La santità è riservata solo a chi è virtuoso e perfetto? I poveri, i peccatori, con le loro ferite e le loro cadute, possono aspirare a diventare santi? Nella parabola degli invitati al banchetto di nozze, Dio vuol riempire la sala proprio con quelli che vivono "lungo le siepi": gli emarginati, i fragili, gli alcolisti, i drogati che riconoscono le loro dipendenze e si aprono alla misericordia di Dio nell'umiltà e nella verità. L'unica via indicata da Gesù per entrare nel suo Regno è quella dell'infanzia, della discesa nella debolezza, la via della fiducia e dell'abbandono. Il santo è uno che riconosce di essere un peccatore in stato di conversione; così il peccatore, per quanto debole, è chiamato a riconoscersi un potenziale santo. "Per guadagnare Dio bisogna prima perdere tutto. Il cammino dell'anima è una discesa." (Divo Barsotti). Prefazione di Padre Serafino Tognetti.
"È il paradosso, l'inverosimile, l'inusuale la caratteristica di questo mosaico stupefacente di situazioni che esprimono, nelle loro variegate tessere, la complessità inquietante dell'esistenza. C'è una tensione di fondo che guida tutto il discorso, molto unitario nonostante la diversità delle situazioni. Il tema è la vita nella sua concretezza, ma non nell'armonia prestabilita secondo un rigoroso ordine logico. Ci troviamo dinanzi alla autentica sapienza, che attinge il sapore delle cose e lo restituisce a coloro che ne diventano alunni. È la sapienza cristiana che troviamo negli antichi Padri della Chiesa, i quali univano mirabilmente mente e cuore, intelligenza ed amore, mostrando così che il vivere da cristiani non era aggiungere qualcosa di esteriore alla vita, ma gustarla in profondità. Una fede che sposa la vita e non l'acceca." (Dalla Presentazione di monsignor Marino Qualizza)
La domanda potrebbe sembrare di scarsa o relativa importanza, in quanto è noto che lo Stato di Israele è stato creato dagli ebrei, così come è noto che sono ebrei anche la maggior parte degli israeliani. Tuttavia la possibile distinzione lascia trasparire l'idea che ci sia una sorta di "interruzione" fra la danza tradizionale che accompagna la millenaria storia degli ebrei e la danza israeliana che fa capolino dal Medioriente alla fine degli anni '40: dopo la nascita dello Stato di Israele nel 1948, non si dovrebbe più parlare di danza ebraica ma di danza israeliana, secondo canoni e modelli più simili a quelli del folklore generalmente inteso. Per certi aspetti questo può essere vero, tuttavia è importante non dimenticare il legame che comunque lo Stato di Israele mantiene con le proprie radici, in quanto non nasce "dal nulla" ma dal Sionismo, che può essere compreso e considerato solo all'interno della tradizione ebraica che lo genera.
Per entrare nella sapienza di Dio bisogna compiere un cammino che passa attraverso l'esperienza della propria miseria, che tocca il fondo per poi risalire alla vetta, uniti strettamente a Gesù. Il misticismo cristiano non è altro che questo. L'autore si offre con questo testo di farci da guida, proponendo un itinerario ascetico e mistico accessibile a tutti, un "percorso di semplicità" che richiede come condizione minimale di saper guardare in alto. Si tratta di orizzonti descritti con un linguaggio pacato e convincente, che spesso si apre alla poesia, da un uomo che conosce bene la montagna sulla quale invita a salire, ne conosce i sentieri, sia quando si svolgono in una ascesa graduale sia quando presentano passaggi più ardui e delicati.
I saggi qui raccolti sono il frutto di un intenso e appassionato confronto ermeneutico sul libro della Sapienza, maturato tra alcuni dei maggiori studiosi di questo testo fondamentale e autorevoli filosofi contemporanei che si sono lasciati interpellare dalle questioni radicali poste dal testo biblico. I differenti sguardi ci offrono non soltanto una chiave interpretativa aggiornata e attualizzata dell'opera, ma soprattutto una riconsiderazione complessiva del significato della sapienza per la coscienza umana universale come fulcro stesso della vita e del pensiero. Sia pure nella loro diversità di approccio e di prospettive interpretative, i nitidi e accurati contributi ci accompagnano con rigore scientifico e profondità di comprensione nella stratificata polifonia del libro della Sapienza, scrigno che racchiude alcune delle perle più preziose della saggezza antica, nel confronto e in dialogo con le diverse forme della Sophia maturate entro la cultura occidentale. Contributi di Guido Benzi, Markus Krienke, Virgilio Melchiorre, Angelo Passaro, Carlo Rusconi, Roberto Vignolo.
La prima parte del volume medita sul tema unitario della famiglia come chiesa domestica e ne svolge un itinerario abbastanza esteso. La seconda parte tratta un argomento purtroppo assai raramente considerato: la vedovanza cristiana.
Dopo il viaggio attorno al volto tenero del Dio dell'Antico Testamento (vol. 1), il gruppo Anima in Azione ci accompagna, con questo testo, alla scoperta della tenerezza di Gesù.La struttura del secondo volume rimane uguale a quella del primo, con due percorsi attraverso i quali alcune specifiche della tenerezza del Cristo si animano secondo modalità adatte sia alla famiglia che all'oratorio.La riflessione su Gesù, attraverso cinque quadri che lo ritraggono Figlio e Fratello, Amico, Maestro, Medico ed infine Salvatore, si apre poi a giochi ed attività, che la vivacizzano e che naturalmente confluiscono in uno spazio di preghiera.L'idea del gruppo Anima in Azione è quella di proporre un modo divertente e al tempo stesso profondo, attraverso il quale adulti e bambini possano condividere un importante spazio di crescita e di fede. Età di lettura: da 6 anni.
"Giovani capaci di fare festa, ricchi di gioia e di fiducia nel Signore, se ne possono incontrare nella ferialità della nostra vita, nella quotidiana attività della parrocchia, della scuola e nella vita in comune di un'associazione. Occorre avere un poco di buona vista, perché in genere non lanciano proclami e non fanno miracoli, e a noi, che li abbiamo conosciuti come amici e apprezzati come compagni di cammino, capita che solo dopo ne cogliamo il valore e lo spessore della vita, diventata testimonianza. Testimoni senza mandato e senza tessera, giovani in mezzo ad altri giovani, ma che stanno maturando un crescere che un poco per volta si esprime nel fare proprio il Vangelo, vivendone gli ideali e facendolo diventare lievito della propria esistenza. E così diventano... aquile, capaci di quel volo che solo un cuore giovane ha l'ardire e la forza di intraprendere. La brevità della loro vita non ha interrotto il loro volo, perché esso continua in una memoria benedicente diventata forza esemplare per tanti altri giovani. Basta guardare in alto, lasciarsi prendere da ideali forti, per capire che il volo è possibile a tutti, come lo è stato per Gianfranco e Gigi." (dalla prefazione di Tullio Locatelli).
A più di cent'anni dalla morte di santa Teresa di Lisieux, questo testo accessibile e di facile lettura intende avvicinare quanta più gente possibile alla conoscenza del suo pensiero. Calando nel proprio vissuto quotidiano "la piccola via dell'infanzia spirituale", l'autrice concretizza, narrando le vicende salienti della propria vita, il pensiero della santa. Allo stesso modo, rilette alla luce del messaggio teresiano le esperienze di ognuno di noi possono diventare motivo di profonda meditazione e di riavvicinamento al nucleo più vero dei testi evangelici. Il cuore del messaggio della piccola Carmelitana è la ricerca della santità intesa non come compimento di grandi opere, ma di piccole opere quotidiane compiute con perfezione e grandezza di significati: è proprio questo atteggiamento verso la vita che fa di Thérèse una santa dei nostri giorni, una santa per tutti.
Una raccolta di pensieri, meditazioni e preghiere di Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi, riconosciuti beati dalla Chiesa.