Paul Temple è un giovane scrittore americano in visita a Venezia. Riservato e ambizioso, è in cerca dell'ispirazione per una nuova opera. Venezia è una meraviglia per gli spiriti affamati di bellezza: la laguna, le botteghe degli antiquari, le vetrine con i liuti rinascimentali, le passeggiate nel mercato, tra oche infuriate e tinozze che brulicano di anguille. In uno dei salotti cosmopoliti e artistici della città Mr Temple incontra Miss Annelien Bruins, occhi azzurri e una spolverata di efelidi sulle guance, pare la musa di un preraffaellita. La loro liaison amorosa si dispiega tra canali, dissertazioni sull'arte e persino una seduta spiritica. Ma Annelien ha un segreto, un mistero dal passato che rende lei infelice e il loro un amore impossibile.
Che cosa intendiamo con la parola politica? Perché certe istituzioni o certe modalità di azione vengono definite politiche? Quali tratti le caratterizzano, distinguendole da altri tipi di azioni o istituzioni sociali? Questo volume intende proporsi come un'introduzione complessiva alla filosofia politica, con particolare attenzione ai problemi del tempo presente. La prima parte presenta al lettore i grandi temi che stanno alla base della riflessione sulla politica: da un lato il rapporto tra politica ed etica, dall'altro la centralità, sottolineata dai teorici del realismo politico, della lotta per il potere, del conflitto e della violenza. La seconda parte delinea le coordinate fondamentali delle grandi teorie politiche, liberalismo, socialismo e democrazia, e le loro molteplici intersezioni e declinazioni, che hanno concorso a formare gli assetti dei moderni Stati costituzionali, con le loro grandi acquisizioni ma anche con i loro limiti. La terza parte si confronta con le questioni, sempre più pressanti nella politica contemporanea, che valicano i confini degli Stati: dal mutamento climatico ai rischi planetari, dalle politiche migratorie alla difesa dei diritti umani, dalla giustizia economica globale alla prospettiva di un nuovo cosmopolitismo. Sono queste le nuove poste in gioco e le inedite frontiere con le quali la filosofia politica si deve oggi misurare.
L'Italia è sempre stata meta prediletta del turismo internazionale. Poi è arrivata Airbnb. E ha cambiato tutto. La nazione dove 8 cittadini su 10 vivono in una casa di proprietà e dove 4 giovani su 10 non hanno lavoro, ha fiutato l'affare. Così chi ha ereditato l'appartamento ma non il posto fisso ha cominciato a ricavare dalle quattro mura il proprio sostentamento. Oppure ha trovato spazio nel vasto indotto dell'ospitalità. Quest'attivismo si scontra con una militanza di segno opposto. I comitati anti-movida, gli urbanisti preoccupati dallo snaturamento delle città d'arte e la disneyficazione dei nostri borghi. A cui si aggiungono le accuse di elusione fiscale e di concorrenza sleale agli albergatori; e la guerra è servita. Entrambe le fazioni hanno le loro ragioni. L'unica maniera sensata di uscire dal conflitto è governare il fenomeno. Come hanno fatto in varie città europee. E non solo.
Il gesto di Caino è senza pietà: uccide il fratello spargendo il suo sangue sulla terra. Non lascia speranza, non consente il dialogo, non ritarda la violenza efferata dell’odio. È da questo gesto che la storia dell’uomo ha inizio. Sappiamo che l’amore per il prossimo è l’ultima parola e la piú fondamentale a cui approda il logos biblico. Ma non è stata la sua prima parola. Essa viene dopo il gesto di Caino. Potremmo pensare che l’amore per il prossimo sia una risposta a questo gesto tremendo? Potremmo pensare che l’amore per il prossimo si possa raggiungere solo passando necessariamente attraverso il gesto distruttivo di Caino? Quello che è certo è che nella narrazione biblica l’amore per il prossimo viene dopo l’esperienza originaria dell’odio.
I Romani sapevano di discendere da un advena, uno che viene da fuori, accompagnato da fuggiaschi che avevano attraversato il mare rischiando mille volte di morire e scomparire nelle acque. «L'impero romano, - scrisse Seneca, - ha come fondatore un esule, un profugo che aveva perso la patria e si portava dietro un pugno di superstiti alla ricerca di una terra lontana... Farai fatica a trovare ancora una terra abitata dagli indigeni: tutto è il risultato di commistioni e di innesti». I Greci al contrario pensavano di essere nati dalla terra, come un albero. Gli Ateniesi si vantavano di essere autoctoni: il loro primo re, Cecrope, era sbucato dal suolo come un serpente e per questo aveva la parte inferiore del corpo coperta di scaglie. «Noi siamo stati sempre qui, - dicevano, - la nostra gente è nata da questa terra; possiamo accogliere i supplici e gli stranieri, anzi è la nostra legge a imporlo, ma i veri Ateniesi saremo sempre noi, i figli del serpente». I Romani non pensavano cosí. Il loro eroe fondatore veniva da una terra lontana, ma arrivando non trovò il deserto: solo uomini selvatici e primitivi. Eppure non li volle come schiavi ma come compagni.
Analizzando i fenomeni culturali, politici, economici e pop più significativi dei nostri tempi - dalle comunità dei super-utenti di Lego alla nuova Chiesa di papa Francesco - "New Power" ci mostra come il potere, negli ultimi anni, sia radicalmente cambiato. E come, in un presente in continua evoluzione, riuscire a interpretarlo. Offrendoci, inoltre, una serie di consigli pratici per comprendere al meglio il nostro ruolo in questo scenario e provare ad avere successo nel liquido amniotico in cui galleggiamo.
La matematica rivista come prassi politica, e non solo come teoria, è un formidabile esercizio di democrazia: come la democrazia si fonda su un sistema di regole, crea comunità e lavora sulle relazioni. Come la democrazia, la matematica amplia ma non nega. Studiando matematica si capiscono molte cose sulla verità. Per esempio che le verità sono partecipate e pertanto i principî di autorità non esistono; che le verità sono tutte assolute ma tutte transitorie perché dipendono dall'insieme di definizione e dalle condizioni al contorno. Svolgere un problema matematico è un esercizio di democrazia perché chi non accetta l'errore e non si esercita nell'intenzione di capire il mondo non riesce né a cambiarlo né a governarlo. Chiara Valerio tesse in un pamphlet polemico un parallelo tra matematica e democrazia, due aree che non subiscono la dittatura dell'urgenza.
Dopo mesi trascorsi dietro una scrivania per aver ferito un passante nel corso di una retata, un ispettore viene inviato in un villaggio vicino alla frontiera di cui nemmeno conosceva l'esistenza. Ad attenderlo c'è un caso d'omicidio considerato già risolto. La vittima è una donna che conduceva un'esistenza appartata, e il presunto assassino è suo fratello, un giovane con disturbi mentali che abitava insieme a lei e che ora è scomparso. Facile, forse troppo. Magari è solo suggestione, magari dipende dal paesaggio, bello e violento, o magari è la presenza inquietante della clinica che sorge sul confine, nella «terra morta», un centro specializzato in interventi disperati, ma in quel luogo c'è qualcosa che non torna. Nella pensione che lo ospita l'investigatore fa conoscenza con alcuni personaggi quantomeno singolari, e a poco a poco davanti ai suoi occhi si apre uno scenario che nessuno avrebbe mai immaginato. Insospettabile anche per il potentissimo capo dell'agenzia governativa che gli ha affidato l'indagine: un funzionario spaventoso e ridicolo al tempo stesso, che dietro le spalle tutti chiamano «il Maiale».
Una giovane bellissima, che lavora nel mondo dell'arte, viene uccisa nel proprio appartamento a Roma. Tre personaggi coinvolti per ragioni diverse nell'omicidio forniscono la loro interpretazione dei fatti. Chi nasconde la verità. Chi la manipola. Chi sembra non curarsene. Il commissario Davide Brandi è un poliziotto molto abile, e molto ambizioso. È lui che conduce le indagini. A dargli la parola è Giancarlo De Cataldo. Marco Valerio Guerra è l'amante della vittima. Un uomo d'affari ricchissimo, potente, odiato. A dargli la parola è Maurizio De Giovanni. Anna Carla Santucci è la moglie di Guerra. Scoprire il tradimento del marito non l'ha stupita affatto. A darle la parola è Cristina Cassar Scalia. Le loro versioni non concordano. Ma tutte rappresentano un piccolo passo per arrivare alla soluzione del caso.
«Perché mai la civiltà moderna dovette costruirsi a fatica come qualcosa di nuovo sulle rovine dell'antica, invece di essere la sua diretta continuazione?». "La storia spezzata" è interamente costruita intorno a questa domanda cruciale, formulata da Michail Rostovzev nelle ultime pagine del suo gran libro sull'impero romano. La risposta di Schiavone è entrata nelle cronache dell'antichistica di questi decenni. Ed è un racconto avvincente, che unisce storia economica, sociale, intellettuale in un continuo contrappunto fra antico e moderno, fra passati lontani ed epoche a noi molto più vicine.