Risorgimento italiano non solo come periodo di importantissimi avvenimenti storici: proprio in quegli anni, in virtù di determinate circostanze, la fotografia - tecnica da poco messa a punto e rivoluzionaria nell'ambito delle arti visive - inizia a essere largamente usata e diventa un modo per diffondere notizie e lasciare tracce di memoria, ma anche per esprimersi artisticamente. Dopo un'interessante introduzione, su come i contemporanei vedessero questa nuova tecnica di documentazione storica, il volume si articola in ampie sezioni dedicate ai luoghi simbolo del Risorgimento, al ritratto e all'identità nazionale. Partendo dalle foto della Repubblica Romana, le immagini delle rovine risorgimentali (da Palermo a Gaeta fino a Porta Pia) tracciano la nascita dei reportage di guerra. Segue la sezione dedicata ol ritratto fotografico, un'invenzione dell'epoca, per rintracciare le radici di un uso già politico dell'immagine: sfilano così Mazzini, Garibaldi, Cavour. Nel volume trova spazio anche un'Italia non ufficiale, i volti dei briganti, le prime testimonianze di tentativi di uso artistico della fotografia e le immagini di paesaggio come segni di identità nazionale.
Nella periodizzazione tradizionale della storia dell'arte esiste un lungo intervallo oscuro tra l'architettura dell'età imperiale romana e quella del primo Medioevo. La vecchia tesi di un progressivo declino della cultura classica e di timidi accenni di rinascita nel primo Medioevo appare tuttavia superata da tempo. Piuttosto i concetti chiave di questo momento storico sono: continuità, cristianizzazione e innovazione. Fulcro di tale sviluppo è la creazione dell'edificio di culto cristiano, che si rivelerà poi uno dei temi più fecondi della storia dell'architettura europea. Ma anche il permanere del patrimonio monumentale ereditato dall'antichità e gli impulsi scaturiti dallo stanziarsi dei Longobardi, gli influssi bizantini e la nuova dimensione europea dell'impero carolingio caratterizzano questo periodo. Tutti questi argomenti sono nel presente volume oggetto di trattazione da parte di studiosi di fama internazionale. Si illustra la prima fioritura dell'edilizia chiesastica nei centri principali dell'Italia tardoantica: Roma, Milano e Ravenna e nelle altre città e territori dell'Italia settentrionale e meridionale. Si prende inoltre in esame la permanenza dell'eredità urbanistica e architettonica del mondo antico, sotto l'aspetto sia della continuità d'uso che dell'influenza esercitata come fonte di rievocazione e d'ispirazione. All'altra estremità della trattazione si profilano i nuovi abitati del primo Medioevo.
Chi non vive dei ricordi di fragranti biscotti appena sfornati, del pollo arrosto con deliziose patatine che veniva messo in tavola durante il pranzo della domenica, ma anche delle frittelle così amate e attese, vietate dalla mamma ma preparate con infinito amore dalla nonna? Per tutti i nostalgici della cucina di una volta, quella che nel corso degli anni ha mutato preparazione, preferendo tempi più veloci, e gusto, scegliendo alimenti meno calorici, per quanti vogliono tornare ai sapori antichi della tradizione italiana, il volume raccoglie quelle ricette che nell'immaginario collettivo sono legate alla nonna, vale a dire a un'altra epoca e a un altro modo di considerare la cucina. Torta Pasqualina, struttoli, panzerotti e ogni altra bontà viene qui presentata: le ricette, corredate di belle immagini esplicative, guidano passo dopo passo esperti e non alla ri-scoperta di un mondo che non c'è più, di un tempo in cui i grandi cuochi erano le nonne, all'interno delle cucine nelle proprie case. Rivive così il patrimonio della grande cucina popolare di tutte le regioni italiane.
Una poderosa raccolta delle opere dei musei, delle chiese e dei palazzi veneziani, insieme ai capolavori presenti nei musei esteri. Dalle origini alla decadenza, l'arte della Serenissima è raccontata da Filippo Pedrocco, uno dei massimi esperti di pittura veneta. Da Paolo Veneziano (1300-1350 ca), forse il più importante pittore del suo tempo, capace di un equilibrio unico tra i temi bizantini della sua formazione e l'influenza di Giotto, a Giovanni e Jacopo Bellini, dallo sfumato di Giorgione (1477-1510) al colore di Tiziano (1480/85-1576) in contrasto con la scuola fiorentina del disegno, per finire con Tiepolo (1696-1770) e i vedutisti, Venezia, ponte commerciale tra due emisferi, domina il Mediterraneo per almeno cinquecento anni, dal Trecento al Settecento, non solo economicamente ma anche culturalmente. La Serenissima ("pace e ordine sono meglior per il commercio" era motto diffuso) fu infatti capace di far sbocciare nuovi linguaggi artistici ed esportarne il valore in tutta Europa. Un ciclo di grandezza che si conclude in un lento declino, iniziato con l'esaurirsi della spinta commerciale che aveva fatto grande la città ed accelerato dall'intrusione di Napoleone. In quattro secoli di ricchezza, Venezia vede sorgere palazzi bellissimi e chiese monumentali, vede realizzati mosaici, affreschi e un'incredibile quantità di opere pittoriche di cui rimangono tracce nella città e nel mondo intero.
Una mini enciclopedia che accompagna il lettore (neo-mamme o neo-papà) lungo le tappe che portano al compimento del primo anno di vita del proprio bambino. Dal primo vagito ai primi passi, dal divezzamento alle veglie notturne per i dentini: in appena un anno i progressi del neonato sono velocissimi e i problemi quotidiani necessitano di consigli pratici, non solo per genitori alle prime armi. Penelope Leach, nello stile che le è usuale, chiaro e lontano da dogmatismi pedagogici, presenta con una certa ironia una vasta gamma di situazioni in cui il genitore si troverà coinvolto e lo guida con dolcezza nella difficile impresa di capire il proprio bimbo e interagire con una creatura ancora incapace di esprimersi. Corredato da belle immagini esplicative, questo libro è un vademecum che libera i genitori da ogni ansia e, all’occorrenza, dà le risposte ai dubbi che sorgono nel primo bellissimo anno di vita di un bambino.
Electa pubblica nella collana Dizionari del Cinema, curata da Gabriele Lucci, il volume dedicato al film di guerra, un genere che ha regalato, nel corso dei decenni, capolavori che hanno segnato la storia del cinema.Le grandi battaglie sono raccontate in sequenze memorabili come quelle di Apocalypse Now, La sottile linea rossa o Salvate il soldato Ryan; film che restituiscono racconti e fatti legati alla Grande Guerra, al secondo conflitto mondiale o al Vietnam, cui si sono ispirati registi come Stanley Kubrick, Clint Eastwood, Steven Spielberg e Brian De Palma.Indimenticabili sono anche le produzioni italiane, con registi come Mario Monicelli, Francesco Rosi (Uomini contro) e Roberto Rossellini col capolavoro Paisà: autori capaci di raccontare uno spaccato della nostra storia e del nostro modo di fare cinema.
Il cinema di guerra rappresenta le storie degli scontri militari, ma anche gli stravolgimenti e la disperazione della vita civile sotto assedio, racconti di finzione così come fedelissime ricostruzioni. In questo libro d’autore trovano spazio i migliori film, le tematiche e le caratteristiche specifiche, insieme a immagini e locandine delle proiezioni cinematografiche, in una descrizione puntuale che riesce a cogliere l’evoluzione dell’atteggiamento che il cinema ha manifestato nel corso degli anni nei confronti della guerra.
Roberto Nepoti
Giornalista e critico cinematografico, scrive per “La Repubblica”. Autore di libri dedicati al cinema (L’illusione filmica. Manuale di filmologia, 2004), al documentario (Storia del documentario, 1998), ai grandi artisti (Dario Fo, 1997), come a grandi autori (Brian de Palma, 1995).L’Accademia dell’Immagine.
L’Ente Morale Accademia dell’Immagine – centro di alta formazione per il cinema e la comunicazione audiovisiva, nasce nel 1991 su iniziativa di Gabriele Lucci. L’Accademia dell’Immagine, presieduta da Massimo Cialente, vede come soci fondatori: la Regione Abruzzo, l’Istituto Cinematografico dell’Aquila ‘La Lanterna Magica’, la Provincia e il Comune dell’Aquila.
Dalla perfezione dei Kouroi greci, personificazione scolpita dell'ideale di bellezza (e bontà) del mondo classico, fino alle avanguardie storiche o alle performance di Vanessa Beecroft, il nudo nella storia dell'arte ha sempre assunto le forme dell'epoca in cui viene rappresentato.
Dal canone greco, appunto, in cui la nudità era sinonimo di bellezza e purezza, ai periodi di censura, ricordando la Controriforma che coprì le pudenda dipinte da Michelangelo nella Cappella Sistina, passando per gli scandali dell'Ottocento francese, con i nudi sfacciati di Manet o Courbet, la rappresentazione del nudo si è evoluta nel valore nell'iconografia (a volte sacra a volte profana) nei significati profondi.
Così il libro è un viaggio all' interno dell' universo simbolico e culturale in cui il corpo umano è stato rappresentato.
Il percorso attraverso i secoli, strutturato in capitoli e sezioni cronologiche o tematiche l'anatomia, le pose, i soggetti come i significati, viene raccontato da sculture e dipinti, molti dei quali risalenti all'antichità classica.
"Questa esposizione è nata come ideale continuazione ed approfondimento della mostra 'Frammenti dal passato. Tesori dall'ager Tiburtinus', che nel corso del 2009, con ottimo successo di pubblico, è stata visibile negli stessi ambienti dell'Antiquarium del Canopo in Villa Adrina. [...] Consapevoli dell'impossibilità di racchiudere in un solo evento o in un'unica pubblicazione la totalità dello scibile relativamente a questo sito straordinario, si intende in questa occasione offrire una panoramica delle attività dell'ultimo decennio, dei risultati dei nuovi scavi, condotti sia direttamente dalla Soprintendenza sia da altri soggetti in regime di concessione come anche delle più recenti acquisizioni nei vari campi di investigazione e dei filoni di studio che credo con maggiore probabilità potranno offrire risultati significativi nel periodo a venire." Marina Sapelli Ragni