla conoscenza della storia intellettuale e culturale dell’Occidente medievale nel suo complesso.
Sommario
Premessa (G.L. Potestà). Prefazione alla terza edizione. Prefazione alla seconda edizione. Prefazione alla prima edizione. Introduzione. 1. I Padri. 2. Scuole monastiche e scuole cattedrali. 3. I Vittorini. 4. Andrea di San Vittore. 5. I Maestri della «sacra pagina»: il Comestore, il Cantore, Stefano Langton. 6. I Frati. Conclusione. Appendici. Appendice al capitolo 2: Nota sullo sviluppo della glossa (H. Kantorowicz, Cambridge). Appendice al capitolo 4: Passi dai Commentari di Andrea. Bibliografia alla terza edizione. Elenco dei manoscritti citati. Indici.
Note sull'autrice
Beryl Smalley (1905-1984) ha studiato al Cheltenham Ladies’ College e al St. Hilda’s College di Oxford, laureandosi poi all’Università di Manchester. Ha insegnato e condotto ricerche al Royal Holloway College dell’Università di Londra e al Girton College di Cambridge. Ha lavorato a lungo al Dipartimento dei manoscritti occidentali della Bodleian Library.
Note sul curatore
Gian Luca Potestà è professore ordinario di Storia del cristianesimo e direttore del dipartimento di Scienze religiose dell’Università Cattolica di Milano.
Descrizione dell'opera
Tutti i libri del Nuovo Testamento, pur nella loro varietà, fanno esplicito o implicito ricorso alle Scritture di Israele. Questo dato ha conseguenze rilevanti non solo per il fenomeno biblico in sé, ma anche per la teologia e la vita della Chiesa.
Come prima conseguenza, non si può considerare adeguatamente il NT in generale, né ciascuno degli scritti neotestamentari in particolare, senza tenere in debito conto il loro costante riferimento a qualcosa che li precede. Per altro verso, le Scritture d’Israele sono così diventate “parte” integrante del NT, e assumono negli scritti neotestamentari un ruolo particolare. Non da ultimo, il ricorso alle Scritture nel NT può offrire una finestra di apertura e comprensione su una questione che sembra giunta a un vicolo cieco, quella della possibilità di leggere e comprendere la Bibbia come un unico corpus, e da qui la possibilità di una teologia biblica dei due Testamenti.
Il documento della Pontificia commissione biblica Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana (2001) sottolinea come senza l’Antico Testamento, il Nuovo sarebbe indecifrabile, una pianta senza radici. Il volume contribuisce ad accrescere questa consapevolezza. Esso nasce dal desiderio di comprendere l’unità dei due Testamenti, come fondamentale chiave ermeneutica di tutto il fenomeno biblico.
Sommario
Presentazione. I. Il ricorso alle Scritture di Israele nel Nuovo Testamento. Un’introduzione. 1. Constatazione del fatto. 2. Interpretazione del ricorso all’Antico Testamento. II. Quattro saggi sul ricorso alla Scrittura nel Nuovo Testamento. 1. Gesù e le Scritture: la testimonianza dei sinottici (L. Sánchez Navarro). 2. Is 6,9-10 nel Nuovo Testamento (C. Jódar Estrella). 3. L’uso del Salmo 69 nel Vangelo di Giovanni (I. Carbajosa). 4. Le Scritture in Rm 9 (F. Belli). III. Il ricorso alle Scritture nei libri del Nuovo Testamento. Brevi schede. 1. Vangeli sinottici e Atti degli apostoli. 2. Vangelo secondo Giovanni. 3. Corpus Paulinum. 4. Lettere cattoliche. 5. Apocalisse di san Giovanni. IV. Bibliografia sul ricorso alle Scritture nel Nuovo Testamento. Indici.
Note sugli autori
Filippo Belli (Milano 1963) insegna introduzione alla Sacra Scrittura e greco biblico alla Facoltà teologica dell’Italia Centrale (Firenze).
Ignacio Carbajosa (Murcia 1967) insegna Antico Testamento alla Facoltà di teologia San Damaso ed ebraico biblico all’Istituto di filologia classica e orientale San Giustino (Madrid).
Carlos Jódar Estrella (Jaén 1966) insegna Sacra Scrittura alla facoltà di teologia della Pontificia Università della Santa Croce (Roma).
Luis Sánchez Navarro (Madrid 1965) insegna Nuovo Testamento alla Facoltà di teologia San Damaso (Madrid) e all’Istituto Giovanni Paolo II per il matrimonio e la famiglia (Roma).