Mai stato in un bosco? Mai avuto la sensazione che qualcuno respirasse piano, nascosto nell'ombra? No, non erano le foglie al vento. Era lui: l'uomo verde. Dove ci sono alberi, sempre, c'è anche lui. E lì per proteggerli dalle aggressioni degli uomini non verdi che a volte - spesso - sono violenti, o semplicemente distratti, e fanno tanti danni. Lui ti tiene d'occhio; tu non lo vedi. Però puoi ascoltarlo. Ha tante storie da raccontare. Età di lettura: da 7 anni.
Nove storie che ripercorrono le gesta di grandi uomini della storia, della letteratura e della leggenda, colti nel momento del confronto con le prove più dure che hanno dovuto affrontare. Ulisse sconfigge il Ciclope con l'astuzia, Robinson Crusoe sopravvive grazie alla capacità di adattarsi agli elementi naturali avversi, Alessandro Magno combatte assieme al suo cavallo Bucefalo, David affronta impavido l'enorme Golia... Età di lettura: da 8 anni.
Honey merita proprio il suo bel nome: è una cavallina color miele, dolce come il miele. Ascolta con pazienza il fiume di parole che esce dalla bocca della sua padroncino Lena, una ragazzina esuberante e troppo sola. Lena si sente felice solo quando monta in groppa alla sua amica e trotta nel bosco, tra i profumi e i sussurri degli alberi. Non immagina che proprio li si nasconda un pericolo. Un pericolo terribile. Honey invece lo sa. Quello che non sa è che dentro lei c'è una forza più gran dell'istinto: la forza dell'amore. Età di lettura: da 6 anni.
Piove. In una primavera ritardataria, il Pm Tataranni è di pessimo umore. Mentre è in corso la campagna elettorale per le Regionali si ritrova fra i piedi una ragazza troppo intraprendente, troppo ingenua, forse mitomane. Quando la giovane scompare, Imma Tataranni comincia a vedere tutto sotto un'altra luce: se stessero tentando di incastrarla? Eccola tirar fuori gli aculei, mentre si aggira per una Basilicata che sembra la Transilvania, impantanandosi in tutti i sensi. All'inseguimento di una verità che affonda le radici nel passato si spingerà fino a Roma: fra il Colosseo e piazza di Spagna sfreccerà in scooter stretta all'appuntato Calogiuri, e finirà col cadere in tentazione. Ma anche sul suo prediletto si allunga qualche ombra. Nell' indagine sembrano spuntare i fantasmi, una vecchia parla di malocchio. Dagli studi di Cinecittà in via di dismissione al petrolio della Val d'Agri, da Montecitorio ai vicoli deserti di Craco, il paese abbandonato, solo la testardaggine di una donna che non teme i chili di troppo e rifugge i buoni sentimenti potrà venire a capo dell'enigma. Dissacrante nella sua normalità, forse Imma imparerà a fidarsi un po' di più di se stessa e degli altri, forse il frutto proibito si potrebbe cogliere, forse il Belpaese non è del tutto da rottamare.
"Tre novelle, un trittico, o meglio un retablo a tre ante sulle quali Anita Desai dipinge tre personaggi silenziosi, tre figure marginali alle prese con valori e disvalori dell'India contemporanea. Ambientate in luoghi dove si stende l'ombra lunga della storia, le tre novelle descrivono spazi fisici e mentali sui quali tuttora incombe il passato. Ne sono protagoniste figure indolenzite, un anziano custode, una traduttrice frustrata e un artista segreto, ognuno a suo modo maestro della cancellazione di sé. E che tuttavia proprio cancellandosi impongono la propria presenza, una sorta di corporeità dell'ombra. Nel 'Museo dei viaggi ultimi', anta sinistra del retablo, un funzionario governativo viene invitato in una scolorita dimora a visitare i tesori collezionati da un padrone nomade e assente. Gli fa da guida nelle innumerevoli stanze un anziano custode, mentore che nulla ha da invidiare al Virgilio che accompagna Dante dagli inferi alle porte del Paradiso. Porte custodite, qui, da una figura sorprendente quanto inattesa, l'incarnazione stessa della storia e della simbologia indiana. In 'Tradurre, tradursi', altra anta del retablo, un'insegnante di mezz'età si misura con il mestiere di traduttrice ma, incoraggiata dai primi risultati e da un inedito senso di autorealizzazione, comincia a confondere la linea di confine fra chi scrive e chi traduce, fra pagina bianca e pagina già zeppa di segni. Mettendo così a repentaglio i suoi risultati, annichilisce i propri desideri." (Anna Nadotti)
"Novela total" lo ha definito Mario Vargas Uosa in un suo famoso saggio degli anni Sessanta: "Tirante il Bianco" come romanzo totale. E ha paragonato Martorell a Flaubert e Faulkner, collocandolo tra i più grandi narratori della letteratura di tutti i tempi. A quasi cinquantanni dal giudizio entusiastico di Vargas Llosa, si può forse leggere più pacatamente questo romanzo cavalleresco scritto in catalano nel XV secolo, ma resta la convinzione che si tratta di un'opera affascinante e fortemente innovativa: ha aperto le strade della narrazione moderna con personaggi che "maturano" attraverso le vicende raccontate nel libro e che dimostrano un'interiorità e una dimensione psicologica effettivamente in anticipo sui tempi, oltre le schematizzazioni tipologiche medievali. Un punto di forza del libro, oltre le parti epiche e guerresche, riguarda l'amore e la sessualità, trattati molto esplicitamente, con arditezza di situazioni e di linguaggio che ancora oggi possono colpire. La storia principale è quella di Tirante il Bianco, gentiluomo bretone, campione di tornei cavallereschi, che riesce con il coraggio e con l'ingegno a liberare l'isola di Rodi dall'assedio del sultano di Babilonia, dopodiché viene cooptato dall'imperatore di Costantinopoli per condurre la guerra contro i Turchi. Tirante si innamora della figlia dell'Imperatore, Carmesina, e Carmesina di lui, ma una serie di equivoci e di vicende allontana i due innamorati.
La vigilia di Natale, Manuela Paris torna a casa, in una cittadina sul mare vicino Roma. Non ha ancora ventotto anni. È assente da tempo, da quando è andata via - ancora ragazza - per fare il soldato. In fuga da un'adolescenza sbandata, dalle frustrazioni di una madre che cerca attraverso di lei il proprio riscatto e dalle lacerazioni della sua famiglia. Con rabbia, determinazione e sacrificio, Manuela si è faticosamente costruita la vita che sognava, fino a diventare sottufficiale dell'esercito e comandante di plotone in una base avanzata del deserto afghano, responsabile della vita e della morte di trenta uomini. Ma il sanguinoso attentato in cui è rimasta gravemente ferita la costringe a una guerra molto diversa e non meno insidiosa: contro i ricordi, il disinganno e il dolore, ma anche contro il ruolo stereotipato di donna e vittima che la società tenta di imporle. L'incontro con il misterioso ospite dell'Hotel Bellavista, Mattia Rubino, un uomo apparentemente senza passato e, come lei, sospeso in un suo personale limbo di attesa e speranza, è l'occasione per fare i conti con la sua storia. E per scoprire che vale sempre la pena vivere - perché nessuno, nemmeno lei, è ciò che sembra. Cronaca, affresco e diario, storia d'amore e di perdita, di morte e resistenza, spiazzante e catartico, "Limbo" si interroga anche, e ci interroga, su cosa significhi, oggi, essere italiani.
Scendendo a capofitto per i rami delle generazioni, Clelia riesce a trovare il suo posto sull'asse del tempo: ha una data d'inizio, il 1914, e persino una capostipite, la nonna Franca, giunta dalla Russia a Napoli. Innamorata della vita, ricca di passione e di ideali, Clelia cresce con i piedi piantati nella provincia e lo sguardo rivolto alla città. Quando Clelia incontra Gianni non ha dubbi su cosa fare: insieme trovano quarantadue metri quadri in cui sostenersi "l'un l'altra come due carte da gioco poggiate in piedi". Per mantenersi lavora come maschera in un teatro, e proprio in teatro farà presto carriera. Appagata dal successo, Clelia sembra non accorgersi di scegliere sistematicamente il "male minore". Il nuovo romanzo di Valeria Parrella ha l'energia e il coraggio delle storie necessarie. La storia di Clelia procede di pari passo con quella dell'Italia, e ci restituisce il ritratto di un Paese che ha progressivamente rinunciato al pubblico per il privato, all'etica per il guadagno, ma che con ostinazione ciascuno di noi continua ad amare "come si amano solo le cose che vengono prima di noi e dopo di noi resteranno". Senza dismettere la voce intima e sensuale che le è propria, Valeria Parrella narra la perdita di contatto tra ciò in cui si crede e il modo in cui si agisce, fino alla consapevolezza che "le cose non si compiono all'improvviso, ma all'improvviso le vedi nel loro intero".
Se c'è un economista che ha sempre guardato ai mercati finanziari e alla globalizzazione con un occhio critico, questo è Joseph Stiglitz: premio Nobel per l'economia nel 2001, nello scatenarsi della crisi economica globale di questi anni Stiglitz ha trovato conferma di molti degli avvertimenti che, spesso inascoltato, ha per decenni rivolto alle istituzioni, ai politici e ai suoi colleghi economisti. Fino a poco tempo fa il mercato globale era considerato da molti ormai immune da instabilità e perfettamente in grado di gestire qualunque rischio finanziario: in questo contesto, la politica sbagliata del governo americano e il comportamento senza scrupoli di molti individui, ma anche di intere banche e società finanziarie, hanno determinato la crisi del credito negli Stati Uniti, che si è poi rapidamente estesa a tutto il mondo attraverso i canali della finanza globale, spedendo le economie di tutto il mondo in caduta libera. Con questa analisi sferzante Stiglitz interviene nel dibattito internazionale che si è aperto non solo sugli errori del governo americano, ma anche sulla solidità del sistema finanziario globale, se non sulla stabilità stessa del capitalismo come forma di organizzazione dell'economia.
Nella sua lunga attività di scrittore Gianni Rodari dedicò moltissime storie e poesie agli animali: volpi sempre furbe, gatti vanitosi... Al centro del libro il lettore trova, poi, due bambini che per provare il loro coraggio si fanno chiudere nello zoo e ascoltano incantati le bellissime storie degli animali: è un susseguirsi di sorprese e di emozioni che passano, infine, alla poesia vera e propria costruita con tutta la bravura di cui Gianni era capace. Lo zoo ideale di Rodari non è dunque un luogo di prigionia per gli animali, ma è uno spazio di felicità, di libertà della fantasia, di piacere del racconto. Età di lettura: da 8 anni.